venerdì 30 novembre 2012

Anteprima: Nel limbo

Prossimamente in libreria

Titolo: Nel limbo
Autrice: Rosamund Lupton
 Traduzione dall'inglese di Annamaria Biavasco e Valentina Guani
Editore: Giano
Collana: Blugiano
Pagine: 480
Prezzo: 13,90

Il sensazionale nuovo romanzo dell’autrice di Sorella
Il giallo che ha scalato in pochi giorni le classifiche inglesi
selezionato nella categoria Mystery/Thriller
tra i Publishers Weekly Best Books del 2012

Descrizione:

Grace Covey ha trentanove anni, un marito di successo, Mike, e due figli; Jenny, che ha sedici anni e gambe lunghe da far girare la testa a uomini ammirati e a donne invidiose, e Adam, un bambino di otto anni, sensibile e dolce, che legge di cavalieri buoni e si fa chiamare Sir Covey. Grace non sa che la vita che ha conosciuto finora durerà meno di ventiquattro ore.
Un fumo nero e denso oscura il cielo brillante di una giornata di fine maggio e si alza da dove non dovrebbe: dalla scuola.
Andy è fuori, salvo, ma di Jenny non c’è traccia. Grace corre. Corre oltre la paura, oltre le fiamme, oltre il dolore. Grida il nome di Jenny ed è proprio l’istinto di sopravvivenza che la spinge a entrare e a sfidare l’incendio: perché la sopravvivenza di una madre dipende da quella dei suoi figli. L’identità di qualsiasi essere umano è legata indissolubilmente a quella di coloro che ama.
Grace e Jenny vengono salvate dai pompieri e condotte d’urgenza in ospedale. La ragazza ha riportato ustioni gravissime e ha bisogno di un trapianto di cuore, mentre Grace è in coma. Entrambe si trovano intrappolate in quel limbo che separa i vivi dai morti. Sospese in una dimensione che le costringe a essere spettatrici immobili e inerti della tragedia che le ha colpite. Mike raggiunge l’ospedale insieme alla sorella, Sarah. La donna è anche un poliziotto. Inevitabile che cerchi di capire che cosa sia successo in quella scuola.
Dietro l’immane tragedia si nasconde, infatti, una verità ancora più inquietante: l’incendio è doloso e sembra che il piromane volesse colpire proprio Jenny.
Perché?
Il giallo si infittisce e la suspense monta. Tutti i personaggi coinvolti sembrano nascondere qualcosa. E la sicurezza di aver capito cosa sia successo vacilla di pagina in pagina, fino alle ultime battute, quando il mistero viene chiarito e si rivela agghiacciante.
 

 
L'autrice:
Rosamund Lupton si è laureata in letteratura inglese a Cambridge e vive a Londra con marito e figli. Ha lavorato a lungo nell’editoria e come sceneggiatrice. Sorella è il suo primo romanzo, uno dei maggiori best seller dell’ultima stagione letteraria inglese. Con il suo secondo romanzo, Afterwards, Rosamund Lupton si è definitivamente imposta come uno dei nuovi talenti della narrativa britannica contemporanea.
 
Rosamund Lupton ha ricevuto il Nielsen Gold Award,
il premio indetto dalla maggiore società di rilevazione delle vendite dei libri nel mondo,
per aver venduto PIÙ DI UN MILIONE DI COPIE
di Sorella e di Nel limbo in Inghilterra

Hanno detto di questo libro:
 
«Magistralmente condotto... L’impatto emotivo, lo stile poetico e la storia avvincente si fondono perfettamente, tanto da trascendere una normale esperienza letteraria. Garantisco che questo romanzo conquisterà tutti».
Jeffery Deaver
 
«La parola avvincente viene usata troppo spesso con leggerezza per descrivere romanzi crime e thriller… ma questo libro ne incarna completamente il significato».
Daily Mail

«Come Sorella, il libro con cui Rosamund Lupton ha debuttato, Nel limbo è un bestseller. L’autrice è riuscita a fondere una storia commovente con una suspense che non lascia scampo. Munitevi di fazzoletti».
Daily Mirror

«Rosamund Lupton ha una scrittura la cui urgenza ti travolge e ti fa continuare a girare pagina in un climax al cardiopalma».
News of the World

«Avete amato La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo? Questo romanzo è ancora meglio».
Company

«Il primo romanzo di Rosamund Lupton, Sorella, è stato un successo incredibile, ma il secondo potrebbe tranquillamente superarlo».
Good Housekeeping
 
 
 

mercoledì 28 novembre 2012

Intervista ad Alexia Bianchini

Alexia Bianchini, classe 1973, è autrice di romanzi fantasy dalle venature dark e di un’infinità di racconti. Editor, articolista per Speechless, direttore del webmagazine Fantasy Planet, è la scatenata mamma di tre splendidi pargoli.



Benvenuta nel nostro angolino magico. Come di consuetudine, iniziamo la nostra chiacchierata con una domanda di rito: chi è e perché scrive Alexia Bianchini?
Sono una Pippi Calze Lunghe cresciuta. Una mamma chioccia con l’anima di una bimba. Adoro stare con i miei figli, guardare con loro i cartoni, cantare a squarcia gola. Un mix fra Heidi e Anna dai capelli rossi con innesti cibernetici e arti mutanti, Peter Pan al femminile per intenderci. Eppure, a detta di chi mi sta vicino, quando li seguo nei compiti divento più antipatica della signorina Rottermaier.
Scrivo perché ne ho bisogno, altrimenti starei le ore a guardarmi intorno e sognare a occhi aperti, come facevo da bambina. Mi basta vedere una goccia che cade per far partire un lungometraggio nella mia testa. Scrivo perché i segni sulla sabbia svaniscono con le onde del mare, mentre le parole scritte restano…

Parlaci del tuo ultimo romanzo “Io vedo dentro te”. Com’è nata l’idea?
Ho avuto la fortuna di avere un nonno straordinario, la persona che nei momenti più bui mi ha fatto sorridere e amare la vita. Lui era così, il signor Bianchini, gentile con tutti, allegro, sempre con la battuta pronta. Eppure sopportava il dolore causato da una malattia inguaribile: la psoriasi. Il suo corpo ne era ricoperto e almeno due volte l’anno veniva ricoverato per mesi. Stavo proprio pensando a lui, era mancato da pochi mesi lasciando un vuoto incolmabile, quando ho meditato sul fatto che il dolore dovrebbe portare con sé un riscatto: la vita ti toglie e ti dovrebbe dare in egual misura. Ecco che il cervello, come mi accade spesso, è partito per la tangente ed è nato Christopher, un ragazzo colpito da una brutta malattia che deturpa la pelle, ma che porta con sé un dono.

