Anteprima: Cesare l'immortale di Franco Forte
Titolo: Cesare l'immortale
Autore: Franco Forte
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 356
Prezzo: 19,00
Descrizione:
Giulio Cesare non è morto
Giulio Cesare è tornato a combattere
Giulio Cesare è tornato a combattere
È questa la suggestione da cui parte il nuovo romanzo di Franco
Forte: e se Giulio Cesare non fosse morto, durante la congiura delle Idi di
marzo? Se avesse finto di essere stato ucciso da ventitré pugnalate ma in
realtà si fosse trattato di una messinscena? Se il dittatore di Roma non avesse
voluto altro che sottrarsi agli impegni assillanti di governo e agli intrighi
di palazzo, per tornare a combattere al comando delle sue legioni? Portando con
sé gli stessi uomini che sono passati alla storia come i suoi assassini, come
Bruto e Cassio, e figure di grande rilievo come Crasso, Lucullo e lo stesso
Cicerone, che nonostante lo avesse sempre osteggiato non poteva fare a meno di
ammirarlo? Se fosse stato tutto preparato ad arte per dare la possibilità a
Cesare di sparire da Roma e mettersi al comando di una legione addestrata in segreto
da altri suoi uomini fidati, come il possente Spartaco, il cui corpo alla morte
non fu in realtà mai ritrovato? Se tutto questo fosse vero e la Legio
Caesaris esistesse da qualche parte, pronta a raggiungere i confini del
mondo per scoprire nuovi territori e combattere contro le popolazioni barbare
che vi abitano, alla ricerca del segreto più ambito della storia umana, ovvero
la vita eterna? Un segreto su cui Cesare ha sempre voluto mettere le mani?
Questa è la saga della “Legione ai confini del mondo”. La saga che fa rivivere
le gesta del grande Giulio Cesare stratega e combattente…
La saga
Contrariamente a quanto
ci è sempre stato fatto credere, Giulio Cesare non è morto il giorno delle Idi
di marzo del 44 a.C.. Stanco della vita fatta di intrighi politici e battaglie
verbali con i senatori della Curia romana, ha inscenato la propria morte
insieme a Bruto. E dopo essere scomparso dalla vita politica di Roma, è tornato
ad assumere il ruolo che ha sempre amato, e in cui ha saputo dare il meglio di se
stesso: è tornato a combattere al comando di un manipolo di uomini bene
addestrati e pronti a tutto, la Legio Caesaris, la legione ai confini
del mondo, della cui esistenza nessuno è al corrente, e che ha come missione
principale quella di esplorare nuove terre oltre i confini dell'impero, per
scoprire ricchezze e tesori, sottomettere le combattive popolazioni barbare
come già Cesare fece con i Galli, e indagare e verificare tutti gli elementi
soprannaturali, magici o misteriosi che hanno dato vita alle leggende più
fantasiose nei territori inesplorati ai confini del mondo. Perché Giulio Cesare
ha uno scopo ben preciso in mente: vuole scoprire il segreto della vita eterna,
per continuare a essere il generale capace di sottomettere i popoli al suo
volere, in previsione di un ritorno trionfale a Roma, dove farà piazza pulita
dei suoi nemici e regnerà come imperatore assoluto. Per sempre.
Fra gli uomini della Legio
Caesaris ci sono figure importanti e carismatiche dell'epoca di Giulio
Cesare, che lui ha fatto uscire di scena fingendo delle morti improvvise, e che
ha riunito sotto il suo comando: Marco Licinio Crasso, che fondò con lui il
primo triumvirato e lo spronò a raggiungere l'imperium, che finse la
morte nel 53 a.C. durante la disfatta di Carre in cui si defilò insieme al
figlio Publio Licinio Crasso; Spartaco, che venne apparentemente ucciso da
Crasso nel 71 ma fu il primo incaricato a reclutare gli uomini migliori per
mettere insieme la Legio Caesaris. E perfino Cicerone, uno dei nemici
politici più acerrimi di Giulio Cesare, che però non ha mai mancato di
apprezzarne il rigore morale, la razionalità e la capacità di analizzare le
situazioni in modo oggettivo: un elemento indispensabile per dare equilibrio
alla sua Legione. Per questo Cesare si presenta a lui nel 43 a.C., l'anno dopo
la sua finta morte, e lo sorprende, chiedendogli di unirsi alla Legio
Caesaris, per seguirlo alla ricerca del segreto dell'immortalità.
Un'offerta che Cicerone non può rifiutare.
