lunedì 13 febbraio 2017

Recensione: Al di là del deserto

Titolo: Al di là del deserto 
Autore: Igor Sibaldi 
Editore: Salani 
 Pagine: 272 
Prezzo: 14,90
 
Descrizione:
Che ce ne rendiamo conto o meno, tutti abbiamo una filosofia. Ma siccome la nostra filosofia può avere conseguenze enormi sulla vita delle persone che ci sono vicine e sulla nostra, è bene costruirsela con cura. E quale modo migliore se non partire dall’alto, da quella che gli esperti chiamano metafisica?
La metafisica è un’attività più semplice di quanto si possa pensare: i bambini la praticano costantemente, sotto forma di domande. Metafisica è chiedersi: «Perché questa cosa è questa cosa?» 
Purtroppo, gli adulti perdono la capacità di farsi queste domande. Quasi sempre sono chiusi in un recinto mentale che li rende conformisti, impauriti, prigionieri.
In questo libro troviamo istruzioni avventurose per superare quel recinto e utilizzare la metafisica nella vita di ogni giorno, nella scoperta di se stessi. Per accompagnarci in questo viaggio, Sibaldi riprende le due più grandi storie metafisiche mai raccontate: l’Esodo di Mosè verso la Terra Promessa. Usciti, come Mosè, dalla prigionia d’Egitto, e passati al di là del deserto, possiamo riconquistare la possibilità di seguire le strade più disparate, e il coraggio di lasciar avvenire ciò che desideriamo.

L'autore: 



Scrittore e filosofo, Igor Sibaldi è studioso di teologia e storia delle religioni e uno dei più seguiti esperti di spiritualità in Italia. Dal 1997 tiene conferenze e seminari su argomenti di mitologia, di religione e di psicologia. Ha tradotto varie opere di letteratura russa, dall’ebraico, la Genesi, e dal greco il Vangelo di Giovanni. È anche autore di numerosi saggi che spaziano dall’antropologia (Arte di essere), alla storia della letteratura (Dieci obiezioni ai comandamenti), alla storia del teatro (Elogio dell’impossibile). Tra i suoi successi recenti in libreria ricordiamo I maestri invisibili e Libro degli angeli. È ospite fisso di Fabio Volo nella trasmissione Il Volo del mattino.

La recensione di Miriam:

Che cos’è la metafisica?
Chi non ha dimestichezza con la materia tende a considerarla complicata, astratta, una sorta di esercizio, forse ozioso, per addetti ai lavori. Del resto, è abbastanza diffuso il luogo comune per cui la filosofia nella sua interezza abbia poca attinenza con la realtà quotidiana. In effetti non è così giacché ciascuno di noi ha una sua filosofia, ovvero una propria chiave interpretativa del mondo, e fa filosofia ogni volta che si rapporta a ciò che lo circonda, ponendosi delle domande.
Il bambino che dalla tenera età di tre anni comincia a porsi e a porre agli adulti i suoi mille perché non solo fa filosofia ma, senza saperlo, pratica la metafisica.
Igor Sibaldi lo dimostra ampiamente nel suo saggio, che si propone appunto di sdoganare questa branca del sapere, abbattendo il muro di pregiudizi che la rende estranea ai nostri occhi. Nello stesso tempo ci propone la sua idea di metafisica, un’idea anticonvenzionale rispetto a quella che solitamente ci viene trasmessa dai manuali.
Il suo stesso testo, in un certo senso, rompe gli schemi poiché rinuncia al rigore e al linguaggio ostico che spesso connota gli scritti filosofici adottando un registro linguistico e un espediente narrativo che fanno della massima semplicità il loro punto di forza.
Un dialogo fra un papà e la sua bambina appena entrata nell’età dei perché: è a partire da qui che si sviluppa l’argomento. Un dialogo schietto, costruito con parole accessibili a tutti che, conservando tutta la leggerezza e l’immediatezza con cui i più piccoli si rapportano al mondo, ci introduce ai “piani alti” della filosofia.
Nel dibattito non mancheranno di inserirsi, di tanto in tanto, anche alcuni animali, come un gatto e un topo cui sarà affidato il compito non di banalizzare o ridicolizzare l’argomento ma di farci riflettere su un dato di fatto importante e che, secondo Sibaldi, rappresenta proprio la chiave di accesso ai misteri della metafisica: non esiste un’unica verità, non c’è filosofia, scienza o religione che possa rispecchiare fedelmente la realtà. Viviamo nello stesso ambiente di un cane, di un gatto, di un insetto eppure quello che vediamo e percepiamo è diverso. Per esempio, gli odori, che capta un cane e le informazioni che da essi può ricavare sono pressoché inesistenti per il nostro naso.
Quale versione è dunque più “vera”, quella più ricca o  più povera di odori o nessuna delle due, o entrambe?
Fare metafisica significa  prendere atto di questo, accettare l’idea che gli schemi mentali con cui siamo abituati a ragionare e che regolano le nostre vite – siano essi scientifici, religiosi o filosofici – sono limitati e possono trasformarsi in autentiche gabbie.
Lo scopo della metafisica non è andare oltre la fisica, oltre ciò che è materiale e tangibile, come la definizione letterale del termine lascerebbe intendere ma andare oltre il proprio recinto mentale, arrischiarsi al di là delle sbarre dei preconcetti e del conformismo.
Per guidarci in questa avventura, nella seconda metà del libro, l’autore si serve di quella che definisce la più grande  storia metafisica mai raccontata: l’esodo degli Ebrei che, guidati da Mosè, raggiungono la Terra Promessa. In questa rilettura del Libro della Genesi, l’Egitto rappresenta la schiavitù degli schemi mentali assunti come “giusti”; il deserto da attraversare per raggiungere la Terra Promessa rappresenta il territorio mentale sgombro da pregiudizi, in cui l’uomo accetta il rischio di porsi delle domande; la meta ultima non è che la massima libertà di pensiero.
Resta inteso che la meta rappresenta un limite cui tendere sempre, senza fermarsi mai, giacché esisterà sempre una nuova barriera da superare e le domande da farsi non si esauriscono mai.
In fondo, fare metafisica significa crescere salvaguardando il  bambino che è in noi, quello che si interroga senza sosta che non si accontenta facilmente delle risposte e non smette mai di osservare il mondo con gli occhi pieni di  meraviglia.
Una lettura davvero interessante, che ci aiuta a considerare la metafisica con occhi diversi e a scoprire che non solo è una disciplina per nulla oziosa e alla portata di tutti, ma è uno strumento utilissimo per allargare i propri orizzonti e vivere meglio, in maniera più consapevole, più libera, più avventurosa.


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