Review party: Il giallo di Villa Ravelli
Buongiorno cari follower,
benvenuti a un nuovo Review Party. Oggi ho il piacere di parlarvi de Il giallo di Villa Ravelli di Alessandra Carnevali (Newton Compton), un poliziesco in perfetto stile Agatha Christie che sicuramente conquisterà gli appassionati del genere.
Titolo: Il giallo di Villa
Ravelli
Autore: Alessandra Carnevali
Editore: Newton Compton
Pagine: 256
Prezzo eBook: 2,99
Prezzo cartaceo: 9,90
Descrizione:
Non c’è pace per il commissario
Adalgisa Calligaris. Pensava di poter staccare la spina, dopo il suo
trasferimento a Rivorosso, e invece, risolto un caso, in meno di
ventiquattr’ore se ne presenta un altro. Il corpo senza vita di Silvia Ravelli
è stato trovato dalla sorella, Antonia, nel salotto della sua villa. È un colpo
d’arma da fuoco ad averla uccisa, ma non c’è traccia della pistola. Con l’aiuto
del magistrato Gualtiero Fontanella, il commissario Calligaris scopre che tra
le due sorelle non correva buon sangue, a causa dell’eredità di uno zio. Ma
Adalgisa capisce ben presto che, se vuole arrivare alla verità, deve allargare
il suo raggio d’indagine. Soprattutto quando le vittime aumentano e la lista
dei sospettati si allunga: l’imprenditore agricolo Giorgio Moretti, l’ex di
Silvia Ravelli; il notaio Paride Calzone; il ricco compagno di Antonia Ravelli,
Luigi Corbellini, vecchia conoscenza del commissario, oltre a una serie di
figure losche legate al mondo della malavita e al gioco d’azzardo. Come in un puzzle
all’inizio indecifrabile, i contorni della vicenda si vanno a mano a mano
delineando. Il colpo di scena finale è assicurato…
La recensione di Miriam:
A Rivorosso Umbro la vita scorre monotona, come in tutte le
piccole comunità. Adalgisa Calligaris sembra godersi una pausa di assoluta pace,
giacché a eccezione delle frequenti incursioni del contadino Gervasio Mecchi,
contrariato dalla recente presenza di una troupe televisiva giunta sul posto
per scegliere la location di un nuovo reality show, disturbando le sue mucche,
anche in commissariato tutto tace. Finalmente Adalgisa può tirare il fiato e
dedicarsi al suo vizietto tutt’altro che nascosto: prendere d’assalto il banco
dell’usato al mercato in compagnia della Banda
della Maglina, un gruppo di simpatiche habitué che come lei amano dedicarsi
agli acquisti a basso costo.
La quiete tuttavia viene bruscamente interrotta quando la
scrittrice di gialli Silvia Ravelli viene ritrovata morta nel salotto della sua
villa. A ucciderla è stato un colpo di arma da fuoco, ma della pistola non c’è alcuna traccia.
Suicidio o omicidio? Questo è il primo quesito da risolvere
per la Calligaris, ma non è che il primo di una lunga serie poiché il caso si
rivelerà ben presto più complicato del previsto.
Un’eredità contesa, vecchi dissapori fra sorelle, un segreto
di famiglia e sullo sfondo lo spettro del gioco d’azzardo: sono alcuni degli
elementi che gradualmente affiorano andando a comporre un puzzle complesso.
Sempre più si rafforza il sospetto che Silvia Ravelli non si sia tolta la vita
ma sia stata uccisa da qualcuno, poiché dietro la facciata di un’esistenza
banale e pacifica si scoprono intrighi e loschi affari, e più le indagini
procedono più la rosa dei sospetti si allarga.
È un giallo in perfetto stile Agatha Christie quello
confezionato da Alessandra Carnevali, il classico rompicapo che accende la
nostra curiosità e ci spinge ad aguzzare l’ingegno nella speranza, magari, di
cogliere qualche indizio prima ancora del commissario e precederlo nella
soluzione del mistero.
Una lettura godibilissima per gli amanti del genere resa
ancor più sfiziosa dal contesto e dalla frizzante ironia che contraddistingue
lo stile di questa autrice.
Nell’appassionarci al caso, non possiamo fare a meno di
guardarci intorno, di lasciarci trascinare dalle atmosfere, dalle consuetudini,
dai tratti tipici di un piccolo centro abitato in cui un po’ tutti si conoscono
e il pettegolezzo è parte integrante del
paesaggio.
Quasi una Miss Marple in versione più giovanile, la
Calligaris non si propone come il classico commissario tutto d’un pezzo e ligio
alle convenzioni. Sebbene sia dotata di un’indole battagliera e per nulla incline alle smancerie, Adalgisa
è perfettamente integrata nella comunità; non è vista solo come una
rappresentante delle istituzioni ma come conoscente, amica, confidente. Il suo
lavoro non si ferma al commissariato e agli interrogatori ufficiali ma si
protrae e spesso trova gli spunti più interessanti fuori, quando la donna si
ferma al bar Celestino per una
tramezzino e due chiacchiere al volo o quando si intrattiene fra le bancarelle
del mercato.
La trama poliziesca si inserisce così in una cornice
sfiziosa, fatta di quotidianità e piccoli dettagli che odorano di casa e
assorbono le sfumature del territorio circostante, a partire dallo stesso
registro linguistico che si colorisce nei numerosi dialoghi in dialetto.
Leggendo ci si appassiona al giallo, ci si sente spinti a
voltare le pagine con rapidità per scoprire come andrà a finire ma nello stesso
tempo ci si affeziona ai personaggi e ci si diverte. Spassosissimi sono gli
intervalli in cui si inserisce Mecchi, il contadino, che sforzandosi di darsi
un tono in presenza del commissario si lascia sfuggire innumerevoli
strafalcioni esilaranti.
Un poliziesco costruito con ingegno in cui folklore e
mistero si fondono generando un mix davvero irrsistibile.
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