Review Party: L'enigma del libro dei morti di Martin Rua

Buongiorno cari follower,
torno a proporvi un interessate Review Party. Oggi vi parlo de L'enigma del libro dei morti di Martin Rua (Newton Compton), un avvincente thriller storico/esoterico che vi farà compiere un viaggio dai giorni nostri al lontano 1548, sulle tracce di un enigmatico tesoro, in compagnia di Nostradamus.

Titolo: L'enigma del libro die morti
Autore: Martin Rua
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Prezzo ebook: 2,99
Prezzo cartaceo: 9,90

Descrizione:
LINGUADOCA, 1548.
Nei dintorni di Montségur si è diffusa una terribile epidemia. I rimedi del dottor Étienne Domergue non sembrano funzionare. In un ultimo, disperato tentativo di fermare l’ecatombe e porre un freno ai deliri apocalittici di un gruppo religioso, il dottore invia il suo allievo Gaston Arrau in Provenza per chiedere aiuto al più grande esperto di peste in circolazione: Michel Nostradamus.
FRANCIA, PRIMAVERA DEL 2004.
A Rennes-le-Château una spedizione guidata dall’archeologo Yves Charpentier porta alla luce una parte del tesoro perduto dei catari, ma i finanziatori dello scavo sequestrano i reperti occultando la scoperta al mondo.
PARIGI, OGGI.
La Francia è costretta a fronteggiare una drammatica emergenza sanitaria: una malattia simile alla peste, creduta ormai debellata da secoli, sta mettendo in ginocchio il Paese. Il governo sospetta un attacco batteriologico di matrice terroristica e affida il caso all’unità speciale Horus. Eppure, nonostante gli sforzi, la squadra del capitano Khadija Moreau brancola nel buio. Se solo potessero ancora contare sull’aiuto di Luc Ravel, alias Gabriel Nostradamus…

La recensione di Miriam:
Probabilmente avrete sentito parlare o letto del tesoro di Rennes-le-Château: la sua leggenda, che lo pone al centro di un complotto esoterico, creando collegamenti fra Gesù, Maria Maddalena, i re Merovingi e il Santo Graal, ha ispirato diverse opere di fantasia come Il codice Da Vinci.
Il suddetto tesoro torna nelle pagine di questo romanzo ma l’autore si discosta dai sentieri già battuti per mostrarcelo in una veste inedita e preparare il terreno a una storia in grado di attraversare il tempo, intrecciando fiction e realtà, passato e presente.
La scintilla narrativa si innesca nel 2004, quando una spedizione capeggiata dall’archeologo Yves Charpentier, seguendo le indicazioni di un vecchio testo di Nostradamus, ritrova proprio il tesoro incriminato: uno scrigno con una strana iscrizione al cui interno ci sono delle boccette dal contenuto ignoto. L’archeologo non ha molto tempo per capire bene di cosa si tratti perché, di lì a poco, il tutto gli viene sottratto, ma a distanza di breve tempo cominciano a verificarsi degli strani fenomeni che sembrano rimandare al suo ritrovamento.
Compiendo un piccolo salto temporale in avanti, ci ritroviamo in Siria, ai giorni nostri. La guerra imperversa ma a mietere vittime non sono solo le bombe, bensì anche le epidemie che in periodo bellico si diffondono. Fra tutte, ce n’è una che desta particolare preoccupazione; a quanto pare si è risvegliato un antico flagello: la peste. Un tragico evento naturale o c’è dell’altro?
Quando dei casi di contagio iniziano a essere registrati anche a Nizza, i sospetti aumentano.
Certo, gli esponenti della Ligue Nationale de France, partito estremista di destra, non hanno dubbi che a diffondere la piaga in Europa siano i migranti e sono pronti a scatenare una moderna caccia all’untore a sfondo razzista. Tuttavia, al governo, c’è anche chi sospetta che alla base del contagio vi sia un attacco batteriologico di matrice terroristica e, per far luce davvero sulla vicenda, ingaggia la squadra speciale Horus dei servizi segreti, guidata dal capitano Kadija Morau e che può contare su una spia speciale: Gabriel Nostradamus, alias il Solitario, discendente del famoso Michel de Nostredame e dotato a sua volta di doti di preveggenza.
Le indagini che si svolgono nel tempo presente si sovrappongono a un filone narrativo più vecchio, che rimanda al 1548 e ci trasporta in Linguadoca, durante un’altra epidemia di peste che la setta eretica del Priorato di Montségur sostiene essere un segno divino, il principio dell’Apocalisse che il Demiurgo sta scatenando per mondare l’umanità dai suoi peccati. Per nulla concorde con questa interpretazione delirante, Nostradamus decide di scoprire le cause del contagio e di trovare un rimedio affinché la piaga venga debellata. Interessante è sottolineare come questo personaggio storico, solitamente ritratto nei suoi panni di veggente, venga qui descritto soprattutto nel suo ruolo di medico e ricercatore, offrendosi al lettore in una veste insolita e nondimeno intrigante.
Non è un caso che il nome di Nostradamus ricorra nei due quadri spazio-temporali, giacché questo carismatico personaggio rappresenta un ponte di collegamento fra due storie che, pur apparendo lontane e slegate fra loro, hanno molti punti in comune, vicendevolmente si spiegano e insieme giungono a compimento.
In un certo senso siamo in presenza di un ricorso storico, un tragico ripetersi di eventi che seguendo uno stesso schema riflettono mali senza tempo.
La trama è complessa, ricca di avvenimenti e personaggi, ma la lettura scorre rapidissima grazie a una prosa dal ritmo incalzante e coinvolgente. Man mano che si procede, ogni tessera trova il suo giusto incastro in un puzzle in cui nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio, è lasciato al caso.
Pur trattando di esoterismo, antiche profezie e sette dall’origine remota, l’autore confeziona un romanzo che sorprende per la sua grandissima attualità, proprio perché l’altra faccia della medaglia racconta una guerra, come quella siriana, che si colloca ai giorni nostri ed è reale; indaga gli orrori, altrettanto reali e attuali, di una guerra batteriologica; prova a scavare oltre la facciata di avvenimenti terribili, alla ricerca di ipotesi che non escludono il complotto.
L’universo immaginario e quello storico si annodano dando vita a un connubio che ci fa respirare il fascino dell’esoterismo ma nello stesso tempo ci tiene con i piedi ben piantati nella realtà che ci circonda. Capitolo dopo capitolo si aprono finestre oltre le quali scorgiamo scenari molto diversi fra loro, vicini e lontani, per cui ci capita di vedere Nostradamus alle prese con alambicchi e misteriose ricette di strane confetture ma anche di voltar pagina e imbatterci nelle immagini della recente strage di Nizza. Contesti che sembrano stridere e il cui contrasto a tratti disorienta, ma che acquisiscono un senso preciso nel quadro d’insieme, rivelandosi il vero punto di forza dell’opera. Scrutando il passato, in effetti, Martin Rua ci mostra il presente e ci offre una possibile visione del futuro, inquietante proprio perché plausibile.

















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