giovedì 1 ottobre 2015

Recensione: Midnight Baby: Horror Lolita

Titolo: Midnight Baby: Horror Lolita
Autore: Caleb Battiago
Illustratore: Vincent Chong
Editore: produzone indipendente
Lunghezza stampa: 41
Prezzo: 1,49
Disponibile su Amazon

Descrizione:
Storia horror e visionaria di una Lolita contemporanea. Rita vive la sua infanzia tra le violenze e torture dal padre e dai suoi malati amici, un circolo di mostri con maschere e desideri non convenzionali. Diventa la bambina di mezzanotte, una bambola di carne, un gioco sessuale deviato che si trasforma lentamente da incubo a qualcosa di diverso. Il rapporto tra padre e figlia muta quando Rita cresce diventando lentamente un donna. Le mostruosità dell’infanzia trasformano Rita dalla bambina di mezzanotte, docile e passiva, in una killer Lolita, che con la sua sega elettrica, la musica di Johnny Cash e le immagini oniriche e incontrollabili che continuano a girarle nella testa, cerca la vendetta, l’amore, se stessa e gli altri, in bilico tra l’eterno ritorno del passato e il delirio e le allucinazioni del presente, fino a realizzare un sogno proibito, una visione estrema. Raccapricciante, cannibalica, violenta e passionale come tutta la sua vita.

L'autore:

Caleb Battiago (pseudonimo di Alessandro Manzetti). Autore di narrativa horror, SF, pulp e weird, poesia dark, editor e traduttore.
Ha pubblicato, in Italiano e Inglese, col proprio nome e con lo pseudonimo di Caleb Battiago, varie opere di narrativa e poesia, tra le quali due romanzi, Naraka - L'Inferno delle Scimme bianche (2013) e Shanti - La Città Santa (2014), vari racconti, collections, raccolte di poesie dark, in formato ebook e paperback, tra le quali Limbus, Weird West Blues, Kiki, I Giorni della Gallina Nera, Vessel, Mictlan.
Tra le opere in lingua inglese ha pubblicato varie raccolte di racconti, tra le quali The Massacre of the Mermaids (2015), The Shaman (2014) e Dark Gates (2014) con Paolo Di Orazio come co-autore.
A luglio 2015 è in uscita la sua raccolta di poesie dark in lingua inglese Eden Underground, che sarà pubblicata da Crystal Lake Publishing. Diversi suoi racconti e poesie sono stati pubblicati su magazines e antologie in Italia, Stati Uniti e Inghilterra, tra i quali The Horror Zine, Dark Moon Digest, Disturbed Digest, Illumen, Rhysling Anthology, Bones III Anthology.
La sua raccolta di poesie dark Venus Intervention (2014), con Corrine de Winter come co-autrice, ha ricevuto una nomination per il Bram Stoker Awards 2014, per il Rhysling Award 2015 e per l'Elgin Award 2015. È membro della Horror Writers Association, della Science Fiction Poetry Association e della British Fantasy Society. È stato tra i presentatori della cerimonia del Bram Stoker Awards 2014 durante la World Horror Convention di Atlanta (2015).
Il suo sito web: www.alessandromanzetti.net.

La recensione di Miriam:

