Buongiorno cari follower,
benvenuti al Review Party dedicato a Rapimento e riscatto di
Vito Bruschini (Newton Compton), un romanzo ispirato alla vera storia del
rapimento di Paul Getty, erede dell’uomo più ricco del mondo.
Titolo: Rapimento e riscato
Autore: Vito Bruschini
Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Prezzo ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 10,00
Descrizione:
John Paul Getty III, nipote sedicenne di un ricchissimo
petroliere americano, scompare a Roma nella notte del 10 luglio 1973 nei pressi
di piazza Farnese. Capelli lunghi e atteggiamento anticonformista, il ragazzo
frequenta l’ambiente bohémien della capitale, tra Campo de’ Fiori, Santa Maria
in Trastevere e Piazza Navona. All’inizio la notizia non ha grande eco sugli
organi di informazione: tre mesi dopo la sua sparizione, la famiglia e gli
investigatori non sono ancora certi se si tratti di un vero sequestro o
piuttosto sia una messinscena del giovane per estorcere una montagna di soldi
all’avaro nonno. Ma quando viene recapitata al quotidiano Il Messaggero una
busta con un orecchio mozzato del giovane Getty non ci sono più dubbi. Il gesto
brutale impressiona l’opinione pubblica italiana e internazionale e quello del
sequestro Getty diventa il caso più seguito dai media di tutto il mondo.
Ambientato nella Roma della Meglio Gioventù, lo straordinario racconto di un
dramma familiare, umano e politico che ha segnato un’epoca e l’ingresso
trionfale della ’Ndrangheta nelle cronache e nel tessuto sociale del nostro
Paese degli anni a venire.
La recensione di Miriam:
Ispirato a un reale fatto di cronaca, Rapimento e riscatto ricostruisce la vicenda, in chiave romanzata,
del sequestro di Paul Getty, nipote di un noto petroliere miliardario, avvenuto
a Roma nel 1973.
Il libro si apre con una rapida panoramica sulla capitale di
quei tempi, che mette a fuoco l’ambientazione socioculturale e nello stesso
tempo alcuni personaggi chiave della storia. Da un lato conosciamo la vittima,
Paul Getty, un ragazzo viziato che, sedotto dallo stile di vita bohémien, si è
allontanato dalla famiglia. Sessioni di pittura per strada, festini a base di
alcol, droga e sesso: sono queste le attività che scandiscono le sue giornate.
È un articolo apparso su un giornale, che lo identifica come
il nipote dell’uomo più ricco del mondo, ad attirare l’attenzione di un
gruppetto di malavitosi. Sarchiapone, Dalmata, Findus, Ferce Azzurra, Topo
Gigio sono i componenti della batteria di Ponte Sisto, criminali di bassa lega
che arrotondano i loro stipendi da fame dedicandosi a piccoli furti. In Paul
vedono l’occasione per compiere il grande salto: un colpo diverso dal solito
che potrebbe fruttare loro un mucchio di soldi. Se lo rapissero, la sua
facoltosa famiglia sarebbe di certo disposta a pagare un riscatto a parecchi
zeri. L’impresa non è alla loro portata, non hanno la giusta esperienza e
nemmeno i mezzi per mettere in pratica questo folle piano, tuttavia i ragazzi
non demordono e studiano un valido compromesso: demanderanno il compito a gente
più qualificata, loro si limiteranno a fare da gancio accontentandosi solo di
una percentuale sul guadagno. Del resto la misera quota di una cifra
astronomica non può che essere comunque appetitosa.
È così che entra in gioco la ’ndrangheta calabrese e la
partita ha inizio.
Il romanzo si sviluppa come un thriller adrenalinico, a
partire dal momento in cui Paul viene catturato, seguiamo tutte le tappe della
sua lunga prigionia, tappe scandite da vari spostamenti nel territorio impervio
dell’Aspromonte – è lì che il giovane verrà nascosto – nonché dalle violenze
che subirà, e che culmineranno nell’amputazione di un orecchio.
Contemporaneamente, assistiamo alle estenuanti trattative
con i rapitori, ma anche a quelle all’interno della famiglia Getty che, sin dal
primo momento si ritroverà divisa. Mentre la madre di Paul, Gail, è propensa a
pagare il riscatto ed è determinata a fare qualsiasi cosa pur di salvare suo
figlio, il padre e il nonno si mostrano cinici, indifferenti alle sorti del
consanguineo, di sicuro più attaccati ai soldi, che non intendono assolutamente
mollare. Il vecchio petroliere si giustifica dicendo che cedere alle richieste
dei sequestratori significherebbe incoraggiarli, ne fa dunque una questione di
principio, ma fino alla fine rimarrà il dubbio sulla sincerità delle sue
affermazioni, meno convincenti dell’avarizia che lo contraddistingue.
Scavando con crudo realismo e grande credibilità in un
terribile dramma familiare, Vito Bruschini non solo imbastisce una trama in
grado di tenerci con il fiato sospeso ma esplora pregi e difetti dell’animo
umano, e nello stesso tempo mette a fuoco un triste momento storico, quello in cui la ’ndrangheta
esce dai ristretti confini locali e inizia a mettere radici profonde nel
tessuto sociale del nostro paese. Il sequestro Getty si inserisce, infatti, in
un disegno criminoso più ampio, più ambizioso, giacché i suoi ideatori si
prefiggono di utilizzare i soldi del riscatto per introdursi nel narcotraffico.
La lettura si rivela sconvolgente sotto diversi punti di
vista. Da un lato si rimane agghiacciati dalla freddezza dei rapitori, dalla
disinvoltura con cui trattano un essere umano alla stregua di un semplice
oggetto per raggiungere il loro scopo; dall’altro si rimane profondamente
turbati dal cinismo che connota gli uomini della famiglia Getty, dalla
solitudine, dal vuoto che si percepisce a monte nella vita di Paul. Dal mio
punto di vista questo è l’aspetto più triste dell’intera vicenda, quello che mi
ha destabilizzata più di tutto. Il giovane rapito viene letteralmente
abbandonato nelle mani dei suoi aguzzini, proprio da coloro che dovrebbero
amarlo e proteggerlo, e che invece lo immolano in nome del dio denaro. L’autore
riesce a rendere con grande efficacia, e attraverso passi toccanti, gli stati
d’animo dei protagonisti, esplorando l’angoscia di Paul, l’indifferenza del
padre e del nonno ma anche l’amore incondizionato della madre che, sebbene
messa all’angolo, lotta contro tutto e tutti pur di riavere suo figlio, e alla
fine vince.
Nessun commento:
Posta un commento