La giustizia rappresenta una delle tematiche principali su cui è incentrato il romanzo. Secondo te cosa impedisce agli uomini di realizzare un sistema giudiziario perfetto?
È pura utopia, proprio perché non puoi mai sapere il motivo per cui si è giunti a delinquere. Puoi condannare il peccato e calcolare una pena su quello, ma non potrai mai giudicare il peccatore, né sapere perché è arrivato a quel punto, a meno di non rivivere nei suoi panni la stessa identica esperienza. Troppe sono le variabili, gli uomini sono come fiocchi di neve, non viviamo nello stesso modo le esperienze della vita, non abbiamo gli stessi sogni. Se davvero c’è un Dio dall’altra parte, allora è solo lui che potrà giudicare, avendo la possibilità di valutare la persona da tutte le prospettive possibili.

La Xerantya è una malattia ma anche un dono. Ti va di parlarcene?
Credo che la vita riserba sorprese continue, positive e negative. Non riesco a vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, dipende dai punti di vista (dipende quanta sete ho). Ecco che una malattia come questa ti mette di fronte a delle scelte, sta a te decidere quale peso dare alle tue future azioni. Probabilmente una persona che basa la vita sull’aspetto fisico lo vivrebbe come una tragedia, ma se sai dosare, se riesci ad apprezzare ciò che la vita ti dona, allora l’ago della bilancia si riequilibra.

Come nascono i tuoi personaggi? Tra i protagonisti di “Io vedo dentro te” ce n’è uno a cui ti senti particolarmente legata o che, in qualche modo, ti rappresenta?
Adoro Cassandra. Incarna la potenza di un Salice Piangente che si piega alle intemperie, ha una forza interiore che le permette di non farsi abbattere dalle situazioni negative.

Sei passata dal dark fantasy alla fantascienza. Quanto ti piace sperimentare in campo letterario e qual è il genere che ti è più congeniale?
Sperimentare è la parola giusta. Passo dal weird, al gotico, all’horror e allo sci-fi (steam-atom). Spesso mi spingo oltre miscelando i generi per creare qualcosa di nuovo, di personale. Di sicuro mi trovo a mio agio con le tinte forti e il gotico mi rappresenta appieno.

Oltre a essere scrittrice sei curatrice della collana Gold di Ciesse Edizioni. Ti va di raccontarci qualcosa a proposito di questa esperienza? In quale veste ti senti più a tuo agio?
Sono entrata a far parte della Ciesse dopo aver pubblicato con loro Minon. Non è l’unica mia esperienza come curatrice, collaboro con altre piccole CE e seguo progetti antologici. Diciamo che come valutatore sono un po’ critica, ma quando scelgo un autore mi piace seguirlo, soprattutto nella fase di editing. Invece, nelle antologie, vengo soprannominata La Bossa, perché sono molto severa e pretenziosa. Sono esperienze che mettono alla prova, esauriscono pazienza ed energia, ma sono molto gratificanti.

Altro progetto letterario che ti vede partecipe è quello legato al Web Magazine Speechless. Un tuo feedback?
È un’esperienza splendida, in compagnia di esperti del settore. Per ora ho parlato di distopia, Tim Burton e con il prossimo numero mi cimenterò con uno dei personaggi di Walking Dead. L’organizzazione lineare e la partecipazione attiva dello staff, permettono di dare smalto al lavoro finale. Adoro la grafica, vitale e trasversale. Speechless riserba ancora molte sorprese di cui purtroppo non posso parlare.

Che consigli daresti a un aspirante scrittore?
Umiltà, perseveranza, pazienza. Cercate informazioni sul web di come funziona l’editoria. Evitate di pagare per pubblicare. Rileggete il vostro testo tantissime volte, a distanza di mesi. Informatevi sulle norme grafiche, su come si gestiscono i dialoghi (vero problema degli emergenti). Non fermatevi al primo romanzo. Intanto che attendete le risposte cimentatevi con una nuova storia (che non sia il seguito del romanzo, sia chiaro!).

Cartaceo o digitale? Quale il futuro dell’editoria? Quale il tuo rapporto con gli e-book?
Entrambi. Credo che il futuro sia già designato. Si andrà verso il digitale, è un dato di fatto. L’importante è riuscire a mantenere alta la qualità del prodotto, perché in fondo ciò che conta è la storia e come è stata scritta.

Che tipo di lettrice sei? Ci sono degli autori a cui ti ispiri o che hanno influenzato la tua scrittura?
Sono una lettrice che si annoia facilmente, anche se molti amici hanno trovato I pilastri della terra tedioso, mentre io l’ho amato fino all’ultima pagina. In ogni caso, romanzi storici a parte, mi piace la scrittura dinamica e adrenalinica. Adoro gli scrittori americani, ma mi appassiono anche ai saggi, soprattutto quelli inerenti al Medioevo.

Sogni nel cassetto e progetti per il futuro?
Sogni nel cassetto non ne ho mai avuti, avrei troppa paura di non riuscire a realizzarli. Proprio in questi giorni è nata una collaborazione con Ignazio Piacenti, illustratore che adoro. Stiamo lavorando alla trasposizione in fumetto di una mia novella steampunk piratesca (giusto perché mi piace miscelare). Spero con tutto il cuore di riuscire ad avere qualche risposta dall’estero. Vi terremo aggiornati!

E per saperne di più...

















