Recensione: Il libro degli orrori

Titolo: Il libro degli orrori
A cura di Stephen Jones
Autori: Autori Vari
Editore: Independent Legions Publishing
ISBN (Edizione Cartacea) 978-88-31959-12-4
Pubblicazione: Ottobre 2018
Illustrazione di copertina: Wendy Saber Core
Traduzioni: Daniele Bonfanti, Nicola Lombardi,
Francesca Noto, Chiara Beltrami
Revisioni e Proofreading: Miriam Mastrovito
Coordinamento e Supervisione: Alessandro Manzetti
Formato Cartaceo
Edizione ‘Collection’ a tiratura limitata e copie numerate
Pagine: 400
Lingua: Italiano
Prezzo di copertina: € 23
Il libro è in vendita sullo store dell'editore
su eBay e presso alcune librerie specializzate


Sinossi/Descrizione:

Antologia di 14 racconti horror a cura di Stephen Jones (titolo ori-ginale: 'A Books of Horrors', 2011), opera finalista al World Fantasy Award e al British Fantasy Award, tradotta in Italiano per la prima volta. Contiene i seguenti racconti: IL PICCOLO DIO VERDE DELL’AGONIA di Stephen King; FIGLIA DEL FUOCO di Caitlín R. Kiernan; FANTASMI CON I DENTI di Peter Crowther; LA FIGLIA DEL FABBRICANTE DI BARE di Angela Slatter; COLUI CHE CAMMINA NEI BOSCHI di Brian Hodge; DIMMI CHE TI RIVEDRO’ di Dennis Etchison; LA MUSICA DI BENGT KARLSSON, ASSASSINO di John A. Lindqvist; RISPOSTA SBAGLIATA di Ramsey Campbell; ALICE ATTRAVERSO IL FOGLIO DI PLASTICA di Robert Shearman; L’UOMO NEL FOSSO di Lisa Tuttle; UN GIOCO DA BAMBINI di Reggie Oliver; UNA TRISTE COSA OSCURA di Michael Marshall Smith; VICINO A ZENNOR di Elizabeth Hand; ULTIME PAROLE di Richard Christian Matheson.
Introduzione di Stephen Jones.

Dall’introduzione di Stephen Jones:

“Ma che diavolo è successo al genere horror?
Dove sono finiti i mostri minacciosi, i vampiri violenti, i licantropi letali, gli spettri spaventosi e le mummie macabre?
Di questi tempi, è più facile ritrovarsi con succhiasangue che mostrano il loro lato sentimentale, mentre i lupi mannari lavorano sotto copertura per il governo, gli spettri fanno gli investigatori privati, e i morti viventi sorseggiano il tè in-sieme alla società bene di un romanzo di Jane Austen. Non sono queste le figure iconiche della paura e della meraviglia con cui siamo cresciuti. Non sono queste le Creature della Notte che hanno messo paura a tante generazioni nel corso dei secoli, costringendo innumerevoli bambini a cercare rifugio sotto le coperte, mentre leggevano libri e fumetti alla luce di una torcia. Oggi, viviamo nel mondo dell’horror-lite. Questa tremenda denominazione è stata coniata dagli edi-tori per descrivere il tipo di narrativa che attualmente gode di enorme successo nei suoi sottogeneri, come il paranor-mal romance, l’urban fantasy, il mash-up letterario, e lo steampunk.
Anche se non si può negare che esiste un pubblico per queste opere, per lo più non si tratta di libri rivolti ai lettori di storie dell’orrore tradizionali. Il pubblico di questi sottogeneri non è interessato a farsi spaventare deliziosamente da ciò che legge, o a non riuscire a togliersi dalla testa un racconto particolarmente inquietante anche molto dopo aver chiuso il libro. E questo non sarebbe un problema, se gli editori e i rivenditori non stessero usurpando il mercato horror tradizionale con una valanga di volumi usa-e-getta destinati al lettore “moderato.”
Be’, è giunto il momento di riappropriarsi del genere horror, per coloro che comprendono e apprezzano il valore e l’impatto di una storia che fa paura.” (…)
Con Il libro degli orrori, speriamo di essere stati all’altezza del titolo, e di tutto ciò che implica.

Profilo del Curatore:

STEPHEN JONES vive a Londra, in Inghilterra. Candidato al Premio Hugo, ha vinto per tre volte il World Fantasy Award e l’International Horror Guild Award, cinque volte il Bram Stoker Award, ventuno volte il British Fantasy Awards e il Premio alla Carriera della Horror Writers Association.
È uno dei più acclamati scrittori ed editor della Gran Bretagna, ha al suo attivo più di 145 libri, tra i quali: The Art of Horror Movies: An Illustrated History; i libri sui film Coraline e Stardust di Neil Gaiman, The Illustrated Monster Movie Guide e The Hellraiser Chronicles; i saggi Horror: 100 Best Books e Horror: Another 100 Best Books (entrambi scritti con Kim Newman), le raccolte di racconti Necronomicon e Eldritch Tales di H. P. Lovecraft, The Complete Chronicles of Co-nan e Conan’s Brethren di Robert E. Howard, Curious Warnings: The Great Ghost Stories of M.R. James; oltre ad antolo-gie come Horrorology: The Lexicon of Fear, Fearie Tales: Stories of the Grimm and Gruesome, A Book of Horrors, The Mammoth Book of Vampires, le serie The Lovecraft Squad e Zombie Apocalypse!, e ventinove volumi del Best New Hor-ror. Independent Legions ha in programma la pubblicazione in italiano di altre due antologie curate da Stephen Jones: Libri da Incubo (‘Nigtmare Stories’) e Quintessenza Horror (‘The Very Best of Best New Horror’)
Sito web: www.stephenjoneseditor.com



