Titolo: I figli di Uxor 77: Tutti i racconti del mondo Narakiano
Autore: Caleb Battiago
Illustrazione di copertina: Wendy Saber Core
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 264
Prezzo eBook: 3,99
Prezzo cartaceo: 14,33
Descrizione:
La recensione di Miriam:
"Tutto è cambiato quando Uxor 77 si è
schiantato in raffiche nell’Oceano Indiano. Cristo, uno zero di ghiaccio e
antimoide, una grandinata di merda apocalittica. Là dentro, in ogni polpetta di
roccia, c’erano microscopiche uova, e dentro i cuccioli delle bestie. L’hanno
avvistata due anni fa quella gravida puttana, che rotolava nello spazio
pisciando la sua messianica scia gialla. Bum! Un meteorite, una troia
transnettuniana dalla pelle butterata e la forma di una balena senza culo e
senza testa, uno zero definitivo color blu di Prussia. L’abbiamo vista tutti
arrivare, avanzare giorno dopo giorno, l'Apocalisse."
Dall'autore vincitore del Bram Stoker
Award® tutti i racconti del distopico, cannibalico, apocalittico, depravato
mondo Narakiano. Contiene i racconti: 'Pont Neuf', 'La Mattanza delle Sirene',
'Il Cubo di Berenice', 'Il Viaggio di Elora', 'Il Giardino delle Delizie',
'Kaferdammerung', 'Le Ver', 'Le Giornate di Florbelle', 'Der Brüter', 'Lo
Sciamano', 'Limbus', 'Fiori di Carne', 'Vivien Duemila Chili', 'Mictlan
Reloaded', 'Il Rosario', 'Le Talion', 'Kozmic Blues', 'Heretic Park', 'Il
Mitreo', 'I Meridiani di Godot', 'Sangue a Berlino-Brandeburgo', 'Due Teste',
'La Processione', 'La Contessa di Sancerre', 'Un Rumore Insopportabile',
'L'ascensore di Tristan', 'Olympia e L'Uomo Tatuato', 'Ancora Arancione' e
'Zero'.
La recensione di Miriam:
Un asteroide, schiantandosi nell’Oceano
Indiano, ha cambiato il nostro pianeta. Ha oscurato cielo e mare, ha reso la
pioggia radioattiva, ha avvelenato l’aria e le proteine animali. Uxor 77, la vagina dell’Apocalisse, ha seminato
distruzione ma ha anche generato i suoi figli: un vasto campionario di umanità
alla deriva.
Sono loro gli eredi del disastro, i nuovi
abitanti, cannibali, perversi, disperati, di un mondo sempre più somigliante a
una discarica antropofagica che inghiotte corpi e anime, riducendo la vita a
una scommessa da pochi crediti.
Sono loro i protagonisti dei racconti che
compongono questa antologia legata all’universo narakiano, una raccolta di
testi che può introdurvi nello scenario post apocalittico ideato dalla mente
geniale e diabolica di Caleb Battiago, se ancora non lo conoscete, oppure
offrirvi un prezioso approfondimento dei personaggi e delle ambientazioni dei
romanzi, se avete già avuto il piacere di leggerli.
Il contenitore, come ho accennato in
apertura, è il nostro mondo profondamente mutato dall’impatto dell’asteroide
che ha prodotto una reazione a catena. Il disperato tentativo di sopravvivere
in un ambiente divenuto inospitale e carente di cibo ha trasformato gli uomini.
Freni inibitori e leggi morali sono saltati di fronte all’impellente necessità
di rimanere vivi, le pulsioni primordiali hanno preso il sopravvento scalzando
il concetto ormai superato di civiltà.
A lungo andare, il caos, come sempre succede, si è organizzato, ha prodotto un
nuovo ordine, generando una nuova società, retta da una sua logica, perversa ma
inoppugnabile.
È come se il disastro strettamente
connesso al pericolo di estinzione avesse fatto saltare la censura di memoria
freudiana, mandando in pensione il Super Io, e consentendo ai contenuti
dell’inconscio di riversarsi in superficie. Cannibalismo, incesto, impulsi
omicidi, perversioni erotiche hanno smesso di essere tabù e hanno subito una
sorta di processo di liberazione che si è spinto al punto di legittimarli o
quanto meno convertirli in normalità.
Ristoranti in cui si degusta la carne
umana, bordelli di ultima generazione, discariche che brulicano di bestie e
morti di fame che tentano di sbarcare il lunario, ma anche circhi delle
meraviglie e parchi eretici votati al divertimento sono alcuni dei luoghi
emblematici alla scoperta dei quali l’autore ci guida, racconto dopo racconto.
Man mano che trame in bilico fra allucinazione e crudo realismo descrittivo
prendono forma, si delinea anche la geografia del futuro. Dalla Nuova Francia,
con la sua perversa Parigi Sud 5, alla Germania con la sua Berlino-Brandeburgo
ora segata in due dal Grande Serpente, passando per Roma, con la sua papessa
Transgender, fino all’Africa e poi al Messico, attraversiamo in lungo e in
largo i continenti, osservandone i nuovi confini, i paesaggi, spingendoci fin
negli anfratti più segreti.
Ed è proprio seguendo questo percorso di
violenza e follia che incontriamo loro, i figli di Uxor 77, appunto, i
protagonisti della storia futura che si scrive su questo sfondo infernale.
Chopi, lo sciamano che legge le ossa,
Tropez, il principe della discarica, il professor Nasdhorian, trafficante di
fenomeni da baraccone, le tigri di ferro, il Messia delle fogne, le post-sirene
che si affrontano nelle Dagonachie, mentre una fila sempre più lunga di
disperati affolla il Pont Neuf, nell’attesa del tuffo finale… sono solo alcuni
dei tanti personaggi che affollano questi racconti, mettendosi a nudo,
svelandoci le loro perversioni, il loro passato di sofferenze; raccontandoci la
loro lotta per la sopravvivenza o anche l’ebbrezza di detenere il potere e
giocare con le vite dei più deboli alla stregua di nuovi dèi. Un elemento che
accomuna il mondo pre e quello post apocalittico è infatti la divisione del
genere umano in ricchi e poveri, in master
and servant (nella società così come nelle stanze dei bordelli), per cui
c’è chi sguazza nella cloaca generale ritagliandosi un ruolo di potere e chi
subisce, lasciandosi trasformare in carne da macello.
Nel mezzo, ovviamente, non manca chi si
ribella e tenta, se non di cambiare la realtà (a quella sembrano più o meno tutti
rassegnati) almeno di conservare la propria dignità o di salvare le persone che
ama.
Inaspettatamente è proprio l’amore che
spesso diviene il motore della ribellione – basti pensare al gesto estremo di
Rino ne La mattanza delle Sirene, al
terrificante viaggio verso L’isola delle donne compiuto da una madre che spera
di rivedere il figlio morto ne Il
giardino delle delizie, o al furto di Morgan ne Lo Sciamano, che si appropria indebitamente di un piccolo teschio
pur di offrire alla moglie qualcosa che possa consentirle di elaborare la
perdita della figlia.
Chiaramente si tratta di un amore
disperato, che non ammette redenzione e non prevede lieto fine – del resto non
potrebbe essere altrimenti all’Inferno – ma spicca sullo sfondo come simbolo di
un’umanità che, forse, a piccoli morsi, nel cuore di qualcuno ancora
sopravvive, nonostante tutto.
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