Recensione: Vangeli di sangue
Titolo: Vangeli di sangue
Autore: Clive Barker
Traduzione di Francesca Noto
Illustrazione di copertina di Giampaolo Frizzi
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 451
Prezzo cataceo: 20,03
Prezzo ebook: 5,99
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Prima edizione Italiana del romanzo The Scarlet Gospels,
l'ultimo capitolo della saga di Hellraiser, il sequel di The Hellbound Heart
(Schiavi dell'Inferno) col ritorno di Pinhead, personaggio iconico e signore
dei cenobiti, insieme a un altro noto personaggio barkeriano, il detective
dell'occulto Harry D'Amour. Una discesa nelle viscere dell'Inferno, attraverso
la città dei dannati, il monastero dei cenobiti, tribù di demoni, creature abissali
e la cattedrale di Lucifero, fino allo scontro finale tra due creature
archetipali. Pinhead stavolta troverà un degno avversario.
La recensione di Miriam:
Dopo un’attesa lunga trent’anni, Pinhead torna a farci
tremare nell’ultimo atto di Hellraiser.
Con Vangeli di Sangue, si conclude
infatti la serie cult partorita dalla mente geniale di Clive Barker nel lontano
1986.
Per l’occasione assistiamo al ritorno anche di un altro
personaggio storico: il detective dell’occulto Harry D’Amour. Toccherà a lui
riaprire le danze attraverso la mitica scatola di Lemarchand, ritrovata
casualmente nel corso di un’indagine.
Harry è stato ingaggiato dall’amica Norma Paine, medium
priva del dono della vista ma capace di vedere i morti, affinché aiuti il
fantasma dell’occultista Carston Goode a sistemare una questione rimasta
irrisolta alla sua morte. Durante un sopralluogo in casa del defunto,
l’investigatore s’imbatte appunto nel malefico oggetto, scatenando conseguenze
indesiderate.
Sfruttando il varco, il Cenobita, che nel frattempo ha
sterminato gli ultimi grandi maghi rimasti in vita, rapisce Norma.
Quale sarà il suo diabolico piano? Intende servirsi della
donna per qualche insondabile scopo o si tratta solo di un’esca per attirare
Harry in trappola?
Stabilirlo è impossibile ma abbandonare l’amica, per lui, non
è un’opzione praticabile, sicché decide di andare a cercarla e trarla in salvo.
Caz, l’amico tatuatore che nel corso del tempo ha inciso sulla sua pelle
numerosi simboli di protezione, si unisce a lui e di lì a poco altri due
personaggi si aggiungono alla compagnia: Dale e Lana.
Ha inizio così un terrificante viaggio negli inferi.
A partire da questo momento la trama si sviluppa seguendo
due filoni che procedono in parallelo, salvo intersecarsi di tanto in tanto, per
poi fondersi definitivamente in prossimità del finale.
Da un lato seguiamo Harry e la sua stravagante compagnia,
nel percorso di ricerca che li pone sulle tracce di Pinhead e Norma. Dall’altra
vediamo il Sacerdote Infernale in azione per portare a compimento il suo progetto.
In effetti D’Amour ha un preciso scopo nel suo disegno ma non è l’obiettivo,
egli è un mezzo, o meglio un prescelto, colui che il Cenobita ha designato come
suo testimone, come autore dei Vangeli di
Sangue che documenteranno la sua ascesa al potere o la sua definitiva
disfatta.
Il passaggio dall’uno all’altro piano narrativo corrisponde
a un cambio di atmosfere che vivacizza tantissimo il racconto. La parte che
vede protagonisti il detective e i suoi compagni si contraddistingue per la
vena ironica che l’attraversa. Pur muovendosi in uno scenario inquietante, fra orrori
e pericoli, gli esploratori infernali conservano la capacità di sorridere e
sdrammatizzare; Barker non risparmia loro difficoltà e sofferenze, la missione
in cui sono lanciati comporta seri rischi, tuttavia, in sintonia con quello che
è un po’ un tratto distintivo della sua scrittura, riesce a produrre degli
strappi scanzonati nel dramma, regalandoci momenti di autentico spasso.
La parte che ruota intorno a Pinhead e al suo folle piano,
invece, si tinge di sfumature ben più fosche; è marcatamente horror ed è quella
che accoglie le descrizioni più raccapriccianti. Il Cenobita è un sadico, un
concentrato di perfidia, e qui non si risparmia. Lo vedremo torturare senza
pietà i suoi avversari e ideare per loro supplizi raffinati nella loro atrocità
fino ad assistere all’epico scontro per cui si sta preparando, e che lo vedrà
misurarsi con un avversario d’eccezione.
Dal senso di terrore si passa così al riso, dal ribrezzo
alla tenerezza, in un’altalena di emozioni che travolgono, scandendo la
lettura.
La componente horror si intreccia a quella fantasy lasciando
ampio spazio al sorprendente potere immaginifico dell’autore, che qui si
esprime soprattutto nella descrizione dei paesaggi e delle architetture
infernali. Dalla città di Pyratha al lago abitato dal Quo’oto, sino alla Cattedrale
di Lucifero, attraversiamo luoghi che suscitano orrore e incanto nello stesso
tempo. Accantonando gli stereotipi, Barker non ci mostra antri bui, saturi di
fiamme e zolfo, ma immagina l’inferno come un luogo di strabiliante e
disturbante bellezza, ci stupisce con opere architettoniche che sfidano le
leggi della fisica e ci riempiono gli occhi di meraviglia.
La tematica di fondo non è rivoluzionaria, è quasi un
classico, ad andare in scena è
l’antichissima lotta fra bene e male, il conflitto fra la seduzione esercitata
dal primo e la voglia di contrastarlo, tuttavia originale e assolutamente
accattivante è il modo in cui viene reinterpretata e il bagaglio di emozioni
che riesce a scatenare.
Il libro si offre al lettore proprio come una scatola di
Lemarchand, aprendolo si ha l’impressione di varcare davvero un portale
misterioso e di partire per un viaggio indimenticabile con Harry e i suoi
amici, si ci affeziona a loro, ci si commuove, ci si sente parte della
compagnia.
Il plot è avventuroso e straripante di azione ma nondimeno è
pregno di sentimenti, nei Vangeli di
Sangue non ci sono solo l’ambizione di Pinhead, il suo sadismo e il suo odio,
la paura e il coraggio degli esploratori infernali, ma anche la solidarietà,
l’amicizia che lega i protagonisti, l’amore paragonabile a quello fra madre e
figlio che unisce Harry e Norma… la speranza che, in un modo inatteso e
insolito, lascia la sua impronta nel finale. La morte, in qualche modo, è una protagonista
annunciata, giacché quest’ultimo atto della serie è destinato a segnare la fine
di Pinhead o del suo avversario, eppure nell’epilogo si annida anche la
possibilità di un suo superamento che si snoda sulla linea di confine fra
realtà e immaginazione. Del resto quel che vediamo non è tutto ciò che esiste,
come Norma insegnerà a Harry, c’è una vista che va al di là ed è proprio quella
che potrebbe trasformare un addio in un arrivederci.
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