Recensione: Panedemonium Road
Titolo: Pandemonium Road
Autrice: Anonima Strega
Editore: self publishing
Genere: paranormal
romance/horror/thriller/scifi
Pagine: 264
Prezzo eBook: 1,99
Prezzo cartaceo: 10,99 euro
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Può un breve viaggio attraverso il caos
ribaltare gli amori di una vita?
Tessa ha deciso di trasferirsi al nucleo
Trenta per togliersi dalla testa Raoul, l’uomo irraggiungibile che si è preso
cura di lei quando una pandemia ha decimato la popolazione terrestre, ora
accentrata in un’unica strada che attraversa l’Europa. Raoul è a capo di
un’organizzazione del nucleo Dieci e sta cercando di arginare i danni provocati
da un contagio che si attacca al cervello, nutrendosi di pensieri. Gli umani
infettati sono mine vaganti e si comportano come zombie, per cui Tessa non si
stupisce quando Raoul le invia uno dei suoi collaboratori affinché la riporti
indietro. O forse questo amore non è più così platonico?
Jacko è un musicista che vive al nucleo
Venti da quando è sbarcato dalle vecchie Americhe. Uno dei transatlantici che
recuperano uomini sui continenti più desolati lo ha portato sulla Pandemonium
Road con la sua ragazza Aisha, e insieme hanno iniziato una nuova vita. Ma il
destino di Jacko è segnato e il contagio lo attende dietro l’angolo del garage.
L’organizzazione del Dieci, però, sa benissimo che alcuni infettati possono
guarire grazie a un misterioso programma di recupero. Cosa, di preciso, Raoul
metterà a rischio, nel momento in cui deciderà di affidare il caso a un
collaboratore che è di strada?
L'autrice:
ANONIMA STREGA si occupa da sempre di
tematiche legate all’occulto. Preferendo tutto quanto concerne l’universo
femminile neopagano, è di conseguenza al contempo molto romantica, anche se
l’oggetto dei suoi desideri esce spesso dalle righe, così come i personaggi
delle sue storie. Crede fermamente che gli elementi del creato siano guida e
strumento, sia per le streghe, sia per i protagonisti di avventure d’amore
paranormali, come quelli della trilogia “Le spose della notte”, della raccolta
“Killer di cuori e altri semi” e dei romanzi “Spettabile Demone”, “Il Diavolo e
la Strega”, “L’Alchimista Innominato” e “Legione magica” (in quest’ultimo
ritroviamo alcuni personaggi sia di “Spettabile Demone” sia della trilogia). In
una vita precedente ha già avuto a che fare con i libri, ma i vaghi ricordi
sono perlopiù negativi, e per libertà di movimento si dichiara disinteressata a
qualsiasi proposta editoriale. Il suo antro è situato in un luogo nascosto,
custodito da una gatta nera d’angora e una coppia di anziani troll norvegesi.
Da lì dispensa consigli magici attraverso anonimastrega.blogspot.it
La recensione di Miriam:
Con
Pandemonium Road, Anonima Strega
si discosta dal suo genere abituale per cimentarsi con la fantascienza
distopica. Da un universo intriso di natura, magia e filosofia neopagana ci
proietta in un futuro post-apocalittico in cui una misteriosa pandemia,
presumibilmente scatenata da una razza aliena, sta decimando la popolazione.
Una strana sostanza blu gelatinosa aggredisce gli esseri umani e inizia a
nutrirsi dei loro pensieri rendendoli simili a zombie affamati di carne umana.
Una volta colpiti dal morbo non c’è nulla
che si possa fare. Tuttavia un uomo, Raoul, ha scoperto che qualcuno può essere
salvato e ha fondato un’organizzazione che si prodiga allo scopo. Le persone
dotate di maggiore intelligenza, infatti, non vengono annientate subito e, se
aiutate opportunamente, possono espellere la sostanza aliena e guarire.
