Recensione: L'altro posto

Titolo: L'altro posto
Autore: John Ajvide Lindqvist
Editore: Marsilio
Pagine: 320
Prezzo: 18,00

Descrizione:
John Lindqvist ha diciannove anni e vuole diventare un prestigiatore. Il concorso per maghi che si terrà in Danimarca è vicino, e lui si esercita duramente nella speranza di
vincere un premio. Viene, invece, arrestato per furto, e quando esce di prigione e torna al suo condominio buio e stretto nei sobborghi di Stoccolma, si accorge che qualcosa è
profondamente cambiato. Intorno a lui avverte un movimento strano e spaventoso. Si rende conto che tutto nasce nella lavanderia comune nello scantinato del suo palazzo,
dove avvengono esperienze incredibili e meravigliose. Qualcosa che porta i condomini in un luogo che John chiama “l’altro posto”. Dove puoi essere quello che sei davvero. C’è
un prezzo, ovviamente. All’inizio sembra un prezzo ragionevole. Solo un po’ di sangue.
Ma alla fine John capirà che il vero prezzo da pagare è molto più alto.
Diverso da qualsiasi cosa Lindqvist abbia mai scritto, L’altro posto, seguito indipendente di Musica dalla spiaggia del paradiso, è un’autobiografia fantastica sospesa tra realtà e
finzione, dove la linea di confine tra il vero e il falso, il reale e il surreale è ingegnosamente annullata.

L'autore:
John Ajvide Lindqvist è nato in Svezia nel 1968 ed è cresciuto a Blackeberg, sobborgo di Stoccolma. Ha fatto per anni il prestigiatore e poi il cabarettista, prima di lavorare come autore televisivo, di sceneggiature e testi teatrali. Di Lindqvist Marsilio ha pubblicato Lasciami entrare (bestseller in patria e tradotto in tutto il mondo, da cui è stato tratto un
film con la regia di Tomas Alfredsson e il remake hollywoodiano di Matt Reeves), L’estate dei morti viventi, Il porto degli spiriti, Muri di carta, Una piccola stella e Musica dalla spiaggia del paradiso.

La recensione di Miriam:
Diciannove anni e un sogno nel cassetto sono tutto ciò ha John quando decide di lasciare la sua casa natale nel sobborgo di Blackeberg e trasferirsi a Stoccolma per inseguire la sua più grande passione e diventare un mago di successo. Abbandonato dalla famiglia, che non approva minimamente i suoi progetti, si ritrova solo in una città estranea, costretto a ingegnarsi per sopravvivere. Qualche spettacolo in strada e piccoli furti gli consentono di raggranellare una somma sufficiente per pagare l’affitto di una casetta nel cortile, costruzione fatiscente situata in un condominio che ben presto, però, si rivela essere molto di più… la base di partenza per una nuova vita, per intessere nuove relazioni sociali, ma anche un luogo di passaggio, la porta di accesso a una dimensione altra, densa di mistero e di arcani significati.
Dal suo arrivo in città la quotidianità di John assume una strana piega. Da un lato il ragazzo insegue la magia, come sua grande aspirazione, dall’altro pare che la magia stessa gli corra incontro impregnando la sua quotidianità in vari modi, inspiegabili, a tratti inquietanti.
C’è un telefono che squilla nel suo alloggio, una persona che non conosce lo chiama con insistenza per chiedergli se un certo Sigge è arrivato. Ci sono i condomini che a volte lo avvicinano, a volte lo respingono, come fossero i membri di una setta, indecisi se accogliere fra loro un nuovo adepto. E c’è la stanza della doccia comune, da cui tutti sembrano attratti in maniera irresistibile, ma il cui accesso gli viene negato. Cosa mai si nasconderà al suo interno che gli altri non vogliono fargli vedere né vogliono condividere con lui?
È in questa cornice bizzarra, surreale, che l’autore colloca uno spaccato autobiografico in grado di ricostruire fatti realmente accaduti nella realtà esterna e mantenere nel contempo una finestra aperta sul mondo interiore, sui ricordi, sui propri conflitti, sui sogni. A partire da qui John guarda al futuro, ma rivolge anche uno sguardo al suo passato, rivivendo e rielaborando attraverso il ricordo un’esperienza che lo ha particolarmente segnato da ragazzino.
Mentre mette a punto nuovi trucchi di magia e tesse relazioni con i suoi stravaganti vicini di casa – l’enorme Petronella, la coppia morta, il nostalgico Lars, per citarne alcuni – ricostruisce scrivendo la storia del bambino nel bosco, una storia segreta che da tempo lo accompagna, un nodo irrisolto che in qualche modo sente di dover sciogliere per poter andare avanti.
Stoccolma si offre come un contenitore reale di accadimenti importanti, è il luogo in cui John si esibisce, studia, tenta di affermarsi come mago, ruba per sopravvivere quando il suo pubblico non è generoso; è il posto in cui conquista la propria autonomia dalla famiglia e per la prima volta tenta di innamorarsi, senza successo. Una città che lo accoglie e lo mette alla prova guidandolo in un processo di crescita personale. Nondimeno gli apre un varco verso un’altra dimensione, più intima, meno tangibile eppure assolutamente autentica: l’altro posto, appunto, cui riesce ad accedere nel momento in cui viene ammesso alla stanza della doccia. Non un posto fisico, ma una sorta di mondo parallelo in cui trovano spazio le inclinazioni e i desideri più nascosti di coloro che lo raggiungono; una nicchia privilegiata in cui è possibile riavvolgere e stoppare a proprio piacimento il nastro del tempo replicando all’infinito il proprio momento migliore, ma non senza pagare un prezzo. Sarà qui che John tornerà agli anni della sua infanzia e nello stesso tempo si confronterà con la sua metà oscura, e sarà sempre qui che conoscerà drammi e segreti degli altri inquilini, giacché la dimensione in cui viaggiano si propone come una sorta di inconscio collettivo in cui ognuno vede e diventa partecipe delle emozioni e dei pensieri altrui.
Sebbene la componente onirico-fantastica sia molto marcata, etichettare quest’opera come romanzo di genere sarebbe riduttivo. Proponendoci una commistione di generi che spazia dal thriller al paranormale, soffermandosi sull’intimistico, Lindqvist dà corpo a un racconto unico, capace di esplorare il vissuto e di scandagliare l’interiorità del suo protagonista, regalandoci nello stesso tempo uno spaccato della società svedese degli anni Ottanta, in particolar modo del sogno condiviso e poi infranto rappresentato dalla vittoria elettorale del candidato socialdemocratico Olof Palme.
Un emozionante viaggio spazio-temporale, alla scoperta di un altrove che si annida nei recessi più reconditi dell’anima.    




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