Titolo: La Fuoriuscita
Autore: Giuseppe Lago
Genere: Psicologico
Casa Editrice: Alpes Italia
Collana: Psicoterapia e Storia
Pagine: 278
Prezzo: 19 euro
Descrizione:
Martha Weber, un’artista di trent’anni,
entra nello studio dello psichiatra Livio Spada. Racconta di essere fuoriuscita
da un gruppo terapeutico, detto “grande gruppo”, che frequentava da otto anni.
Il gruppo è gestito da Adele Lussari, psichiatra affascinante e
anticonvenzionale, che ostenta un atteggiamento ribelle nei confronti
dell’ambiente scientifico-culturale che la circonda, proponendo il suo metodo
alternativo chiamato “psicoscienza”. Le sedute si svolgono a villa Incom,
residenza e studio della Lussari. Martha racconta la sua esperienza di seguace
della donna, la quale tiene due grandi gruppi con circa cinquanta persone per
volta, il venerdì e il sabato. Dal racconto emerge come queste sedute di
psicoterapia non siano altro che una maschera per la setta creata dalla
Lussari, autoproclamatasi guru carismatico. I seguaci sono costretti ad
accettare l’autorità assoluta della loro conduttrice, e ad acquisire nel tempo
i tratti della sua personalità, divenendo delle copie e rinunciando al libero
arbitrio. La fragilità dei pazienti è terreno fertile per la donna, che riesce
a insinuare dubbi, a mettere in crisi una personalità già alterata e a divenire
insostituibile per il malcapitato. Il complesso sistema persuasivo e settario è
presentato in modo scorrevole e dialogico attraverso il confronto tra vari
personaggi che animano la vicenda: in primis Martha e Livio, gli unici a vedere
oltre la coltre di fumo che la Lussari ha generato. Martha racconterà di Diego,
suo compagno, anche lui coinvolto nel sistema di villa Incom, e poi divenuto
l’amante di Adele Lussari, la quale contempla la possibilità di portare il
paziente alla guarigione attraverso una relazione che comprenda una fusione di
mente e corpo. Livio Spada arriverà a insinuarsi nelle sedute della sedicente
psicoterapeuta, e a svolgere direttamente un interessante e trascinante
confronto con lei. Anche il figlio di Adele, Ezio, frequenta il “grande
gruppo”, e sarà proprio lui, suo malgrado, a smascherare un sistema corrotto,
attraverso un episodio violento che metterà in crisi l’opera materna e che farà
conoscere al “mondo reale” le contraddizioni del suo metodo. Alla fine non
resterà altro che abbandonarsi a uno tsunami, e a fare i conti con i propri
errori.
L'autore:
Giuseppe Lago è un medico specializzato in
Psichiatria e Psicoterapia breve e integrata. Direttore dell’Istituto Romano di
Psicoterapia Psicodinamica Integrata, fondatore e condirettore del periodico
semestrale Mente e Cura. Ha pubblicato vari libri tra i quali: Orientamenti
diagnostici in Psichiatria e Psicoterapia clinica (2002) Ma.Gi. Roma; La
Psicoterapia Psicodinamica Integrata: le basi e il metodo (2006) Alpes Italia,
Roma; L’illusione di Mesmer (2014) Castelvecchi, Roma; Compendio di Psicoterapia
(2016) Franco Angeli, Milano.
La recensione di Miriam:
La psicoterapia, in molti casi, può
aiutare persone in difficoltà, e di sicuro nasce con intenti nobili. Tuttavia,
non sempre chi la esercita lo fa con coscienza. La psiche umana è plasmabile,
plagiabile, influenzabile e, fra tanti professionisti affidabili, può celarsi
qualcuno che abusa del proprio potere, inseguendo fini ben diversi dal
benessere del paziente. Giuseppe Lago prende spunto da questo concetto per
descriverci, in forma romanzata, un fenomeno inquietante quanto reale come
quello dell’esistenza di sette laiche – fondate e guidate appunto da presunti
“guru” della scienza – che, non meno di quelle d’ispirazione religiosa, possono
irretire un alto numero di persone, sfruttando la loro fragilità.
