Recensione: Ritorno alla Mary Celeste
Titolo: Ritorno alla Mary Celeste
Autore: Daniele Picciuti
Editore: Dunwich
Genere: Horror
Pagine: 182
Prezzo cartaceo: 9,90
Prezzo Ebook: 1,99
«Iniziava a pensare che la Mary Celeste non li avesse accolti per regalare loro una grande possibilità. Ora, tutto ciò che riusciva a immaginare era che li avesse scelti al solo scopo di divorarli.»
Autore: Daniele Picciuti
Editore: Dunwich
Genere: Horror
Pagine: 182
Prezzo cartaceo: 9,90
Prezzo Ebook: 1,99
«Iniziava a pensare che la Mary Celeste non li avesse accolti per regalare loro una grande possibilità. Ora, tutto ciò che riusciva a immaginare era che li avesse scelti al solo scopo di divorarli.»
Descrizione:
Nel dicembre del 1872 la Mary Celeste fu avvistata al largo delle isole
Azzorre che veleggiava senza nessuno a bordo. I marinai che la incrociarono
riferirono l'assenza degli strumenti di navigazione e dell'unica scialuppa.
L'equipaggio era scomparso. Nessuno fu mai più ritrovato.
L'equipaggio era scomparso. Nessuno fu mai più ritrovato.
Oggi, estate del 2013.
Voci riferiscono di un avvistamento del brigantino fantasma, in quelle stesse oscure acque.
Voci riferiscono di un avvistamento del brigantino fantasma, in quelle stesse oscure acque.
Carlo Stein, noto avventuriero e showman
televisivo meglio noto come "il cacciatore di misteri", è sulle sue
tracce, deciso a riprendere dal vivo quello che sarà il servizio più eclatante
di tutta la sua carriera.
Ma è una ricerca che non avrebbe mai dovuto intraprendere.
Ma è una ricerca che non avrebbe mai dovuto intraprendere.
L'autore:
Daniele Picciuti. Nato
a Roma nel gennaio del 1974 si appassiona all’horror grazie ai romanzi di
Stephen King prima, Peter Straub e Dean R. Koontz poi, fino a scoprire uno dei
fondatori del genere: H.P. Lovecraft. Finalista a molti concorsi letterari di
genere, tra cui Il Sentiero dei Draghi e Short Kipple, vincitore del Premio
NASF 6 (2010), terzo classificato al Premio Algernon Blackwood (2011). Diverse
anche le pubblicazioni in riviste e antologie: Nere Acque (365 racconti
horror per un anno, Delos Books, 2011), Il buio è dentro di me (Uomini
e spettri, Bel-Ami Edizioni, 2011), Caccia
senza tempo (Rivista Altrisogni n.3,
2011), Il Viaggiatore (Fantaweb 2.0, Edizioni Della Vigna,
2012), Nella sete e nel pianto (Writers
Magazine Italia n. 29, 2012), Operazione
ombrello (Scimmiette di Mare Project,
Nero Press Edizioni, 2013), Cantico del
guerriero eterno (50 Sfumature di
Science Fiction, La
Mela Avvelenata, 2013). È Presidente dell’Associazione
Culturale Nero Cafè (http://nerocafe.net),
co-responsabile del magazine Knife e
del marchio editoriale Nero Press. È
ideatore di diversi premi letterari, come Minuti
Contati, Nero Lab e il Premio John W. Polidori di Letteratura
Horror (per Nero Cafè). A settembre 2011 ha pubblicato I racconti del sangue e dell’acqua (Bel-Ami Edizioni). Tra il 2013
e il 2014 sono previste nuove pubblicazioni.
La recensione di Miriam:
Salpare a bordo della Mary Celeste significa intraprendere
un viaggio avventuroso alla scoperta − o riscoperta − di alcuni archetipi
dell’immaginario horror, completamente immersi in scenari da brivido.