 

lunedì 26 novembre 2012

Recensione: Michael Vey. Il prigioniero della cella 25

Titolo: Michael Vey. Il prigioniero della cella 25
Autore: Richard Paul Evans
Editore: Baldini & Castoldi Dalai editore
Dati: 2012, 369 p., rilegato
Prezzo di copertina: 16,90 euro

Descrizione:
Per i suoi compagni di scuola alla Meridian High School, Michael Vey è un normalissimo quattordicenne: videogame, qualche amico, poca voglia di studiare. Apparentemente, l'unica cosa che lo distingue dagli altri è il fatto di soffrire della sindrome di Tourette. Ma Michael è davvero un ragazzo fuori dal comune. Michael ha dei poteri speciali. Poteri elettrici. Pensa di essere unico al mondo, ma scopre per caso che Taylor ­ la cheerleader più carina della scuola ­ è come lui; e non sono i soli. Insieme a lei e all'amico Ostin si mettono in cerca delle loro origini. Ma qualcuno, o qualcosa, di molto potente è sulle loro tracce. E un giorno la madre di Michael viene rapita... 

L'autore:
Richard Paul Evans (1962) è uno dei più acclamati autori americani, tradotto in oltre venti lingue. Tutti i suoi romanzi, tra cui alcuni per bambini e ragazzi, sono entrati nella lista dei bestseller del «New York Times», e in molti casi sono diventati film interpretati da celebri attori come Vanessa Redgrave e Christopher Lloyd. Oltre ai tanti premi letterari ha ricevuto riconoscimenti per il suo impegno in difesa dell’infanzia violata. Vive a Salt Lake City con la moglie Keri e i loro cinque figli.

La recensione di Sara:
Michael Vey è un adolescente, ha perso suo padre quando aveva otto anni e vive con sua madre, la sola che insieme al suo unico amico Ostin non lo addita come diverso. Michael soffre della sindrome di Tourette, per i suoi coetanei è solo il ragazzino strambo che spreme ripetutamente le palpebre come se avesse qualcosa nell’occhio, che schiocca la lingua ed è scosso da spasmi. I suoi compagni non comprendono perché il corpo del ragazzo sussulti continuamente o perché, spesso, strani versi, simili a singhiozzi, escano dalla sua bocca. Ostin non fa domande, lo accetta così e non si vergogna della particolarità del suo amico.
Per Michael non è facile convivere con la sua sindrome, i tic nervosi gli provocano fastidio e a volte dolore, vorrebbe solo poter essere come gli altri e non esibirsi in strani sussulti quando è nervoso o c’è troppa gente. Ancor meno facile è convivere con il suo segreto, essere tourettiano non è il suo unico segno distintivo, sin da quando è piccolo il suo corpo è in grado di produrre energia elettrica, le sue mani funzionano come cavi, pronti a dare la scossa se non ne controlla la trasmissione.
Lui e sua madre sono convinti che non esistano altre persone con un dono del genere fin quando, in seguito a un incidente, Michael scopre che anche la cheerleader più carina della sua scuola, di cui è segretamente innamorato, possiede un dono simile al suo. Taylor è in grado di resettare il cervello delle persone, come fossero computer. I due decidono così di fondare un club per gente elettrica, con la speranza di scoprire cosa si nasconda dietro le loro straordinarie capacità.
Sarà allora che Michael e Taylor si ritroveranno catapultati in un centro di studi scientifici che nasconde altri quindici ragazzi come loro, tenuti prigionieri da un’orda di medici che hanno grandi progetti per loro.
In apparenza tutto sembra perfetto, sono a casa, hanno tutto quello di cui hanno bisogno e i dottori sono pronti a esaudire ogni loro desiderio più nascosto, senza badare a spese e complicazioni ma… cosa si nasconde in realtà dietro questo imperturbabile universo di plastica?
Complotti e menzogne, segreti e passati occultati si intrecciano così in una macabra e spaventosa trama, difficile da sfilare.
Particolare e originale, questo romanzo lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
L’autore ricostruisce perfettamente la condizione psicologica dei personaggi, la loro difficoltà nella vita di tutti i giorni dettata dal doversi nascondere dietro una maschera e non potersi mostrare liberamente per quello che sono.
La sofferenza di Michael, che narra in prima persona la sua storia, è talmente forte da potersi toccare con mano, il ragazzo non si accetta e vorrebbe non essere costretto a convivere con il dolore fisico che spesso gli provocano i suoi tic nervosi. L’autoironia è l’unico modo per poter sopperire alla sua particolarità ma, la situazione non cambia, in fondo sa di non apparire come gli altri e, la normalità, è l’unica cosa che realmente desidera. Taylor e Ostin sono gli unici che gli stanno vicino e che lui vuole stiano con lui, non fanno domande e non lo giudicano, dover dare spiegazioni è la cosa che più odia.
I suoi due amici non sono poi così diversi da lui, non hanno la sindrome di Tourette ma hanno anche loro qualcosa di cui vergognarsi e di cui non vogliono parlare. Ostin è il classico secchione, cicciottello e preso di mira dai bulli della scuola che lo considerano uno “sfigato”. Taylor, invece, è benvoluta ma, sente di non appartenere realmente a nessuno, la sua famiglia adottiva le vuole bene e non le fa mancare niente ma, per lei, il vuoto c’è e resta comunque incolmabile.
La penna di Evans è il riscatto per tutti quelli che si sono sempre sentiti un po’ soli e diversi, per tutti quelli che hanno sempre sognato un’esistenza banale e priva di stranezza.
L’amicizia che si riscontra in questo romanzo è quella vera, che va al di là delle apparenze e dei giudizi, è quell’amicizia che scava nel profondo e se ne frega se schiocchi la lingua o resetti il cervello della gente, se sei un genio della matematica e ti ingozzi di cioccolata, l’unica cosa che conta è esserci e non lasciarsi.
La storia è senz’altro originale e coinvolgente, un’ipotesi scientifica inquietante e non poi così lontana da quella che potrebbe essere la realtà.
Scorrevole e appassionante, Il prigioniero della cella 25 riesce a divertire e commuovere il lettore, aprendo una porta su un mondo da pochi conosciuto e dai più ignorato. Questo è il romanzo che regala la vittoria a chi, in fondo, vince ogni giorno una battaglia quotidiana pensando, però, di non meritare nulla.


sabato 24 novembre 2012

Anteprime Anguana Edizioni: Novembre 2012

Titolo: Voci Pagane. Volume 2
A cura di: Sarah Bernini
Editore: Anguana
Collana: Percorsi dell'anima
Pagine: 370
Prezzo: 24 euro

