Recensione: Il dottor Nabokov e la bicicletta alata
Titolo: Il dottor Nabokov e la bicicletta alata
Autrice: Claudia Perfetti
Editore: bookabook
Pagine: 218
Prezzo ebook: 5,99
Prezzo cartaceo: 14,00
Descrizione:
A Jean Paul Sartre, filosofo
tormentato, viene recapitato un oggetto misterioso. Nel tentativo di scoprire
di cosa si tratta, si rivolge al dottor Benjamin Nabokov, professore e
inventore di cui ha sentito parlare. I due, insieme a Nina, una studentessa del
professore con il dono straordinario di vedere le cose del "mondo
invisibile", iniziano a indagare, consapevoli di dover andare oltre la
realtà per capire da dove viene l'oggetto misterioso e cosa significano le
visioni di Nina. E se la scienza non si limitasse a spiegare i fenomeni
visibili? E se la filosofia riuscisse a ergersi oltre le cose del mondo? Il
dottor Nabokov, Sartre e Nina uniranno le loro forze per scoprire che
quell'universo misterioso esiste davvero, oltre l'essere, oltre il nulla.
La recensione di Miriam:
L’essere si esaurisce in ciò che
percepiamo (il fenomeno dell’essere) oppure esiste altro, una verità (l’essere
del fenomeno) oltre le cose? In sintesi, esiste una realtà transfenomenica?
Questo interrogativo, all’origine
del saggio L'essere e il nulla di
Jean Paul Sartre, fornisce l’input e rappresenta il filo conduttore del libro
di Claudia Perfetti, che si propone come una sorta di allegoria di questa
ricerca.
Tutto comincia quando Benjamin
Nabokov, professore di matematica e scienze, riceve la strana visita di un uomo
che pare venuto da un’epoca passata –
un filosofo di nome Jean Paul Sartre –
che gli chiede aiuto affinché lo aiuti a capire cosa sia un misterioso oggetto
che gli hanno recapitato.
È l’inizio di una ricerca in cui viene coinvolta
anche Nina, allieva del professore, nonché ragazzina dotata di fervida
immaginazione. Nina è immersa nel mondo reale, nella sua vita a San Pietroburgo,
eppure vede cose invisibili agli altri; la sua percezione del mondo che la
circonda sembra subire continue interferenze di una realtà altra. Dono o
follia? Di certo, la sua attitudine può rivelarsi molto utile nelle indagini
che coinvolgono i due uomini.
Il romanzo si apre così, come un
giallo. In cosa consiste l’oggetto ricevuto in dono da Sartre? A cosa serve,
chi glielo ha recapitato e perché? Sono questi i misteri da svelare, o meglio
lo sono all’apparenza, perché man mano che arriveranno le risposte si
dischiuderà un modo di significati e metafore che finirà per ricondurci alla quest filosofica di cui accennavo
all’inizio.
Andando avanti, il giallo sfocia
nel fantasy, perché ben presto ci ritroviamo catapultati in un universo
parallelo popolato dai Minimali. Si tratta di un mondo governato dal perfido
imperatore Nabokov (una versione alternativa del professore) che, per
esercitare il totale controllo sui suoi sudditi, ha cancellato la filosofia.
Proprio a causa di questa perdita, il suo regno rischia ora di andare
distrutto. L’unico modo per salvarlo è riportarvela e, per farlo, occorre riportare
a casa un certo bambino, finito nel mondo parallelo in cui vive Nina. A farsi
carico della missione è un gruppetto di ribelli che, allo scopo, getterà dunque
un ponte fra le due dimensioni.
Come si può facilmente intuire da
questi accenni di trama, la carne al fuoco è tantissima. L’essere e il nulla,
la teoria dei mondi paralleli, il potere dell’immaginazione, l’importanza della
libertà… sono alcuni dei temi che fanno capolino fra le pagine. Argomenti innegabilmente
pregni di fascino, ma così vasti e complessi che, forse, costituiscono un
carico eccessivo per un volume che conta poco più di duecento pagine
(considerando anche i margini molto ampi, le pagine bianche fra la fine e
l’inizio dei vari capitoli, l’interlinea larga). Il rischio è di sentirsi
frastornati dalla mole di informazioni che finiscono per soverchiare lo stesso
plot.
Personalmente sono stata rapita e
completamente conquistata dall’idea alla base del romanzo – l’ho trovata geniale – e dagli spunti di
riflessione che offre, ma non posso dire di essermi sentita coinvolta nelle
vicende narrate né di essermi sentita trascinata davvero nel mondo parallelo
descritto. L’autrice spiega, spiega tanto e lo fa anche bene, ma non riesce a
mostrare. Ci riferisce di un mondo privo di filosofia, stuzzicando la nostra
curiosità, ma non ce lo fa vedere, non ce lo fa sentire. Introduce
un’interessante carrellata di personaggi, ma non li caratterizza abbastanza
da renderli vivi e farci affezionare a
loro. La narrazione procede piatta, informando senza emozionare. Penso che la
stessa storia resa con tecnica e stile diversi avrebbe reso di più, fermo
restando che è una storia molto interessante e che merita di essere letta per i
suoi contenuti e per l’originalità.
Commenti
Posta un commento