In questo gruppo di
personaggi così straordinari, non potrà mancare una donna altrettanto
straordinaria: Calpurnia, la moglie di Cesare. Che resterà a fianco del suo
uomo per dargli quell'appoggio morale ed emotivo che solo una donna innamorata
può concedere.
Il primo romanzo della
serie parte proprio dall'uccisione di Giulio Cesare nella Curia, per farci
vedere la sua "rinascita" in un luogo segreto, la riunificazione con
Crasso, Spartaco e gli altri della Legio Caesaris, e l'organizzazione
della prima spedizione militare ai confini del mondo, nelle terre e nei mari
ghiacciati oltre la Britannia del nord. Prima di partire, però, Cesare capisce
che ha bisogno di dare più equilibrio alla sua squadra, e si presenta da
Cicerone, pronto a ucciderlo se il vecchio retore dovesse rifiutare la sua
proposta di unirsi a loro. Ma Cicerone accetta, e la Legio Caesaris
adesso finalmente è pronta. Cesare può portarla ai confini del mondo, a
scoprire nuovi territori e nuove genti, a combattere per dominare il mondo
sconosciuto oltre i confini dell'impero romano, senza mai dimenticare il suo
obiettivo primario: scoprire il segreto dell'immortalità, che si tramanda nelle
leggende e che lui è convinto sia un dono che gli dei faranno all'uomo che avrà
la forza e il coraggio di affrontare sfide impossibili, combattendo contro le
creature mitiche e terribili che popolano le terre e i mari ancora inesplorati
del mondo. Un uomo come lui.
L'autore
Franco Forte nasce a Milano nel 1962.
Giornalista, traduttore, sceneggiatore, editor delle collane edicola Mondadori
(Gialli Mondadori, Urania e Segretissimo), ha pubblicato i romanzi Cesare
l'immortale, Caligola – Impero e
Follia, Il segno dell’untore, Roma in fiamme, I bastioni del coraggio, Carthago,
La Compagnia della Morte, Operazione Copernico, Il figlio del cielo, L’orda d’oro – da cui ha tratto per Mediaset uno sceneggiato tv su
Gengis Khan –, tutti editi da Mondadori, e La
stretta del Pitone e China killer
(Mursia e Tropea). Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su
Giulio Cesare e ha collaborato alle serie “RIS – Delitti imperfetti” e
“Distretto di polizia”. Direttore della rivista Writers Magazine Italia
(www.writersmagazine.it), ha pubblicato con Delos Books Il prontuario dello scrittore, un manuale di
scrittura creativa per esordienti. Il suo sito: www.franco-forte.it
INTERVISTA A FRANCO FORTE
Chi
è Franco Forte? Non solo come
autore ormai apprezzatissimo di romanzi storici e thriller, ma anche come
persona. E quale rapporto c'è con la scrittura e con gli scrittori,
professionisti o esordienti che siano?
Franco Forte è un “giovincello”
di 54 anni ossessionato dalla scrittura, che con il tempo ha deciso di fare di
questa passione anche un mestiere. E non è stato facile. Ora che faccio lo
scrittore e l'editor di svariati progetti editoriali, ho un rapporto magnifico
con gli scrittori: non tengo per me, infatti, i segreti che ho appreso in tanti
anni di frequentazione del mondo editoriale, ma li diffondo, alla ricerca di
altri bravi autori da far crescere e pubblicare. E forse sono anche un illuso,
perché combatto ormai da anni quella che sembra una battaglia persa (anche se
intendo, prima o poi, vincerla): convincere i lettori che non devono disdegnare
per pregiudizio gli autori italiani, ma almeno dare loro una chance di essere letti e giudicati per
ciò che hanno scritto. Dopodiché, ne sono sicuro, si renderanno conto che anche
noi italiani siamo capaci di confezionare belle storie che si leggono con
piacere.
Per
te è così importante scrivere? E da dove arrivano le idee per i tuoi romanzi?
Be', fare a me questa domanda
sarebbe come chiedermi: che cosa significa per te respirare? La risposta è
facile: vivere! Detto questo, le mie storie prendono vita nella mia testa,
nella mia anima e nei liquidi del mio corpo, dopodiché vengono trasferite nel
PC come flussi di idee ed emozioni amalgamati dalla passione e da tanta
tecnica, che ritengo indispensabile quando si vuole confezionare un prodotto
professionale (e questo devono essere, comunque li si guardi, i romanzi che
ambiscono ad arrivare sugli scaffali delle librerie).
È
accaduta la stessa cosa con “Cesare l'immortale”? Com'è nata l'idea di questo
romanzo?