Cantore del lato oscuro dell’animo umano, Caleb Battiago è solito tessere trame di aberrazione e sangue, mostrandoci il volto più disumano della società.
In Midnight baby, più che mai, affronta due tematiche che bruciano come carboni ardenti: pedofilia e incesto.
Ispirandosi a un personaggio immortale della narrativa erotica, la Lolita di Nabokov, ci narra la storia di Rita che, ogni giorno, a mezzanotte, è costretta a indossare l’abito più bello della  mamma per soddisfare le voglie malate di suo padre e di un manipolo di suoi amici. Uomini depravati quanto vili che, nascondendosi dietro maschere da dottori della peste, violano nei modi più abietti il suo corpo acerbo.
È un gioco perverso che si protrae per anni, nella solitudine e nell’indifferenza, un gioco che semina dolore e morte lungo il percorso, ma il cui ingranaggio si inceppa quando la sposa bambina  comincia a trasformarsi in una donna. A quel punto il padre sembra perdere interesse nei suoi confronti, ma è troppo tardi perché la bimba di mezzanotte possa svegliarsi e stropicciarsi gli occhi, lasciandosi alle spalle il brutto sogno.
Certi incubi si appiccicano addosso, proprio come la “colla” che per anni Rita ha sopportato sul suo corpo immaturo; da certi incubi non ci si sveglia immacolati; più forti, forse, almeno quel tanto che basta per ribaltare i ruoli e regalarsi una meritata vendetta. È così che da un bozzolo di marciume e soprusi spicca il volo una Lolita killer, armata di motosega e determinata a conquistare il suo principe azzurro… pezzo dopo pezzo…
È un pugno allo stomaco questo racconto, disturbante non solo per la crudezza delle immagini evocate e per i sentimenti di raccapriccio e tristezza che suscita, ma anche per il suo realismo.
Benché il taglio splatter e la violenza che caratterizzano quest’opera sia tipico della produzione di Battiago, la trama questa volta affonda le zanne nella realtà. Se le aberrazioni spinte al parossismo dell’universo narakiano si esprimevano in una dimensione futuribile ma comunque fantascientifica, qui il filtro dell’immaginazione viene meno, perché la storia di Rita è qui e ora, perché di Lolita ce ne sono tante nel mondo che ci circonda, seppure sprovviste di sega elettrica.
A colpire particolarmente è la capacità dell’autore di penetrare la mente della sua protagonista e di farvi entrare anche noi. La descrizione di ciò che accade fisicamente a Rita è costantemente accompagnata dalle ripercussioni che tali accadimenti hanno sulla sua psiche cosicché, accompagnandola negli anni, assistiamo alla sua trasformazione interiore, vedendo e toccando con mano il modo in cui le violenze subite la cambiano internamente provocando ferite impossibili da rimarginare. Le immagini deliranti che caratterizzano il suo mondo onirico straripano nella realtà, generando un vortice allucinogeno in cui si viene letteralmente travolti.
Leggendo si avverte sin da subito un senso di oppressione e di cattivi presagi, complice anche un’ambientazione che, quasi fosse una creatura viva, rispecchia gli stati emotivi che covano nei personaggi. Sullo sfondo una Roma che appare come “un puzzle colorato bucato da troppi tasselli vuoti, neri”; in casa, appeso al muro un quadro raffigurante l’Armata del Potomac in versione splatter che sembra scrutare costantemente i suoi occupanti; nella stanza di Rita una bambola zombie che si chiama come lei e stringe nelle mani una sega elettrica; in sottofondo la musica di Johnny Cash con i suoi versi che parlano di oscurità.
L’insieme di stile e contenuti poi genera un vero e proprio ossimoro, poiché all’efferatezza delle scene descritte e degli argomenti trattati corrisponde una prosa altamente poetica, in cui ogni singola parola sembra essere stata scelta con la massima cura e incastrata al posto giusto, come fosse una nota vergata su un pentagramma.
Interessante e innovativo è anche il “dialogo” che l’autore sembra intrattenere con Johnny Cash e Nabokov, arricchendo il testo di tratti sperimentali. Versi delle canzoni di Cash e brani tratti dal romanzo “Lolita” si innestano, infatti, nel racconto, divenendone parte integrante.
A fine lettura permane un senso di malessere perché, come anche in altre opere dello stesso autore, l’immagine pessimistica che ci offre del genere umano non lascia spazio a possibili vie di fuga.
Una prospettiva triste ma decisamente realistica, almeno dal mio punto di vista: non c’è riscatto, non c’è salvezza, l’unico bonus concesso all’inferno è il sottile piacere della vendetta, giacché violenza genera violenza.

Il booktrailer:

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