Recensione: I gemelli Gheddafi
Titolo: I gemelli Gheddafi
Autore: Marco Unbezio
Editore: Bookabook
Pagine: 272
Prezzo ebook: 7,99
Prezzo cartaceo: 15,00
Descrizione:
Milano, seconda decade degli anni
Duemila. Mentre nel pieno della notte viene ritrovato il cadavere di un ragazzo
mediorientale orrendamente mutilato, l'avvocato Matteo Riflessi riceve una
telefonata. È Marco, il suo vecchio amico d'infanzia. Insieme erano "i
Gemelli Gheddafi", il terrore del quartiere. A distanza di anni, il suo
compagno di giochi, diventato un prete di prestigio della Curia milanese, gli
chiede aiuto: un anziano monsignore è accusato di ricettazione di antichi
manoscritti e ha bisogno di un avvocato. Ma quando il prelato muore in
circostanze sospette, Matteo resta intrappolato in una vicenda labirintica la
cui unica certezza è un misterioso legame tra i due cadaveri. Circondato da
illustri porporati, 'sciure' fattucchiere e fantasmi del passato, Matteo avrà
l'ardito compito di ricomporre lo schema di omissioni al cui interno si cela
un'unica sconcertante verità.
La recensione di Miriam:
Due amici di vecchia data si riuniscono in occasione di un arresto. Marco
Corsini e Matteo Riflessi erano inseparabili da ragazzini, insieme giocavano e
si divertivano terrorizzando il quartiere, ragion per cui erano soprannominati
i Gemelli Gheddafi. Di tempo ne è
passato da allora, ormai sono uomini maturi e hanno scelto strade diverse:
Matteo è diventato avvocato, mentre Marco ha preso i voti.
È proprio quest’ultimo a rintracciare l’amico, quando
un prete a lui vicino, Monsignor Renzo Rossi, viene accusato di aver rubato
alcuni libri antichi. Gli chiede di difenderlo e aiutarlo a ottenere gli
arresti domiciliari, e lui, ovviamente non può che accettare. In fondo si tratta
di un compito semplice e sbrigativo, almeno questo è ciò che crede finché la
situazione non assume un piega del tutto imprevista.
Subito dopo aver ottenuto i
domiciliari, il sacerdote viene ritrovato morto. La polizia è pronta ad
archiviare il caso come suicidio, ma a Matteo i conti non tornano. La dinamica
dei fatti gli suggerisce piuttosto l’idea di un omicidio, ma c’è di più. Quasi
in contemporanea con la sua morte, in città viene rinvenuto il cadavere mutilato
di un extracomunitario e alcuni dettagli inducono l’avvocato a sospettare che le
due uccisioni siano legate in qualche modo.
Sebbene le forze dell’ordine, e lo
stesso Marco, lo invitino a non immischiarsi e a lasciar perdere, lui non si dà
pace e continua a indagare per far luce sulla verità.
Investigando per proprio conto,
Matteo troverà sempre maggiori conferme ai suoi sospetti ed entrerà anche in
possesso di un vecchio diario, scritto in Farsi, che in effetti collega le due
vittime e forse potrebbe essere la chiave per risolvere il mistero.
Il giallo sapientemente imbastito
da Marco Ubezio ci trascina alla scoperta del lato nascosto, e ben poco
spirituale, della Chiesa. La ricettazione di testi antichi, ben presto, si
rivelerà solo la punta di un iceberg, una copertura che cela crimini più gravi,
commessi proprio da chi si fa portatore della parola di Dio e dovrebbe dare il
buon esempio. Un caso che, richiamando la realtà attuale, ci parla di
corruzione e perversione, oltre che di insabbiamento, giacché i ripetuti
tentativi di frenare la curiosità di Matteo sono dettati proprio dalla voglia
di mettere a tacere uno scandalo.
Sebbene interessante, anche per i
temi trattati, la parte relativa alle indagini procede a ritmo lento e devo
ammettere che non è riuscita a coinvolgermi particolarmente. In compenso l’autore
riesce a vivacizzare le lettura grazie a uno stile fortemente ironico e proponendoci
una carrellata di personaggi –
sopra le righe e a tratti grotteschi –
che catturano l’attenzione e, dal mio punto di vista, rappresentano il vero
punto di forza dell’opera.
La colorita famiglia di Matteo, un
anziano sacerdote dalle idee decisamente alternative, un novizio rockettaro, un
nano fissato con i numeri e uno stravagante artista pennuto sono solo alcune
delle stravaganti figure che si aggireranno fra le pagine del romanzo,
contribuendo, più o meno inconsapevolmente, alla soluzione del caso.
Dei due Gemelli Gheddafi, Matteo è
quello cui spetta il vero ruolo da protagonista – Marco rimane più sullo sfondo – riservandoci anche una
serie di sorprese che riguardano la sua personalità e la sua sfera privata.
Oltre che sul campo nella veste di un provetto investigatore, lo vedremo invischiato
in una relazione sentimentale che gli sta stretta e tormentato da una verità
che fatica ad ammettere persino a se stesso.
In maniera inaspettata, le indagini
sulla morte di monsignor Rossi gli forniranno l’occasione di incontrare
qualcuno che finirà per aiutarlo a sciogliere un nodo problematico della sua
esistenza, arricchendo così il finale di un duplice colpo di scena.
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