giovedì 8 novembre 2018

Review Party: Inquisizione Michelangelo di Matteo Strukul

Buongiorno cari follwer,
oggi vi proponiamo un nuovo Review Party per parlarvi di Inquisizione Michelangelo, il nuovo romanzo di Matteo Strukul, autore della saga bestseller I Medici, che fa rivivere uno degli artisti più affascinanti di sempre.

Titolo: Inquisizione Michelangelo
Autore: Matteo Strukul
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo ebook: 5,99
Prezzo cartaceo: 9,00

Descrizione:

Roma, autunno 1542. All’età di sessantasette anni, Michelangelo è richiamato ai suoi doveri: deve completare la tomba di Giulio II, opera ambiziosa ma rinviata per quasi quarant’anni. Guidobaldo II, erede dei Della Rovere, non accetterà altre scuse da parte dell’artista. Ma Michelangelo si trova nel mirino dell’Inquisizione: la sua amicizia con la bellissima Vittoria Colonna non è passata inosservata. Anzi, il cardinale Gian Pietro Carafa, capo del Sant’Uffizio, ha ordinato di far seguire la donna, con lo scopo di individuare il luogo in cui si riunisce la setta degli Spirituali, capeggiata da Reginald Pole, che propugna il ritorno alla purezza evangelica in una città in cui la vendita delle indulgenze è all’ordine del giorno. Proprio la Roma divorata dal vizio e violata dai Lanzichenecchi sarà il teatro crudele e magnifico in cui si intrecceranno le vite di Malasorte, giovane ladra incaricata di spiare gli Spirituali, di Vittorio Corsini, Capitano dei birri della città, di Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, e dello stesso Michelangelo Buonarroti, artista tra i più geniali del suo tempo. Tormentato dai committenti, braccato dagli inquisitori, il più grande interprete della cristianità concepirà la versione finale della tomba di Giulio II in un modo che potrebbe addirittura condannarlo al rogo…

La recensione di Miriam:

Michelangelo è sicuramente uno degli artisti più affascinanti, ma anche più noti, della storia dell’arte italiana. Nel suo romanzo, Matteo Strukul ne tratteggia un ritratto insolito, relativo agli anni della sua maturità, quelli caratterizzati da un ripensamento della fede e dell’arte, influenzato dal suo avvicinamento al circolo degli Spirituali. Sono gli anni che lo vedono impegnato a completare la tomba di Giulio II, lavoro iniziato, interrotto, procrastinato per circa quarant’anni, e addolciti dall’intensa amicizia con la marchesa di Pescara Vittoria Colonna. È Proprio questa frequentazione a farlo finire nel mirino dell’Inquisizione. La nobildonna, infatti, intrattiene rapporti con il cardinale Reginald Pole, simpatizzante della dottrina luterana, sospettato di eresia, di cui sembra condividere il pensiero. È un periodo delicato per la Chiesa di Roma che sente la sua egemonia  fortemente minacciata dal dilagare del protestantesimo, e il cardinale inquisitore Gianpietro Carafa è determinato a contrastarlo con ogni mezzo. Se un artista in vista, apprezzato e vicino al Papa come Michelangelo si lasciasse sedurre dalle teorie di Lutero, il cattolicesimo ne risulterebbe indebolito ed è al fine di scongiurare questa eventualità che il religioso decide di tenerlo sotto controllo. Allo scopo si rivolge al capitano dei Birri, Vittorio Corsini, che non esita a sguinzagliare delle spie per la città. È così che la cortigiana Imperia e la giovane Malasorte – il cui stesso nome suona come una triste profezia – finisco al centro di una tresca che diverrà via via più complessa fino ad avere dei risvolti davvero inaspettati.
Il plot si configura come una vera e propria spy story d’epoca che, snodandosi sullo sfondo di una Roma corrotta e segnata dal Sacco dei Lanzichenecchi, ci fa rivivere una pagina controversa della storia delle Chiesa e, nel contempo, un periodo particolarmente tormentato della vita di Michelangelo.
Mentre le oscure trame ordite da Carafa stuzzicano la nostra curiosità spingendoci a procedere a passo spedito nella lettura, assistiamo alla realizzazione di opere d’arte immortali come il Mosè e gli affreschi della Cappella Sistina.
L’autore riesce a rendere con efficacia l’animo tormentato dell’artista e le riflessioni di carattere religioso che sottendono il suo lavoro, ma nello stesso tempo ci fornisce un ritratto dell’uomo che si cela dietro la facciata ufficiale, del suo carattere burbero me non meno della dolcezza e della lealtà che traspaiono nei suoi legami d’amicizia. Tenera, a tratti struggente, è quella che lo unisce a Vittoria Corsini, ma altrettanto forte e coinvolgente sarà quella che lo avvicinerà a Malasorte, la donna incaricata di spiarlo.
Quest’ultima è un personaggio chiave dell’intera vicenda, nonché una delle figure più carismatiche nelle quali ci imbattiamo. Figlia della strada, addestrata a rubare e compiacere gli uomini per sopravvivere, dotata di una bellezza che all’occorrenza può essere usata come arma, Malasorte ha i requisiti perfetti per ingannare, manipolare, tradire. Eppure finirà per essere solo una pedina in un gioco più grande di lei, una vittima mascherata da carnefice, nulla più che un agnello sacrificale nelle mani di una Chiesa divorata dal vizio, disposta a tutto pur di preservare il suo potere.
La storia narrata è triste, lascia l’amaro in bocca, segnando il trionfo dell’ipocrisia sulla purezza di intenti e sentimenti, mostrandoci, per l’ennesima volta, il lato più oscuro dell’istituzione religiosa, ma nondimeno è una storia di speranza e ribellione, veicolata proprio dall’arte. Michelangelo non è di certo un guerriero, non può contrastare con la forza i potenti, ma può servirsi di scalpello e pennello per esprimere il suo dissenso, riversando nelle opere prodotte in quegli anni il suo anelito a quel ritorno alle origini professato dagli Spirituali in cui la fede in  Dio si riafferma come rapporto diretto e che non ha bisogno di mediazioni.




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