Il mendicante di sogni di Miriam Mastrovito: ora anche in ebook!
Ciao a tutti,
io e Sara solitamente ospitiamo sul bog i libri altrui, promuoviamo autori, cerchiamo di raccontarvi le sensazioni che ci comunicano le loro storie, vi invitiamo ad acquistare e leggere i loro romanzi.
Oggi (con il benestare della mia "collega") mi concedo un piccolo strappo alla regola per presentarvi un libro che mi tocca più da vicino.
Si tratta del mio romanzo fantasy Il mendicante di sogni, pubblicato per la prima volta nel 2009 da La penna blu Edizioni nella sola edizione cartacea .
io e Sara solitamente ospitiamo sul bog i libri altrui, promuoviamo autori, cerchiamo di raccontarvi le sensazioni che ci comunicano le loro storie, vi invitiamo ad acquistare e leggere i loro romanzi.
Oggi (con il benestare della mia "collega") mi concedo un piccolo strappo alla regola per presentarvi un libro che mi tocca più da vicino.
Si tratta del mio romanzo fantasy Il mendicante di sogni, pubblicato per la prima volta nel 2009 da La penna blu Edizioni nella sola edizione cartacea .
Oggi, dopo un’ulteriore revisione e la realizzazione di una
nuova veste grafica curata dalla bravissima Elisabetta Baldan, il romanzo torna sul mercato in versione Ebook.
Titolo: Il mendicante di sogni
Autrice: Miriam Mastrovito
Cover di Elisabetta Baldan
Pagine: 123
Formato Kindle
Prezzo: 2,26
Disponibile per il download immediato su
Descrizione:
Joshua si
terse le lacrime con il dorso della mano, lasciandosi inebriare da un senso di
meraviglia.
Accarezzò con lo sguardo ogni singola foglia, ogni sasso sparso sul sentiero fino a raggiungere piccoli piedi che sfioravano l'acqua del ruscello.
Scelse di risalire piano la figura che pur già conosceva per assaporarne ogni centimetro.
I suoi occhi e il suo cuore si riempirono poco a poco fino a traboccare in un unico, intenso sospiro.
« Maya. . . »
Accarezzò con lo sguardo ogni singola foglia, ogni sasso sparso sul sentiero fino a raggiungere piccoli piedi che sfioravano l'acqua del ruscello.
Scelse di risalire piano la figura che pur già conosceva per assaporarne ogni centimetro.
I suoi occhi e il suo cuore si riempirono poco a poco fino a traboccare in un unico, intenso sospiro.
« Maya. . . »
I sogni racchiudono i desideri, le fantasie e a volte anche le paure degli
uomini. Che succederebbe se ne fossimo privati?
È quello che cercherà di impedire Joshua, approdato a Chissà Dove, il magico regno in cui la fata Maya custodiva i sogni prima che il perfido Nergal la depredasse e le strappasse le ali riducendola in fin di vita.
La sua impresa, costellata di splendidi capolavori disegnati sull’asfalto, si intreccia con le indagini del Commissario Zanetti, che lo riterrà un pericoloso serial killer, e con la rinascita di Daniel, un bambino appena uscito dal coma, che ha promesso a Maya, la sua salvatrice, due ali fatte di petali bianchi...
È quello che cercherà di impedire Joshua, approdato a Chissà Dove, il magico regno in cui la fata Maya custodiva i sogni prima che il perfido Nergal la depredasse e le strappasse le ali riducendola in fin di vita.
La sua impresa, costellata di splendidi capolavori disegnati sull’asfalto, si intreccia con le indagini del Commissario Zanetti, che lo riterrà un pericoloso serial killer, e con la rinascita di Daniel, un bambino appena uscito dal coma, che ha promesso a Maya, la sua salvatrice, due ali fatte di petali bianchi...
Breve estratto:
Capitolo 1
Joshua s’incamminò in una
surreale notte d’inverno.
Si inerpicò con indolenza per la salita e strizzò un occhio al disco pallido della luna.
Si inerpicò con indolenza per la salita e strizzò un occhio al disco pallido della luna.
Nessuna complicità, solo un gesto
compulsivo che lo perseguitava da anni.
Da troppo tempo ormai aveva perso
il controllo. Azioni e pensiero avevano organizzato una rivolta contro la sua
volontà rendendolo schiavo. Schiavo dell’impulso che gli spremeva le palpebre a
intervalli regolari, dello spasmo che gli fletteva il collo sull’omero sinistro
con altrettanta puntualità, dei sonniferi, dei tranquillanti, dell’ossessione
per le porte aperte e della sua fragilità.
Il castello si stagliava austero
in cima alla collina, perfettamente incasellato nella sua ambientazione da
fiaba, affascinante e inquietante al tempo stesso.
«Ma cosa ci vado a fare?» si
chiese Joshua ancora indeciso se proseguire verso un insolito destino o
ritornare alla sua quotidianità.
Era in cammino con altri esseri.
Più che vederli li sentiva ansimare e arrancare verso la meta.
Una ventina di reietti approdati
all’ultima spiaggia. Quasi poteva udire lo sferragliare di catene, lui che
aveva speso la quasi totalità dei suoi trent'anni legato al ceppo di un
imprecisato disturbo psichico.
Un gruppo di persone messe
insieme a casaccio, accomunate unicamente dallo spettro di una dipendenza e da
un desiderio più o meno vago di libertà.
Joshua ne avvicinò uno qualunque,
la Marlboro
malferma tra indice e pollice. «Mi fai accendere?»
Il tossico lo pugnalò con
un’occhiata obliqua. «Non ti hanno detto che devi arrivare pulito al castello?
Ta’Ziyah raccomanda di sospendere l’uso di qualsiasi sostanza almeno un paio di
giorni prima del seminario.»
«È solo una sigaretta.»
«Nicotina» lo corresse l’altro in
tono saccente. «Crea dipendenza come qualsiasi altra droga.»
«Quand’è così tanto meglio, se è
vero che l’iboga funziona mi libererà anche da questo.»
«Certo che ti libererà,
fratello.» Questa volta il tossico sembrò meno convinto di prima.
«Allora, hai da accendere?»
l’incalzò Joshua per nulla intenzionato a desistere.
Trascorsero pochi attimi in cui
il silenzio fu interrotto solo da un lesto rimestare nelle tasche, poi una mano
scheletrica dalle unghie contornate di nero gli porse un accendino.
«Non è che ne avresti una anche
per me? Dopotutto non credo che un paio di tiri possano interferire con il
trattamento. Domani saremo immacolati come bambini e Ta’Ziyah non si accorgerà
neanche di questa infrazione.»
Joshua ammiccò, piegò la testa e
sorrise. «Domani» ripeté quasi tra sé e accelerò lasciando indietro il
compagno.
La scarpinata sembrava senza
fine. Ripetutamente Joshua esitò e imprecò contro la sua stessa ostinazione.
L’iboga non poteva che essere l’ennesimo miraggio. Era sempre stato diverso e
solo. Forse era nato per essere così.
Avrebbe fatto meglio a
rassegnarsi e lasciar perdere. Tornare a casa, andarsene a dormire e alzarsi
cento volte nel cuore della notte per accertarsi di aver chiuso bene la porta.
È incredibile quanto dolore possa
entrare da una porta aperta…
La minuscola brace della
sigaretta che languiva tra i sassi fu l’ultima immagine a rimanere impressa con
chiarezza nella sua mente vigile, poi le fauci del castello lo inghiottirono e
nuove tonalità di rosso si mescolarono al grigio delle sue iridi... [continua]
E per saperne di più...
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Miriam Mastrovito - Autrice
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