Recensione: Time Warp
Titolo: Time Warp: L'antologia che controlla il tempo
Autori: AA.VV
Editore: Limana Umanita
Prezzo: 12 euro
L'antologia
è acquistabile sul negozio online di Limana Umanìta: www.limanaumanita.com/shop/negozio-online.
Descrizione:
Tutti pronti a viaggiare nel tempo? Arriva “Time warp – storie ai
confini del tempo e ritorno”, l'antologia di utopie, distopie, ucronie,
fantastoria, pasticci temporali e molto altro, in grado di condurre i lettori
avanti e indietro tra i flussi e riflussi della Storia. Tra varchi temporali e
paradossi, i protagonisti di queste dodici storie rappresentano le
geniali intuizioni di altrettanti autori emergenti italiani, che
alterano il corso dei calendari e delle lancette, e che danno alla Storia che
studiamo nei libri delle svolte inaspettate, offrendo visioni di un ipotetico
futuro o di un nuovo e mai scritto passato. In questi racconti il tempo non
procede in una sola direzione, e la lettura regalerà brividi di piacere e quel
pizzicorio adrenalinico di chi ha appena piegato le leggi della realtà.
Time warp è la nuova pubblicazione nata dalla consolidata
collaborazione tra la casa editrice Limana Umanìta e l'agenzia di
consulenze editoriali Scriptorama. Come di consueto l'antologia è il
risultato dell'omonimo premio letterario che si è svolto inizialmente
sul forum Limana Umanìta (www.limanaumanita.com/shop/forum).
Qui agli autori è stato chiesto di pubblicare gli incipit dei propri
racconti, per aprire un dialogo e un confronto con gli altri scrittori in
gara. Essi sono ancora oggi consultabili sulle pagine del forum, e
rappresentano appena un assaggio delle storie di questa nuova pubblicazione.
Dopo la selezione della giuria tecnica, e il necessario passaggio di editing a
cura dei professionisti di Scriptorama, l'antologia ora è pronta per
raggiungere i lettori con le sue storie fuori e oltre il tempo.
La recensione di Miriam:
Che lo si percepisca come lineare, circolare, come categoria
assoluta o proiezione della nostra mente, il tempo è parte integrante del
nostro vivere, o il nostro vivere è contenuto nel tempo. Da secoli ci
interroghiamo sulla sua essenza e ci confrontiamo con il suo inesorabile
scorrere − reale o fittizio che sia. D’altra parte non potrebbe essere
altrimenti, giacché l’avere o non avere più tempo può fare la differenza tra la
vita e la morte.
Padroneggiarlo, allungarlo, piegarlo al nostro volere rappresenta una grandissima tentazione e, di sicuro, ciascuno di noi ne sarà stato sfiorato almeno una volta. Gli autori di questa raccolta non hanno fatto altro che assecondarla, lasciarsi andare sulla curva temporale e farsi condurre dall’immaginazione lì dove l’impossibile diviene realtà.
È così che nasce Time Warp, un’antologia tematica che raggruppa dodici racconti, tutti ispirati dal tempo. Si tratta di scritti diversi tra loro per taglio e contenuti poiché ciascuno scrittore ha avuto facoltà di interpretare il tema a suo piacimento e dando libero sfogo alla sua personale fantasia, tuttavia risultano tutti accomunati da una duplice componente fantastica e speculativa, forse proprio in virtù della tentazione a cui facevo cenno prima. Ogni autore ha, infatti, immaginato di poter forzare il corso naturale degli eventi, di poter viaggiare avanti e indietro nel tempo modificando il passato o inseguendo il sogno dell’eternità, non mancando però di soffermasi a valutare le conseguenze di simili azioni.
Uno sguardo al futuro ci mostra così uno scenario in cui i viaggi temporali sono possibili ma la tentazione di modificare ciò che è stato, anziché limitarsi solo a osservare, è passibile di condanna (Verso la porta che mai prenderemo); o ancora, un’umanità che, grazie al prodigioso K2, ha conquistato il privilegio della vita eterna ma si ritrova a dover gestire il problema della sovrappopolazione costringendosi a ricorrere a rimedi estremi (Per sole diecimila monete).
Un tram prodigioso ci conduce nel passato trasformando in realtà il sogno di recuperare una giovinezza perduta (Il tram del tempo) mentre, altrove, la possibilità di invertire il corso del tempo si concretizza esigendo un salatissimo tributo da chi la esercita: minuti o giorni in cambio di ricordi (Il tiranno).
Non va meglio agli abitanti di Stuna che possono scegliere se abitare a Stuna di Sopra, lì dove il tempo è accelerato, o a Stuna di sotto, lì dove il tempo scorre a rilento, ritrovandosi spesso a vivere vite che seguono un ritmo incompatibile con quello scelto dai propri cari (Stuna di sopra e Stuna di sotto).
Qualcuno ci fa saltare sulla macchina del tempo per portarci all’epoca della prima guerra mondiale e farci assistere a un trapianto di cuore atto a salvare una vita che si era persa (Scelta di campo); qualcun altro, con aria più scanzonata, ci accompagna alla ricerca della Beatrice di Dante per poter meglio comprendere le motivazioni del Sommo Poeta (Quanto era gnocca Beatrice).
Padroneggiarlo, allungarlo, piegarlo al nostro volere rappresenta una grandissima tentazione e, di sicuro, ciascuno di noi ne sarà stato sfiorato almeno una volta. Gli autori di questa raccolta non hanno fatto altro che assecondarla, lasciarsi andare sulla curva temporale e farsi condurre dall’immaginazione lì dove l’impossibile diviene realtà.
