Recensione: Never Sky. Sotto un cielo selvaggio

Titolo: Never Sky. Sotto un cielo selvaggio
Autrice: Veronica Rossi
Editore: Sonzogno
Collana: Romanzi
Dati: 2012, 350 p., rilegato
Prezzo di copertina: 17, 00 euro

Descrizione:
Lo chiamano Never Sky, è un cielo violento, pervaso dall'Etere, sostanza che causa tempeste continue, morte, distruzione. La vita sicura è possibile solo dentro l'enclave Reverie, un mondo barricato, una biosfera ipertecnologica dove ogni pericolo, persino malattie e invecchiamento, sembra appartenere a un lontano passato. Fuori invece, nel dominio dell'Etere, non è dato avventurarsi, nessun abitante di Reverie oserebbe mai, perché la Fucina della Morte è una terra brutale e desolata, infestata da individui assetati di sangue. La bella e giovane Aria vive a Reverie: qui lei e i suoi amici possono scegliere di abitare infiniti mondi virtuali, come in un videogioco. Anche lei, al pari di tutti, teme l'ignoto oltre il confine del proprio Eden. E quando verrà ingiustamente cacciata dalla sua società di eletti, si ritroverà sola e disperata nella Fucina della Morte. È come essersi risvegliata all'improvviso in un corpo che non riconosce, in balìa di un mondo popolato dai discendenti reietti dell'umanità che, dopo la Grande Catastrofe, non hanno trovato rifugio a Reverie. Solo quando il suo sguardo incrocia quello selvaggio di Perry, un giovane Outsider ribelle, Aria comincia a intuire: quel luogo forse contiene la vita che non ha mai vissuto, le sensazioni che le erano negate nell'universo asettico in cui era cresciuta. Ma è anche la morte vera a minacciarla da ogni dove. Presto lei e Perry, opposti in ogni cosa, scopriranno di custodire l'uno la chiave per la redenzione dell'altro. 

L'autrice: 
Veronica Rossi vive nel nord della California con il marito e due figli. Questo è il suo primo romanzo che inaugura una trilogia di genere, bestseller negli Stati Uniti e in Inghilterra, in corso di pubblicazione in 25 paesi e i cui diritti cinematografici sono stati opzionati dalla Warner Bros.  

La recensione di Sara:

Reverie è un posto perfetto, tutto va come deve andare, niente è fuori posto. Qualsiasi cosa viene programmata secondo piani ben precisi e le persone possono scegliere, ogni volta che vogliono, una Realtà virtuale in un cui avventurarsi. È così che Aria trascorre le sue giornate, in un posto asettico, privo di malattie e di qualsiasi apparente pericolo, privo di sensazioni ed emozioni. Aria trascorre le sue giornate in un mondo privo di realtà.
Sarà per errore o forse per volontà del caso che, dopo una gita con i suoi amici nel Reame sbagliato, Aria verrà accusata ingiustamente e cacciata da Reverie.
La Fucina della Morte accoglierà la ragazza con le braccia spalancate ma, più che per stringerla in un abbraccio, per stringerla in una morsa d’acciaio. Vivere fuori da Reverie vuol dire rischiare la morte a ogni singolo passo, vuol dire rischiare di ammalarsi, vuol dire non sapere cosa può succedere dietro l’angolo. La Fucina della Morte è vera, così come tutto quello che vi succede all’interno.
Compagno di viaggio di Aria sarà Perry, un Outsider o Selvaggio, come lo chiama lei, alla ricerca disperata di suo nipote Talon rapito dalla gente di Reverie. I due, pur essendo molto diversi e diffidenti nei reciproci confronti, accetteranno di camminare fianco a fianco nel lungo viaggio fino a casa di Marron, unico uomo in grado di poterli aiutare.
La ragazza scoprirà pian piano cosa vuol dire sanguinare, avere fame, sete, freddo e imparerà a ridestare i propri sentimenti. Grazie a Perry imparerà anche che la vita non può essere frutto di un misero calcolo, come avviene a Reverie e che, ciò che è inaspettato non è necessariamente portatore di guai.
Si scorteranno così durante un viaggio sotto un cielo pericoloso, pronto ad ammazzarli alla prima occasione, un cielo tanto pericoloso quanto gli Avvoltoi, cannibali che farebbero di tutto pur di avere la loro carne.
Never Sky è un romanzo distopico che lascia con l’amaro in bocca e tante domande sulla punta della lingua. Nel corso della storia la Fucina della Morte viene descritta come un luogo inquietante e pieno di insidie, un posto del quale bisogna avere paura perché imprevedibile e incontrollabile. Io personalmente ho trovato molto più inquietante Reverie, una specie di bolla di sapone sospesa nello spazio e nel tempo dove tutto è programmato e non c’è niente di cui aver paura. L’effetto sorpresa è qualcosa che non si conosce a Reverie e, se  nulla può succedere all’improvviso, di cosa si vuole aver paura? Persino i sentimenti sono controllati, le malattie non esistono, niente può andare storto. Dalle descrizioni di Veronica Rossi ho trovato la Fucina della Morte molto simile al nostro mondo, una versione forse appena più primitiva e rude ma, molto vicina alla Terra.
I personaggi sono ben caratterizzati, comprenderli e affezionarsi sono azioni immediate.
Aria suscita grande tenerezza, i cambiamenti che subisce nella Fucina della Morte la spaventano, diventa ipocondriaca al punto da pensare che qualsiasi cosa tocchi potrebbe portarla alla morte. Quello che però fa davvero riflettere è che questa ragazza fondamentalmente non si conosce, non sa nulla di sé e del proprio corpo perché abituata a ignorarsi. A Reverie non ha mai avuto bisogno di sapere come gestire i propri sentimenti, è per questo che quando nella Fucina della Morte si emoziona per l’odore di un pino non riesce a spiegarsi quello che accade se non identificandolo con un primo sintomo della morte imminente.
Personaggio altrettanto interessante è Perry, Outsider apparentemente burbero e pericoloso che nasconde in realtà un animo più che gentile. Peregrine ha qualcosa in più rispetto agli altri, ha poteri soprannaturali che gli permettono di comprendere cose di cui gli altri nemmeno si accorgono. Ma, sono questi stessi poteri, a renderlo estremamente solo.
Perry, pur essendo poco più grande di Aria, appare a volte come una figura paterna, come l’uomo maturo che deve insegnare alla piccola come procurarsi il cibo e come tirare fuori le unghie se non vuole diventare il pranzo di qualcun altro.
Veronica Rossi ha sicuramente saputo mescolare bene la componente fantasy con quella distopica, creando un romanzo originale e innovativo.
Se pur autoconclusivo, il primo capitolo di Never Sky lascia qualche interrogativo, porte aperte su mondi nuovi tutti da esplorare. Se siete amanti del genere, sono sicura che vi appassionerete a questa saga e che, come me, attenderete con ansia il secondo volume!

Commenti

  1. Io non vedo l'ora di leggerlo!!sono davvero curiosa!!!!:)
    complimenti per la recensione

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  2. Ti ringrazio cara :) Te lo consiglio con tutto il cuore, merita di essere letto!

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