Descrizione:
In questo libro Sarah Bernini, direttore responsabile della rivista Labrys ( www.rivistalabrys.it ), presenta ai lettori il primo volume di una raccolta di interviste realizzate dal 2004 ad oggi a diversi esponenti del movimento neopagano italiano, per farlo conoscere attraverso gli occhi di chi lo vive dall’interno, da chi si attiva per renderlo in costante evoluzione e per fare una corretta informazione sull’argomento.
Contenuti del II° Volume (dedicato a gruppi e associazioni):
Associazioni e gruppi spontanei sciolti o non più attivi:
Sacre Radici, presentazione dell’associazione e intervista a Roberto Fattore; Anima Mundi, presentazione dell’associazione e intervista a Dario Pastore; Psyké etniché, presentazione dell’associazione e intervista a Dafne Eleutheria; Nel grembo della Dea, presentazione del gruppo e intervista a Dianara, NinfeAde, Littlewing;
Gentilitas, presentazione dell’associazione e intervista a Stefano Finestra;
Associazioni attive che fanno parte del portale Paganitaliani.net:
Circolo dei Trivi, presentazione dell’associazione e intervista a Cronos; Quercia Bianca, presentazione dell’associazione e intervista a Mailena ed Ikaros; Pagan Pride Italia, presentazione dell’associazione e intervista a Vanth SpiritWalker; Argiope Donne nel Sacro, presentazione dell’associazione e intervista allo staff; Antica Quercia, presentazione dell’associazione e intervista ad Ossian;
Tempio di Ara Italia, presentazione dell’associazione e intervista allo staff e a Phyllis Curott.
Interviste realizzate per “Voci Pagane” già apparse sul web:  
Intervista a Claudio Simeoni dell’associazione Federazione Pagana.
Interviste a singoli praticanti: Intervista a Valeria (praticante Wiccan).
Appendice I 
Suddivisione regionale delle associazioni presentate nel volume; Schede di presentazione delle associazioni di Paganitaliani.net che hanno accettato di apparire
nel libro senza intervista.
Appendice II 
Materiale fotografico riguardante le associazioni presentate nelvolume.… ed altro ancora…

L'autrice:


Sara(h) Bernini nasce a Parma il 26 settembre 1981. Dopo essersi diplomata con 100/100 presso l’Istituto d’Arte “P.Toschi” di Parma in Rilievo e Catalogazione dei
Beni Culturali, prosegue gli studi seguendo un corso post-diploma di un anno presso
ENAIP di Parma per operatori dei Beni Culturali. Attualmente è iscritta al DAMS di Bologna, sotto Lettere e Filosofia. Ha collaborato con diverse riviste e siti, trattando argomenti culturali. Iscritta all’Archivio Giovani Artisti di Parma, ha partecipato a diverse mostre, personali e collettive, con opere sia di pittura che di fotografia, in Parma e provincia così come in altre città (Modena, Roma). Ha curato diverse
pubblicazioni nate da autoproduzioni tra cui i tre libri di Liliana Zampella, “L’Archiatra” vol. II e III e “Il canto del Bisonte Bianco” (Boopen Editore). E’ direttore
responsabile della rivista che ha fondato, Labrys – nata nel 2004 come quaderno amatoriale e registrata nell’aprile 2006 presso il Tribunale di Reggio Emilia – riguardante archeologia, antropologia, mitologia, simbologia, esoterismo, antiche e nuove spiritualità (www.rivistalabrys.it), di cui cura anche grafica ed impaginazione. E’ presidente dell’associazione Artès (www.artesassociazione.org), di cui è tra i fondatori; è poi co-autrice del libro “Upui. L’Arte della strega” edito da Eleusi Edizioni (2009) e curatrice del libro “Voci Pagane – vol. I” (1^ edizione: Agosto 2010, Artès
edizioni – attualmente in ristampa presso Anguane Edizioni). Al momento, sta lavorando al secondo volume di “Voci Pagane”. Inoltre, è fondatrice del sito “La Legge
di Maat” (www.laleggedimaat.net), dedicato alla spiritualità egizia, dall’antichità ad oggi, e al Paganesimo in senso lato. Ha anche un sito in cui espone i propri lavori di pittura, fotografia e artigianato: www .sarahdeglispiriti.com

Titolo: Il pentagramma
Sottotitolo: Simbologia e utilizzo nei millenni
Autrice: Monica Casalini
Editore: Anguana
Collana: Saggi & Misteri
Pagine: 130
Prezzo: 14,00 euro

Descrizione:
Un gioiellino di saggio che analizza il significato e l’utilizzo nei secoli del simbolo della stella a cinque punte, nei suoi molteplici aspetti.
Dalla quarta di copertina:
"Tutti credono di sapere cos'è, chi lo usa e a cosa serve. Scommettiamo che non è così? Ecco a voi un viaggio nella storia intima del simbolo più controverso della Terra:
dalla sua nascita legata al pianeta Venere sino alle odierne stelle di Natale, passando per il mito di Adamo ed Eva, per gli studi di Pitagora e per altri insospettabili avvenimenti. E, come avrete già intuito, la dimostrazione che ci sono di mezzo anche le cinque dita è proprio nelle vostre mani..."
 
L’Autrice:

Monica Casalini, scrittrice e articolista, nasce in Umbria nel '75. Dopo gli studi si dedica al design e alla fotografia, passioni sempre presenti nella sua vita.
Parallelamente inizia il suo percorso di studi dei popoli antichi, dei loro culti e delle festività precristiane. L'esoterismo ha un fascino potente su di lei, tanto da spingerla altresì alla ricerca personale delle varie pratiche magiche, folkloristiche ed esoteriche. Gli anni di studio l'avvicinano alla stregoneria, al voudou, allo shamanismo
nativo e ad altre forme di magia popolare. Nel frattempo intraprende diversi viaggi in Europa ed Asia volti alla conoscenza dei culti antichi. Attualmente scrive per diverse
riviste online su argomenti di natura pagana e folkloristica e, salturiamente, realizza brevi documentari dei luoghi di culto che visita durante i suoi viaggi
.

giovedì 22 novembre 2012

Recensione: Io vedo dentro te

Titolo: Io vedo dentro te
Autrice: Alexia Bianchini
Editore: Ciesse
Collana: Silver
Pagine: 240
Prezzo: 16,00  euro

Descrizione:
Christopher ha il dono. Un dono ereditato geneticamente che si sviluppa solo a chi possiede una grave malattia della pelle. Lui vede nei tuoi ricordi. Rivive da protagonista le tue emozioni, le tue sensazioni, lui vede dentro te. Ma non è come tutti gli Xerosi, non necessita dei connettori che i Centri utilizzano per giudicare i condannati. A lui basta toccare, pelle su pelle. Questo dono, ormai svelato al mondo, ha fatto sì che tutto il sistema giudiziario sia stato modificato.
Christopher è giovane, appena diciottenne, quando entra nel Centro Xerobio di Milano, dove lo aspetterà un anno di allenamento.  Non immagina di essere una pedina, vittima di un sistema ignobile.
Riuscirà questo giovane ragazzo dall’animo forte a reagire all’ingiustizia?

