domenica 10 giugno 2012

Recensione: Il Conciliatore

Titolo: Il Conciliatore
Autore: Brandon Sanderson 
Editore: Fanucci
Dati: 2012, 688 p.,rilegato
Prezzo di copertina:  € 16,90

Descrizione:
Da ormai trecento anni il regno di Hallandren è governato dagli dèi Ritornati, uomini morti in modo esemplare e tornati a nuova vita dall’aldilà, e dal loro sovrano assoluto, il Re Dio. La vecchia dinastia reale, fuggita durante la Pluriguerra, si è ritirata nell’enclave di Idris, un territorio impervio e montagnoso che però consente loro di controllare i valichi settentrionali. Per ricomporre le differenze e riunificare i due stati, una principessa idrisiana dovrà andare in sposa al Re Dio e generare con lui un erede; ma nella Corte degli Dèi, luogo di intrighi, complotti e sotterfugi, qualcuno sta tramando nell’ombra.
Nella cornice della variopinta città di T’Telir, dove colori e Soffio vitale possono donare vita agli oggetti inanimati, un gruppo composito di personaggi, giovani principesse, mercenari esuberanti, divinità svogliate, altezzosi sacerdoti, soldati Senzavita, loschi figuri e spade parlanti, cercheranno di fomentare una guerra... o di sventarla prima che sia troppo tardi.
Brandon Sanderson dimostra ancorauna volta di essere un maestro nell’inventare mondi dominati dalla magia e dal mito. Una lettura altamente consigliata a tutti gli appassionati del fantasy epico.

L'autore:

Brandon Sanderson, nato nel 1975, è autore del romanzo Elantris, che lo ha rivelato a critica e pubblico come una delle maggiori promesse della letteratura fantasy contemporanea. Con Fanucci Editore ha già pubblicato la trilogia dei Mistborn, L'Ultimo Impero, Il Pozzo dell'Ascensione, Il Campione delle Ere e La Via dei re. Inoltre, basandosi sugli appunti di Robert Jordan, ha lavorato agli ultimi tre volumi che completano la saga best seller La Ruota del Tempo.

