Recensione: La tana di mezzanotte
Titolo: La tana di mezzanotte
Autore: Richard Laymon
Traduttore: Daniele Bonfanti
Illustrazone di copertina di Giampaolo Frizzi
Editore: Independent Legions Publishing
Formato ebook e cartaceo
Pagine: 288
Prezzo ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 18,26
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Prima edizione Italiana del romanzo ‘Midnight’s Lair’ (1988)
di Richard Laymon.
Un gruppo di turisti si appresta a scoprire le meraviglie
della caverna di Mordock, una grotta naturale scoperta agli inizi degli anni
’20, quando un improvviso blackout interrompe la gita. Sicuramente un guasto
temporaneo destinato a risolversi in pochi minuti: questo è l’auspicio, ma il
tempo passa e la luce non torna. Che fare? Risalire in superficie è
impossibile, non resta che attendere i soccorsi o tentare un’altra via di fuga,
la sola possibile, quella che si cela oltre il Muro di Ely, laddove in passato
ha perso la vita una giovane donna. I più temerari decidono di abbatterlo, quel
che non sanno è che così facendo dischiuderanno le porte dell’inferno.
Un’avventura allucinante e claustrofobica nelle viscere della terra, alla
scoperta degli antri più bui dell’animo umano.
La recensione di Miriam:
Immaginate di partire per un’escursione e di rimanere
intrappolati in una grotta buia, diversi metri sottoterra. Gli ascensori che
dovrebbero riportarvi in superficie sono fuori uso a causa di un blackout
improvviso e non c’è altra strada per risalire, se non un percorso ignoto il
cui accesso è negato da un muro, eretto proprio perché da quel punto in poi la
caverna non è più sicura, diversi anni prima, infatti, lì è morta una donna in
circostanze tragiche.
Inquietante, vero?
Questo è lo spunto, semplice ma terrorizzante, da cui Laymon
parte per intessere una trama davvero diabolica. Un’idea di fondo che potrebbe
non sembrare originalissima – svariati libri e film sfruttano il tema del
gruppo intrappolato in un luogo impervio – ma che nella mente di questo autore
si trasforma in qualcosa di unico. A fare la differenza e spiazzare
completamente il lettore è l’evoluzione della storia: tutto quello che succede
dal momento in cui i turisti capiscono di essere imprigionati in poi supera
qualsiasi immaginazione. Dimenticate strani e feroci animali, crolli improvvisi
o scontatissimi fantasmi, quel che vedrete – o meglio percepirete soprattutto
con i quattro sensi diversi dalla vista – è qualcosa di inedito e di molto più
raccapricciante. Il tasso di pericolo ovviamente è altissimo perché qui è in
gioco la vita.
Il muro di Ely, così si chiama lo sbarramento cui accennavo
prima, rappresenta il grande punto interrogativo con cui i protagonisti devono
confrontarsi. Abbatterlo per tentare la fuga o desistere?
A vincere sarà la prima ipotesi e sarà proprio da qui che
avrà inizio l’incubo, giacché l’orrore si nasconde al di là. La via per la
salvezza si trasforma in un sentiero di sangue e rimanere indenni sarà la vera
sfida.
La paura dell’ignoto e l’impulso dell’uomo a sfidarlo si
delinea sin da subito come uno dei temi portanti dell’opera. La parete
incriminata rappresenta il punto in cui la conoscenza si arresta, il confine
varcato il quale non vi sono più certezze, scardinarlo è un rischio, così come
lo è nella vita forzare qualsiasi limite: il coraggio può essere premiato come
può scatenare esiti indesiderabili. Ma il simbolismo può spingersi ancora oltre
poiché l’antro in cui finiranno gli attori di questa avventura, una volta
superato l’ostacolo, non è semplicemente un luogo fisico: le mostruosità che
cela rimandano al lato oscuro dell’animo umano. Avventurarsi nella parte
inesplorata della caverna è come arrischiarsi nell’inconscio, in quanto non nasconde
semplicemente qualcosa o qualcuno ma un’intera storia – umana – di perversione e
follia.
Al filone narrativo di partenza si intreccia, infatti, un
secondo filo, più subdolo, all’apparenza sottile, che gradualmente diverrà
sempre più robusto finendo per rischiarare il mistero.
Non è casuale la scelta di quest’ultimo verbo poiché luci e
ombre sono protagoniste fra i protagonisti in questo libro. Quasi tutti gli
accadimenti si svolgono al buio; fatta eccezione per poche torce, di cui i
turisti dispongono e che devono accendere con parsimonia, non ci sono luci. Per
orientarsi, interagire e tentare di mettersi in salvo in caso di pericolo, non
possono fare affidamento sulla vista, e Laymon si mostra abilissimo – tanto da
consentirci di visualizzare ogni dettaglio – nel descriverci tutto servendosi
dell’olfatto, del tatto, del gusto.
L’atmosfera è claustrofobica, il plot ansiogeno, eppure
leggendo non si percepiscono solo sensazioni negative, non si prova solo paura,
frequenti sono i momenti in cui la tensione si alleggerisce e l’ironia prende
il sopravvento strappandoci più di qualche sorriso. Mentre gli eventi si
susseguono, i personaggi prendono forma. Tutti, da quelli principali a quelli
secondari, sono caratterizzati in maniera approfondita e ci offrono un campione
variegato, a volte anche bizzarro, di umanità. L’autore si sofferma sulle loro
differenti reazioni e sugli stati d’animo, rimestando nella psicologia di
ciascuno. Abbiamo uno scrittore horror con la figlia, che tenta di osservare la
scena quasi con distacco, di immaginarla come fosse lo schema del suo prossimo
romanzo, quello che magari gli regalerà il grande successo, e nello stesso
tempo cerca di rassicurare, in modo discutibile, la sua piccola. Ci sono un ex
stuntman attempato, ancora arzillo e dotato di grande ironia, con la sua
signora; un odioso vecchio con il cappellino; una signora extralarge che non
rinuncia alle sue sigarette, la guida, Darcy, e il valoroso Greg, l’adolescente
Paula e l’enigmatico Kyle. E ne ho citati solo alcuni.
Fra tutti spiccano i giovani che vengono descritti con un
realismo incredibile.
Anche in una situazione estrema come questa, le persone
coinvolte avranno modo di relazionarsi fra loro, di maturare antipatie e
simpatie e per qualcuno ci saranno pure dei risvolti sentimentali, o a sfondo
sessuale (componente ricorrente negli scritti di questo autore, ma mai gratuita,
e che nel caso specifico giocherà un ruolo fondamentale nella costruzione e
nella soluzione dell’enigma).
Se non temete il buio e i luoghi angusti, o ancor meglio se
li temete ma vi stuzzica la prospettiva di sfidarli, abbandonate ogni
esitazione e godetevi l’escursione, qualsiasi cosa accada, la tana di mezzanotte è un luogo che merita di essere esplorato.
Commenti
Posta un commento