giovedì 28 novembre 2013

Nuovo premio Liebster per il Flauto di Pan!



Ebbene sì, è capitato ancora! 
Siamo felici di annunciarvi che abbiamo ricevuto un nuovo Premio Liebster.
Ringraziamo di cuore Ilenia T. D. Lemon del blog 
Libri di cristallo
Anita Blake del blog Il mercatino dei libri fantasy
per avercelo assegnato.

Le regole prevedono che rispondiamo ad alcune domande. Poichè siamo in due e e le amiche blogger ci hanno proposto due serie di domande diverse, abbiamo pensato di dividercele.
Avendo già assegnato il premio in passato, questa volta ci asteniamo dal passarlo a un elenco specifico di blog. Giriamo le domande a tutti voi che ci seguite,  ci farà molto piacere se vorrete condividere con noi le vostre risposte, potrebbe essere una simpatica occasione per conoscerci meglio! 

Risposte di Miriam alle domande Anita:


1-     Se fossi un personaggio letterario, quale saresti?
Alice.
 2-  La tua citazione preferita?
“La vita accade. Esistiamo e a volte viviamo sospinti come zattere sul mare del tempo.
Non è tanto però è tutto.” (La ragazza dei miei sogni- Francesco Dimitri)
3- Il tuo attore preferito?
Dustin Clare.
4- Se potessi andare in un posto dove andresti?
In Africa, sogno di andarci sin da quando ero bambina.
5- Qual è il tuo piatto preferito?
La pizza.
6- Che genere di musica ascolti?
Dark e metal.
7- Mare o Montagna?
Campagna.
8- Segui qualche serie tv? Se si, quale?
Non amo molto la televisione perciò ne seguo pochissime. Spartacus è la mia preferita.
9- Com'è nata la passione per la lettura?
Sono nata con questo “tarlo”. Ho sempre adorato le storie, da piccolissima me le facevo raccontare e appena ho potuto ho voluto imparare a leggere per rendermi autosufficiente.
10- Casual o elegante?
Casual e rigorosamente nero.
11- Qual è il libro che odi di più?
“Odio” è una parola grossa, non odio nessun libro ma ce ne sono parecchi che non mi piacciono.        Twilight è uno di quelli, troppo sdolcinato per i miei gusti.

Risposte di Sara alle domande di Ilenia:

1- Cosa ti piace della lettura?

La lettura mi piace soprattutto perché mi permette di isolarmi in mondi diversi da quello a cui sono abituata.
2- Qual è il tuo colore preferito e a cosa ti fa pensare?
Mmmh… qualche tempo fa avrei risposto “nero” senza ombra di tutto. In effetti è ancora oggi la mia prima risposta, lo trovo la sintesi perfetta del tutto e niente. Non nego però che, ultimamente ho sviluppato una certa attrazione nei confronti del blu, mi tranquillizza.
3- Ti piacciono i videogiochi? Se sì, quali?
Assolutamente no! Detesto i videogiochi, li trovo irritanti…
4- Se dovessi cambiare il tuo nome, quale altro sceglieresti?
Probabilmente Ester o Andrea.
5- Ti piace fare fotografie ed essere fotografato/a?
Più che non piacermi, non sono capace di fare fotografie. Non amo essere al centro dell’attenzione quindi… no, non mi piace neppure essere fotografata. Mi piace immortalare i momenti, diciamo che sono una fan delle fotografie spontanee, niente pose e sorrisi finti per me!
6- Il momento più bello della giornata?
Uhm… difficile. Suppongo dipenda dalle giornate. Sicuramente i momenti migliori sono quelli in cui ritorno a casa dopo una giornata stressante o quelli in cui abbraccio il mio ragazzo.
7- Il primo ricordo idiota che ti viene in mente?
Forse quello in cui ci sono io, piccola, che cado dalle scale.
8- Preferisci il Sole o la Luna?
La Luna, credo mi rappresenti molto di più.
9- Quale lingua straniera ti fa impazzire?
Probabilmente il tedesco ma, anche il francese ha una forte influenza positiva su di me.
10- C'è un oggetto che ti sta particolarmente a cuore?
Ce ne sono tanti in realtà, sono quasi tutti regali di persone molto importanti per me.
11- Hai un oggetto che ritieni ti porti fortuna? 
Più che fortuna, direi che mi proteggono. Ne ho più di uno, in particolare il mio trischele. Lo porto sempre con me.
                       