È così che nasce Time Warp, un’antologia tematica che raggruppa dodici racconti, tutti ispirati dal tempo. Si tratta di scritti diversi tra loro per taglio e contenuti poiché ciascuno scrittore ha avuto facoltà di interpretare il tema a suo piacimento e dando libero sfogo alla sua personale fantasia, tuttavia risultano tutti accomunati da una duplice componente fantastica e speculativa, forse proprio in virtù della tentazione a cui facevo cenno prima. Ogni autore ha, infatti, immaginato di poter forzare il corso naturale degli eventi, di poter viaggiare avanti e indietro nel tempo modificando il passato o inseguendo il sogno dell’eternità, non mancando però di soffermasi a valutare le conseguenze di simili azioni.
Uno sguardo al futuro ci mostra così uno scenario in cui i viaggi temporali sono possibili ma la tentazione di modificare ciò che è stato, anziché limitarsi solo a osservare, è passibile di condanna (Verso la porta che mai prenderemo); o ancora, un’umanità che, grazie al prodigioso K2, ha conquistato il privilegio della vita eterna ma si ritrova a dover gestire il problema della sovrappopolazione costringendosi a ricorrere a rimedi estremi (Per sole diecimila monete).
Un tram prodigioso ci conduce nel passato trasformando in realtà il sogno di recuperare una giovinezza perduta (Il tram del tempo) mentre, altrove, la possibilità di invertire il corso del tempo si concretizza esigendo un salatissimo tributo da chi la esercita: minuti o giorni in cambio di ricordi (Il tiranno).
Non va meglio agli abitanti di Stuna che possono scegliere se abitare a Stuna di Sopra, lì dove il tempo è accelerato, o a Stuna di sotto, lì dove il tempo scorre a rilento, ritrovandosi spesso a vivere vite che seguono un ritmo incompatibile con quello scelto dai propri cari (Stuna di sopra e Stuna di sotto).
Qualcuno ci fa saltare sulla macchina del tempo per portarci all’epoca della prima guerra mondiale e farci assistere a un trapianto di cuore atto a salvare una vita che si era persa (Scelta di campo); qualcun altro, con aria più scanzonata, ci accompagna alla ricerca della Beatrice di Dante per poter meglio comprendere le motivazioni del Sommo Poeta (Quanto era gnocca Beatrice).
Quasi sempre il viaggio a ritroso si combina con tentativi,
più o meno riusciti, di correggere il passato nella speranza di garantirsi un
futuro migliore. A volte, a guidare l’impresa, è il desiderio di sconfiggere la
morte strappando alle sue grinfie una persona amata. È il caso di Emma che, infilandosi in una
fessura temporale, spera di riportare al presente la figlia perduta venti anni
prima (I gatti di Fontana Mare) o di
Eisabeth, altra madre coraggio, che torna nel passato per impedire il suicidio
di suo figlio (Mai più soli).
In altri casi si tratta di imprese ad ampio raggio il cui obiettivo non è il singolo individuo ma l’intera umanità − si pensi al protagonista de L’occhio del Tempo che cerca di correggere la Storia modificando la biografia di Hitler o di Gesù, salvo poi giungere a drastiche quanto tristi conclusioni.
Se l’idea del tempo lineare è quella più ricorrente, non manca poi chi contempla il tempo circolare spaziando tra i multiversi (Rebirth sette primi) o chi si spinge oltre valutando le implicazioni dell’effetto farfalla (Dio e l’effetto farfalla).
Scorrendo queste pagine si ha dunque occasione di imbattersi in situazioni limite, di sperimentare e vagliare svariate possibilità percorrendo il tempo in lungo e in largo e concedendosi l’opportunità di osservarlo a partire da diverse prospettive. La tematica è più che affascinante, la qualità narrativa dei racconti in perfetta sintonia con l’elevato standard a cui le selezioni scaturite dai concorsi targati Limana Umanita-Scriptorama ci hanno abituati.
Una lettura avvincente che, per qualche ora, ci dona quasi l’illusione di essere delle piccole divinità libere di giocare con il tempo benché non immuni agli effetti collaterali che simili giochi possono scatenare.
In altri casi si tratta di imprese ad ampio raggio il cui obiettivo non è il singolo individuo ma l’intera umanità − si pensi al protagonista de L’occhio del Tempo che cerca di correggere la Storia modificando la biografia di Hitler o di Gesù, salvo poi giungere a drastiche quanto tristi conclusioni.
Se l’idea del tempo lineare è quella più ricorrente, non manca poi chi contempla il tempo circolare spaziando tra i multiversi (Rebirth sette primi) o chi si spinge oltre valutando le implicazioni dell’effetto farfalla (Dio e l’effetto farfalla).
Scorrendo queste pagine si ha dunque occasione di imbattersi in situazioni limite, di sperimentare e vagliare svariate possibilità percorrendo il tempo in lungo e in largo e concedendosi l’opportunità di osservarlo a partire da diverse prospettive. La tematica è più che affascinante, la qualità narrativa dei racconti in perfetta sintonia con l’elevato standard a cui le selezioni scaturite dai concorsi targati Limana Umanita-Scriptorama ci hanno abituati.
Una lettura avvincente che, per qualche ora, ci dona quasi l’illusione di essere delle piccole divinità libere di giocare con il tempo benché non immuni agli effetti collaterali che simili giochi possono scatenare.
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