Review Party: Profezia vaticana+intervista
Buongiorno cari follower,
oggi vi proponiamo un nuovo Review Party dedicato a Profezia vaticana di Josè Rodigues do Santos (Newton Compton), un thriller adrenalinico che, oltre a tenerci con il fiato sospeso, ci consente di approfondire scottanti verità. Alla recensione segue un'intervista all'autore, che ringraziamo per la sua disponibilità.
Titolo: Profezia vaticana
Autore: Josè Rodrigues Dos Santos
Editore: Newton Compton
Pagine: 528
Prezzo ebook: 3,99
Prezzo cartaceo: 12,00
Descrizione:
Un commando di uomini dello Stato Islamico
entra clandestinamente in Vaticano e il papa scompare nel nulla. Qualche ora
più tardi comincia a circolare su internet un video nel quale i terroristi
mostrano il prigioniero facendo un annuncio sconvolgente: il papa sarà
decapitato a mezzanotte in diretta mondiale.
Parte un angoscioso conto alla rovescia,
mentre si scatena il caos. Milioni di persone si riversano in strada, le
tensioni tra cristiani e musulmani aumentano sensibilmente e alcuni Paesi
arrivano addirittura a prepararsi per una guerra imminente.
Tomás Noronha, che sta lavorando ai suoi
studi nelle catacombe di San Pietro, viene immediatamente coinvolto nelle
indagini per scoprire il luogo in cui è nascosto il papa e si imbatte in un
nome enigmatico: Omissis. Che cosa significa?
Seguire questa traccia è l’unica speranza
di trovare il pontefice prima che si scateni una crisi globale, ma addentrarsi
tra le spire di un segreto così oscuro potrebbe richiedere un prezzo altissimo…
La recensione di Miriam:
Tre notissime profezie, quella di Fatima,
di PioX e di Malachia annunciano un evento catastrofico a Roma culminante con
la morte del Papa. Diversi studiosi – così come, ai tempi, lo stesso Pontefice
interessato – ritengono che la predizione si sia avverata con l’attentato a
Giovanni Paolo II, avvenuto nel 1981. Ma sarà davvero così? In effetti, molti
sono i punti delle tre profezie riconducibili a quell’evento; tuttavia, ci sono
anche alcuni particolari che non vi trovano riscontro, primo fra tutti il fatto
che quel Papa è sopravvissuto, mentre le previsioni parlano della sua morte.
In Profezia
vaticana, il Pontefice in carica esprime la certezza che i tre testi
profetici si riferiscano alla sua persona e che la sua morte avverrà per mano
dell’Isis, che gli ha già rivolto delle minacce. Lo rivela allo storico Tomàs
Noronha, giunto in Vaticano per compiere degli studi nelle catacombe di San
Pietro, chiedendogli di aiutarlo ad approfondire la questione.
I timori del Papa, ben presto, si
confermano fondati giacché a distanza di pochissimo, viene sequestrato. Un
gruppo di terroristi islamici rivendica il rapimento attraverso un video
diffuso sul web che mostra il Capo della Chiesa legato e in ginocchio, pronto
per essere giustiziato. Se entro la mezzanotte di quello stesso giorno,
l’occidente non si convertirà all’Islam, o in alternativa pagherà un tributo al
Califfo, la testa del prigioniero cadrà.
Mentre una folla oceanica di fedeli si
accalca in Piazza San Pietro nel tentativo di scongiurare la tragedia con la
preghiera, e l’ispettore Trodela indaga, senza troppa convinzione, Tomàs
Noronha si attiva, al fine di scoprire il luogo in cui il Santo Padre è tenuto
prigioniero ma anche chi e cosa si cela esattamente dietro il suo sequestro. Lo
storico, infatti, è convinto che i terroristi islamici non abbiano agito da
soli, per poter giungere al Papa devono necessariamente aver contato sull’aiuto
di una talpa, un traditore che si aggira proprio in Vaticano. A confermare i
suoi sospetti, è l’appello che lo stesso Pontefice rivolge nel video girato dai
rapitori, una frase all’apparenza priva di particolare significato ma che lo
studioso – esperto fra l’altro di criptoanalisi – riconosce come messaggio in
codice. Sarà proprio da qui che partirà per ricercare la verità in una
disperata e concitata lotta contro il tempo.
Sebbene siano tanti i thriller ambientati
in Vaticano, questo di José Rodrigues dos Santos si distingue per la sua
originalità. A renderlo diverso dal solito è il fatto che la finzione si
introduce in punta di piedi, rimanendo quasi al margine, in una storia che si
nutre di fatti e documenti storici. L’autore ha inventato l’episodio del
sequestro e della pista islamica, ma il vaso di Pandora che questo accadimento
scoperchia attiene alla realtà. Partendo da una premessa di fantasia, ripercorre
con puntualità un lunghissimo quanto triste capitolo della storia delle Chiesa.