 



mercoledì 27 novembre 2013

Anteprima: The night sessions di Ken Macleod

Titolo: The night sessions
Autore: Ken Macleod
Editore: Miraviglia
Collana: Orione
Pagine: 300
Prezzo: 17,50

Descrizione:
Edimburgo, 2037. Un prete muore nel suo appartamento per una esplosione. L’ispettore di polizia Adam Ferguson e la sua squadra capiscono immediatamente che non si tratta di un incidente e quando subito dopo un vescovo viene assassinato, diventa chiaro
che si tratta di una serie di omicidi a sfondo religioso.
In una città dove esistono ascensori per lo spazio e robot intelligenti e dove la religione è praticata da pochi e furtivamente torna l’incubo del terrorismo. I sospetti cadono immediatamente sugli atei più attivisti, ma quando la lista dei bersagli si allarga e arriva a includere persone comuni, diventa chiaro che Ferguson deve approfondire le indagini. Si delinea così una cospirazione a livello internazionale tra androidi nascosti in un parco divertimenti in Nuova Zelanda ed esseri umani che sembra progettare un disastro su scala biblica per l’anniversario dell’11 settembre. Questa
data segna infatti l’inizio di conflitti religiosi e repressioni.
L’obiettivo finale di queste Guerre di Religione è un Mondo senza credo. Chi sono i veri mandanti e quali sono i loro obiettivi? Ferguson inoltrandosi nei misteri delle dottrine teologiche del passato capisce che la soluzione è nell’utilizzo delle intelligenze artificiali e nella tecnologia del futuro.

L'autore:
Kenneth Macrae Macleod (Stornoway, 2 agosto 1954) si è laureato all’Università di Glasgow. Autore di fantascienza di successo ha vinto per tre volte il Premio Prometheus. Ha pubblicato I cospiratori di Cydonia (Mondadori, 1998), La divisione Cassini (Fanucci, 2001), Il Piano clandestino (Fanucci, 2005), La fortezza dei cosmonauti (Mondadori, Urania dicembre 2008), Luce
nera (Mondadori, Urania aprile 2009), Engine City (Mondadori, Urania agosto 2009) e Human Front (Delos Books, 2009). The Night Sessions ha vinto nel 2008 il premio della British Science Fiction Association come miglior romanzo.

Hanno detto di questo libro:

«The Night Sessions è una variante intelligente de Le Macchine Ribelli che abbraccia la battaglia Darwiniana dei film di Terminator e gli strani futuri in cui le intelligenze artificiali raggiungono un’eccezionalità tecnologica e diventano potenti e incomprensibili come Dei... Adam Ferguson è l’immagine speculare di Rebus di Ian Rankin e di
altri poliziotti anticonformisti e truculenti...»
(Los Angeles Times , 2 agosto 2012)

«Come sempre, la descrizione di Macleod di un futuro prossimo è ottenuta attraverso una solida caratterizzazione e il dettaglio brillante. Il suo cavallo di battaglia è la descrizione di come i sistemi della fede possano corrompere e The Night Sessions è una stupefacente accusa al fondamentalismo di
ogni tipo.»
(The Guardian, 9 agosto 2009)

«Ken Macleod fa un lavoro sorprendente nell’incorporare
gli elementi della fantascienza nella storia senza deviare l’attenzione dall’intreccio... entrate in The Night Sessions con mente aperta e vi godrete un superbo giallo di fantascienza con alcuni colpi di scena piuttosto eccezionali.»
(The Examiner , 4 giugno 2012)