L'autrice:

 
 Alexia Bianchini, classe 1973, è autrice di romanzi fantasy dalle venature dark e di un’infinità di racconti. Editor, articolista per Speechless, direttore del webmagazine Fantasy Planet, è la scatenata mamma di tre splendidi pargoli.

La recensione di Miriam:
La giustizia è un ideale difficile da perseguire, infatti non vi è traccia, almeno fino a oggi, di una società che sia riuscita a mettere a punto un sistema giudiziario perfetto. Quello attualmente in vigore nel nostro paese è sicuramente fallimentare. Ma cosa potrebbe riservarci il domani?
Alexia Bianchini ci proietta in un futuro dal sapore, all’apparenza, utopico. Siamo a Milano ma gli anni sono trascorsi e l’avvento di una Nuova Legislatura sembra aver reso il mondo migliore.
Tutto è cominciato con il diffondersi di una strana malattia, la Xerantya che, a dispetto di qualsiasi previsione, si è rivelata un dono. I soggetti affetti da questo morbo si ricoprono di fastidiose croste che li deturpano nell’aspetto ma, con le piaghe, acquisiscono la facoltà di leggere nella mente delle persone. Il governo comprende subito che una simile capacità può essere sfruttata per perfezionare la macchina giudiziaria e non esita a realizzare lo scopo. Uno Xerosi può sapere, senza tema di smentita se un accusato è davvero colpevole. Basta un semplice tocco perché possa emettere una sentenza giusta evitando le lungaggini dei processi.
Ecco dunque che nascono i centri Xerobio in cui gli impareggiabili giudici vengono reclusi e addestrati per esercitare il nobile compito di scagionare gli innocenti e condannare i rei.
Grazie e questa specie di miracolo, il tasso di criminalità si è drasticamente ridotto e di pari passo è migliorata la qualità della vita.
Sembrerebbe la realizzazione di un sogno ma le apparenze, si sa, molto spesso ingannano. Poche pagine sono sufficienti perché il profumo di utopia si trasformi in puzza di bruciato.
Toccherà al giovane protagonista del romanzo squarciare il vero illusorio. Il suo nome è Christopher ed è uno Xerosi, probabilmente uno dei più potenti perché, a differenza degli altri, riesce a esercitare il dono senza l’ausilio dei complessi macchinari necessari ai suoi simili.
Raggiunta la maggiore età si consegna volontariamente al centro Xerobio della sua città animato da un profondo senso di fiducia nella Nuova Legislatura. Purtroppo, giunto lì, si ritroverà a scoprire una realtà molto diversa da quella immaginata. Chris vedrà quello che non avrebbe mai voluto. Il sogno allora andrà in frantumi e dovrà lottare perché l’intera comunità si risvegli.
Io vedo dentro te si configura così come un romanzo distopico dal forte impatto. Partendo da un’idea intrigante, l’autrice sviluppa una trama vincente sotto molti punti di vista. Vincente perché fa presa sul lettore grazie a un rapido susseguirsi di colpi di scena assecondando un ritmo narrativo in crescendo ma ancor di più perché tocca una serie di tematiche interessanti che vanno oltre i confini di genere.
La Bianchini ci parla di diversità e di emarginazione sociale descrivendo la condizione degli Xerosi. Il mutamento fisico causato della malattia li rende immediatamente riconoscibili e fa sì che vengano etichettati come diversi. Nonostante servano alla società, sono condannati a uno stato di isolamento giacché i normali li temono e li tengono a distanza. Per Christopher, infatti, non sarà facile accettare il dono. La scoperta di essere uno Xerosi coinciderà per lui con la consapevolezza di dover rinunciare alla spensierata condizione di adolescente comune vissuta fino all’attimo prima.
Il suo percorso comprende inoltre una profonda riflessione sul concetto di responsabilità e sul significato di giustizia. Sapere che una persona ha commesso un reato, ignorandone le motivazioni, può bastare a giudicarla colpevole e a condannarla? Non c’è forse differenza tra chi ruba per fame e chi lo fa per arricchirsi?
Molti e di non facile soluzione sono gli interrogativi che serpeggiano tra le righe conferendo spessore a una storia che, per altri versi, risulta briosa e avventurosa.
Ben caratterizzati sono anche i personaggi che affiancano Christopher, dalla nonna ai compagni del centro passando per la sua ragazza Cassandra che svolgerà un ruolo da coprotagonista. Quando Chris si trasferisce nel centro Xerobio, lei viene rapita. Il motivo del suo sequestro sarà uno dei tanti misteri con cui il lettore dovrà confrontarsi.
Così come Christopher vede dentro gli altri, Alexia Bianchini sembra guardare dentro tutti noi inscenando un complesso gioco i specchi in cui, forse, non si vince e non si perde ma resta viva la fiamma della speranza.







