mercoledì 3 ottobre 2018

Review Party: Il cospiratore. La congiura di Catilina

Buongiorno cari follower,
oggi vi proponiamo un Review Party dedicato a Il cospiratore. La congiura di Catilina (Newton Compton), il nuovo appassionante romanzo di Andrea Frediani, dedicato a un celebre perdente della storia.

Titolo: Il cospiratore: La congiura di Catilina
Autore: Andrea Frediani
Editore: Newton Compton
Pagine: 512
Prezzo ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 12,00

Descrizione:
La repubblica romana è ormai un’istituzione fragile e precaria, da anni oggetto di contesa tra uomini spregiudicati e ambiziosi, che si combattono con i loro eserciti sui campi di battaglia, ma anche con le clientele e fiumi di denaro nell’agone politico.
Il popolo è stritolato dai debiti, oppresso dalle ingiustizie, diviso dalle discriminazioni. In questo panorama, si fa largo Lucio Sergio Catilina, disposto a tutto pur di raggiungere quel potere che a un nobile decaduto come lui sarebbe precluso. Grazie alla corruzione e all’intimidazione, scala le gerarchie dello Stato. Ma la classe dirigente degli ottimati, che si sente minacciata dalla sua ascesa, reagisce opponendogli un abile avversario: quello stesso Cicerone che di Catilina era stato, da ragazzo, il seguace più entusiasta, e che si trasformerà nella sua nemesi. La sfida tra i due cresce di intensità negli anni, fino al tragico epilogo, che apre la strada alla fine della repubblica.

La recensione di Miriam:
Si dice che siano i vincitori a fare la storia, e il più delle volte sono proprio loro a detenere il ruolo di protagonisti nei libri. Il nuovo romanzo di Frediani va controcorrente, da questo punto di vista, poiché ruota, invece, intorno alla figura di un celebre perdente: Catilina. Una scelta insolita, e per certi versi coraggiosa, giacché ci pone a confronto con un personaggio negativo, per il quale è difficile provare empatia, ma che nondimeno dà vita a un romanzo avvincente e interessante, offrendoci l’occasione di esplorare il lato oscuro della politica.
Lucio Sergio Catilina è un nobile decaduto che, a dispetto della sua condizione di svantaggio, si prefigge di scalare le gerarchie dello Stato. Sin da giovanissimo rivela una sfrenata ambizione che lo rende capace di tutto pur di perseguire i suoi scopi. Non si mostra mai debole quando, poco più che adolescente, si ritrova a combattere nella guerra civile, sperando di farsi notare da Silla e ottenere così i suoi favori; non indugia e non fallisce quando lo stesso dittatore  lo usa come sicario, incaricato di stanare ed eliminare coloro che rientrano nelle liste di proscrizione. E nello stesso tempo non esita a tuffarsi in affari rischiosi ma profittevoli pur di accumulare ricchezza. Catilina è consapevole di essere escluso dalla classe dirigente per lignaggio, ma allo stesso modo sa che esistono altre vie per raggiungere la vetta: con il denaro si compra tutto, e il potere non fa eccezione. Quel che poi non si può ottenere a suon di moneta, lo si può conquistare con la forza, e a lui di certo non manca neppure quella.
Con la complicità di alcuni amici, avvia un traffico di Kykeon – stupefacente legale ai tempi – che gli garantisce cospicue entrate e contemporaneamente gli fa guadagnare i favori di chi si serve, e pensa di trarre beneficio, dalla sua merce. È proprio da qui che parte per comprare favori e fare il suo ingresso in politica, iniziando la propria scalata: da eroe di guerra a legato, fino ad arrivare alla candidatura come console. Gradualmente Catilina, mette in piedi una vera e propria organizzazione che somiglia parecchio a una cosca mafiosa odierna e di essa si serve per la sua ascesa in politica.
Droga, orge, regali e facili promesse sono i mezzi di cui si serve per assicurarsi i voti, e quando le lusinghe non bastano ci sono sempre le minacce e le intimidazioni.
Per quanto discutibili, e indubbiamente poco etici, i suoi metodi si rivelano efficaci, conducendolo ripetutamente sulla soglia del traguardo. Tuttavia, tagliarlo non è per niente facile – anzi si rivelerà impossibile – perché la classe dirigente degli Ottimati, come prevedibile, si sente minacciata dalla sua ascesa e tenta di contrastarlo in tutti i modi possibili.
I suoi nemici lo accuseranno di omicidio, di stupro, lo trascineranno in tribunale e useranno la magistratura nel tentativo di bloccare sul nascere la sua carriera politica, e quando falliranno nel loro intento gli opporranno un avversario che riuscirà a schiacciarlo grazie alla sua scaltrezza e alle sue abilità oratorie: Cicerone.
Ricco di azione, di intrighi e di scene cruente, che ben rendono l’efferatezza del protagonista, Il cospiratore combina dati storici con elementi di fantasia, elaborati ad arte per esigenze narrative, e atmosfere degne di un thriller, ricostruendo così, in modo avvincente, un’interessante pagina di storia.
Come accennavo all’inizio, Catilina si afferma come personaggio negativo. Sebbene dettate da fini cospiratori, le accuse che gli vengono mosse non sono affatto infondate, egli è davvero un assassino, un violento, un uomo privo di scrupoli e di morale, un essere incapace di amare, se non se stesso. L’autore non ci offre margini per comprenderlo, o giustificarlo. Tuttavia, quel che emerge e colpisce leggendo è che coloro che lo circondano non sembrano migliori. La complessa trama che ricostruisce la congiura ai suoi danni svela un mondo – quello politico – fatto di macchinazioni poco pulite, di corruzione di avidità di potere, in cui non c’è spazio per i valori, per gli ideali, per l’interesse comune.
Catilina tenta di ingraziarsi il favore dei ceti più poveri della società opponendosi agli Ottimati che curano gli interessi dei più ricchi, ma la verità è che ricerca vantaggi unicamente per se stesso, la sola causa in cui crede sul serio è la propria gloria.
Nondimeno i suoi avversari sostengono di lottare per difendere i valori della Repubblica, dichiarano di opporsi alle nefandezze perpetrate dalla sua organizzazione, ma il loro vero obiettivo è difendere se stessi e il ruolo privilegiato che ricoprono. Lo stesso Cicerone è animato da uno spirito di rivalsa e competizione, dalla voglia di scalzare colui che un tempo è stato un amico e un modello da seguire, rubandogli proprio il ruolo politico cui ambisce.
Il popolo con i suoi bisogni non sembra essere la priorità di nessuno, anzi pare non avere nessuna importanza in un gioco di potere animato dagli interessi dei singoli.
In questo senso, il romanzo e il personaggio intorno a cui ruota stupiscono per la loro modernità, rivelando forti analogie fra dinamiche passate e presenti. Se ci si dimentica di essere nell’Antica Roma, se per un attimo si accantonano i nomi, le ambientazioni, le date, si ha quasi l’impressione di leggere una storia di scottante attualità.

  

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