La recensione di Miriam
Idris e Hallandren sono due stati ubicati nello stesso impero ma divisi da una grande distanza culturale. Il primo, arroccato tra le montagne, è devoto al culto del Dio Austre. Si caratterizza per l’assenza di colore; bianche sono le strade e le costruzioni  mentre un marrone smorto prevale nell’abbigliamento degli abitanti. Sobrietà e rinuncia all’ostentazione sono valori imprescindibili per la sua gente. I suoi regnanti sono gli ultimi rappresentati della vecchia stirpe reale fuggita all’epoca della Pluriguerra.
Il secondo si contraddistingue, invece, per il suo sfarzo e per l’esplosione di colori che investe tanto le costruzioni quanto gli abiti del suo popolo. È questo il regno degli Dèi Ritornati, uomini morti in modo esemplare e poi tornati in vita in veste di divinità.
Per sventare la minaccia sempre incombente di una guerra tra i due stati, è stato stipulato un trattato secondo cui la primogenita del re idrisiano, al compimento dei vent’anni andrà in sposa al Re Dio di Hallandren. Il matrimonio dovrebbe sancire un’alleanza tra i due regni attraverso la nascita di un nuovo Dio nelle cui vene scorra sangue reale.
Al momento opportuno però il sovrano di Idris, re Dedelin, non ha il coraggio di sacrificare la sua figlia prediletta Vivenna perciò decide di porre in atto uno scambio di persona e di mandare a nozze sua figlia minore Siri. Contemporaneamente, Vivenna, sentendosi in colpa per la sostituzione, scappa di casa e si reca in incognita ad Hallandren nella speranza di salvare la sorella da un desino infausto.
La Corte degli Dèi scoprirà l’inganno? In tal caso come reagirà? Lo stratagemma ideato dal sovrano idrisiano riuscirà a scongiurare o renderà inevitabile il conflitto? E la bella Vivenna riuscirà a portare a termine i suoi piani?
Questo il nucleo intorno a cui si sviluppa Il Conciliatore, un fantasy epico che, pur inglobando tutti gli elementi tipici del genere, si afferma per la sua spiccata originalità riuscendo davvero a sorprendere il lettore e a lasciarlo senza fiato. La trama in realtà, potrebbe non suonare particolarmente nuova giacché le guerre secolari, gli intrighi di corte, le principesse in pericolo sono temi piuttosto ricorrenti in questo filone narrativo. Eppure Brandon Sanderson ha avuto l’abilità di conferire un tocco personalissimo a questi ingredienti di base dando vita a qualcosa di veramente nuovo.
Eccezionale, di sicuro, è il mondo immaginario plasmato dall’autore, un mondo non solo ampiamente descritto nel suo aspetto esteriore ma sorretto da un complesso sistema socio-culturale dotato di coerenza e grandissima credibilità. Il contrasto tra cultura idrisiana e hallandriana contribuisce a farci comprendere a fondo due modi radicalmente diversi di approcciarsi alla vita e al concetto di divinità.
I colori nell’universo di Sanderson acquisiscono un significato particolare ponendosi alla base di una vera e propria filosofia di vita. Il Soffio Biocromatico ne è l’essenza e su di esso si fonda anche la religione di Hallandren: il culto dei Toni Iridescenti.
Se un’idea simile, combinata con uno stravagante modo di esercitare la magia, è di per sé sufficiente a suscitare un profondo senso di meraviglia, la Corte degli Dèi dischiude le porte su una dimensione in grado di stregarci e finanche di confonderci in virtù dei suoi fasti ma ancor più delle sue stranezze e delle sue contraddizioni.
Gli Dèi Ritornati sono infatti divinità in carne e ossa, dotate di un potere quasi incommensurabile ma non estranee a capricci e debolezze tipici del genere umano. Per alcuni versi ricordano gli Dèi dell’Olimpo. Spiarli alle prese con le loro incombenze quotidiane è un’esperienza divertente e, in alcuni casi esilarante. Nonostante la storia abbia un fondo drammatico, a caratterizzare la narrazione è una sferzante ironia.
Che siano Dèi, Senzavita, Risveglianti o comuni esseri umani, i molteplici attori di questa storia hanno il potere di conquistarci perché ci appaiono incredibilmente vivi. Tutti i personaggi sono in costante evoluzione, nessuno rimane uguale a se stesso, non solo perché alcuni si riveleranno essere altro da quello che sembrano inizialmente,  ma soprattutto perché gli avvenimenti producono in loro dei profondi cambiamenti proprio così come avviene nella vita reale.
Tra i personaggi più riusciti spicca indubbiamente Lievecanto, un dio che non crede nella sua stessa divinità e che, pur prestandosi al suo compito con grande indolenza, non mancherà di svolgere un ruolo fondamentale. I duetti con il suo sacerdote Svicolo sono un vero spasso.
Altrettanto realistica è l’assenza di una netta distinzione tra bene e male, valori che l’autore ci dimostra non essere assoluti. Ciascuno agisce secondo un suo personale ideale di giustizia, mosso da motivazioni e ragioni che sono il retaggio del proprio background di appartenenza. Quel che è bene per un seguace dell’austrismo è male per un osservante del culto dei Toni Iridescenti e viceversa. Aspetto questo che riflette in pieno la complessità del nostro stesso mondo.
Gli avvenimenti si susseguono a un ritmo serrato in un crescendo che non lascia nulla al caso e che non rinuncia a nessuno dei tasselli che caratterizzano un buon fantasy. In questo romanzo c’è l’avventura e c’è la magia, ci sono le spade, gli intrighi politici e i colpi di scena, c’è l’odio e c’è l’amore. Pagina dopo pagina, le sorprese non finiscono mai di stupirci fino a culminare in un finale rivelatore e che solo nelle battute conclusive ci permetterà di comprendere in pieno il titolo.
Personalmente sono rimasta folgorata da questa lettura. Penso che Il Conciliatore sia un autentico capolavoro letterario, un gioiello che gli  appassionati di fantasy non possono lasciarsi scappare.  



 





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