Recensione: Il letto rosso
Titolo: Il letto rosso
Autore: Nicola Lombardi
Illustrazione di copertina: Vincent Chong
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 150
Prezzo eBook: 3,99
Prezzo cartaceo: 14,46
Disponibile su Amazon
Descrizione:
La novella horror finalista al
Premio Laymon 2017 Da quando la compagna lo ha lasciato e si è rifugiato nella
bottiglia, il giornalista freelance Alberto Gozzi, sembra aver perso la voglia
di scrivere. Deciso a ritrovare l’spirazione, comincia a rimestare nel passato,
alla ricerca di nuove idee, ed è proprio nell’anno della sua nascita, il 1977,
che scova un caso di cronaca in grado di risvegliare il suo interesse: quello
dell’Orco di Borgone, un prete che ha torturato e ucciso due ragazzini
all’interno di una pieve. Recatosi sul luogo, per svolgere ricerche e
intervistare possibili testimoni, il giornalista entra in contatto con Luigi
Consalvi, figlio del custode della chiesetta all’epoca dei fatti. Quest’ultimo
si rivelerà una preziosa fonte di informazioni e non solo. L’uomo gli
consentirà, infatti, di avere accesso al diario di don Marzio Corsini e alla
stanza in cui è ancora conservato il letto rosso su cui le vittime hanno
esalato il loro ultimo respiro. Quel che Gozzi non immagina è che queste “reliquie”
gli offriranno ben più di una storia da raccontare, trascinandolo nella mente
dell’assassino e da lì in un baratro che ha il colore del sangue e l’odore
della follia.Contenuti Extra: il racconto 'Vengono per Te'.
La recensione di Miriam:
Un giornalista alle prese con il
blocco dello scrittore e il bisogno disperato di ritrovare l’ispirazione.
Partendo da un espediente narrativo ricorrente ma sempre ricco di fascino, Nicola
Lombardi ci pone sulle tracce del letto
rosso: una macabra reliquia, ma anche una sorta di portale in grado di
trascinarci in un vortice di orrore e follia, che unisce passato e presente.
Il letto rosso è quello su cui don
Marzio Corsini, nel lontano1977, ha torturato e ucciso due ragazzini in una
chiesetta, guadagnandosi l’appellativo di Orco di Borgone. Il killer non c’è
più, essendosi tolto la vita prima ancora di essere catturato, ma l’orribile
simulacro è rimasto al suo posto. A preservarlo è Luigi Consalvi, figlio
dell’uomo che all’epoca lavorava come custode presso la pieve incriminata,
nonché complice dell’assassino.
L’orrore rappresentato dal suo
materasso, ancora intriso di sangue e umori che hanno l’odore della paura,
fornisce al giornalista in crisi l’idea di cui ha bisogno per rimettersi in
carreggiata. Imbattutosi accidentalmente nel vecchio caso di cronaca, Alberto
Gozzi – questo il
suo nome – decide
infatti di scrivere un libro sull’argomento e allo scopo si reca sul luogo in
cui si sono svolti i fatti.
Ad accoglierlo sul posto è proprio
Consalvi con sua madre –
donna ingombrante in senso letterale
e figurato, e dotata di un certo fiuto
per gli affari. Dietro lauta ricompensa, i due forniscono a Gozzi preziose
informazioni, ma soprattutto gli offrono l’opportunità di visitare la stanza
degli orrori, quella in cui conservano il letto rosso, e di leggere il diario
segreto di don Corsini. In questo modo l’uomo, non solo ha modo di ricostruire
i fatti, ma può immedesimarsi fino a comprendere le motivazioni del suo operato
perverso. Ha inizio così un autentico viaggio nella mente del serial killer, un
percorso agghiacciante e realistico che si tinge di sfumature paranormali nel
momento in cui il giornalista si lascia risucchiare dalla sua follia. Il diario
e il letto creano una sorta di ponte di collegamento fra Gozzi e don Corsini,
avviando un muto dialogo in cui veglia e allucinazione si fondono e i paletti
della razionalità saltano.
“Se guardi a lungo dentro l’abisso,
l’abisso guarderà dentro di te” recita un famoso aforisma di Nietzsche ed è
esattamente quel che accade a Gozzi che a furia di scavare negli orrori messi
in atto dall’Orco di Borgone finisce per restarne invischiato.
Quella proposta da Lombardi è una
storia di ordinaria violenza, di perversione e miseria umana, che rimanda
tristemente alla cronaca reale –
impossibile leggendo dell’Orco non pensare ai numerosi casi di pedofilia e
abusi che macchiano la Chiesa –
e nello stesso tempo una storia di possessione e vendetta, in grado di scivolare
oltre i confini della realtà.
Un’atmosfera cupa grava sul lettore
sin dalle prime pagine suscitando un senso di curiosità e inquietudine per quel
che può succedere, mentre l’aura sinistra dei personaggi, magistralmente
caratterizzati, crea un diabolico effetto ipnotico. Ripugnante, senz’altro, è
don Corsini con le sue azioni e le sue idee deliranti, ma non meno disturbanti
appaiono Luigi Consalvi e sua madre, personaggi secondari ma nondimeno capaci
di imprimersi con forza nell’immaginario. Sfuggente e inspiegabilmente cinico,
il primo, ostenta una freddezza che stride con la drammaticità del suo vissuto;
caustica e completamente votata al denaro, con gli occhi ingigantiti dalle
lenti e le mani tozze sempre impegnate in un delicato lavoro all’uncinetto, la
seconda, si afferma come un ritratto grottesco vivente, la cui facciata sembra
nascondere orribili segreti.
Si prova disagio al loro cospetto,
un disagio che cresce con la tensione man mano che si procede nella lettura e
si rimane intrappolati nelle spire di un raffinato horror psicologico.
Un profondo senso di inquietudine è
quel che si prova anche leggendo Vengono
per te, racconto bonus in chiusura, che ci fa vivere una terrificante notte
di San Lorenzo in cui non c’è spazio per i desideri. Quasi una cartolina
dall’inferno che, coniugando orrore e poesia, ci narra di spettrali creature
venute dagli abissi per richiedere un tributo di sangue.
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