Titolo: Cadavere squisito
Titolo originale: Exquisite Corpse
(1996)
Autrice: Poppy Z. Brite
Traduzione: Francesca Noto
Revisione: Alessandro Manzetti
Proofreading: Miriam Mastrovito
Illustrazione di copertina:
Giampaolo Frizzi
Editore: Independent Legions Publishing
Formato Cartaceo ed eBook
Pagine: 270 (edizione cartacea)
Lingua: Italiano
Pubblicazione: Maggio 2018
Prezzo di copertina edizione
cartacea: € 15,00
Prezzo di copertina edizione eBook:
€ 4,99
Disponibile su Amazon
Sinossi:
Evaso dalla prigione di Painswick,
nel Regno Unito, il serial killer Andrew Compton parte alla ricerca di un nuovo
posto in cui vivere e poter appagare la sua sete di sangue, che non si è mai
placata. Il suo viaggio lo conduce a New Orleans, fra le braccia di Jay Byrne,
un fotografo dal fascino oscuro che risveglia il suo istinto omicida, ma si
rivela tutt’altro che una vittima sacrificale. È l’incontro fra due anime
oscure, che ben presto finirà per coinvolgere Tran, ragazzo vietnamita,
ripudiato dalla famiglia a causa
della sua omosessualità e in fuga da un amante psicotico. Sullo sfondo del
decadente Quartiere Francese, sferzato dalle invettive della radio illegale
WHIV, ha inizio così una macabra danza d’amore e morte, di necrofilia,
cannibalismo e solitudine. Un’autopsia spirituale che affonda il bisturi nella
carne viva per darci in pasto il lato più buio dell’anima.
L’Autrice:
Poppy Z. Brite (Melissa Ann Brite,
ora Billy Martin). New Orleans, 1967.
Tre volte finalista al Bram Stoker
Awards e vincitrice di diversi premi internazionali, ha pubblicato romanzi,
racconti e raccolte. Tra le sue opere: Lost Souls (1992, tradotto in Italiano
da Bompiani nel 1996 col titolo di Anime Perse), Drawing Blood (1993, tradotto
da Independent Legions nel 2017 col titolo di Disegni di Sangue), Wormwood
(1993), Exquisite Corpse (1996, tradotto in Italiano da Frassinelli, nel 1997,
col titolo di Cadavere Squisito e riproposto in questa edizione
con nuova traduzione), Are You Loathsome Tonight? (1998), Wrong Things
(2001, con Caitlin R. Kiernan), The Value of X (2002), The Devil You Know
(2003), Liquor (2004), Prime (2005), Soul Kitchen (2006).
Dell’autrice Independent Legions
Publishing ha pubblicato, in lingua italiana, la raccolta di racconti Il
Cimitero dei Vivi (2016) e il romanzo Disegni di Sangue (2017) e in lingua
inglese le raccolte di racconti: Selected Stories (2016), Used Stories (2016)
The Horror Show (2016), Dr. Brite – Coroner in New Orleans (2016) e la novella
The Crystal Empire (2016), e inoltre ha già acquisito i diritti di
pubblicazione, in lingua Italiana, del romanzo Lost Souls (1992), in uscita nel
2019.
Sito web dell’autrice:
www.poppyzbrite.com
La recensione di Miriam:
La morte non è sempre la fine di
qualcosa; può essere un inizio, un culto, una forma d’arte, una via di fuga… Di
certo è tutto questo, e anche di più, per Andrew Compton, che della morte ha
fatto il suo stile di vita. Serial killer, ha collezionato ben ventitré vittime
prima di finire nella prigione di Painswick. Privato della misericordia di
un’esecuzione capitale, e condannato all’ergastolo, è diventato Ospite Eterno nel
carcere di Sua Maestà, ma non si è mai rassegnato alla sua condizione, per cui
ha speso anni a studiare un piano di evasione. Ed è sempre la morte a fornirgli
infine la giusta via di fuga. Fingendosi cadavere, riesce a raggiungere
l’obitorio e da lì la libertà.
