Titolo: Hellraiser: Il Tributo
Autore: Mark Alan Miller
Traduttore: Francesca noto
Illustrazione di copertina: Daniele Serra
Illustrazioni interne: Clive Barker
Editore: Independent Legions Publishing
Formato: cartaceo e eBook
Pagine: 126
Prezzo eBook: 3,99
Prezzo cartaceo: 13,00
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Prima edizione Italiana della novella
'Hellraiser: The Toll' (2018). Sequel canonico, ideato da Clive Barker e
scritto da Mark Alan Miller, di ‘Schiavi dell’Inferno’ (The Hellbound Heart,
1986) e prequel di ‘Vangeli di Sangue’ (The Scarlet Gospels, 2015). Dal giorno
del suo terribile incontro con i Cenobiti, la vita di Kirsty è cambiata,
trasformandosi in una fuga senza sosta dalle creature infernali che hanno
continuato a darle la caccia. A distanza di trent’anni, protetta da una falsa identità,
spera di essere finalmente al sicuro, ma l’illusione s’infrange quando riceve
una lettera. Un teologo che non ha mai conosciuto sostiene che il portale
sull’Inferno si è riaperto e lei è la sola che possa richiuderlo. Fuggire per
sempre o fronteggiare i demoni del passato tentando di porre fine all’incubo?
La tentazione di continuare a nascondersi è forte, ma Kirsty decide infine di
affrontare il suo destino a testa alta. L’isola del Diavolo, sarà questo il
luogo maledetto quanto misterioso in cui dovrà recarsi per un confronto
definitivo con Pinhead.
La recensione di Miriam:
Trent’anni separano Schiavi dell’inferno
da Vangeli di Sangue, il primo e l’ultimo capitolo della serie di Hellraiser,
nella sua versione letteraria. Il Tributo si pone nel mezzo, offrendosi come
un anello di congiunzione fra l’inizio e l’epilogo della storia. Si tratta di
una novella che funge appunto da raccordo fra le due parti, offrendo al lettore
informazioni utili a completare il quadro d’insieme, nonché un piccolo
approfondimento su due personaggi chiave: Kirsty, scampata alle grinfie dei
Cenobiti nel libro di apertura e Pinhead, il demone dai mille nomi ma un solo
volto inconfondibile, divenuto emblema della stessa saga.
Un esperimento interessante e, da un certo
punto di vista insolito, giacché a occuparsi della scrittura non è direttamente
Barker ma il suo braccio destro Mark Alan Miller (Vice-Presidente della sua
società di produzione Seraphim). Un lavoro di squadra, insomma, che vede
l’autore originario rimanere dietro le quinte a dirigere, sebbene il risultato
sorprenda per la forte omogeneità con il suo stile – in alcuni passi si ha la
netta sensazione di riconoscere la sua impronta.
Protagonista è Kirsty che, dopo il suo
primo incontro con i Cenobiti, si è trasformata in una fuggiasca. Per decenni
ha girovagato per il mondo, sotto false identità per sfuggire ai demoni che non
hanno mai smesso di darle la caccia. Cronologicamente la novella si colloca poco prima degli accadimenti di Vangeli di sangue, il salto temporale
dall’esordio rimane, ma la piccola nicchia narrativa costruisce un ponte fra le
due parti. La storia inizia nel momento in cui la lunga fuga di Kirsty giunge
al capolinea. Un teologo che non conosce le invia una lettera per comunicarle
che il portale sull’inferno si è riaperto e i demoni stanno tornando. Il
professore è convinto che lei sia la sola a poterlo richiudere, ponendo fine
all’incubo, e la invita a farlo per la salvezza sua e dell’intera umanità. Lei,
ovviamente, preferirebbe sottrarsi, ma un’esistenza spesa nella paura,
continuamente costretta a nascondersi, forse non vale nemmeno la pena di essere
vissuta, così alla fine decide di farsi coraggio e affrontare il suo peggior
incubo: Pinhead (per lei l’Uomo Freddo). Per farlo dovrà recarsi sull’Isola del
Diavolo, un fazzoletto di terra al largo delle coste della Guyana Francese, un
tempo colonia penale: è lì che il Cenobita l’attende per il confronto finale.
Come prevedibile, molteplici sono i
richiami agli eventi pregressi (come riferimento viene presa la trama del film
che contiene piccole differenze rispetto al libro), ma vengono ricostruiti in
maniera tale che anche chi non avesse letto Schiavi dell’inferno, o non avesse
visto il film, potrebbe seguirne tranquillamente il filo.
Il fatto che l’Isola del Diavolo, con la
sua storia maledetta, pur offrendo uno scenario ricchissimo di suggestioni,
rimanga solo sullo sfondo mi è un po’ dispiaciuto. Ammetto che avrei voluto
addentrarmi nei suoi segreti e scoprire qualcosa in più su questo luogo che, in
effetti potrebbe offrire materiale a sufficienza per un intero romanzo; d’altra
parte mi rendo conto che avventurarsi nei suoi meandri avrebbe comportato il
rischio di un deragliamento dal filone principale e dall’obiettivo di questa
particolare opera, per cui la scelta dell’autore rimane più che comprensibile.
Un tassello, piccolo quanto prezioso che
completa il diabolico mosaico di Hellraiser, irrinunciabile tanto più perché il
volume contiene anche alcune illustrazioni di Barker, di sicuro un importante
valore aggiunto per i suoi fan.
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