Recensione: Una famiglia perbene

Titolo: Una famiglia perbene
Autore: Danilo Campanella
Editore: David and Matthaus
Dati: 2016, 144p., brossura
Prezzo di copertina: 14,90 euro

Descrizione:
Parigi, 1849. Una donna di colore ricoverata in ospedale riconosce, nella sua vicina di letto, la sua vecchia padrona di quando fu schiava in Centro America: madame LaLaurie, aristocratica nobildonna che decenni prima spalleggiava, per noia o per divertimento, il suo giovane marito, un medico frustrato che puniva gli schiavi con alcuni esperimenti sui loro corpi, che ne causavano la morte tra grandi sofferenze. Nonostante le prove schiaccianti, l'accusatrice del "mostro" faticherà a essere creduta dall'opinione pubblica, che dubiterà che quei fatti siano stati compiuti per mano di una rinomata famiglia perbene, nel corso di un processo che farà tremare persino i piani alti della politica francese. Come se non bastasse, l'accusata diventerà accusatrice, e si ribalteranno le sorti sul tavolo della storia. Tratto da una storia vera.

L'autore:
Danilo Campanella è nato il 2 Dicembre 1984. É laureato in filosofia, ad indirizzo etico-politico. Collabora con diverse riviste e organi si informazione, tra cui Philomath News, Recencinema e Riflessioni. Il suo precedente romanzo si intitola “Un re chiamato desiderio” edito da Tabula Fati. Ama leggere, scrivere e viaggiare. I suoi generi letterari preferiti sono lo storico, il fantasy e l’horror che, spesso, cerca di “ibridare” in un corpo unico. Vive e lavora a Roma.

La recensione di Sara:
È il 1849, Camille è ricoverata in ospedale per una banale crisi lipotimica,come dicono i medici.
Intanto è tormentata da strani incubi che le mostrano una donna di colore imprigionata a una stufa, la gamba completamente ustionata. Poi, le fiamme ovunque.
Camille non sa perché quei sogni la perseguitano, non riesce a ricordare. D’un tratto però, la sua anziana compagna di stanza in ospedale risveglia ricordi atroci: è lei!
La ragazza riconosce nella vecchia ammalata la padrona che utilizzava come schiavi lei e molti altri uomini e donne di colore.
La schiavitù è stata ormai proclamata illegale e Camille decide coraggiosamente di denunciare la donna e le atrocità commesse da lei e suo marito, un medico di cui si sono ormai perse le tracce che si dilettava in esperimenti scientifici sui malcapitati, acquistati come schiavi.
Si apre così il processo a Madame La Laurie che man mano svelerà non solo le torture messe in atto insieme al suo consorte ma anche l’altra faccia della medaglia, la contro democrazia che ancora vive in Francia.
La rivoluzione è sulla bocca di tutti, la democrazia si è trasformata da sogno in realtà eppure c’è chi, come madame La Laurie, spera ancora nel ritorno dell’anciene régime, di una rivincita della nobiltà che faceva il bello e il cattivo tempo e non doveva preoccuparsi di quelle che  per loro sono inezie come diritti umani e parità.
Così Danilo Campanella ci mostra non solo l’orrore che si nasconde nella soffitta di “Una famiglia perbene” ma  lo scontro tra due fazioni politiche che ha determinato il corso della storia.
Attraverso il processo narrato dall’autore, attraverso le parole dei protagonisti, possiamo ricostruire il quadro completo di una realtà complessa, come quella del periodo dei moti rivoluzionari francesi.
Da un lato assistiamo all’integrazione dei cittadini di colore, un tempo schiavi, nelle famiglie borghesi francesi, dall’altro alla rabbia incontenibile di chi credeva di essere onnipotente e ha visto sprofondare tutto ciò in cui credeva sotto i suoi stessi piedi.
Un romanzo che in poche pagine riesce a far immergere completamente il lettore nella storia che, per quanto breve, è narrata accuratamente ed è ricca di dettagli.
Non manca la vena splatter che rende il romanzo ancor più agghiacciante. Le torture descritte, infatti, non sono frutto di fantasia ma, purtroppo, di documentazione storica e mettono in luce di quali barbarie sia capace l’essere umano.
Una famiglia perbene è una piccola storia che porta con sé un grande peso e che lascia il segno, merita di essere letta.

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