mercoledì 4 aprile 2018

Recensione: Shining in the dark

Titolo: Shining in the dark
Autori: AA.VV
A cura di Hans-Åke Lilja
Illustrazione di copertina di Vincent Chong
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 200
Formato: cartaceo
Tiratura limitata di 800 copie
Prezzo: 25,00
Pubblicazione: aprile 2018
Disponibile qui

Descrizione: 
Edizione italiana dell'antologia 'Shining in the Dark', a cura di Hans-Ake Lilya.
​Contiene i racconti: "THE BLUE AIR COMPRESSOR" di Stephen King (inedito in Italiano); "PIDGIN AND THERESA" di Clive Barker (Inedito in Italiano); "THE COMPANION" di Ramsey Campbell; ​"AN END TO ALL THINGS" di Brian Keene (Inedito in Italiano); "THE NET" di Jack Ketchum & P. D. Cacek (Inedito in Italiano); "THE KEEPER'S COMPANION" di John Ajvide Lindqvist (Inedito in Italiano); "CEMETERY DANCE" di Richard Chizmar (Inedito in italiano); "THE NOVEL OF THE HOLOCAUST" di Stewart O'Nan; "AELIANA" di Bev Vincent; "DRAWN TO THE FLAME" di Kevin Quigley; "A TELL TALE HEART" di Edgar Allan Poe; "A MOTHER'S LOVE" di Brian James Freeman; Prefazione e Postfazione di Hans-Åke Lilja.

