Recensione: L'unico ricordo di Flora Banks
Titolo: L'unico ricordo di Flora
Banks
Autrice: Emily Barr
Editore: Salani
Pagine: 304
Prezzo: 15,90
Descrizione:
Tutti ricordano per sempre il primo
bacio. Flora non ricorda nient’altro.
Flora Banks, diciassette anni, non
ha la memoria a breve termine. I suoi ricordi si sono fermati a quando aveva
dieci anni: da allora, dopo che una malattia le ha colpito il cervello, deve
continuamente fissare i momenti che vive, scrivendoli su un quaderno, su
post-it, oppure direttamente sulle mani e sulle braccia. Quello che sa di sé è
che mamma e papà le vogliono bene, così come Jacob, il suo adorato fratello
maggiore, e che Paige è la sua migliore amica, quella che si prende cura di lei
nel difficile mondo esterno. Ma una sera, durante una festa, Drake, il ragazzo
di Paige, la bacia sulla spiaggia e stranamente questo ricordo non svanisce
come gli altri. Flora ricorda il bacio, ricorda le parole di Drake, ricorda
ogni singolo istante di quell’episodio. Possibile che Drake sia l’artefice del
miracolo? Peccato però che il ragazzo sia partito per studiare in Norvegia…
Flora non ha dubbi: deve raggiungerlo, solo così potrà capire veramente chi è e
cominciare a vivere davvero. Ma come può fidarsi degli altri se non può fidarsi
nemmeno di se stessa?
La recensione di Miriam:
Immaginate di non poter fare
affidamento sulla vostra memoria, se non a brevissimo termine. Due ore sono l’intervallo
massimo che vi è concesso per ricordare, quello che avete fatto, visto sentito,
dopo di che la vostra mente diventa una tabula rasa, un grande foglio bianco su
cui restano stagliate solo le memorie legate a un passato remoto… alla vostra
infanzia.
Sembra impossibile vivere così,
eppure, Flora Banks ci prova con tutte le sue forze. Questa condizione
bizzarra, quasi da romanzo o film di fantascienza, per lei è la normalità da
quando, all’età di dieci anni, in seguito a un intervento al cervello, subito
per bloccare una rara malattia, ha cominciato a soffrire di amnesia
anterograda.
Flora ricorda tutto ciò che è
accaduto nella sua vita fino al giorno dell’operazione, poi la sua esistenza si
riduce a una storia da riscrivere ex novo ogni mattina, una storia che si
protrae così ormai da sette anni. Una serie di appunti da rileggere ogni giorno
per ritrovare le coordinate, post-it, scritte sulla pelle sono alcuni dei mille
mezzi di fortuna cui deve ricorrere per non perdersi.
In questo marasma di ricordi che
vanno e vengono, di flash da fissare perché non svaniscano del tutto, c’è però
qualcosa che si fissa nella sua mente: un bacio sulla spiaggia, il suo primo
bacio.
Una sera, al termine di una festa,
Drake bacia Flora e quel ricordo rimane scolpito in maniera indelebile nella
sua memoria. Da quel momento qualcosa cambia: la ragazza si aggrappa a quel
bacio e al ragazzo che le ha permesso di sentirsi di nuovo normale e veramente
viva dopo tanto tempo, al punto che quando lui parte per andare a studiare alle
Svalbard, lei non accetta il distacco e decide di fare di tutto per
raggiungerlo…
Se avete letto Il diario di London Lane di Cat Patrick, probabilmente l’incipit di
questo romanzo vi provocherà una sensazione di déjà-vu, almeno per me è stato
così, perché vi sono diversi punti in comune fra le due storie. Nonostante ciò,
non si tratta di trame perfettamente sovrapponibili e L’unico ricordo di Flora Banks riesce a ritagliarsi comunque una
fetta di originalità. Unico, di sicuro, è il viaggio – fisico e interiore – che
la protagonista compirà spinta dal desiderio di ritrovare il suo principe
azzurro.
Sebbene vi siano tutte le premesse
per un romance in salsa YA, Emily Barr riesce a sorprenderci, confezionando
un’opera che non si riduce a questo, anzi si discosta parecchio da un binario
così scontato per esplorare ben altri sentieri. Il tema dell’amore ha una sua
centralità nella vicenda narrata – e non avrebbe potuto essere altrimenti,
considerando che Flora è un’adolescente e l’amore alla sua età è un po’ il
motore che muove il mondo –, tuttavia non è il solo tema affrontato.
Partendo da una situazione
assolutamente fuori dall’ordinario, l’autrice ricostruisce un percorso di
crescita personale, mostrandoci da un lato il coraggio di una ragazza che non
si lascia sopraffare dal suo handicap ma lo cavalca affrontando la vita con il
sorriso, dall’altro i danni che possono essere causati da genitori iperprotettivi.
Quelli di Flora l’hanno rinchiusa in una campana di vetro da quando si è
ammalata, lo hanno fatto allo scopo di proteggerla, per eccesso di amore, ma in
questo modo hanno finito per tarparle le ali, impedendole di vivere davvero. Il
viaggio di Flora rappresenta un atto di ribellione, è il modo insolito,
avventuroso, toccante in cui lei si riappropria della sua esistenza e della
propria libertà. Impresa questa che la condurrà anche a riscoprire e apprezzare
il grande valore della vera amicizia.
Sebbene alcuni passi risultino un
po’ ripetitivi, giacché ogni volta che la protagonista rilegge i suoi appunti
per ricordarsi chi è e cosa ha fatto, vengono riproposti anche a noi, la storia
risulta avvincente e soprattutto coinvolgente sul piano emotivo. Strutturata
come fosse un giallo innesca una forte curiosità di scoprire cosa accadrà e
come si risolverà il tutto, tanto da spingerci a proseguire senza sosta nella
lettura.
Un mistery insolito e commovente,
in grado di esplorare con delicatezza il momento del passaggio dall’adolescenza
all’età adulta, puntando i riflettori sull’importanza di accettarsi per quel
che si è e di trasformare in punti di forza le proprie debolezze.
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