Intervista a Jack Thorn



Ciao Jack, benvenuto nel nostro blog! Cominciamo con una domanda di rito: chi è Jack Thorn?

Ciao!
Jack… era molto tempo che non mi chiamavano così. Così tanto che potrei quasi dire che non è più il mio nome.
Jack Thorn non sono io. Jack Thorn è un ragazzo di cui leggete le gesta nei miei libri. Da tempo immemore ormai mi faccio chiamare semplicemente J.
Io e Jack siamo la stessa persona? Sì e no… è una storia complessa che spero di potervi raccontare nei miei libri. Per esempio Kendra non è mai riuscita a convincere Jack a diventare vegetariano come lei. Io invece sono sulla buona strada per diventare vegan.
Comunque qualche accenno sulla verità è già presente nel primo volume. Per ora voglio solo narrarvi di Helleborya, delle sue genti e delle sue terre. La mia storia al momento non è così importante…

Sappiamo che sei uno scrittore di racconti e romanzi brevi. Ti va di raccontarci come e quando è nata questa tua passione?

Come per tutti gli scrittori (ed artisti) la passione c’è sempre stata, fin dalla nascita. Come ho detto altre volte credo che tutti nasciamo con una propensione alla creatività. Il problema è che spesso le persone la dimenticano. La soffocano invece che coltivarla.

Come sei finito per la prima volta nelle terre di Helleborya?

La mia avventura  inizia proprio ad Helleborya. Tra i suoi profumi. I suoi suoni.
Solo dopo ho iniziato a viaggiare per altre terre, altri pianeti.

C’è uno dei tuoi compagni di viaggio a cui sei particolarmente affezionato? Cosa ti lega a lui/lei?

Compagni di viaggio ne ho avuti molti, alcuni davvero particolari! Ma immagino che la domanda fosse riferita soprattutto a Jack, invece che a me.
Come avrete forse avuto occasione di leggere nel primo libro Jack è estremamente legato a tutti i suoi amici, ma Kendra ha un posto particolare nella sua vita.
Nel prossimo libro appariranno vecchi amici di Jack e la sua vita sarà sconvolta radicalmente. Non vi dico altro per non farvi troppi “spoiler”. L’avventura è solo all’inizio.

Non solo scrittore ma anche Game Designer Freelance di videogiochi per PC, web e AppGames. Ti andrebbe di spiegare meglio ai nostri lettori di cosa si tratta?

L’attività di Game Designer e Sceneggiatore è il mio lavoro principale. Scrivere e narrare di Helleborya è al momento solamente una passione a cui spero di poter dedicare sempre più tempo.
Essere Game Designer significa progettare Videogiochi ed esperienze Multimediali. Il videogioco è una forma d’arte più evoluta e complessa. Forse quella più giovane tra le arti. Ma anche quella con più promesse per il futuro. È un bambino che scorrazza liberamente in una stanza piena zeppa di giocattoli. E se la società saprà coltivare questa meravigliosa forma d’arte, crescerà diventando una delle esperienze artistiche che più modificheranno l’uomo e il suo modo di rapportarsi con l’arte.

Nel tuo romanzo Helleborya ci sono diversi riferimenti alla religione. Una delle protagoniste è proprio Kendra una druida, ottima esponente del paganesimo. Scelta casuale o…?

Per alcuni la religione è uno stile di vita, per altri un’oppressione. Per Kendra non è nessuno dei due. Non penso possa neppure essere considerata una religione la sua, poiché lei non deve “credere” ma è in continuo collegamento con la Grande Madre. Le parla. È stata lei a donarle la sua armatura di radici. I druidi del Bosco di Smeraldo vivono in completa simbiosi con la Natura. Vivono ogni giorno seguendo l’armonia di ciò che li circonda.

La religione è un argomento complesso ad Helleborya come ovunque nell’universo. Finché la spiritualità di una persona non cerca di prevaricare sul suo raziocinio e soprattutto sulla libertà altrui, non può che far bene all’animo. I problemi nascono quando si creano dei dogmi, minando il libero arbitrio.

Nelle tue avventure usi spesso e volentieri la tecnologia, identificata come una sorta di magia alternativa. Qual è la tua opinione a riguardo? Credi che la tecnologia sia davvero una forma evoluta di magia?

Certe volte la tecnologia sembra proprio magia non trovate? E come la magia può essere utilizzata sia per il bene che per il male!
La tecnologia ha sempre un fondamento comunque scientifico. Qualcosa di concreto che nella realtà può sempre essere spiegato.


Nel tuo percorso hai avuto modo di collaborare con aziende importanti soprattutto per quanto riguarda il campo dell’illustrazione come la Disney e la Bonelli. Ti andrebbe di raccontarci qualcosa in più a proposito?

In entrambi i casi non ho mai collaborato direttamente, ma indirettamente, lavorando con dei team per progetti su richiesta.
La collaborazione è stata a livello di Game Designer e Sceneggiatore. Tristemente le mie doti di disegnatore sono di livello elementare e mai avrei potuto collaborare con dei colossi del genere se non con ciò che mi riesce meglio: fantasia e parole.
Proprio per questo per quanto riguarda la parte visiva dei miei romanzi ho chiesto l’aiuto della bravissima Francesca Baerald!

Ti definisci un avventuriero. Quali sono i prossimi viaggi che ti attendono? Ritornerai a Helleborya?

Ho molti diari dei miei viaggi, soprattutto per le terre di Helleborya. Con il primo libro ho iniziato una saga, per raccontare uno dei momenti che più ha sconvolto Helleborya e le sue genti. Nei prossimi libri questo ciclo si chiuderà per aprire le porte ad un universo di racconti.
Molti prendono la parola “sconvolgere” come una cosa negativa. Non è sempre così. Attendete. Leggete i prossimi volumi. E poi ne riparleremo.

Spero di incontrarvi tutti per le strade di Helleborya. Chissà che non possiamo fermarci e berci un Ilium assieme, facendo quattro chiacchiere.

A presto e grazie mille per questa interessante e coinvolgente intervista!

J.

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