Il libro nasce da lunghi anni di
studi su questo straordinario personaggio (ci ho anche scritto uno sceneggiato
andato in onda su Mediaset), che mi hanno fatto pensare: ma perché un uomo del
genere, così forte, intelligente, astuto, si è fatto ammazzare come uno
sciocco? Perché ha ignorato tutti coloro che lo avevano avvertito in modo
chiaro che ci sarebbe stato un attentato, il giorno delle Idi di marzo? E
perché, proprio pochi giorni prima, pur sapendo dei pericoli che correva, si è
liberato della sua guardia personale? Tutte contraddizioni che non hanno mai
avuto senso, per me, e che sono agli atti della storia ufficiale, non le ho
certo inventate io. Ed ecco l'idea: ovvio, in realtà Cesare non era affatto uno
sprovveduto, e non si è fatto uccidere proprio dalle persone che gli erano più
vicine, come Decimo e Bruto. Anzi, è stato lui a organizzare tutto, fingendo la
congiura e la sua morte per sparire da Roma e dall'ambiente marcio e corrotto
dell'Urbe e tornare a fare quello che gli è sempre venuto meglio: combattere.
Magari alla testa di una legione, la Legio
Caesaris, assemblata in segreto nel tempo, pronta a partire con lui verso i
confini del mondo, per cercare l'unica cosa a cui un personaggio come Cesare
teneva davvero: il segreto dell'immortalità! Ho costruito insomma un'ucronia
storica, in cui tutto è inventato ma assemblato all'interno di una
ricostruzione storica assolutamente plausibile e coerente con tutto ciò che
sappiamo di Giulio Cesare e del mondo dell'epoca.
Puoi
farci leggere un passo del libro che credi possa rappresentare il romanzo e la
tua idea di ciò che significa essere scrittori?
Be', in “Cesare
l'immortale” di passi così ce ne sono tanti, ma forse un brano in particolare
mi sembra più interessante. L'ho messo in bocca a un altro straordinario
personaggio che anima il libro, Cicerone. Il grande oratore si trova nella sua
villa di Formia, braccato dagli uomini di Marco Antonio che vogliono ucciderlo,
e si sta preparando a fuggire verso la Grecia. A un certo punto, c'è questo dialogo:
«Ormai è tutto
pronto» lo riscosse Tirone, il suo fedele liberto che aveva affrancato dieci
anni prima, dopo la morte di Crasso nella disfatta di Carre. «Restano solo da
raccogliere le ultime carte, le più preziose.»
Cicerone trattenne una risata
amara.
«Si dice che le opere redatte in
punto di morte siano le più efficaci, non è così?» Raccolse la pergamena su cui
aveva scritto le ultime righe del suo De Officiis e la mostrò a Tirone. «Quindi
quest'opera resterà la migliore che ho scritto? Quella che i posteri
ricorderanno e si tramanderanno?»
Il liberto restò a fissarlo in
silenzio per qualche istante, con una di quelle espressioni piene di pazienza e
commiserazione che tanto contribuivano a innervosire Cicerone, poi sollevò le
mani come a volersi rifiutare di raccogliere la pergamena che lui gli porgeva.
«Tutto ciò che hai scritto
resterà ai posteri» si decise alla fine a ribattere, con la mancanza di
soggezione nei suoi riguardi che lo caratterizzava, e che era la virtù che
Cicerone gli riconosceva di più. «Ma non ora, né fra dieci anni. E il De
Officiis non sarà il tuo ultimo capolavoro, ne sono più che certo.»
«I capolavori non li scrivono
gli uomini in vita, ricordalo» lo punzecchiò ancora Cicerone. «Solo i morti. O
gli dei.»
«Be', tu non
sei né l'uno né l'altro» grugnì Tirone. «Eppure quello che scrivi è sulla bocca
di tutti e miete più vittime della spada.»
Ecco, questo è
proprio quello a cui dovrebbe aspirare ogni scrittore...
I
tuoi prossimi progetti?
Sono sempre al lavoro! Mai fermarsi, altrimenti non si arriva da nessuna
parte. Dopo “Cesare l'immortale” sto lavorando su altri romanzi, fra cui il
seguito della saga della Legione ai confini del mondo (questa volta porterò
Cesare alle foci del Nilo, affiancandogli una guida d'eccezione: Cleopatra...)
ma anche su nuove collane editoriali, su sceneggiature di film e serie
televisive, su programmi per la TV di vario genere (alcuni anche da condurre
personalmente) e molto altro ancora. Insomma, cari amici, è proprio vero che
chi si ferma... è perduto
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