Blogtour "Lo strano caso dell'orso ucciso nel bosco": ultima tappa (recensione+ GA)
Bungiorno a tutti! Oggi abbiamo il piacere di ospitare la tappa conclusiva del blogtour dedicato a Lo strano caso dell'orso ucciso nel bosco di Franco Matteucci (Newton Compton).
Il viaggio virtuale alla scoperta di questo bellissimo romanzo si conclude con la nostra recensione.
Prima di lasciarvi alle nostre impressioni sul libro, vi ricordiamo che al tour è abbinato un Giveaway che vi dà la possibilità di vincere ben due copie copie cartacee, gentilmente offerte dall'editore.
In coda al post trovate tutte le istruzioni per partecipare.
Descrizione:
La recensione di Miriam:
I link alle tappe:
Prima tappa: Blog Expres
Seconda tappa: Liberi di scrivere
Terza tappa: Thriller Magazine
Quarta tappa: Thriller Pages
Quinta tappa: Il Flauto di Pan
N.B. Poiché sono stati riscontrati problemi tecnici con i commenti su Thriller Magazine, si comunica che saranno ammessi all'estrazione finale anche coloro che non saranno riusciti a commentare la terza tappa.
Titolo: Lo strano caso dell'orso ucciso nel bosco
Autore: Franco Matteucci
Editore: Newton Compton
Pagine: 253
Prezzo cartaceo: 9,90
Prezzo ebook: 4,99
Autore: Franco Matteucci
Editore: Newton Compton
Pagine: 253
Prezzo cartaceo: 9,90
Prezzo ebook: 4,99
Descrizione:
Un orso ucciso, un grande albero eliminato, un
serial killer che compie azioni di ecoterrorismo nella tranquilla cittadina
di Valdiluce. Una nuova indagine del commissario Marzio Santoni.
Un giallo ambientalista di Franco Matteuci, autore che ha venduto 60 mila copie dei suoi libri, due volte finalista al Premio Strega.
Un corpo senza vita giace sulla neve nell’apparente tranquillità del bosco. Accanto al cadavere, sul tronco di un albero, è stato inciso un cuore con all’interno il nome della vittima e una lettera greca. L’assassino ha lasciato la sua firma, un segno destinato a ripetersi e a seminare il panico tra i vicoli del paesino di montagna. L’ispettore Santoni, però, non riesce a indagare con la sua solita lucidità. Qualcosa offusca la sua mente investigativa. E intanto il crimine continua a spandersi come una macchia di sangue, lentamente ma inesorabilmente. Gli abitanti di Valdiluce hanno paura: la loro cittadina, che una volta era un posto tranquillo e rilassante, rischia di trasformarsi nella tana di un pericoloso serial killer. Il tempo stringe per Marzio Santoni: stavolta in gioco c’è la vita di tutta la valle…
Un giallo ambientalista di Franco Matteuci, autore che ha venduto 60 mila copie dei suoi libri, due volte finalista al Premio Strega.
Un corpo senza vita giace sulla neve nell’apparente tranquillità del bosco. Accanto al cadavere, sul tronco di un albero, è stato inciso un cuore con all’interno il nome della vittima e una lettera greca. L’assassino ha lasciato la sua firma, un segno destinato a ripetersi e a seminare il panico tra i vicoli del paesino di montagna. L’ispettore Santoni, però, non riesce a indagare con la sua solita lucidità. Qualcosa offusca la sua mente investigativa. E intanto il crimine continua a spandersi come una macchia di sangue, lentamente ma inesorabilmente. Gli abitanti di Valdiluce hanno paura: la loro cittadina, che una volta era un posto tranquillo e rilassante, rischia di trasformarsi nella tana di un pericoloso serial killer. Il tempo stringe per Marzio Santoni: stavolta in gioco c’è la vita di tutta la valle…
La recensione di Miriam:
Oggi
vi parlo di un thriller davvero insolito, a cominciare dalla vittima. Se amate
il genere, sicuramente avrete letto diversi romanzi che ruotano intorno a
omicidi di esseri umani, molto probabilmente però non vi sarà mai capitato di
imbattervi in una vittima appartenente al regno animale.
