Recensione: Una morte perfetta
Titolo: Una morte perfetta
Autore: Angela Marsonas
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo ebook: 2,99
Prezzo cartaceo: 9,90
Descrizione:
Il laboratorio di Westerley non è
un posto per i deboli di cuore. Si tratta di una struttura che studia i
cadaveri in decomposizione. Ma quando la detective Kim Stone e la sua squadra
scoprono proprio lì il corpo ancora caldo di una giovane donna, diventa chiaro
che un assassino ha trovato il posto perfetto per coprire i suoi delitti.
Quanti dei corpi arrivati al laboratorio sono sue vittime? Mentre i sospetti di
Kim si fanno inquietanti, una seconda ragazza viene aggredita e rinvenuta in
fin di vita con la bocca riempita di terra. Non c’è più alcun dubbio: c’è un
serial killer che va fermato il prima possibile, o altre persone saranno
uccise. Ma chi sarà la prossima vittima? Appena Tracy Frost, giornalista della
zona, scompare improvvisamente, le ricerche si fanno frenetiche. Kim sa bene
che la vita della donna è in grave pericolo e intende setacciarne il passato
per trovare la chiave che la condurrà all’assassino. Riuscirà a decifrare i
segreti di una mente contorta e spietata, pronta a uccidere ancora?
La recensione di Miriam:
Westerley è un laboratorio a cielo
aperto molto particolare. Disseminato di corpi privi di vita, è stato allestito
allo scopo di studiare gli effetti delle condizioni climatiche e degli insetti
sui cadaveri umani. Insolito, indubbiamente macabro, ma regolare, fino a che
fra i vari defunti prestati alla scienza non viene notato un intruso, o meglio un’intrusa, giacché è
una donna. Gli addetti ai lavori si accorgono subito che si tratta di un
cadavere estraneo, d’altra parte le mutilazioni che presenta non hanno nulla a
che fare con gli agenti atmosferici o le mosche: la poveretta ha il viso
completamente massacrato, al punto che risulta impossibile identificarla.
Quel che appare subito chiaro è che
un assassino è entrato in azione, divertendosi a nascondere la sua vittima
laddove, probabilmente, a nessuno sarebbe venuto in mente di cercare.
Quel che si scoprirà di lì a breve
è, invece, qualcosa di ancor più preoccupante, il ritrovamento di un’altra
donna assassinata nello stesso sito, fornirà la certezza che l’artefice di
tutto è un serial killer.
È questo il nuovo, bizzarro, caso che Angela Marsons
affida alla sua ormai nota detective Kim Stone. Toccherà proprio a lei
indagare, affiancata dal sergente Bryant e dal brillante osteoarcheologo Daniel
Bate, per venire a capo del mistero. Anche questa volta non mancherà di fare la
sua comparsa sulla scena la giornalista Tracy Frost che con la sua smania di
ottenere lo scoop, anticipando i colleghi, si esibirà in un nuovo braccio di
ferro con la detective. Il suo ruolo in questo caso sarà tutt’altro che
marginale e ci riserverà parecchie sorprese. Leggendo, apprenderemo, infatti,
parecchi dettagli sui trascorsi della cronista, riusciremo a comprendere in
pieno la sua personalità e avremo modo di scoprire, insieme a Kim, che in
realtà è molto diversa da quel che sembra.
Nello stesso tempo, anche la Stone
si farà conoscere meglio lasciando emergere nuovi dettagli sulla sua infanzia e
sul trauma che l’ha segnata, spingendola a costruirsi una corazza entro cui pulsa
però un animo sensibile e ferito, che in fondo scalpita per venire fuori.
L’intreccio poliziesco è complesso
e appassionante. Forse ancor più che negli altri libri della serie,
l’attenzione prestata alla componente psicologica è altissima. Man mano che se
ne scoprono le identità, entriamo nella vita e nella mente delle vittime, e
nello stesso tempo in quella dell’assassino che, attraverso capitoli narrati
proprio dal suo pov, si racconta e ci rende partecipi del suo dramma personale.
La sua è una voce vibrante, che graffia e scuote perché ci trascina nei meandri
di un autentico incubo, ricostruendo un’esperienza di violenza domestica a dir
poco agghiacciante.
Chiaramente l’omicidio non può
avere giustificazioni, ma non sempre è conseguenza di puro sadismo o
cattiveria, spesso sottintende meccanismi più complicati e affonda le sue
radici in esperienze di grande sofferenza.
Uno degli aspetti che più
colpiscono e che più ho apprezzato di questo romanzo riguarda proprio il fatto
che rinuncia a qualsiasi visione in bianco e nero, la storia con i suoi
personaggi si colloca in una zona grigia in cui è difficile distinguere i buoni
dai cattivi, le vere vittime dai veri carnefici.
Tutti i personaggi hanno una storia
dolorosa alle spalle da raccontare, sono storie che parlano di bullismo, abusi,
infanzia negata o violata… storie che mettono i brividi non solo per il loro
carico di violenza, ma perché rimandano alla realtà, toccando temi attualissimi.
La soluzione del giallo non è per
niente scontata e riesce sul serio a sorprenderci con più di una svolta
inattesa.
Un thriller psicologico raffinato e
toccante, una conferma per una grande interprete del genere.
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