Recensione: Il sussurro di Vico Pensiero

Titolo: Il sussurro di Vico Pensiero
Autrice: Tina Cacciaglia
Editore:Runa
Pagine: 258
Prezzo: 16,00 euro
La 1ª edizione è stata tra i vincitori del torneo letterario "IoScrittore" edizione 2011

Descrizione:
“Povero pensiero me fu arrubbato, pe no le fare le spese me l’ha tornato”.
Così recita la lapide posta a vico Pensiero, secondo una leggenda popolare, da un giovane poeta innamorato. Una strega dai lunghi capelli neri e dagli occhi ammalianti, lo sedusse con teneri sorrisi e dolci parole. A lui si concesse con la devozione di una sposa, finché non ci fu più un
frammento d’anima da rubargli ancora.
Nel Palazzo San Severo a Napoli, la bellissima nobildonna Maria d’Avalos venne uccisa dal marito, il principe Carlo Gesualdo, insieme all’amante: era la notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1590. Si narra che il suo fantasma vaghi ancora nell’oscurità delle notti napoletane.
Fantasmi e leggende del passato. La vita di Adriana s’incrocia con l’antica storia della nobildonna Maria d’Avalos e del suo amante e con quella contemporanea di Elena, una colleg di studi trovata morta con in gola della saggina di cui sono fatte le scope delle streghe. Adriana si addentra in una Napoli a lei sconosciuta, nei rioni appartenenti alla camorra, e assieme al fidanzato, un tormentato Commissario di Polizia, inizia una indagine che la porterà a scoprire
una vera e propria città nella città, immersa in antiche tradizioni, incarnate da personaggi come Costanzo ‘o Scartellato, che parla con i morti del Cimitero delle Fontanelle, o Maria ‘a Putecara, che legge le carte e scaccia il malocchio. Un viaggio negli inferi che è un autentico giallo tra coinvolgenti intrecci in una Napoli popolata da fantasmi e superstizioni, immersa nell’occulto,nei misteri e nelle sue contraddizioni.

L'autrice:
Tina Cacciaglia è nata a Napoli, laureata in Sociologia svolge l’attività di Conciliatrice Professionista, oltre a interessarsi da diversi anni di scrittura ed editoria.
Ha pubblicato diversi articoli per riviste quali L’isola, il Giornale di Cava, Il Vescovado. Una sua favola è stata letta a Radio Rai Due ed è arrivata finalista al concorso Parole in Corsa con un brano pubblicato in antologia.
Ha partecipato a Torino al Perfect Day della Scuola Holden, organizzato da Alessandro Baricco, con un breve brano, pubblicato dal quotidiano Il Denaro e dalla rivista Grazia.
Il romanzo storico “La Signora della Marra”, di cui è una delle due autrici, è stato segnalato dalla giuria del Premio Calvino 2009 come degno di merito, ed è in corso di prossima pubblicazione.
Sempre nel 2009 ha vinto il primo premio Creatività e scienza, città di Salerno con un racconto di fantascienza storica pubblicato in antologia.
Nel concorso nazionale Io scrittore 2011 è risultata vincitrice con un romanzo noir, pubblicato in ebook dal Gruppo Mauri Spagnol nel marzo 2012.
 