martedì 26 novembre 2013

Recensione: Betty's Place

Titolo: Betty's Place
Autrice: Susan Moretto
Editore: Alcheringa Edizioni
Dati: 2013, 418 p., brossura
Prezzo di copertina: 12, 90 euro
Descrizione:
Stella sta scappando. Dalla famiglia, dal marito e dal proprio dolore. A Betty’s Place trova la pace che cercava, ma non è tutto come sembra: in questa casa dal nome evocativo strani e oscuri episodi le scuotono la vita, eventi inspiegabili che solo Kitty, la gatta che si è portata dietro da New York sembra comprendere. Tutti nascondono qualcosa: Melinda, l’anziana amica, padrona e vicina di casa; Ryan, uomo misterioso e seducente che pare comprenderla meglio di chiunque altro e che dopo tanto tempo fa breccia nel suo cuore ormai arido; e la stessa Stella, riluttante a svelare il proprio passato. Ma quali sono questi segreti taciuti? Qual è il mistero che avvolge Betty’s Place? Quando tutto sembra frantumarsi intorno a lei e rischia di travolgerla, Stella sarà capace di lottare per ciò a cui tiene di più e ritrovare se stessa? Ma soprattutto, ne avrà voglia?

L'autrice:
Susan Moretto è nata e cresciuta in Friuli, terra di confine e di etnie diverse che si mescolano. Vive con il compagno e il figlio. Dopo aver studiato al liceo linguistico è entrata a far parte delle schiere di giovani italiani in cerca d’occupazione e divide il suo tempo fra la passione per la lettura che si è evoluta in scrittura, la cucina e l’essere mamma. “Betty’s Place” è il romanzo d’esordio.

La recensione di Sara: 

Braccialetti di legno scrostati dal tempo nascondono ferite sui suoi polsi, ricordi di una vita passata che vorrebbe dimenticare, gli occhi gonfi di lacrime che si rifiutano di sgorgare e la sua gatta Kitty, sono le uniche cose che Stella ha portato con sé.
Ha lasciato New York, suo marito, amici e familiari senza alcuna spiegazione ed è partita per dimenticare. Il passato è ciò che vuole lasciarsi indietro. Come cantava De Andrè in una sua celebre canzone, quella di Stella è “una storia da dimenticare, è una storia sbagliata” e, Cape Elizabeth, una piccola cittadina del Maine, sembra essere il posto ideale per farlo.
Betty’s Place poi, la villetta azzurra che si affaccia sull’oceano, è la casa ideale. La fa sentire viva come non si sentiva da tempo. Da quando Stella ne ha varcato la soglia ha ricominciato a mangiare, a dormire e persino a sorridere.
Melinda la novantenne proprietaria della casa le fa compagnia durante il giorno, la trascina su e giù per la città, con una vitalità da fare invidia a una qualsiasi ventenne. E poi c’è Zack, il proprietario del Moe’s, il pub del paese, un ragazzo carino, solare che le fa il filo dal primo giorno in cui è approdata a Cape Elizabeth.
Tutto sembra andare per il meglio ma, qualcosa a Betty’s Place comincia a prendere una strana piega. La gatta Kitty è sempre più irrequieta, graffia l’aria e soffia contro il nulla, ogni tanto finisce chiusa, inspiegabilmente, nella lavatrice.
Fenomeni paranormali si fanno sempre più frequenti fino all’apparizione di un fantasma che rivendica la sua proprietà sulla casa.
Grazie a Melinda, Stella scoprirà di non essere la sola a ritenere Betty’s Place la sua casa ideale. Ci sono fantasmi che la pensano allo stesso modo e fanno di tutto per allontanarla e riprendersi ciò che è loro.
L’unico che può aiutare Stella a uccidere i fantasmi che infestano Betty’s Place è il passato.
Susan Moretto ha costruito una trama originalissima sulla base di uno dei temi cult dell’horror, senza cadere in banalità o storie già trite e ritrite.
Pieno di suspense Betty’s Place cattura sin dall’inizio.
La caratteristica e punto di forza del romanzo è soprattutto il mistero. L’autrice è stata in grado di intessere un plot che stupisce a ogni pagina. Quando sembra si stia arrivando alla soluzione finale, al punto in cui la storia è già detta, tutto cambia. Nuove nebbie si abbattono sulle spiagge di Cape Elizabeth, un nuovo enigma affiora e si va avanti così fino all’ultimo rigo.
Un romanzo intrigante e inquietante che colpisce il lettore sul versante psicologico, incollandolo alle pagine. Si trema e si ride, grazie all’ironia incalzante dei personaggi, stravaganti e fuori dagli schemi. Non è una storia scontata, nulla di simile è già stato raccontato.
Vale la pena di fare un salto a Betty’s Place, non potrete fare a meno di farvi rapire dalla misteriosa villetta azzurra!