 


mercoledì 21 novembre 2012

Recensione: Il colpevole

Titolo: Il colpevole
Autrice: Lisa Ballantyne
Editore: Giano
Collana: I libri della civetta
Dati: 2012, 446 p., brossura
Prezzo di copertina: 14,90 euro

Descrizione:
Sebastian Croll ha undici anni, grandi occhi verdi, lineamenti delicati ed è sospettato di aver brutalmente ucciso Ben Stoker, suo compagno di giochi, fracassandogli il cranio con un mattone e nascondendone il cadavere in un angolo di fitta vegetazione di Barnard Park. Il ragazzo è alla stazione di polizia di Islington quando viene raggiunto da Daniel Hunter, il legale che ha l'incarico di difenderlo, e che ha alle spalle una vita intera dedicata a occuparsi di minori: quindicenni accusati di aver sparato a compagni di gang, adolescenti dediti al crimine per qualche grammo di droga. Mai, però, un ragazzino cosi giovane, praticamente un bambino. Sebastian sembra tutto fuorché l'autore di un omicidio tanto atroce: è eccezionalmente bello, ha uno sguardo intelligente e i modi rispettosi e beneducati. Gli indizi, tuttavia, sono tanti, i testimoni anche e l'atteggiamento di Sebastian non aiuta certo a fugare i dubbi. Incalzato dalle domande della polizia, il bambino muta abilmente versione ogni qual volta viene messo di fronte a nuove evidenze. Con l'aria più innocente riesce a trarsi fuori dalle trappole tese dagli inquirenti durante il lungo interrogatorio. E la domanda rimane aperta: è l'assenza di malizia, propria solo dell'età dell'innocenza, che lo guida o la lucidità di chi è già capace di mentire, rielaborare e manipolare senza rimorsi e sentimenti? Un thriller psicologico che trascina il lettore nella zona d'ombra che non risparmia nemmeno l'età dell'innocenza. 

L'autrice:

Lisa Ballantyne è nata ad Armadale, in Scozia. Ha studiato letteratura inglese alla University of St Andrews. Parla il mandarino, avendo vissuto fino a vent'anni in Cina. Vive ora nel Regno Unito e insegna alla University of Glasgow. Il colpevole è il suo primo romanzo.

La recensione di Sara:
Sebastian Croll ha undici anni ed è accusato dell’omicidio di un bambino poco più piccolo di lui, Ben Stokes.
I due bambini sono vicini di casa e giocano spesso insieme, nonostante la disapprovazione della madre di Ben. Il ragazzino sembra attratto da Sebastian che, invece, suscita inquietudine nella donna. Seb non è un ragazzo come gli altri, apparentemente vivace e carico di vivacità intellettuale, mostra spesso atteggiamenti violenti che non sembrano turbarlo minimamente, per l’undicenne non c’è niente di strano in quello che fa, anche quando si mostra aggressivo senza una vera motivazione.
Il caso viene affidato a Daniel, un avvocato trentacinquenne dal passato torbido e pieno di ferite.
Il giovane ha un passato di bambino ripetutamente affidato a famiglie diverse, senza un padre e con una madre eroinomane. La sua vita comincia a stabilizzarsi solo quando Minnie, una donna irlandese lo prende in affidamento e, successivamente lo adotta. Ma, anche qui c’è qualcosa che non quadra, nebbie si abbattono sul passato della donna, impedendo di guardare fino in fondo e di mettere a fuoco quelli che, per Daniel sono punti fermi su cui poter fare appiglio.
Quando Seb viene affidato alla sua difesa, l’avvocato rivede qualcosa di se stesso nel ragazzino, la stessa spigliatezza e la stessa paura, la voglia di contatto umano spudoratamente negato.
Se Sebastian sia colpevole o no, questo non importa, ciò che conta è aiutarlo.
La vicenda di cronaca nera non rappresenta il punto focale della storia, l’omicidio, le indagini, i sospetti, le accusa svolgono un ruolo puramente marginale. In questo romanzo, quello che preme, non è scoprire chi sia l’assassino o perché abbia compiuto il crimine, la questione importante è analizzare i personaggi, capirli e interpretarli.
Lisa Ballantyne si concentra molto sulla caratterizzazione dei protagonisti, entra nelle loro storie e le sventra facendone emergere le viscere più sanguinolente.
Ognuno dei soggetti analizzati dall’autrice conserva passati difficili che pesano come macigni sull’anima, occulta segreti come scheletri negli armadi e ogni volta che ne rispolvera uno cade nel vortice dell’intricata rete psichica.
Le descrizioni psicologiche fornite nel romanzo Il colpevole ci permettono di comprendere a fondo i soggetti proposti dall’autrice e di scegliere se amarli od odiarli, se propendere per una o per l’altra parte. Un romanzo che fa riflettere su quanto sia difficile in certi casi scegliere da che parte sia il bene e da quale altra il male, se è più giusto difendere un undicenne assassino o massacrarlo come fanno i giornalisti assetati di scoop.
Sebastian è forse la figura più controversa del libro, a tratti inquietante, si lascia colorare di sfumature vagamente rimembranti quelle del protagonista del celebre film Il sesto senso, subiro dopo stemperate da tonalità pastello macchiate e opache, tipiche di un’infanzia difficile, spesso violata.
Lo stile scorrevole e coinvolgente di Lisa Ballantyne invoglia il lettore ad arrivare fino in fondo, ignorando la vicenda in sé per sé. Se le pagine scorrono da sole è perché c’è la voglia e la curiosità di conoscere fino in fondo i nostri compagni d’avventura, sapere cosa provano fino all’ultima riga e additarli o consolarli.
Personalmente non so dire chi siano i buoni e chi i cattivi, chi le vittime e chi i carnefici, in questo romanzo probabilmente le vittime sono carnefici di sé stesse e viceversa.
Quando conoscerete Sebastian Croll ne rimarrete affascinati, avrete voglia di abbracciarlo per poi cambiare idea poco dopo. Sarete altalenanti in un vortice di amore e odio, tenerezza e disprezzo.
Non sempre si può scegliere il proprio destino, tante volte neppure lo si ricorda.

lunedì 19 novembre 2012

Recensione: Trans-Human Express

Titolo: Trans-Human Express
Autore: Lukha B. Kremo
Editore: Kipple officina libraria
Collana: Avatar
Pagine: 248
Prezzo: 15,00 euro

Descrizione:
“Il Presidente degli Stati Uniti d’America perse i sensi una mattina di fine luglio. Quello fu il giorno in cui cominciò la fine.”
Parte sparato Trans-Human Express il nuovo romanzo di Lukha B. Kremo, con una serie di incredibili svarioni dei personaggi più potenti della Terra.
Una strana epidemia si diffonde tra i potenti del mondo: è solo l’inizio di un agghiacciante piano criminale globale.
Luke Pitagora, informatico ed ex detective, viene chiamato a far parte di una commissione per indagare sul fenomeno, ma presto si rende conto che la commissione stessa è sotto controllo. Proseguirà le indagini da solo, con l’aiuto di due fedeli automi.
La chiave è difficile da scovare, perché si trova tra le pieghe della musica…
I tre scopriranno che qualcuno sta comunicando con il passato assicurandosi il “download” delle menti più geniali e decisive della Storia per modificare e sconvolgere la situazione politica attuale.
E ci riuscirà.
Ispirato alla Trilogia degli Illuminati di Robert Anton Wilson, ne risulta un originale thriller internazionale in cui gli elementi di fantascienza tecnologica e cyberpunk s’inseriscono nel filone catastrofista, di cui Sergio Alan D. Altieri rappresenta il maestro in Italia, creando il mosaico di un’Umanità lucidamente folle e in precario equilibrio tra leggi dell’economia e spinta spirituale.

