mercoledì 27 settembre 2017

Review Party: La congiura dei monaci maledetti di Carmelo Nicolosi De Luca

Buongiorno cari follower, 
oggi vi proponiamo un nuovo Review Party dedicato a 
La congiura dei monaci maledetti di Carmelo Nicolosi De Luca (Newton Compton), un thriller che vi farà viaggiare nel tempo, svelandovi i segreti di una misteriosa setta devota a Girolamo Savonarola.


Titolo: La congiura dei monaci maledetti
Autore: Carmelo Nicolosi De Luca
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo ebook: 2,99
Prezzo cartaceo: 10,00

Descrizione:
Palermo. Un antiquario, proprietario di una libreria di testi antichi, viene brutalmente assassinato. Il colpo mortale è inferto da un pugnale che pare risalire al 1500. Dopo qualche giorno, nella tranquilla Firenze, viene ucciso un collezionista di libri d’epoca. Lo strano dettaglio è che l’arma del delitto è un pugnale identico a quello dell’omicidio siciliano. Stessa sorte tocca a un operaio che si occupa dei lavori di restauro nella basilica di San Domenico a Palermo: il suo corpo viene rinvenuto privo di vita. Le indagini portano ben presto a una scoperta sconcertante: l’esistenza di una setta, nata in Italia alla fine del 1400, ma sopravvissuta fino ai giorni nostri, quella dei Frateschi. I suoi adepti sono fedeli all’insegnamento di Girolamo Savonarola, il frate predicatore, e cercano da secoli il testamento che egli affidò ad alcuni discepoli prima di essere arrestato. E se tutti i delitti fossero legati a quel manoscritto? La scia di sangue, intanto, sembra destinata a non arrestarsi. Chi muove i fili dell’intricato complotto che affonda le sue radici in tempi lontanissimi?

La recensione di Miriam:
Un commerciante di testi antichi viene ritrovato morto nella sua libreria di Palermo. A distanza di pochi giorni un libraio di Firenze subisce la stessa sorte. Ad accomunare le due vittime non è solo la professione ma la particolarissima arma usata per il delitto e ritrovata in entrambi i casi sulla scena del crimine: un pugnale dall’impugnatura rossa a forma di croce, risalente al 1500. Appare subito chiaro che i due delitti siano collegati e riconducibili allo stesso responsabile, quel che invece spiazza è proprio l’anacronismo che li caratterizza, la violenta incursione di un passato remoto in un presente che sembra averlo dimenticato.
Le indagini in Sicilia vengono coordinate dal vicequestore Barraco, affiancato dall’investigatore Paterna e dall’agente Laura Novelli. A coadiuvare – a volte a intralciare – ufficiosamente il trio si aggiunge il cronista Sergio Nato. Giovanissimo e al principio della sua carriera, quest’ultimo spera in  un caso che possa fargli compiere il salto di qualità e il misterioso assassinio del libraio si preannuncia come la sua grande occasione.
Il pugnale è di sicuro l’unico indizio da cui partire per districare la matassa e, in effetti, sarà proprio questo bizzarro reperto a guidare gli investigatori su una pista che ha dell’inverosimile.
Se amate la storia, le note esoteriche, gli enigmi, sin dall’incipit, questo romanzo vi catturerà perché è proprio di questo che si nutre. Man mano che ci si addentra nel mistero – che peraltro diviene sempre più fitto – dalla nebbia del passato emerge la figura di Girolamo Savonarola. Si vocifera di un testamento redatto dal frate e lasciato ai suoi discepoli prima di essere arrestato, e di una setta dalle origini antiche, quella dei Frateschi, che continua a seguire i suoi insegnamenti e grida ancora vendetta per quello che considera un imperdonabile omicidio commesso dalla Chiesa.
Probabilmente le morti misteriose su cui si indaga, e il cui numero sale, sono riconducibili all’irruento predicatore e a un disegno folle messo a punto dai suoi seguaci.
Più si va avanti nella lettura più il raggio d’azione si allarga tracciando un asse delittuoso che collega Palermo, Roma e Firenze. Ciò rende le indagini dinamiche e complesse, poiché gli investigatori palermitani dovranno coordinarsi con i colleghi delle altre città coinvolti e spostarsi anche fisicamente da una scena del crimine all’altra. Contemporaneamente si scatena una vera e propria caccia al tesoro tesa a recuperare il prezioso documento all’origine di tutto, che arricchisce il thriller di avventura.
A delinearsi è un giallo che si snoda ai giorni nostri ma ci induce a viaggiare nel tempo per essere risolto; un mistero che ci fa affondare il naso in una pagina torbida della storia della Chiesa, che ci parla di corruzione e degrado d’altri tempi, ma nondimeno di un fanatismo esacerbato che odora di attualità.
Risucchiandoci nel vortice di un enigma mozzafiato, l’autore fa rivivere un personaggio scomodo e carismatico, riporta sotto la luce dei riflettori il suo pensiero e nello stesso tempo ci mostra come l’estremismo possa spingere uomini animati dalle migliori intenzioni a travisarlo, trasformandolo in uno strumento – o meglio in un pretesto – di distruzione.
Il ritmo narrativo è scandito da rompicapi, colpi di scena, apparizioni misteriose che ci tengono sulla corda dall’inizio alla fine, mentre i protagonisti delle indagini, acquisiscono sempre più spessore lasciandosi conoscere e permettendoci di affezionarci a loro. Dal burbero Paterna al mordace Barraco, fino ad arrivare all’intraprendente Sergio Nato che con il suo entusiasmo giovanile, misto a volte a un pizzico di ingenuità, non manca di inserire simpatiche note di colore in una trama deliziosamente cupa.



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