Chi ha già avuto occasione di assaggiare la penna di Daniele Picciuti sa che parliamo di un autore particolarmente abile nell’affabulare e nel tenere sulla corda il lettore, capace di condensare sensazioni forti in spazi ristretti. Il genere narrativo che ha contrassegnato il suo esordio letterario (si vedano I racconti del sangue e dell’acqua) e che seguita a prediligere è infatti quello del racconto, sebbene questa nuova raccolta ne contenga due di ampio respiro. Cinque in tutto sono i racconti che la compongono, si tratta di testi indipendenti l’uno dall’altro, eterogenei per forma e contenuti e slegati da qualsiasi filo conduttore. Ad accomunarli è il genere, declinato in diverse sfaccettature, oltre che l’atmosfera di fondo marcatamente dark e uno stile che cattura per incisività e scorrevolezza. Rientrando nella metafora del viaggio, il percorso suggerito può dunque essere assimilato a un tour dell’orrore che snodandosi nello spazio e nel tempo ci pone a confronto con la Paura, intesa in varie accezioni, non mancando di accogliere nelle sue spire richiami, più o meno espliciti ai grandi maestri del genere.
Si parte con la Mary Celeste, come dicevo in apertura, ovvero con il racconto lungo che dà il titolo al libro e che, sin dalle prime battute, ci fa respirare atmosfere lovecraftiane. La storia ruota intorno a una nave fantasma, un classico intramontabile che, in questo caso, getta un ponte tra passato e presente. Uno showman televisivo di successo, noto come il cacciatore di misteri, decide di partire con la sua troupe alla ricerca del relitto di un brigantino affondato nel 1872 ma che qualcuno giura di aver visto solcare i mari delle isole Azzorre ai giorni nostri. È l’occasione ideale per realizzare un servizio senza precedenti ma altissimo sarà il prezzo da pagare.
La Mary Celeste è molto più che lo spettro di una nave, è una creatura viva, famelica, pronta a fagocitare chiunque disturbi il suo sonno risvegliando il mostro della follia.
Il viaggio prosegue con Il sangue delle tenebre − un racconto più breve, dal taglio urban fantasy che ci propone uno scontro tra una particolarissima specie di vampiri e i suoi sterminatori − per farci poi approdare a una terza tappa in cui lo spazio narrativo torna a dilatarsi. Con L’occhio di Arge sbarchiamo in Sicilia, nella terra dei ciclopi per rivivere il mito di queste creature leggendarie, ovviamente in chiave horror. È questo, dal mio punto di vista, uno dei racconti più riusciti dell’intera raccolta. Si apre con la scena di un delitto per poi procedere a ritroso nel tempo alla ricerca delle radici del male risvegliando il fascino di antiche storie insieme a orrori in carne e ossa in grado di far accapponare la pelle.
Con Reliquia, invece, ci spingiamo ancora più indietro immergendoci nel medioevo tra cacciatori di oggetti sacri. Accantonate le creature soprannaturali, a entrare in scena qui è l’avidità dell’uomo, la sua sete di potere, il delirio di onnipotenza che sa rivelarsi, infine, un mostro non meno temibile di quelli che popolano gli incubi notturni.
Giungiamo così Dove muore il giorno, concludendo questo viaggio immaginario in maniera toccante. Agghiacciate e struggente allo stesso tempo questo racconto riesce a fondere orrore e poesia in pochissime pagine. Quasi un walzer dell’infanzia negata, che ci pone di fronte all’atrocità di bambini seviziati e chiusi in gabbia ma pronti a riconquistare la libertà sulle ali di un angelo; una toccata e fuga che però non passa senza lasciare il segno.
Ancora una volta Daniele Picciuti si conferma un ottimo narratore mettendo in fila dei piccoli gioielli narrativi. Se vi piace l’horror da gustare in piccole dosi non abbiate indugi, salite e a bordo e levate l’ancora, il mistero è garantito.