È l’inizio di un viaggio alla
ricerca di un nuovo posto nel mondo, che dal Regno Unito lo conduce a New Orleans,
dove incontra Jay Byrne, fotografo dal fascino oscuro. Andrew ne è attratto sin
da subito, non perché in lui vede una vittima ideale, ma perché, in qualche
modo, si rispecchia nel suo sguardo folle, riconosce nell’uomo un suo simile. E
non si sbaglia.
Questo incontro di due anime
perverse rappresenta il punto di snodo del romanzo, in cui convergono anche
altri personaggi, altre vicende d’amore e morte, intrecciando una trama morbosa
e maledetta. Un ordito di sangue in cui si inseriscono Tran, giovane di origini
vietnamite, cacciato di casa nel momento in cui i genitori hanno scoperto la
sua omosessualità, e reduce da una relazione con un uomo violento, e lo speaker
radiofonico Lush Rimbaud che dall’emittente illegale WHIV, lancia le sue
invettive contro gli sforna-figli, che mettono al bando i gay, ma non sono
affatto senza peccato
Accompagnandoci nel cuore pulsante
del Quartiere Francese di New Orleans, nido accogliente e decadente al tempo
stesso per la comunità omosessuale, Poppy Z. Brite ci travolge con una storia che non si limita a descrivere, con
una dovizia di particolari che può mettere alla prova gli stomaci più deboli,
le orride performance di due feroci killer seriali, ma ci trafigge il cuore
narrandoci di solitudine, emarginazione, fame d’amore (intesa anche in senso
letterale), e affonda la lama nei primi anni Novanta, funestati dallo spettro dell’AIDS
che, per dirla con le sue parole, “aveva aperto delle voragini in mezzo alla popolazione gay,
imponendo un tragico dazio sui bagordi del decennio precedente”.
Cadavere
squisito ci sbatte in faccia, senza filtri, l’orrore della necrofilia e del
cannibalismo, ma nondimeno l’atrocità di una malattia a lungo, e da molti,
considerata quasi la giusta punizione per uno stile di vita dissoluto e
amorale, una sorta di stella di David atta a identificare i viziosi, i diversi.
Nelle pieghe dell’extreme horror
dunque si cela – ma non troppo – la denuncia sociale, la riflessione seria e
sentita, su una tematica reale e attuale.
Mai come in questo caso parlare di narrativa
di genere è riduttivo perché i corpi torturati e smembrati, la fauci colme di
carne umana, i menti e le mani imbrattati di sangue non sono che la superficie
di una storia che scava in profondità, mettendo a nudo l’anima, non solo la
metà oscura che alberga in ciascuno di noi, ma il dolore che si annida negli
anfratti più reconditi.
Amore e morte attraversano l’opera
come un binomio indissolubile, declinato in molteplici modi.
L’amore viene sperimentato dai due
protagonisti, Arthur e Jay, come qualcosa di assoluto, anche se ciascuno dei
due lo interpreta in maniera differente. Per Jay amare significa fondersi con
l’altro, accoglierlo dentro di sé, in senso fisico. Lui si nutre concretamente
dei suoi amanti perché solo così sente di possederli e di poter scongiurare la
paura dell’abbandono.
Arthur ha un approccio quasi opposto,
lui non insegue l’amore umano attraverso la morte, ma ama la morte stessa, la
considera una forma d’arte, un modo per raggiungere le più alte vette del
piacere, ma anche un limite con cui giocare, forse per dimostrate a se stesso,
superandolo, di avere tutto sotto controllo, di essere padrone del proprio
destino.
Sebbene in modi diversi, entrambi
amano la morte e muoiono d’amore, inseguono l’una e l’altro e, quando infine si
incontrano finiscono per sperimentarli in un’unica tremenda soluzione.
La crudezza dei contenuti si sposa
con uno stile poetico, a tratti soave, dando vita a un contrasto che nel
contempo enfatizza la brutalità e la bellezza di ciò che ci viene offerto; un
canto di tenebra che ci tenta con sapori proibiti e ci attanaglia le viscere in
una morsa che non concede respiro.
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