La recensione di Miriam:

Che fine ha fatto il vero horror? Partendo da questo interrogativo, legittimo in un periodo in cui l’horror tradizionale sembra essere stato soppiantato, sul mercato, da sottogeneri più soft quali il paranormal romance, l’urban fantasy, lo steampunk, Stephen Jones lancia una sfida ad alcuni fra i massimi esponenti del genere, allo scopo di proporre al lettore un’opera che gli faccia riscoprire il piacere della paura. Nasce così Il libro degli orrori, un’antologia in cui non c’è spazio per vampiri innamorati o creature infernali pronte a mettersi al servizio della giustizia, e i veri mostri tornano a impadronirsi della scena per regalarci notti insonni e brividi lungo la schiena. Una raccolta per autentici appassionati del genere (ma ideale anche per neofiti desiderosi di un corposo assaggio), che intende segnare una sorta di ritorno alle radici. Il che, chiaramente, non implica l’esclusione categorica del nuovo o delle sperimentazioni. Fermo restando l’obiettivo inderogabile di terrorizzare chi legge, ciascun autore ha avuto massima libertà di espressione, cosicché il risultato è una carrellata di testi molto eterogenei per tematiche e stile, corrispondenti a svariate interpretazioni del concetto stesso di paura.
Creature terrificanti, indubbiamente, infestano queste storie – basti pensare al Piccolo dio verde dell’agonia di Stephen King, ai  Fantasmi con i denti di Peter Crowther, a Colui che cammina nei boschi di Brian Hodge, all’inquietante Uomo nel fosso di Lisa Tuttle, o alla Triste cosa oscura di Michael Marshall Smith, solo per citarne alcune –, ma non sempre si tratta di esseri tangibili; spesso sono mostri interiori, pura espressione delle fobie o del lato oscuro dell’animo umano – si pensi alla paura del fuoco egregiamente drammatizzata da Kaitlín Kienrnan in Figlia del fuoco, alla paura della morte e al desiderio di superarla efficacemente resa in Dimmi che ti rivedrò di Dennis Etchison, o al timore che i morti ritornino, gestita in modo sorprendente da La figlia del fabbricante di bare di Angela Slatter –, rappresentazioni che strisciano al confine della realtà, insinuando in noi quel margine di dubbio, che poi è il motore più efficace del terrore.
In molti casi, a ispirare i racconti, sono tematiche classiche, come la casa infestata  (La musica di Bengt Karlsson assassino di John Ajvide Lindkvist o Alice attraverso il foglio di plastica di Robert Shearman), la possessione demoniaca (Il Piccolo dio verde dell’agonia di Stephen King), i fantasmi (Fantasmi con i denti di Peter Crowther), o possibili visitatori alieni (Vicino a Zennor di Elisabeth Hand), eppure ciascuno scrittore riesce a sorprenderci con interpretazioni originali che vanno oltre il puro scopo intrattenitivo, mostrandoci come l’horror si presti a divenire metafora di contenuti profondi (il che dal mio personale punto di vista è ciò che conferisce spessore e potenzialità al genere). 
Ecco allora che Il piccolo dio verde dell’agonia di Stephen King, oltre a narrarci di una raccapricciante possessione, scandaglia la paura del dolore insita nell’essere umano e l’incubo rappresentato dalla malattia; il macabro quiz radiofonico che turba le notti di Edgeworth, il protagonista di Risposta sbagliata di Ramsey Campbell, ci fornisce l’occasione per una toccante riflessione sulla solitudine e sulla paura di essere soli; Colui che Cammina nei Boschi di Brian Hodge, nel raccontarci di un’antica creatura che infesta i boschi, ci fa riflettere sulla violenza esercitata dall’uomo sulla natura; Un gioco da bambini di Reggie Oliver, nel narrarci di una ragazzino astuto, curioso e ribelle, intento a esplorare una tenuta gravida di orribili segreti, si propone come allegoria della perdita dell’innocenza; Una triste cosa oscura di Michael Marshall Smith ci pone a contatto con un mostro tangibile, ma che incarna il dolore della perdita, la difficoltà di elaborare il lutto; la disturbante musica che fa da sottofondo a La musica di Bengt Karlsson assassino di John Ajvide Lindqvist scandisce la paura di perdere le persone che amiamo.
Discorso a sé merita Ultime parole di Richard Christian Matheson, che non a caso conclude la raccolta. Si tratta di un racconto molto particolare che, facendoci entrare nella mente di un serial killer, ci spinge a riflettere su un desiderio universale: quello di essere sentiti e ricordati, anche dopo la nostra dipartita.
Un’ottima occasione, insomma, per riscoprire o scoprire, il vero horror, lasciandosi guidare dalle penne più autorevoli in campo.


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