venerdì 16 marzo 2018

Recensione: I figli di Uxor 77: Tutti i racconti del mondo Narakiano

Titolo: I figli di Uxor 77: Tutti i racconti del mondo Narakiano
Autore: Caleb Battiago
Illustrazione di copertina: Wendy Saber Core
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 264
Prezzo eBook: 3,99
Prezzo cartaceo: 14,33
Disponibile su Amazon


Descrizione:

"Tutto è cambiato quando Uxor 77 si è schiantato in raffiche nell’Oceano Indiano. Cristo, uno zero di ghiaccio e antimoide, una grandinata di merda apocalittica. Là dentro, in ogni polpetta di roccia, c’erano microscopiche uova, e dentro i cuccioli delle bestie. L’hanno avvistata due anni fa quella gravida puttana, che rotolava nello spazio pisciando la sua messianica scia gialla. Bum! Un meteorite, una troia transnettuniana dalla pelle butterata e la forma di una balena senza culo e senza testa, uno zero definitivo color blu di Prussia. L’abbiamo vista tutti arrivare, avanzare giorno dopo giorno, l'Apocalisse."

Dall'autore vincitore del Bram Stoker Award® tutti i racconti del distopico, cannibalico, apocalittico, depravato mondo Narakiano. Contiene i racconti: 'Pont Neuf', 'La Mattanza delle Sirene', 'Il Cubo di Berenice', 'Il Viaggio di Elora', 'Il Giardino delle Delizie', 'Kaferdammerung', 'Le Ver', 'Le Giornate di Florbelle', 'Der Brüter', 'Lo Sciamano', 'Limbus', 'Fiori di Carne', 'Vivien Duemila Chili', 'Mictlan Reloaded', 'Il Rosario', 'Le Talion', 'Kozmic Blues', 'Heretic Park', 'Il Mitreo', 'I Meridiani di Godot', 'Sangue a Berlino-Brandeburgo', 'Due Teste', 'La Processione', 'La Contessa di Sancerre', 'Un Rumore Insopportabile', 'L'ascensore di Tristan', 'Olympia e L'Uomo Tatuato', 'Ancora Arancione' e 'Zero'.

La recensione di Miriam:
Un asteroide, schiantandosi nell’Oceano Indiano, ha cambiato il nostro pianeta. Ha oscurato cielo e mare, ha reso la pioggia radioattiva, ha avvelenato l’aria e le proteine animali. Uxor 77, la vagina dell’Apocalisse, ha seminato distruzione ma ha anche generato i suoi figli: un vasto campionario di umanità alla deriva.
Sono loro gli eredi del disastro, i nuovi abitanti, cannibali, perversi, disperati, di un mondo sempre più somigliante a una discarica antropofagica che inghiotte corpi e anime, riducendo la vita a una scommessa da pochi crediti.
Sono loro i protagonisti dei racconti che compongono questa antologia legata all’universo narakiano, una raccolta di testi che può introdurvi nello scenario post apocalittico ideato dalla mente geniale e diabolica di Caleb Battiago, se ancora non lo conoscete, oppure offrirvi un prezioso approfondimento dei personaggi e delle ambientazioni dei romanzi, se avete già avuto il piacere di leggerli.
Il contenitore, come ho accennato in apertura, è il nostro mondo profondamente mutato dall’impatto dell’asteroide che ha prodotto una reazione a catena. Il disperato tentativo di sopravvivere in un ambiente divenuto inospitale e carente di cibo ha trasformato gli uomini. Freni inibitori e leggi morali sono saltati di fronte all’impellente necessità di rimanere vivi, le pulsioni primordiali hanno preso il sopravvento scalzando il concetto ormai superato di civiltà. A lungo andare, il caos, come sempre succede, si è organizzato, ha prodotto un nuovo ordine, generando una nuova società, retta da una sua logica, perversa ma inoppugnabile.
È come se il disastro strettamente connesso al pericolo di estinzione avesse fatto saltare la censura di memoria freudiana, mandando in pensione il Super Io, e consentendo ai contenuti dell’inconscio di riversarsi in superficie. Cannibalismo, incesto, impulsi omicidi, perversioni erotiche hanno smesso di essere tabù e hanno subito una sorta di processo di liberazione che si è spinto al punto di legittimarli o quanto meno convertirli in normalità.
Ristoranti in cui si degusta la carne umana, bordelli di ultima generazione, discariche che brulicano di bestie e morti di fame che tentano di sbarcare il lunario, ma anche circhi delle meraviglie e parchi eretici votati al divertimento sono alcuni dei luoghi emblematici alla scoperta dei quali l’autore ci guida, racconto dopo racconto. Man mano che trame in bilico fra allucinazione e crudo realismo descrittivo prendono forma, si delinea anche la geografia del futuro. Dalla Nuova Francia, con la sua perversa Parigi Sud 5, alla Germania con la sua Berlino-Brandeburgo ora segata in due dal Grande Serpente, passando per Roma, con la sua papessa Transgender, fino all’Africa e poi al Messico, attraversiamo in lungo e in largo i continenti, osservandone i nuovi confini, i paesaggi, spingendoci fin negli anfratti più segreti.
Ed è proprio seguendo questo percorso di violenza e follia che incontriamo loro, i figli di Uxor 77, appunto, i protagonisti della storia futura che si scrive su questo sfondo infernale.
Chopi, lo sciamano che legge le ossa, Tropez, il principe della discarica, il professor Nasdhorian, trafficante di fenomeni da baraccone, le tigri di ferro, il Messia delle fogne, le post-sirene che si affrontano nelle Dagonachie, mentre una fila sempre più lunga di disperati affolla il Pont Neuf, nell’attesa del tuffo finale… sono solo alcuni dei tanti personaggi che affollano questi racconti, mettendosi a nudo, svelandoci le loro perversioni, il loro passato di sofferenze; raccontandoci la loro lotta per la sopravvivenza o anche l’ebbrezza di detenere il potere e giocare con le vite dei più deboli alla stregua di nuovi dèi. Un elemento che accomuna il mondo pre e quello post apocalittico è infatti la divisione del genere umano in ricchi e poveri, in master and servant (nella società così come nelle stanze dei bordelli), per cui c’è chi sguazza nella cloaca generale ritagliandosi un ruolo di potere e chi subisce, lasciandosi trasformare in carne da macello.
Nel mezzo, ovviamente, non manca chi si ribella e tenta, se non di cambiare la realtà (a quella sembrano più o meno tutti rassegnati) almeno di conservare la propria dignità o di salvare le persone che ama.
Inaspettatamente è proprio l’amore che spesso diviene il motore della ribellione – basti pensare al gesto estremo di Rino ne La mattanza delle Sirene, al terrificante viaggio verso L’isola delle donne compiuto da una madre che spera di rivedere il figlio morto ne Il giardino delle delizie, o al furto di Morgan ne Lo Sciamano, che si appropria indebitamente di un piccolo teschio pur di offrire alla moglie qualcosa che possa consentirle di elaborare la perdita della figlia.
Chiaramente si tratta di un amore disperato, che non ammette redenzione e non prevede lieto fine – del resto non potrebbe essere altrimenti all’Inferno – ma spicca sullo sfondo come simbolo di un’umanità che, forse, a piccoli morsi, nel cuore di qualcuno ancora sopravvive, nonostante tutto.




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