domenica 24 novembre 2013

Anteprima: Sherlock Holmes e l'elemento sorpresa di J. Andrew Taylor

In libreria a novembre 2013

Titolo: Sherlock Holmes e l’elemento sorpresa 
 Baker Street Collection n. 3
Autore: J. Andrew Taylor
Editore: Delos Books
Pagine: 180
Prezzo: 14,50

Descrizione:
Esce in questi giorni il terzo volume della collana Baker Street Collection, con un’indagine che mette in luce le abilità di osservazione e deduzione del grande detective, e il suo scetticismo nei fenomeni paranormali. Si tratta di Sherlock Holmes e l’elemento sorpresa di  J. Andrew Taylor. La storia è stata approvata dalla Arthur Conan Doyle Estate.
Quando due guardie carcerarie vengono trovate decapitate nella campagna brulla intorno alla prigione di Wormwood Scrubs, l’ispettore Lestrade ricorre alle capacità eccezionali di Sherlock Holmes per stabilire come gli omicidi possano essere stati commessi in punti diversi, essendo quelle delle guardie uccise le uniche impronte ritrovate.  Con il Dottor Watson al suo fianco, Holmes parte per questa nuova indagine e svela misteri ancor più profondi; enigmi che metteranno alla prova non solo le abilità di osservazione e deduzione del detective, ma anche il suo scetticismo nei confronti dei fenomeni paranormali.

Sul tema dello scetticismo è anche il racconto apocrifo d’appendice scritto da Gianfranco Sherwood dal titolo L’avventura del demone cinese; una chicca da non perdere.
Il volume include un’introduzione a cura di Alessandra Calanchi.
L'autore:
J. Andrew Taylor è scrittore, batterista, marito, padre e libero pensatore.  È autore di due romanzi: E.V.P. e Sherlock Holmes and The Element of Surprise. Vive negli Stati Uniti a Kansas City, nel Missouri.

sabato 23 novembre 2013

Recensione: L'ultimo Khama

Titolo: L'ultimo Khama
Autore: Stefano Andrea Noventa
Editore: Plesio
Collana: Aurendor
Pagine: 206
Prezzo: 10,00 euro

Descrizione:
Le sorti dell’esistenza vacillano. I confini della realtà si sgretolano. Sulle spalle di Miya il fardello di condurre il rituale che conferirebbe stabilità al mondo. Tra dubbi e tradimenti, fuggendo all’ira di colui che un tempo ha amato e accompagnata da una sorella forse burattino in mano ad altri esseri, la giovane dovrà riuscire a sigillare quello che viene profetizzato come il Khama definitivo. Nella speranza che i suoi dèi non siano macchine di un tempo antico.

L'autore:

Stefano Andrea Noventa. Padovano, classe ‘80. Laureato in Fisica e Dottore di Ricerca in Scienze Cognitive.
Appassionato di letteratura, finalista al premio Odissea con la prima versione di “L’ultimo Khama”. Ha vinto o ha raggiunto il podio in diversi concorsi quali il Trofeo RiLL, il Sentiero dei Draghi, il Premio WMI e il Rondò Veneziano di Edizioni XII. È tra i curatori della selezione letteraria Storie di Confine per la rivista Terre di Confine. Dal 2013 editor per Mezzotints ebook.

La recensione di Miriam:

