Recensione: La Principessa e la Regina

Titolo: La Principessa e la Regina e altre storie di donne pericolose
A cura di George R.R. Martin e Gardner Dozois
Pagine: 400
Prezzo: 20 euro

Un nuovo tassello della più grande saga
del XXI secolo. Un romanzo breve dell’autore
fantasy più amato del mondo insieme a testi
fi rmati da altri scrittori di culto, tra cui
Joe R. Lansdale e Joe Abercrombie.

Descrizione:
“Descrivere gli eventi turbolenti e sanguinari di questo
periodo come Danza dei draghi è grottescamente inappropriato. L’espressione deve essere il frutto della
fantasia di qualche cantastorie. La morte dei draghi sarebbe
stato decisamente più esatto.” Con queste parole si apre
il nuovo il grandioso capitolo della saga di George R.R.
Martin, che sta incantando milioni di lettori in tutto il mondo. La vicenda si svolge circa due secoli prima della storia narrata nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco e racconta la terribile guerra civile che dilaniò la famiglia Targaryen alla morte del re Viserys I. Un confl itto che vide contrapporsi fratello e sorella, draghi contro draghi. I Sette Regni divennero il teatro di una battaglia tetra e cruenta tra
le maestose creature e furono bagnati dal sangue che cadde
dal cielo. Una lettura imperdibile per gli appassionati di Martin. L’antologia, curata da Martin stesso assieme a Gardner Dozois (il più importante editor americano di
fantasy e fantascienza), non si limita al lungo testo di Martin,
delle dimensioni di un romanzo breve (circa 200 pagine):
contiene anche racconti thriller e fantastici di alcuni autori di culto, fra cui Joe R. Lansdale e Joe Abercrombie.
  
La recensione di Miriam:
 
Non sempre le donne rappresentano il sesso debole.  Fra principessine da salvare e tenere fanciulle indifese, si celano anche guerriere, fattucchiere, assassine… donne pericolose in sintesi. 
Ed è proprio intorno a questa idea che gravita La Principessa e la Regina, antologia che, prendendo il titolo dal racconto di apertura, raccoglie ben nove contributi narrativi firmati da penne d’eccezione. Quelli riuniti da Gardner Dozois in questo progetto sono, infatti, tutti scrittori di successo; sebbene alcuni siano noti quasi esclusivamente all’estero, fra di essi spiccano nomi come quelli di George R. R. Martin, Joe Lansdale, Joe Abercrombie, Megan Lindholn (alias Robin Hobb) che, di sicuro, risulteranno molto familiari anche ai lettori italiani.
Ad accomunare i testi, diversi fra loro per genere, stile e contenuti,  è appunto la presenza costante in ciascuno di essi di una donna temibile. 
Ad aprire le danze è il gigante della narrativa fantasy George Martin con un racconto di oltre cento pagine (il più lungo della raccolta) che ci riporta a Westeros.  Non è un caso che abbia parlato di danza, giacché a essere narrata qui è proprio la “Danza dei Draghi” ‒  argomento che agli appassionati de Le cronache del ghiaccio e del fuoco suonerà subito familiare. La Principessa e la Regina, in effetti, si ricollega alla saga aggiungendovi un prezioso tassello.
Compiendo un balzo a ritroso nel tempo, siamo catapultati all’epoca della morte del re Viserys I, della dinastia Targaryen,  per assistere alla sanguinosa guerra di successione che vide contrapporsi la regina Alicent ‒ che rivendicava il trono per il figlio Aegon ‒ e la principessa Rhaenyra, figlia di primo letto del re. È questo il leggendario scontro, a cui spesso si fa riferimento nelle Cronache, che determinò anche lo sterminio dei draghi. 
Sebbene lo stile narrativo non sia quello che contraddistingue il Martin romanziere ‒ il racconto si propone come una vera e propria ricostruzione storica in terza persona, focalizzata sui fatti, in cui non c’è spazio per la caratterizzazione dei personaggi e l’arte del “mostrare” nelle quali l’autore solitamente eccelle ‒ si tratta di un gioiellino imperdibile per i suoi lettori più affezionati. Probabilmente non è il testo ideale per quanti intendano approcciarsi a questo scrittore per la prima volta, ma quanti già lo conoscono  e lo amano, come me, non potranno che rimanerne entusiasti.
I racconti che seguono, pur essendo più corti del primo, sono tutti abbastanza corposi e mantengono altissimo il livello qualitativo. L’avvicendarsi di generi molto diversi fra loro, inoltre,  fa sì che l’antologia nel suo insieme si connoti per una varietà tale da poter soddisfare i gusti più disparati. 
Joe Abercrombie, con il suo Desperado, ci fa respirare atmosfere western raccontandoci di una cazzutissima fuorilegge braccata da tre cacciatori di taglie. 
Magan Abbott ne  O il mio cuore è spezzato ci racconta, invece, il dramma di una madre che, in un attimo di distrazione mentre sosta a un autogrill, si vede soffiar via la figlia e, da vittima, si ritrova a essere la principale sospettata di un crimine che giura di non aver commesso.  
Cecilia Holland, con La canzone di Nora, ci trascina nell’Inghilterra del 1169 alla scoperta dei sogni e delle aspirazioni della figlia di Enrico II, riluttante ad accettare le limitazioni che, nella sua epoca, comporta l’essere donna. Subito dopo, Melinda Snodgrass, con Le mani che non c’erano,  ci fa compiere un enorme balzo in avanti proiettandoci in un futuro popolato da razze aliene; qui faremo la conoscenza di una donna-gatto molto molto pericolosa. 
Jim Butcher, con La Conchiglia esplosiva, ci propone un urban fantasy ricco di azione che si ricollega alla sua saga, famosa in America, Dresden files: mentre il protagonista della serie è il mago Harry, qui conosciamo la sua apprendista Molly che cerca di cavarsela in una situazione difficile, cercando di mettere in pratica quanto imparato dal maestro. 
Carrie Vaughn, con Raisa Stepanova, ci riporta ai tempi delle seconda guerra mondiale; la sua donna pericolosa guida gli aerei russi e sogna di affermarsi come la pilota di sesso femminile più letale della storia, salvo poi scontrarsi con un imprevisto che la costringerà a ridisegnare le linee del suo destino. 
Joe Lansdale, con Battere Jesus, torna a spruzzare la raccolta di magia ‒ nera nel caso specifico ‒ narrandoci la storia di due campioni del wrestling costretti da una donna-demone a fronteggiarsi sul ring per una vita intera. 
Anche Robin Hobb, con Vicine di casa, ci mantiene ai confini della realtà, facendoci esplorare lo strano mondo parallelo in cui finisce Sarah, un’anziana malata di alzheimer.
 A chiudere la carrellata è Lawrence Block con Me le so scegliere, un mistery avvincente che comincia con una femme fatale e si conclude con una svolta a sorpresa.
Nel complesso quattrocento pagine che scorrono alla velocità della luce, fra curiosità,  commozione e stupore, lasciando  alla fine un gran senso di appagamento ma anche la voglia di leggere ancora, di tornare a frequentare gli autori che già si conoscono, così come di approfondire la conoscenza di quelli meno noti in Italia sperando, magari, di poter leggere presto qualcuna delle loro opere anche tradotte nella nostra lingua.







 

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