La recensione di Miriam:
Napoli solare e oscura, schietta e misteriosa, ridente eppure non immune alle lacrime… Napoli con i suoi segreti, il suo fascino e le sue mille contraddizioni è una città che ha tanto da raccontare. Ci sono storie che si possono leggere negli occhi della gente, ascoltare agli angoli di strada e persino storie sussurrate dai defunti. Se avete dubbi in merito, provate a interrogare il teschio di Donna Carmela; stando a quel che si mormora, vi risponderà.
Adriana non ha mai dato credito a queste leggende, pur essendo napoletana a tutti gli effetti, è figlia dei “quartieri alti”; a stento comprende il dialetto e il suo spirito razionale sorride delle superstizioni.
Quando però la sua compagna di università Elena viene trovata morta con un gomitolo di saggina conficcato in gola, il desiderio di scoprire la verità lì dove la polizia brancola nel buio, la sospinge proprio nei meandri di quella Napoli fitta di leggende e misteri.
La ragazza infatti è stata assassinata alla vigilia della sua seduta di laurea, allorquando si apprestava a discutere una tesi sulla sopravvivenza degli antichi riti nel popolo napoletano contemporaneo. Quella ricerca rappresenta l’unico indizio da cui partire per poter ricostruire i suoi ultimi mesi di vita e provare a dare un senso a quel crimine così assurdo. Adriana esterna i suoi pensieri al commissario Carlo Lofrate che, per ironia della sorte, è anche il suo fidanzato ma la pista da lei suggerita non è abbastanza convenzionale perché rientri nelle indagini ufficiali. Decide perciò di avventurarsi da sola nel cimitero delle Fontanelle in cui l’amica aveva trascorso diverso tempo per i suoi studi. Chiacchierando con il custode salterà fuori il nome di un veggente, Costanzo ‘o Scartellato, con cui Elena pareva intrattenersi negli ultimi tempi. L’uomo purtroppo non potrà rendersi utile perché, di lì a poco, verrà trovato anch’egli assassinato. Girovagando tra le tombe tuttavia, Adriana si imbatterà in Saverio, un ragazzo appassionato di misteri e storie di fantasmi che, ben presto si trasformerà in un prezioso alleato.
Intanto Carlo finirà nelle grinfie di Agnese, la giovane nipote di Costanzo, ammaliante come un strega.
Bastano le prime righe di questo romanzo per scivolare in una realtà parallela ma assolutamente concreta. Poche frasi perché i colori, gli odori, i suoni di Napoli ci avvolgano tanto da fornirci l’impressione di essere proprio lì, non solo nel suo reticolo di strade affollate di gente ma anche e soprattutto nelle sue cavità sotterranee, quelle in cui scorre la linfa di una superstizione che, lungi dall’essere sinonimo di creduloneria e ignoranza, è retaggio di antica saggezza popolare. È una città magica quella in cui ci accompagna Tina Cacciaglia, sulle orme di un intreccio che con sapienza e grande originalità  lega insieme mistery e folklore, storia e leggende. Avventurarsi tra le sue pieghe significa impelagarsi in una complessa indagine poliziesca che  invoglia ad aguzzare l’ingegno e, nello stesso tempo, accettare di aprire gli occhi e le orecchie perché i sussurri dei fantasmi ci narrino di una città nella città, un luogo in cui val la pena di sospendere l'incredulità e lasciarsi prendere dall’incanto.
Ecco allora che ricercando l’assassino di Elena, ci imbatteremo nel fantasma di Maria D’Avalos vagante  nei pressi di Palazzo San Severo, nel Monacone, nelle anime in pena di Filippo Carafa e Margherita Petrucci e in quelle pezzentelle, non mancando di incontrare anche persone in carne e ossa ma, non per questo meno enigmatiche, come ‘o Scartellato con la sua gobba portafortuna e la capacità di vedere il futuro, o Maria ‘a Putecara capace di scacciare la malasorte praticando l’antico rito dell’olio. Tra gi uni e gli altri, ritroveremo Adriana e Carlo, quasi presi in una morsa che anziché tenerli stretti minaccerà di dividerli e li costringerà comunque a rivalutare la loro visone del mondo.
Personaggi leggendari e personaggi di fantasia che pure appaiono estremamente credibili, si ritrovano a essere protagonisti di un atto unico in cui il crudo realismo dei quartieri degradati e tenuti in scacco dalla camorra si mescola al sapore arcano di riti scaramantici. L’alchimia di immagini e suggestioni si riflette altresì in uno stile narrativo che combina una prosa caratterizzata da raffinata eleganza con la schiettezza di dialoghi coloriti nei quali irrompe tutta la genuinità del vernacolo.
Un mistery godibile quanto insolito e contemporaneamente un originale inno alla napoletanità che qui si spoglia di ogni luogo comune per riaffermarsi come sinonimo di passione e rispetto per le tradizioni recuperando il significato più autentico della superstizione che, a volte, può rivlearsi un innocuo antidoto ai mali del nostro tempo.













 
 

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