Recensione: Anime Torturate - La leggenda di Primordium
Titolo: Anime torturate - La leggenda di Primordium
Autore: Clive Barker
Editore: Independent Legions Publishing
Traduzione di Frandesca Noto
Illustrazione di copertina di Ben Baldwin
Pagine: 108
Prezzo ebook: 3,99
Prezzo cartaceo: 12,79
Disponibile su Amazon in edizione cartacea
e digitale
Descrizione:
Prima edizione Italiana della novella ‘Tortured Souls - The
Legend of Primordium’ di Clive Barker (2001). Nella leggendaria '' prima città
'' nota come Primordium, un'antica entità conosciuta come '' Agonistes ''
ascolta le preghiere dei supplicanti, persone in cerca di riscatto dal potere
assoluto dell'Imperatore e dal giogo della dinastia dei Perfetti, e li
trasforma in una combinazione di arte, magia e dolore, in avatar di violenza e
vendetta. Lucidique, il Mongroide, Il Maestro delle Falci e Venal Anatomica, le
creazioni più aberranti di Agonistes, dominatore dell’oscuro deserto che
circonda la città, e del folle scienziato Talisac, metteranno a ferro e fuoco
Primordium, nel tentativo di rovesciare l'Impero. Una ‘rivoluzione’ a tinte
horror.
La recensione di Miriam:
Dopo Jakabok e Vangeli di Sangue, Independent Legions
Publishing ci propone la prima edizione italiana di un nuovo gioiellino firmato
Clive Barker: la novella Anime Torturate
- La leggenda di Primordium,
originariamente pubblicata a puntate, a corredo di una serie di action figure
prodotte da McFarlane Toys, e successivamente ripubblicata in versione
integrale.
Confermandosi abile costruttore di mondi, questa volta,
l’autore ci conduce alla scoperta di Primordium, città antichissima, anzi la
prima fra tutte, come suggerisce il nome. Sebbene le sue origini si perdano in
un tempo remoto, i mali che l’affliggono non hanno età. Tirannia, corruzione,
povertà, sporcizia scandiscono il ritmo di una vita in cui si è perso qualsiasi
anelito di libertà, dacché un governo autoritario ha preso il sopravvento.
In un contesto simile, la storia insegna, non può che
germogliare il seme della rivolta e Primordium non fa eccezione. Tuttavia,
facendo saltare del tutto il confine che divide il bene dal male, Barker non
affida a un gruppo di ribelli animati da nobili ideali il compito di sovvertire
il regime, scegliendo come baluardo e burattinaio della rivoluzione una
creatura demoniaca. Agonistes, questo il suo nome, ascolta le preghiere dei
Supplicanti, uomini soggiogati dal potere assoluto dell’Imperatore, accoglie il
loro dolore e lo sublima, facendo che sì che diventi il motore di una
trasformazione. Sofferenza, rabbia repressa, brama di vendetta diventano linfa
vitale per mostruose creature forgiate dalla mano di questo signore oscuro:
saranno loro i guerrieri cui sarà affidato il compito di liberare la città.
Chiaramente, i potenti non resteranno a guardare e alla
minaccia del male risponderanno con il male. Tre generali scelti, dunque,
ingaggeranno lo scienziato folle Talisac, una sorta di dottor Frankenstein in
chiave decisamente più splatter, affinché modelli un avversario in grado di
sconfiggere le creature di Agonistes.
Vengono poste così le basi per uno scontro epocale di cui il
lettore sarà privilegiato testimone.
Le atmosfere che si respirano richiamano la saga di Hellraiser; a esprimersi in questa
novella è soprattutto la vena horror mentre la componente fantasy scivola più
sullo sfondo. Nondimeno la potenza immaginifica che attraversa tutta la
produzione barkeriana si afferma anche qui a pieno regime. Primordium non ci
sorprende con architetture strabilianti come quelle di Pyratha, prestandosi più
come semplice cornice, ma ci stupisce con i personaggi che si muovono al suo
interno. È nella descrizione delle creature forgiate per la battaglia e dei
loro stessi creatori che la fantasia si sbizzarrisce offrendoci uno spettacolo
mozzafiato. Esseri come il Maestro delle Falci, Venal Anatomica, il Mongroide
aggrediscono letteralmente il nostro sguardo mostrandosi in tutto il loro
orrore. Non solo li vediamo attaccare e distruggere, ma assistiamo alla loro
stessa nascita che si concretizza in scene raccapriccianti – il laboratorio di
Talisac è una fucina di incubi per eccellenza.
Quel che colpisce tuttavia, più della loro mostruosità, è la
storia che spesso li accompagna, il bagaglio emozionale che, a dispetto di
qualsiasi aspettativa, li caratterizza. Pur nello spazio ristretto della
novella, i personaggi acquisiscono spessore e non si esauriscono nella
facciata. Ogni creatura aberrante ha alle spalle un percorso che precede la
trasformazione e che ci viene svelato. Nelle crepe della battaglia trovano
spazio storie come quella di Zarles Kreiger, divenuto assassino per fame o
di Lucidique, figlia del Senatore cresciuta nella corruzione e nella solitudine, e in
quello spazio si annida anche una forma di amore, di certo malato, contaminato
dall’odio, ma viscerale e forte abbastanza da resistere ai mille colpi
ricevuti.
Gli attori di questa avventura sono tutti “cattivi”, non ci
sono cavalieri senza macchia né uomini votati al sommo bene, eppure stupiscono
per la loro umanità, al punto che il peggiore degli assassini finisce per
suscitare empatia.
In sintonia con questa assenza di distinzione fra bene e
male, il finale non ci dona il sollievo di una vittoria definitiva, degli uni o
degli altri, ci sospinge piuttosto in una bolla che si carica di un inquietante
senso di attesa e di malinconia; una bolla in cui l’horror si tinge di sublime
e le parole, prima taglienti come lame, si trasformano in una graffiante carezza.
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