L'autore:

Lukha B. Kremo è autore di romanzi e racconti non solo di fantascienza. Ha diretto la rivista Avatär, vincendo tre Premi Italia Fantascienza. Ha pubblicato racconti su varie antologie tra le quali Supernova Express (2006, Fantanet), Frammenti di una rosa quantica (2008, Kipple) e Avanguardie Futuro Oscuro (2009, Kipple).
Ha pubblicato cd di musica elettronica con lo pseudonimo di Krell e organizzato il progetto Sonora Commedia.
Dopo Il Grande Tritacarne (2005) e Gli occhi dell’anti-Dio (2008), con Trans-Human Express Lukha B. Kremo è risultato per la seconda volta finalista al Premio Urania Mondadori e si conferma come voce originale della fantascienza italiana.

La recensione di Miriam:
Immaginate un concerto organizzato in una ex discarica. La folla eccitata acclama le Cunt  e, quando le note di un punkrock adolescenziale finalmente riempiono la sala,  il presidente degli Stati Uniti Paul Dillinger compare sul palco. Indossa jeans strappati, una camicia stile ranch e stivali. La notizia che sarà il nuovo frontman della band manda il pubblico in delirio.
Fin qui nulla di particolarmente catastrofico. Può accadere a chiunque di lasciarsi prendere da un raptus di follia, oggi come nel 2070 (è questo l’anno in cui siamo). Ma se non si trattasse di un caso isolato?
In effetti questo non è che l’inizio di una vera e propria vipdemia che, in breve colpisce tutti i capi di stato. In principio perdono i sensi e quando li riprendono non sono più gli stessi. L’anziano presidente cinese si riscopre un fanatico della ginnastica artistica, il premier giapponese viene preso da una irrefrenabile passione culinaria, quello russo ha una crisi mistica, l’italiano Benito Mussolini IV si dà alla lirica, il ministro inglese si esibisce in una lapdance e persino il Papa, Alessandro X, comincia a manifestare segni di squilibrio.
Il futuro prospettato da Lukha B. Kremo in apertura di romanzo ci appare folle e, per certi versi, comico. Le immagini degli uomini più potenti del mondo completamente partiti per la tangente scorrono sulle pagine delineando una situazione al limite del grottesco. La prima reazione che suscita è di sana ilarità ma procedendo nella lettura, la risata si stempera in un sorriso amaro e il divertimento sfocia in un forte senso di allarme.
Un mondo governato da persone che hanno perso il lume della ragione, e con esso qualsiasi interesse per il destino dell’umanità, non può che finire sull’orlo del baratro. La strana vipdemia, se non arrestata in tempo, può segnare l’inizio della fine.
Viene dunque istituita la Soplac, una commissione per la salvezza del pianeta, il cui compito è quello di trovare un modo per debellare l’epidemia e contemporaneamente indagare sul fenomeno giacché si sospetta che qualcuno abbia creato il virus per perseguire oscuri scopi.
Toccherà a Luke Pitagora, ex agente dell’FBI e informatico, occuparsi delle indagini mentre  ad affiancarlo nell’impresa saranno i due androidi Jorge e Dorothée.
A partire da qui il gioco si fa duro. La storia assume i connotati di un thriller internazionale in cui  elementi fantascientifici e cyberpunk si combinano dando vita a un’opera che, a buon diritto, può inserirsi nel filone catastrofista, sebbene l’autore non rinunci completamente all’ottimismo.
Gradualmente i toni quasi scanzonati che caratterizzano i primi capitoli cedono il passo ad atmosfere più inquietanti, il testo si infarcisce di descrizioni più tecniche ospitando teorie scientifiche e parascientifiche che sorreggono l’impianto narrativo. La lettura diviene più impegnativa ma non risulta mai ostica né noiosa poiché l’autore riesce a mantenere il giusto equilibrio tra le parti conservando fino alle battute conclusive una verve fortemente ironica.
Seguendo le indagini di Luke Pitagora, scopriremo un piano davvero diabolico che ovviamente non vi svelerò ma che, vi anticipo, chiamerà in causa la teoria sui modi paralleli, le scoperte e le relative implicazioni della fisica quantistica e le manipolazioni genetiche esplorando l’ipotesi dei viaggi temporali. Dal futuro raggiungeremo il passato per incontrare grandi personalità storiche del calibro di Napoleone, Buddha, Rasputin e Tutankhamon che avranno un ruolo chiave nell’intera vicenda.
Ancora un volta, stupendo e divertendo, Lukha B. Kremo condivide con il lettore un bagaglio di conoscenze estremamente ricco e affascinante fornendo nel contempo molteplici spunti di riflessione. Numerose sono infatti  le implicazioni di carattere filosofico e spirituale che sottendono la fiction e che marchiano a fuoco l’epilogo. Nonostante sia apocalittico, il finale non esclude la speranza. La distruzione può rappresentare un nuovo inizio, la giusta spinta perché un progetto teso allo sterminio come il Trans-Human Exspress possa trasformarsi nell’occasione per la creazione di una generazione del futuro, più consapevole, più padrona di sé.
A libro chiuso, sento una musica riecheggiarmi nelle orecchie. Non sarà un caso perché la musica riveste un ruolo tutt’altro che marginale in questa storia. Lascio a voi il piacere di scoprirlo, condivido però i versi di una canzone, che rendono bene l’idea dello stato d’animo suscitato in me dalla lettura di questo bellissimo romanzo.
[…] allarme lampo allarme
torci le labbra a curva
in gesto di amarezza indifferente
più reale del vero, che
spesso sembra stupido
usa il cervello e i nervi
con disinvoltura e mira al cuore [… ]
(Allarme, CCCP)