Il “grande gruppo”, diretto dalla nota psichiatra Adele Lussari, ne è un esempio. Chi partecipa alle sedute che regolarmente si svolgono a Villa Incom, di fatto, si ritrova a far parte di una sorta di società segreta dalle regole insolite, all’interno della quale, la terapeuta esercita una fortissima influenza. Più simile a un guru che a una donna di scienza, Adele detta legge e manipola i suoi adepti, inducendoli ad accettare anche pratiche e compromessi che normalmente rifiuterebbero. Lungi dall’aiutarli a raggiungere un equilibrio, esercita su di loro una vera e propria violenza psicologica, creando un rapporto di dipendenza e utilizzando lo spettro dell’emarginazione e della condanna nel caso in cui decidessero di allontanarsi dal gruppo.
Il “grande gruppo”, diretto dalla nota psichiatra Adele Lussari, ne è un esempio. Chi partecipa alle sedute che regolarmente si svolgono a Villa Incom, di fatto, si ritrova a far parte di una sorta di società segreta dalle regole insolite, all’interno della quale, la terapeuta esercita una fortissima influenza. Più simile a un guru che a una donna di scienza, Adele detta legge e manipola i suoi adepti, inducendoli ad accettare anche pratiche e compromessi che normalmente rifiuterebbero. Lungi dall’aiutarli a raggiungere un equilibrio, esercita su di loro una vera e propria violenza psicologica, creando un rapporto di dipendenza e utilizzando lo spettro dell’emarginazione e della condanna nel caso in cui decidessero di allontanarsi dal gruppo.
Il romanzo ha inizio quando, Martha Weber,
una fuoriuscita, si rivolge allo psicoterapeuta Livio Spada, avvertendo il
bisogno di rielaborare l’esperienza vissuta e confrontarsi con qualcuno su ciò
di cui è stata testimone.
Livio, che ignorava la vera natura degli
incontri di Villa Incom, non solo si presta a supportare la donna, ma decide di
approfondire la questione, infiltrandosi nel gruppo, in veste di adepto. Sarà
in questo modo che farà luce sulla verità.
Adele Lussari e il suo gruppo non
esistono, sono frutto dell’immaginazione dell’autore che, pur affrontando
l’argomento con grande cognizione di causa, essendo egli stesso uno psichiatra
e psicoterapeuta, sceglie di affrontarlo mantenendosi sul piano della fiction.
Tutto ciò che racconta è verosimile – probabilmente fra i lettori ci sarà
qualcuno che riuscirà a riconoscersi nelle dinamiche descritte per aver vissuto
esperienze simili – ma non è riconducibile a una realtà specifica.
Personalmente penso che sia proprio questo il punto debole di un’opera, per il
resto, estremamente interessante.
Sfruttando le sue conoscenze, Spada
ricostruisce nei minimi dettagli le sedute di gruppo di Villa Incom, descrive
nel dettaglio la teoria elaborata dalla Lussari, la “psicoscienza” e il modo in
cui manipola i suoi seguaci. Questa meticolosità, degna più di un saggio che di
un romanzo, di sicuro, ci aiuta a comprendere i meccanismi innescati
all’interno del gruppo, il modo in cui il capo di una “setta” può condizionare
i suoi adepti, ma perde di interesse, risultando a tratti eccessiva, nel
momento in cui si pensa che si basa su una teoria e un’esperienza di fantasia.
Se nel libro fosse stato esposto il vero pensiero del fondatore di un gruppo
realmente esistente, la dovizia di particolari sarebbe stata utilissima e,
probabilmente, avrebbe rappresentato un valore aggiunto, mentre nel caso
specifico mi è parsa un po’ ridondante, al punto che in alcuni momenti ho avuto
la tentazione di abbandonare la lettura.
Ho trovato coinvolgente il tema
affrontato, ammirevole l’intento alla base del romanzo ma non altrettanto
avvincente il modo in cui è scritto; più vicino alla saggistica che alla narrativa,
dal mio punto di vista, non riesce a catturare l’attenzione e a mantenerla viva
fino alla fine, come avrebbe potuto.
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