Titolo: Shining in the dark
Autori: AA.VV
A cura di Hans-Åke Lilja
Illustrazione di copertina di Vincent Chong
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 200
Formato: cartaceo
Tiratura limitata di 800 copie
Prezzo: 25,00
Pubblicazione: aprile 2018
Disponibile qui
Descrizione:
Edizione italiana dell'antologia 'Shining
in the Dark', a cura di Hans-Ake Lilya.
Contiene i racconti: "THE BLUE AIR
COMPRESSOR" di Stephen King (inedito in Italiano); "PIDGIN AND
THERESA" di Clive Barker (Inedito in Italiano); "THE COMPANION"
di Ramsey Campbell; "AN
END TO ALL THINGS" di Brian Keene (Inedito in Italiano); "THE
NET" di Jack Ketchum & P. D. Cacek (Inedito in Italiano); "THE
KEEPER'S COMPANION" di John Ajvide Lindqvist (Inedito in Italiano);
"CEMETERY DANCE" di Richard Chizmar (Inedito in italiano); "THE
NOVEL OF THE HOLOCAUST" di Stewart O'Nan; "AELIANA" di Bev
Vincent; "DRAWN TO THE FLAME" di Kevin Quigley; "A TELL TALE
HEART" di Edgar Allan Poe; "A MOTHER'S LOVE" di Brian James
Freeman; Prefazione e Postfazione di Hans-Åke Lilja.
La recensione di Miriam:
Concepita per festeggiare il ventennale di
Lilja’s Library, Shining in the dark
si propone come un’antologia particolarmente ghiotta per gli appassionati del
genere, non solo perché contiene un prezioso racconto inedito di King, cui il
sito promotore è dedicato, ma perché raggruppa i più grandi autori horror a
livello mondiale. Nessun tema specifico da seguire, né paletti di sorta. I
partecipanti hanno potuto contribuire al progetto nella massima libertà, per
cui il risultato si caratterizza per una grande eterogeneità, di temi e stili.
Ma non solo, diverso è anche il modo in cui ciascun autore ha interpretato
l’horror, scegliendo a volte di allontanarsene per muoversi in equilibrio sulla
linea di confine con altri generi.
Il libro si apre con Il compressore ad aria blu di Stephen King, un gioiellino irrinunciabile
per i suoi fan, perché si discosta un po’ dal suo solito e ci propone un
emozionante confronto diretto con l’autore stesso, che si intrufola in maniera
esplicita nelle pieghe del racconto, presentandosi con nome e cognome, al fine
di condividere il segreto della sua genesi, e fornircene anche un’interessante
chiave interpretativa di stampo freudiano. Il testo procede attraverso
un’alternanza di passi narrati e altri che, sulla scia dello stream of
consciousness, ci fanno penetrare nella mente del protagonista. Il processo
creativo, ma anche le ossessioni e le psicosi che sovente possono albergare
nella mente dello scrittore sono al centro di una trama che non solo intriga ma
intesse uno strano gioco di specchi con il celebre racconto di Edgar Alan Poe, Il cuore rivelatore – peraltro incluso
nell’antologia.
Nella
rete, scritto a quattro mani
da Jack Ketchum e P.D. Caceck, ci scaraventa invece nella realtà attuale,
raccontandoci le insidie delle relazioni online; il bisogno di cercare nel
mondo virtuale qualcosa che manca nella vita reale, la voglia di colmare la
solitudine e magari di esprimersi in libertà, e nello stesso tempo il rischio
di invischiarsi in qualcosa di pericoloso. In sostanza è una rete di falsità
quella in cui finisce il protagonista, scivolando verso un epilogo dal sapore più
thriller che horror.
Si volta decisamente pagina con Il Romanzo dell’Olocausto di Stewart
O’Nan che, in maniera originale, ci pone a confronto con l’orrore della
deportazione nei campi di concentramento. Si tratta probabilmente del racconto
più impegnato dell’intera raccolta, una bella scossa per non dimenticare.