Chi ha già avuto occasione di assaggiare la penna di Daniele Picciuti sa che parliamo di un autore particolarmente abile nell’affabulare e nel tenere sulla corda il lettore, capace di condensare sensazioni forti in spazi ristretti. Il genere narrativo che ha contrassegnato il suo esordio letterario (si vedano I racconti del sangue e dell’acqua) e che seguita a prediligere è infatti quello del racconto, sebbene questa nuova raccolta ne contenga due di ampio respiro. Cinque in tutto sono i racconti che la compongono, si tratta di testi indipendenti l’uno dall’altro, eterogenei per forma e contenuti e slegati da qualsiasi filo conduttore. Ad accomunarli è il genere, declinato in diverse sfaccettature, oltre che l’atmosfera di fondo marcatamente dark e uno stile che cattura per incisività e scorrevolezza. Rientrando nella metafora del viaggio, il percorso suggerito può dunque essere assimilato a un tour dell’orrore che snodandosi nello spazio e nel tempo ci pone a confronto con la Paura, intesa in varie accezioni, non mancando di accogliere nelle sue spire richiami, più o meno espliciti ai grandi maestri del genere.
Si parte con la Mary Celeste, come dicevo in apertura, ovvero con il racconto lungo che dà il titolo al libro e che, sin dalle prime battute, ci fa respirare atmosfere lovecraftiane. La storia ruota intorno a una nave fantasma, un classico intramontabile che, in questo caso, getta un ponte tra passato e presente. Uno showman televisivo di successo, noto come il cacciatore di misteri, decide di partire con la sua troupe alla ricerca del relitto di un brigantino affondato nel 1872 ma che qualcuno giura di aver visto solcare i mari delle isole Azzorre ai giorni nostri. È l’occasione ideale per realizzare un servizio senza precedenti ma altissimo sarà il prezzo da pagare.
La Mary Celeste è molto più che lo spettro di una nave, è una creatura viva, famelica, pronta a fagocitare chiunque disturbi il suo sonno risvegliando il mostro della follia.
Il viaggio prosegue con Il sangue delle tenebre − un racconto più breve, dal taglio urban fantasy che ci propone uno scontro tra una particolarissima specie di vampiri e i suoi sterminatori − per farci poi approdare a una terza tappa in cui lo spazio narrativo torna a dilatarsi. Con L’occhio di Arge sbarchiamo in Sicilia, nella terra dei ciclopi per rivivere il mito di queste creature leggendarie, ovviamente in chiave horror. È questo, dal mio punto di vista, uno dei racconti più riusciti dell’intera raccolta. Si apre con la scena di un delitto per poi procedere a ritroso nel tempo alla ricerca delle radici del male risvegliando il fascino di antiche storie insieme a orrori in carne e ossa in grado di far accapponare la pelle.
Con Reliquia, invece, ci spingiamo ancora più indietro immergendoci nel medioevo tra cacciatori di oggetti sacri. Accantonate le creature soprannaturali, a entrare in scena qui è l’avidità dell’uomo, la sua sete di potere, il delirio di onnipotenza che sa rivelarsi, infine, un mostro non meno temibile di quelli che popolano gli incubi notturni.
Giungiamo così Dove muore il giorno, concludendo questo viaggio immaginario in maniera toccante. Agghiacciate e struggente allo stesso tempo questo racconto riesce a fondere orrore e poesia in pochissime pagine. Quasi un walzer dell’infanzia negata, che ci pone di fronte all’atrocità di bambini seviziati e chiusi in gabbia ma pronti a riconquistare la libertà sulle ali di un angelo; una toccata e fuga che però non passa senza lasciare il segno.
Ancora una volta Daniele Picciuti si conferma un ottimo narratore mettendo in fila dei piccoli gioielli narrativi. Se vi piace l’horror da gustare in piccole dosi non abbiate indugi, salite e a bordo e levate l’ancora, il mistero è garantito.
Un horror italiano? La cosa mi incuriosisce alquanto.
RispondiEliminaSe ti piace il genere te lo consiglio :)
RispondiEliminaGrazie!
EliminaMolto interessante.
RispondiEliminaComplimenti per la vera storia della Mary Celeste
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