Buongiorno cari follower,
benvenuti al Review Party dedicato a Il monastero dei delitti di Claudio Aita (Newton Compton), un intrigante thriller storico che collega i delitti del Mostro di Firenze a un antico manoscritto.
Titolo: Il monastero dei delitti
Autore: Claudio Aita
Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo ebook: 2,99
Prezzo cartaceo: 7,43
Descrizione:
Geremia Solaris è allo sbando: un tempo studioso e uomo brillante, dopo disillusioni e fallimenti, a cinquant’anni si ritrova senza soldi, ambizioni e interesse per il suo lavoro, e con una bottiglia di Chianti per amica. La sua vita, però, è destinata a cambiare radicalmente quando riceve un’inquietante e-mail da un suo ex professore. In allegato c’è un misterioso manoscritto, che l’anziano docente chiede a Geremia di decriptare. Geremia, riscosso dal torpore e vinto dalla curiosità, si mette all’opera, ritrovandosi invischiato in un meccanismo che non riesce a comprendere fino in fondo. E quando in un secondo, sibillino messaggio il professore gli chiede di vederlo, ha la drammatica conferma di essere entrato in un labirinto di pericoli da cui è difficile uscire: un filo sottile si dipana e ricollega la Firenze medioevale a quella dei nostri giorni, e le orribili morti di secoli or sono sembrano allinearsi ai delitti che hanno terrorizzato la città e le sue campagne negli anni Ottanta. Riuscirà Solaris, seguendo il rivolo di sangue che attraversa il tempo e la Storia, a sopravvivere al Male?
Geremia Solaris è allo sbando: un tempo studioso e uomo brillante, dopo disillusioni e fallimenti, a cinquant’anni si ritrova senza soldi, ambizioni e interesse per il suo lavoro, e con una bottiglia di Chianti per amica. La sua vita, però, è destinata a cambiare radicalmente quando riceve un’inquietante e-mail da un suo ex professore. In allegato c’è un misterioso manoscritto, che l’anziano docente chiede a Geremia di decriptare. Geremia, riscosso dal torpore e vinto dalla curiosità, si mette all’opera, ritrovandosi invischiato in un meccanismo che non riesce a comprendere fino in fondo. E quando in un secondo, sibillino messaggio il professore gli chiede di vederlo, ha la drammatica conferma di essere entrato in un labirinto di pericoli da cui è difficile uscire: un filo sottile si dipana e ricollega la Firenze medioevale a quella dei nostri giorni, e le orribili morti di secoli or sono sembrano allinearsi ai delitti che hanno terrorizzato la città e le sue campagne negli anni Ottanta. Riuscirà Solaris, seguendo il rivolo di sangue che attraversa il tempo e la Storia, a sopravvivere al Male?
La recensione di Miriam:
I delitti del Mostro di Firenze e un
antico manoscritto: a un primo impatto sembrano due elementi inconciliabili,
che mai potrebbero avere qualcosa in comune, eppure il romanzo di cui vi parlo
oggi si muove su un filo immaginario che li collega svelando verità
inimmaginabili.
Si parte da Firenze, ai giorni nostri.
Geremia Solaris, studioso, esperto di linguistica e decriptazione di codici,
riceve un’e-mail da un suo vecchio docente universitario che gli invia la copia
di un vecchio testo e gli chiede aiuto per decifrarlo.
Geremia attraversa un periodo critico
della sua vita, rimasto vedovo si è lasciato andare e pare aver perso qualsiasi
interesse per il mondo che lo circonda. Giunto alla soglia dei cinquant’anni,
si sente ormai finito e trascorre le sue giornate affogando i dolori
nell’alcol. Inizialmente accoglie la richiesta del professore più che altro per
cortesia, senza avere intenzione di impegnarsi più di tanto nell’impresa, che
non lo interessa affatto. Il suo atteggiamento, però cambia, quando l’uomo non
si presenta all’appuntamento convenuto per discutere personalmente del libro e
Geremia apprende che è morto in uno strano incidente, proprio mentre era
diretto a casa sua. Il mistero s’infittisce quando scopre che il manoscritto
originale e il computer del professore sono svaniti nel nulla.
Che la sua morte non sia casuale? Che sia
legata in qualche modo al vecchio libro e ai segreti nascosti fra le sue
pagine?
Il pallido sospetto si trasforma in
certezza quando un prete, dai modi poco ortodossi, avvicina Geremia avvalorando
i suoi dubbi e mettendolo in guardia da un imminente pericolo. Il religioso in
questione è padre Gualberto, ex poliziotto che, prima di prendere i voti, ha
fatto parte della squadra investigativa che indagava sui delitti del Mostro di
Firenze. È lui a suggerire a Solaris l’idea che vi sia un collegamento fra questi
ultimi e l’enigmatico manoscritto; decriptarlo è l’unico modo per far luce
sulla vicenda… o quanto meno per avvicinarsi alla soluzione del mistero.
Insolito, per certi versi ardito, il
thriller storico orchestrato da Aita getta un ponte fra il controverso caso che
negli anni Ottanta ha sconvolto Firenze e una serie di altri crimini che si
collocano nel medioevo. Guidandoci lungo
un percorso, intricato e audace, ipotizza che vi sia un unico disegno alla base
dei delitti presi in esame e nel mostrarcelo ci fornisce anche la sua chiave
interpretativa degli omicidi attribuiti al Mostro, sollevando un interrogativo
scottante: il caso può davvero ritenersi risolto o c’è qualcosa che continua a
sfuggire perché qualcuno si è adoperato affinché la verità non venisse fuori?
Quello su cui ci sospinge è un terreno in
cui fiction e realtà si intrecciano per cui le certezze assolute cedono il
passo alle speculazioni, tuttavia ogni ipotesi si fonda su consistenti basi
documentali. Nell’insieme il romanzo è avvincente, non solo perché ci propone
un intrigante giallo da risolvere ma perché ripercorre pagine di cronaca e di
storia molto interessanti. Alcuni passi contenenti riferimenti a momenti
salienti e dettagli riguardanti le indagini sul Mostro di Firenze possono
rallentare un po’ la lettura se non si conoscono, o non si ricordano bene,
tutti gli accadimenti, perché non sempre sono supportati da una completa
ricostruzione, presupponendo che il lettore sia già informato dei fatti.
Nonostante ciò, si riesce comunque a seguire il filo narrativo che, partendo dal
presente, si muove a ritroso nel tempo fino a scavare negli orribili misfatti
della Santa Inquisizione, per poi sfociare nel campo dei complotti e delle
sette segrete. L’idea che pian piano prende forma è che dietro la lunga serie
di omicidi analizzati ̶ tanto quelli degli anni Ottanta quanto quelli del
trecento ̶ non vi siano dei semplici assassini ma
organizzazioni che, restando salde nei secoli, perpetuano l’eterna lotta fra
bene e male.
Un’ipotesi che può apparire fantasiosa ma
che conserva comunque un contatto con la realtà nel momento in cui ci induce a
riflettere su una verità incontestabile: vi sono casi che restano irrisolti
perché non sempre chi ha il compito di indagare ha interesse a far emergere la
verità; a volte chi si erge a paladino del bene e della giustizia persegue i
suoi scopi adottando mezzi discutibili, macchiandosi di atti peggiori di quelli
imputabili ai presunti colpevoli.
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