Andando a ritroso fino agli anni Settanta, ricostruisce lo scandalo del Banco
Ambrosiano, la morte sospetta di Papa Giovanni Paolo I, i collegamenti fra la
Santa Sede e la Mafia, fino a giungere al coinvolgimento dello IOR in
operazioni di riciclaggio di denaro sporco. Insomma, una lunga storia, torbida,
complessa e tristemente vera che racconta la corruzione della Chiesa, il suo
ruolo da protagonista in affari loschi, che nulla hanno a che vedere con la
salvezza delle anime e che mostrano un totale spregio per l’etica.
Leggendo questo romanzo, inevitabilmente
si rimane avvinti dalla trama avventurosa, intrappolati in un countdown
all’ultimo respiro che rende quasi impossibile staccare gli occhi dalle pagine
– sono più di 500 e personalmente le ho divorate nell’arco di due giorni –, ma
nello stesso tempo si ha l’opportunità di approfondire un argomento scomodo e
di grandissima attualità, di cui forse non si parla mai abbastanza e che offre
davvero interessanti spunti su cui riflettere. L’abilità del narratore si coniuga
con una grande mole di informazioni ricavate da attente ricerche sul tema
(basti dare un’occhiata alla corposa bibliografia in coda per farsi un’idea
degli studi condotti dall’autore), dando vita a un libro che ha tutto il potere
di intrattenimento della fiction ma anche, in diversi passi esplicativi, il
rigore di un saggio.
Una bellissima occasione per godersi una
lettura mozzafiato, che di sicuro conquisterà gli appassionati di thriller, entrando,
nello stesso tempo, nel merito di un’analisi lucida su una serie di verità
spinose, spesso taciute per covenienza.
Intervista all'autore
Cosa
ti ha fornito l’ispirazione per Profezia Vaticana?
JRS: Tempo fa avevo deciso di non
affrontare mai il tema Vaticano. Non perché lo ritenessi delicato, ma perché
sono stati scritti fin troppi romanzi sull’argomento. Il giorno della nomina di
Papa Francesco, tuttavia, mentre seguivo l’evento in televisione, ho visto la
grandezza cesariana della cerimonia, con i vescovi, le Guardie Svizzere, la
folla immensa, gli edifici antichi, e ho pensato: come posso ignorare tale magnificenza?
Cosa c’è dietro questa facciata? Quale bruttezza può nascondere tutta questa
bellezza? Tanta corruzione, di sicuro. Ecco come mi è venuta l’idea di scrivere
Profezia vaticana.
Credi
nella Profezia di Malachia?
JRS: Ci credo e non ci credo. La profezia
esiste e dice che Francesco sarà l’ultimo Papa. È un buon punto di partenza per
un romanzo. Questo Papa sarà l’ultimo come Malachia ha predetto? Sarà
assassinato, come annuncia la Profezia di Fatima? I miei romanzi mescolano
sempre fiction e realtà, e questo mi è sembrato un argomento stimolante di cui
scrivere.
Uno
dei tuoi personaggi principali è l’attuale Papa, Francesco. Quanto è stato
difficile scrivere di una persona così importante mentre è in vita e in carica?
JRS: Beh, a dire il vero, nel libro non
faccio mai il nome “Francesco”. Nel romanzo mi riferisco sempre al “Papa”.
Nessun nome. Quindi, il mio è un Papa immaginario. In ogni caso, ho preso tanto
da Papa Francesco. È stato una fonte di ispirazione, nulla più.
Nel
tuo libro parli della corruzione della Santa Sede, mostri un’istituzione che si
cura del denaro più che delle anime, nonostante ciò che la religione cattolica
predica. Secondo te, questa corruzione può causare una mancanza di fede?
JRS: La corruzione è nella natura umana,
temo. Penso che la realtà emerga chiaramente in questo romanzo. Un famoso
romanziere portoghese, Eça de Queiroz, una volta ha detto “siamo
fatti tutti della stessa sostanza”. Gli uomini di chiesa non fanno eccezione,
anche se hanno la presunzione di essere diversi.
Quale messaggio vuoi che
i lettori traggano dalla lettura del tuo libro?
JRS:
Mi piace mischiare fiction e realtà. Il protagonista si innamora di una
ragazza? Questa è finzione. Il protagonista comprende la corruzione del
pontificato di Giovanni Paolo II? Questa è realtà. Perciò, mentre ti
intrattieni leggendo una storia d’amore con elementi polizieschi e di
spionaggio, apprendi cose vere sul modo in cui funziona il Vaticano, i suoi
peccati, i suoi oscuri segreti – e questa non è fiction, tutti i personaggi e
le situazioni presenti nel libro sono reali. Così, il romanzo va molto oltre la
semplice finzione. Penso che la cosa più importante in letteratura non sia fare
sperimentazioni linguistiche, come alcuni credono. La letteratura riguarda la
verità, è un mezzo per esprimere la verità. Questa è la cosa più importante. Il
Processo di Kafka o 1984 di Orwell non sono grandi libri per il modo in cui
sono scritti, ma per le profonde verità che esprimono.