Pandemonium Road è la lunga strada che
attraversa il nuovo mondo, o quel che ne resta: solo trenta nuclei, ovvero
trenta agglomerati urbani, sono tutto ciò che la costella, nonché gli ultimi
baluardi di un’umanità che tenta di sopravvivere. Ed è proprio su questa via,
intrisa di pericoli e desolazione, che si snoda la trama. Krista, una cyborg al
servizio di Raoul, viene incaricata di trovare e guarire un giovane musicista,
Jacko, infettato dal morbo. Contestualmente il suo capo le chiede di fare una
sosta lungo il tragitto per prelevare una ragazza che gli sta a cuore dal
nucleo in cui vive e portarla alla base.
Tessa, questo il suo nome, si è allontanata da lui quando ha scoperto di
esserne innamorata e ha compreso di non essere corrisposta. Raoul ha rispettato
la sua scelta ma ora che l’epidemia sta dilagando non vuol rischiare di
perderla ed è determinato a proteggerla.
Inizia così un viaggio avventuroso, fisico
e simbolico, che coincide con il difficile percorso di guarigione affrontato da
Jacko ma corrisponde anche a un’esperienza dal fortissimo impatto per i
protagonisti che ne usciranno profondamente cambiati.
Strizzando l’occhio a una nutrita
carrellata di romanzi incentrati sul tema dell’apocalisse zombie, senza
trascurare la serie TV The walking dead,
l’autrice dà vita a una storia piacevole e ricchissima di spunti interessanti,
anche se a mio avviso non riesce a fare pieno centro. Mentre leggendo le opere
precedenti si percepiscono la perfetta padronanza dei temi trattati e la scioltezza
con cui si muove in quello che sembra essere il suo elemento naturale, qui
comunica una certa insicurezza fornendo l’impressione che l’abito
fantascientifico, pur adattandosi alla sua penna, non le sia altrettanto
congeniale. Da grande appassionata del genere, ho trovato debole, e a tratti
confusionaria, la descrizione dell’ambientazione, della società sviluppatasi
dopo lo scoppio della pandemia, della stessa natura, diffusione e cura del
morbo. Si accenna a una razza aliena che ha attaccato l’umanità ma non ve n’è
traccia, escludendo la strana gelatina blu che trasforma in zombie. Apprendiamo
che i più intelligenti possono guarire ma non si capisce bene su quali basi
vengano identificati, viene solo fatto un vago riferimento a uno sguardo più
sveglio rispetto a quello degli altri. Raoul ha capito come guarirli ma come e
in quale veste? È un medico, uno scienziato, ha studiato il morbo o ha scoperto
per caso la cura? Fra i vari personaggi c’è una cyborg ma non c’è modo di
comprendere se rappresenta un’eccezione oppure la normalità, giacché non vi
sono cenni a suoi simili né elementi che possano farci capire il grado di
progresso tecnologico raggiunto nella società di riferimento.
Per deduzione logica si intuisce che il
mondo è cambiato a causa dell’accaduto ma il tutto si riduce a pochi input a
partire dai quali spetta al lettore il compito di immaginarlo.
Allo stesso modo, i protagonisti sono
caratterizzati superficialmente, al punto che non si riesce a immedesimarsi
davvero in loro.
Nel complesso ho avuto l’impressione di un
plot fitto di potenzialità ma sviluppato con troppa fretta.
Poco convincente nel contesto mi è parso
anche il ruolo giocato dall’eros. Così come negli altri romanzi della stessa
scrittrice, la sessualità riveste un’importanza preponderante ma se nella
cornice magico-pagana si inseriva con la massima naturalezza, acquisendo un preciso
senso, in questa ambientazione post-apocalittica suona un po’ forzata e finisce
per togliere forza al racconto che dalla fantascienza scivola nel romance,
prendendo la ricorsa verso un happy end che stride con la distopia e il bisogno
di riflessione che solitamente suscita.
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