Solitamente, quando finisco di leggere un libro, riesco a esternare le mie sensazioni con immediatezza. Alcune volte − poche per fortuna − mi capita, invece, di essere in difficoltà. Questa è una di quelle e non perché L’ultimo Khama non sia un buon romanzo. Conquistata a fatica l’ultima pagina, mi riscopro preda di emozioni contrastanti, difficili da conciliare e, ancor più, da condividere. Potrei esprimere il mio entusiasmo per la trama originale e l’idea  portentosa che la ispira, ma allo stesso tempo potrei raccontare di una lettura che ho trascinato a lungo, nonostante la brevità del testo, che ha messo a dura prova la mia capacità di concentrazione e, più volte, mi ha fatto venire voglia di fermarmi prima di giungere alla fine. Sarei sincera nell’uno e nell’altro caso perché la verità è che ho amato e odiato questo romanzo in egual misura.
Come dicevo, l’idea di fondo è strepitosa. L’autore narra di un mondo futuro in cui natura e tecnologia si sono fuse al punto da coesistere in simbiosi. È un mondo fatto di biometallo, di alberi capaci di affondare le radici nel cemento e di uomini che sembrano vivere in bilico tra passato remoto e modernità. Un mondo complesso, apparentemente contraddittorio, ma non l’unico dei mondi possibili perché ciclicamente l’universo si rinnova, finisce un mondo e ne comincia un altro. A reggere le fila del gioco sono gli dèi, o daimoni, che non sono sempre benevoli e probabilmente, agiscono nel rispetto di una legge naturale che prescinde dall’amore. Ci sono divinità della vita e della morte, divinità che concedono favori e altre che esigono un tributo di sangue. Scendere a patti con loro si rende necessario per preservare l’equilibro. Ecco allora che nel tempio di Reallach, periodicamente si rinnova il patto − Khama− tra dio e uomo nella speranza che l’apocalisse venga rinviata.
Miya e Dobrak sono interpreti della volontà degli dèi, qualcosa di simile a dei Sacerdoti del tempio, designati a esser tali sin dalla nascita e votati a sacrificare la loro stessa vita per servire la causa. Essi sono indispensabili perché il patto si rinnovi ma, in previsione di quello che le profezie annunciano come l’ultimo Khama, accade qualcosa di imprevisto. Dobrak infatti si ribella al suo compito ritenendo che la religione si tutta un inganno. A suo parere, non sono divinità, non esseri soprannaturali, ma macchine antiche progettate e strumentalizzate per asservire gli uomini, che governano il mondo. Avrà origine così la sua personale battaglia per la verità, che gli costerà l’esilio e il cui esito decreterà le sorti dell’intero genere umano. Come spesso accade, interverrà l’Amore a scompaginare i piani e fungere da ago della bilancia in un contenzioso che chiama in causa la fede e, non da ultimo il concetto stesso di realtà.
Una storia sospesa tra fisica e metafisica, tra fantasy e fantascienza, dunque, capace di fondere suggestioni mitologiche con altre di sapore futuristico, ricchissima di spunti di riflessione e di implicazioni filosofiche.
Originale, profonda e impegnata, non ho potuto che trovarla estremamente interessante per i suoi contenuti non mancando di apprezzare l’incontestabile padronanza linguistica dell’autore, capace di uno stile forbito, raffinato, tecnicamente impeccabile.
Da appassionata di filosofia non posso negare di essermi lasciata sedurre dall’intrigante ipotesi elaborata tra queste pagine, né posso dire di non aver subito il fascino di una tematica che, quasi dall’alba dei tempi, è al centro di accesi dibattiti.
Dov’è allora la nota dolente? La mia impressione è che Stefano Andrea Noventa abbia eretto un muro tra sé e l’ipoetico lettore, una barriera che può essere forzata al fine di comprendere e carpire contenuti ma che impedisce del tutto il passaggio di emozioni. L’esposizione è tutt’altro che lineare, il lessico ricercato, a tratti, diviene ostico, la descrizione dell'ambientazione e dei personaggi, soprattutto, lascia molto all’immaginazione avvalendosi solo di pochissime linee essenziali. Si fa fatica a seguire il filo narrativo, si fa fatica a distinguere e riconoscere i numerosi personaggi perché davvero pochi sono gli elementi che ci vengono concessi per conoscerli. L’eccessiva eleganza e perfezione tecnica della forma finisce per schiacciare le emozioni, cosicché si riesce a intuire l’enorme potenzialità − anche emotiva – del romanzo, senza tuttavia riuscire a coglierla davvero.
Il risultato è un’opera di qualità ma destinata, a mio parere, a rimanere di nicchia, un libro che si lascia leggere (e che vi consiglio se siete appassionati della materia) più come fosse un saggio filosofico che come romanzo di intrattenimento.
Insomma, una creatura bellissima ma algida, per raggiungere la cui anima, vi toccherà impegnarvi a grattare la superficie e a cercare sul fondo. Se l'impresa non vi spaventa, potrebbe valerne la pena.