Cosa ti ha spinto a
scrivere questo genere?
JRS:
La ricerca della verità. La verità nascosta, la verità sconosciuta. Ecco cosa ispira
i miei romanzi. Ecco perché scrivo.
Quali autori ti hanno
influenzato maggiormente e come?
JRS:
Somerset Maugham è quello che mi ha influenzato di più, perché mi ha mostrato
che il romanzo più potente è quello che appare semplice, comprensibile.
Scrivere in modo semplice è difficile. Anche Phillip Roth mi ha influenzato con
la sua ossessione per la verità.
Sei considerato dai
lettori il miglior autore portoghese contemporaneo e i tuoi libri hanno venduto
più di 3 milioni di copie in tutto il mondo. Qual è il segreto del tuo
successo? Perché pensi che i lettori amino così tanto i tuoi libri?
JRS:
Dovrebbero spiegarlo i lettori. Ogni lettore è diverso, perciò sicuramente
ognuno avrà una motivazione differente per leggermi, ma in generale potrei dire
che è perché faccio del mio meglio per spiegare le cose con un linguaggio
semplice e attraente, visivamente ricco come se fosse un film. Le parole non
sono fini a se stesse, sono uno strumento di verità. Sono sempre interessato
alla verità. L’animo umano è affamato di verità e ancora verità, non importa
quanto sia spiacevole, è questo che cerco di trasmettere con i miei romanzi.
Interview
What inspired the idea for
Vaticanum?
JRS: I decided long ago to never touch the subject of
the Vatican. Not because I thought it sensitive, mas because too many novels
were written around it. On Pope Francis inauguration day, however, while I was
watching the procedures through television, I saw all the Cesarian grandeur of
the ceremony, with the bishops, the Swiss guards, the huge crowds, the old
buildings, and I thought to myself: how can I ignore such majesty? What lies
behind all this panache? What ugliness all this beauty hides? A lot of corruption,
surely. That´s how I got the idea for writing Vaticanum.
Do you believe in Malachy’s
Prophecy?
JRS: I don´t believe nor disbelieve. The prophecy is
there and says that Francis is the last Pope. So, it´s a good starting point
for a novel. Is this Pope the last one, as St Malachy predicted? Is he going to
be assassinated, as the Fátima prophecy predicts? My novels always blend fact
and fiction and I consider this an exciting subject to write about.
One of your main characters is
the actual Pope Francis. How difficult was writing about such an important
person when he is alive and in charge?
JRS: Well, actually the book never mentions the name
“Francis”. In the novel he is always referred to as “the Pope”. No names. So,
my Pope is a fictional Pope. However, I did get a lot of things from Pope
Francis. He was a source of inspiration, nothing more.
In your book you speak about
the corruption of the Holy See, you show an institution who cares about money
more than souls, in spite of what catholic religion preaches. In your opinion,
can this corruption cause a lack of faith?
JRS: Corruption is in human nature, I´m afraid. I
think that reality becomes very clear in this novel. A famous Portuguese
novelist, Eça de Queiroz, once famously said “we are all made of the same
stuff”. Churchmen are no exception, even if they pretend to be different.
What message do you want
readers to draw from reading your book?
JRS: I like to blend fiction with non-fiction. Does
the main character fall in love with a girl? That´s fiction. Does the main
character understand the corruption in John Paul II pontificate? That´s
non-fiction. So, while you entertain yourself reading a love story blended with
a detective and espionage story, you learn true things about how the Vatican
works, its sins, its dark secrets – and here it´s no fiction, all the
situations and characters presented in this book are real. Thus, the novel goes
much beyond simple fiction. I believe the most important thing in literature
it´s not about experimenting with language, as some believe. Literature is
about truth, for fiction is a tool to express truth. That´s the most important thing. Kafka´s The
Process and Orwell´s 1984 are great books not because of the peculiar way they
are written, but because the deep truths they expose.
What drove you to write this
genre?
JRS: The search for truth. The hidden truth, the
unknown truth. That´s what drives my fiction. That´s why I write.
Which authors have influenced
you most and how?
JRS: Somerset Maugham is my greatest influence, for he
showed that the most powerful fiction is the one that seems simple, that is
understandable. Writing simple is difficult. Phillip Roth also is an influence
due to his obsession with truth.
You’re considered by readers
Portugal’s best contemporary writer and your worldwide sales exceed 3 million
copies. What’s the secret of your success? Why do you think readers love your
books so much?
JRS: That´s for the readers themselves to explain. Each
reader is different, so each surely has a different motivation when reading me,
but as a general rule I would say that I try my best to explain things in a
simple and attractive language, visually rich as if it was a movie. Words are
not an end in themselves, they are an instrument for truth. I am always
concerned with truth. The human soul is hungry for truth and truth, no matter
how hard an unpleasant it is, is what I try to deliver in my fiction.
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