La recensione di Miriam:
Concepita per festeggiare il ventennale di Lilja’s Library, Shining in the dark si propone come un’antologia particolarmente ghiotta per gli appassionati del genere, non solo perché contiene un prezioso racconto inedito di King, cui il sito promotore è dedicato, ma perché raggruppa i più grandi autori horror a livello mondiale. Nessun tema specifico da seguire, né paletti di sorta. I partecipanti hanno potuto contribuire al progetto nella massima libertà, per cui il risultato si caratterizza per una grande eterogeneità, di temi e stili. Ma non solo, diverso è anche il modo in cui ciascun autore ha interpretato l’horror, scegliendo a volte di allontanarsene per muoversi in equilibrio sulla linea di confine con altri generi.
Il libro si apre con Il compressore ad aria blu di Stephen King, un gioiellino irrinunciabile per i suoi fan, perché si discosta un po’ dal suo solito e ci propone un emozionante confronto diretto con l’autore stesso, che si intrufola in maniera esplicita nelle pieghe del racconto, presentandosi con nome e cognome, al fine di condividere il segreto della sua genesi, e fornircene anche un’interessante chiave interpretativa di stampo freudiano. Il testo procede attraverso un’alternanza di passi narrati e altri che, sulla scia dello stream of consciousness, ci fanno penetrare nella mente del protagonista. Il processo creativo, ma anche le ossessioni e le psicosi che sovente possono albergare nella mente dello scrittore sono al centro di una trama che non solo intriga ma intesse uno strano gioco di specchi con il celebre racconto di Edgar Alan Poe, Il cuore rivelatore – peraltro incluso nell’antologia.
Nella rete, scritto a quattro mani da Jack Ketchum e P.D. Caceck, ci scaraventa invece nella realtà attuale, raccontandoci le insidie delle relazioni online; il bisogno di cercare nel mondo virtuale qualcosa che manca nella vita reale, la voglia di colmare la solitudine e magari di esprimersi in libertà, e nello stesso tempo il rischio di invischiarsi in qualcosa di pericoloso. In sostanza è una rete di falsità quella in cui finisce il protagonista, scivolando verso un epilogo dal sapore più thriller che horror.
Si volta decisamente pagina con Il Romanzo dell’Olocausto di Stewart O’Nan che, in maniera originale, ci pone a confronto con l’orrore della deportazione nei campi di concentramento. Si tratta probabilmente del racconto più impegnato dell’intera raccolta, una bella scossa per non dimenticare.
Dalla cruda realtà, si scivola nel mondo immaginario con Aeliana di Bev Vincent, che ha per protagonista una ragazzina mutante braccata dalla polizia. In un plot ricco di azione, si inserisce la storia commovente di un legame imprevedibile: quello che si si instaura proprio fra la creatura e la poliziotta che la scova, ligia al dovere ma mossa anche da un’imprescindibile istinto materno.
Il fantastico prende decisamente il sopravvento con Pidgin e Theresa di Clive Barker – probabilmente il racconto più originale di tutti – in cui saremo alle prese con un improbabile santo, un pappagallo e una tartaruga trasformati (per errore?) in esseri umani e un angelo un tantino inetto. Un testo folle, divertente, irriverente che sfiora il tema della pedofilia.
Con La fine di ogni cosa, Brian Keene ci sferra un pugno allo stomaco riportandoci con i piedi per terra. Ad andare in scena qui è il dolore di un uomo – un marito e un padre –, che dopo aver perso i suoi cari non sa più come andare avanti e, schiavo di una coazione a ripetere fatta di inutili gesti quotidiani, giorno dopo giorno, prega che arrivi la fine del mondo a interrompere la sua sofferenza. Toni e atmosfere qui diventano intimisti e le emozioni predominano sulla trama. L’autore ci pone di fronte a un paesaggio che sembra immobile, sempre uguale a se stesso, in contrasto con il tumulto che il protagonista si porta dentro e che scatena anche in noi.
Il tema del lutto e dell’incapacità di elaborarlo ricorre anche nella Danza del cimitero di Richard Chizmar, un racconto d’atmosfera, cupo e anch’esso concentrato essenzialmente sulle corde emotive.
Attratto dal fuoco di Kevin Quingley e Il compagno di Ramsey Campbell ci portano entrambi al luna park per raccontarci due storie marcatamente horror ma molto diverse fra loro. Nel primo, addentrandoci con i protagonisti nel Mondo della Paura, viviamo un’avventura da brividi che si offre anche come metafora del passaggio dall’infanzia all’età adulta. Affrontando la paura, il ragazzino protagonista, si rende conto di cambiare, di crescere.
Nel secondo siamo invece lanciati su un treno fantasma che intrappola il personaggio principale accompagnandolo in un viaggio terrificante, che coincide anche con una rivisitazione della sua infanzia e dei suoi vecchi fantasmi.
Si torna alla cruda realtà con L’amore di una madre di Brian James Freeman, in cui si parla di vecchiaia, di ospedali troppo pieni, di liste di attesa troppo lunghe per una donna che sta morendo, per un figlio che vuole aiutare la madre, a qualsiasi costo. Una tematica attuale, scottante, una storia di ordinario dolore spinta alle estreme conseguenze.
John Ayvide Linqvist con Il custode, ci attira nel mondo del gioco di ruolo, nello specifico nel Richiamo di Cthulhu di Lovecraft. Anche in questo caso leggiamo un racconto marcatamente horror, in grado di tenerci col fiato sospeso e di avvolgerci con le sue atmosfere inquietanti ma che, allo stesso tempo, affronta una tematica reale come il bullismo.
Sebbene non sia ultimo in ordine di apparizione nel volume, ho lasciato volutamente alla fine Il cuore rivelatore di Poe, un must per chiunque ami il genere horror e non solo. L’orrore non viene dall’esterno, non ha zanne né artigli tangibili, ma alberga in ciascuno di noi, nei desideri inconfessabili, nelle pulsioni sconvenienti, nella crudeltà, nell’odio cui nessuno può dirsi assolutamente immune. Non occorrono effetti speciali né grandi voli di fantasia, a un genio come Poe, basta un cuore che batte urtandoti la coscienza per farti tremare dalle fondamenta.
Una bellissima occasione per lasciarsi prendere per mano da veri maestri del genere e farsi condurre lungo un percorso spaventoso, divertente, imprevedibile.







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