Il booktrailer:

sabato 17 novembre 2012

Recensione: L'Enigma dell'Impero

Titolo: L'Enigma dell'Impero
Autore: Damian Dibben
Editore: Corbaccio
Dati: 2012, 350 p, rilegato
Prezzo di copertina:17, 60 euro

Descrizione:
Viaggiano nel tempo per combattere una setta che vuole cancellare le epoche che hanno segnato il progresso dell'umanità: sono i Custodi della Storia. Il loro "carburante" è l'atomium, un ingrediente raro e prezioso che si sta esaurendo rapidamente e gli agenti devono imbarcarsi in una rischiosa missione per recuperarne di nuovo. Non c'è tempo da perdere, perché la potente famiglia Zeld sta progettando una rivoluzione nell'antichità che condannerà l'umanità alla schiavitù. Solo che viaggiare così indietro nel tempo non è alla portata di tutti i custodi, ma solo di pochi eletti. Proprio come Jake Djones, ragazzino londinese del terzo millennio che si ritrova nel cuore dell'antichità, dalle porte dell'Ade alle strade della Roma imperiale, fino al Circo Massimo dove sarà protagonista di una delle corse più incredibili di tutti i tempi... 
L'autore:
 
Damian Dibben è uno sceneggiatore professionista e ha lavorato a progetti molto vari: dalle serie televisive ai film per la TV. Una sua sceneggiatura originale Seventh Heaven andrà in produzione nel 2012 per il grande schermo. Tra le sue passioni: la cosmologia, la storia antica, la scienza e i libri d’avventura. È londinese e felicissimo di esserlo. Vive a Southbank con il suo cane Dudley. A Baghdad ha preso parte a un esperimento che ha provato come, cambiando le abitudini dei cittadini, è possibile gestire le rivolte di piazza. Da allora, si è dedicato all’argomento, studiandone tutti gli aspetti. Pagato la cifra eccezionale di 1 milione di dollari dall’editore americano, La dittatura delle abitudini è salito in vetta alle classifiche bestseller a pochi giorni dall’uscita.

La recensione di Sara:

I Custodi della Storia sono tornati e, a poco più di un mese dall’ultima avventura, una nuova missione li attende.
Jack Djones e i suoi amici devono recarsi nella Stoccolma del 1700 per un’operazione top secret: recuperare una fornitura di atomium, la pozione che permette loro di viaggiare avanti e indietro nel tempo, e portarla alla base. Casper Isaksen, esponente della famiglia austriaca che da secoli produce la miracolosa bevanda, li attende all’opera per la consegna. I Custodi non sanno però che insieme a lui ci sarà anche una sgradevole sorpresa. Un ragazzo poco più grande di Jake, che si fa chiamare il Leopardo, è pronto per rubare la partita di atomium insieme a un suo compare.
Uno sbaglio di Jake permetterà al Leopardo di impossessarsi del liquore, mettendo a rischio l’organizzazione e il destino dell’intera umanità.
I Custodi non vogliono assolutamente che Jake prenda più parte alle loro missioni, hanno troppa paura che un altro passo falso come quello commesso a Stoccolma metta definitivamente a repentaglio la loro incolumità. Ma, il destino la pensa evidentemente in maniera contraria.
Quando Jupitus Cole, Nathan e Charlie partono per l’antica Roma nella speranza di recuperare l’atomium, la Hippocampus, nave prescelta per la nuova avventura, dirotta sconvolgendo i piani dei Custodi.
Saranno Jake e sua zia Rose a dover partire per soccorrerli e aiutarli nell’operazione di salvataggio del mondo.
Molte saranno le sorprese che li attenderanno a Roma, Agata Zeldt, sorella del nemico numero uno dell’organizzazione, ha in serbo piani malvagi per prendere il controllo sull’intero Universo. Ancora più sconvolgente sarà scoprire che il Leopardo è suo figlio, così come lo è Topazia, la Custode della Storia scomparsa durante la prima avventura di Jake. Il ragazzo dovrà affrontare prove, sfidare i suoi stessi istinti per salvare se stesso e i suoi amici e mettere da parte l’amore per salvare il mondo.
L’avventura non è mai stata così spaventosa per Jake, nemmeno la sua stessa vita lo è mai stata ma, è arrivato il momento di crescere e di capire che quando si diventa Custodi nulla appare più sotto la stessa luce.
Damian Dibben conferma con questo romanzo l’indiscusso successo del primo capitolo della saga.
L’enigma dell’Impero mostra sicuramente una nuova maturità nello stile e nella stessa struttura della storia.
I dettagli con cui vengono descritte le epoche, le ambientazioni e i costumi sono talmente realistici che ci si sente catapultati direttamente nel passato, molto più di quanto non accadesse nella prima avventura dei nostri eroi.
I personaggi sono caratterizzati meglio e lo spazio dedicato alle riflessione degli stessi è più ampio. I ragazzi sono evidentemente più grandi, la loro voglia di crescere permea le pagine e investe il lettore.
Jake, il protagonista, è forse il ragazzo più complicato di tutta la compagnia. In piena crisi adolescenziale non riesce a comprendere e a comprendersi, agisce per istinto, ignorando quanto questo possa essere pericoloso per un Custode. Nonostante i numerosi errori non riesce a entrare in questo complesso meccanismo, per lui i sentimenti sono da mettere in primo piano, tutto il resto non conta poi così tanto.
La cosa che più colpisce di questo romanzo è la freschezza, la semplicità e la comicità, si ride, spesso, forse anche troppo ma, tra una risata e l’altra non si può ignorare la vena didattica che striscia tra le righe. Questo potrebbe essere un ottimo testo per accostare i ragazzi più giovani allo studio e l’interesse per la storia, personalmente lo trovo un ottimo sistema per incuriosire e insegnare divertendo.
L’originalità con cui Damian Dibben coinvolge il lettore è probabilmente il punto di forza maggiore di questo romanzo. Ogni personaggio è unico nel suo genere e difficilmente paragonabile a qualcosa di già letto in precedenza, lo stesso vale per le storie e le motivazioni che spingono i protagonisti ad agire in determinati modi.
Una delle opere più interessanti pubblicate nell’ultimo periodo che lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Se avete amato I Custodi della Storia, non potete assolutamente perdervi questo secondo, accattivante capitolo. La storia continua…