Dalla cruda realtà, si scivola nel mondo
immaginario con Aeliana di Bev
Vincent, che ha per protagonista una ragazzina mutante braccata dalla polizia.
In un plot ricco di azione, si inserisce la storia commovente di un legame
imprevedibile: quello che si si instaura proprio fra la creatura e la
poliziotta che la scova, ligia al dovere ma mossa anche da un’imprescindibile
istinto materno.
Il fantastico prende decisamente il
sopravvento con Pidgin e Theresa di
Clive Barker – probabilmente il racconto più originale di tutti – in cui saremo
alle prese con un improbabile santo, un pappagallo e una tartaruga trasformati
(per errore?) in esseri umani e un angelo un tantino inetto. Un testo folle,
divertente, irriverente che sfiora il tema della pedofilia.
Con La
fine di ogni cosa, Brian Keene ci sferra un pugno allo stomaco riportandoci
con i piedi per terra. Ad andare in scena qui è il dolore di un uomo – un
marito e un padre –, che dopo aver perso i suoi cari non sa più come andare avanti
e, schiavo di una coazione a ripetere fatta di inutili gesti quotidiani, giorno
dopo giorno, prega che arrivi la fine del mondo a interrompere la sua
sofferenza. Toni e atmosfere qui diventano intimisti e le emozioni predominano
sulla trama. L’autore ci pone di fronte a un paesaggio che sembra immobile,
sempre uguale a se stesso, in contrasto con il tumulto che il protagonista si
porta dentro e che scatena anche in noi.
Il tema del lutto e dell’incapacità di
elaborarlo ricorre anche nella Danza del
cimitero di Richard Chizmar, un racconto d’atmosfera, cupo e anch’esso
concentrato essenzialmente sulle corde emotive.
Attratto
dal fuoco di Kevin Quingley e Il compagno di Ramsey Campbell ci
portano entrambi al luna park per raccontarci due storie marcatamente horror ma
molto diverse fra loro. Nel primo, addentrandoci con i protagonisti nel Mondo
della Paura, viviamo un’avventura da brividi che si offre anche come metafora
del passaggio dall’infanzia all’età adulta. Affrontando la paura, il ragazzino
protagonista, si rende conto di cambiare, di crescere.
Nel secondo siamo invece lanciati su un
treno fantasma che intrappola il personaggio principale accompagnandolo in un
viaggio terrificante, che coincide anche con una rivisitazione della sua
infanzia e dei suoi vecchi fantasmi.
Si torna alla cruda realtà con L’amore di una madre di Brian James
Freeman, in cui si parla di vecchiaia, di ospedali troppo pieni, di liste di
attesa troppo lunghe per una donna che sta morendo, per un figlio che vuole
aiutare la madre, a qualsiasi costo. Una tematica attuale, scottante, una
storia di ordinario dolore spinta alle estreme conseguenze.
John Ayvide Linqvist con Il custode, ci attira nel mondo del gioco
di ruolo, nello specifico nel Richiamo di Cthulhu di Lovecraft. Anche in questo
caso leggiamo un racconto marcatamente horror, in grado di tenerci col fiato sospeso
e di avvolgerci con le sue atmosfere inquietanti ma che, allo stesso tempo,
affronta una tematica reale come il bullismo.
Sebbene non sia ultimo in ordine di
apparizione nel volume, ho lasciato volutamente alla fine Il cuore rivelatore di Poe, un must per chiunque ami il genere
horror e non solo. L’orrore non viene dall’esterno, non ha zanne né artigli
tangibili, ma alberga in ciascuno di noi, nei desideri inconfessabili, nelle
pulsioni sconvenienti, nella crudeltà, nell’odio cui nessuno può dirsi
assolutamente immune. Non occorrono effetti speciali né grandi voli di
fantasia, a un genio come Poe, basta un cuore che batte urtandoti la coscienza
per farti tremare dalle fondamenta.
Una bellissima occasione per lasciarsi
prendere per mano da veri maestri del genere e farsi condurre lungo un percorso
spaventoso, divertente, imprevedibile.
Grazie!
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