Bruna è un’orsa. Il libro si apre proprio con una scena narrata dal suo punto di vista. È riversa al suolo, è sofferente, è sanguinante, a breve distanza da lei i tre cuccioli che ha dato alla luce ma che, sa, non potranno sopravvivere. Consapevole di essere in procinto di esalare l’ultimo respiro, allunga una zampa e incide la corteccia di un albero, come volesse rivelare al mondo il nome del suo assassino.
Un incipit che è un grido di dolore, proveniente da un animale ma carico di un’umanità sconvolgente.
Bruna, in realtà, non è un’orsa qualsiasi, è considerata una mascotte a Valdiluce, tutti la conoscono, tutti la amano. Il suo brutale assassinio perciò viene subito recepito come un gesto particolarmente grave e che colpisce al cuore l’intera comunità.
Non a caso, le indagini vengono affidate al migliore ispettore sulla piazza: Marzio Santoni, detto Lupo Bianco. A onor del vero, nonostante il soprannome, egli stesso ha qualcosa, nei tratti caratteriali, che lo assimila a un orso: è un solitario, ama la montagna quanto detesta i centri commerciali, non pare molto avvezzo alla tecnologia e ai legami stretti, e a una pizza in compagnia preferisce una tazza di latte sorbita fra le mura domestiche. Oltre a essere abilissimo nel suo mestiere, Lupo a Valdiluce è di casa, conosce i luoghi in cui si è consumato il delitto, perché ci vive, e conosce ogni singolo abitante del posto. Non che sia difficilissimo, giacché parliamo di un paesino arroccato fra le Alpi, popolato da un gruppetto sparuto di anime, insomma il classico microcosmo in cui tutti conoscono tutti e nessuno si fa i fatti suoi.
Gli indizi a disposizione di Santoni sono davvero pochi, soprattutto perché la neve ha cancellato qualsiasi traccia nel bosco, l’unico elemento da cui partire è uno stranissimo graffito rinvenuto sulla corteccia di un albero: un cuore che racchiude il nome della vittima, affiancato dalla lettera omega.
Ma chi può aver avuto interesse a uccidere un animale innocuo che era motivo di orgoglio per l’intero paese?
Un bracconiere, un turista venuto da lontano… i primi pensieri corrono agli estranei, forse perché si tratta di un’ipotesi più tollerabile, ma la verità è che nessuno è escluso dalla rosa dei sospetti, anzi, alcuni elementi lasciano supporre che l’assassino conosca bene il territorio su cui si sta muovendo.
Potrebbe essere la guardia forestale, Spartaco Tassi, che pure sembrava essere in simbiosi con Bruna; l’ambiguo benzinaio Dogana, misteriosamente sparito; Silverio il boscaiolo, il farmacista o il falegname…
Lupo comincia a investigare, affiancato dall’agente Kristal Beretta e da una simpaticissima veterinaria di origini napoletane: Katia Guardì.
Il caso tuttavia, anziché giungere a conclusione, sembra ingarbugliarsi sempre di più, perché al primo delitto ne seguono altri. Le vittime spaziano dal regno animale a quello vegetale – fra gli assassinati figurerà pure un abete secolare, anch’esso simbolo di Valdiluce – fino a coinvolgere gli esseri umani. La firma è sempre la stessa: un’incisione sul legno recante il nome della vittima designata e l’omega.
Difficile stabilire quale sia il movente dello stravagante serial killer, ma più si va avanti più matura la sensazione che il suo vero bersaglio sia Valdiluce stessa. Che il suo sia un tentativo di boicottare il turismo in loco? Di trasformare un tranquillo polmone verde in un posto da incubo?
Quello orchestrato da Matteucci, in effetti, è un thriller dalla forte impronta ambientalista che, nel mettere alla prova le nostre capacità di analisi sfidandoci a risolvere l’enigma, ci porta a riflettere sul rapporto fra uomo e natura. Non aspettatevi slogan da animalisti sfegatati o invettive, uno degli aspetti che più ho apprezzato di questo romanzo è proprio l’equilibrio con cui vengono affrontati argomenti scottanti. A trasparire da queste pagine è il rispetto a trecentosessanta gradi per le creature viventi, un rispetto che tende all’armonia e non alla contrapposizione di fazioni avverse.
Il plot assolutamente intrigante si combina con un’ambientazione ricca di fascino e resa con abilità quasi pittoriche. Pur attraverso uno stile molto diretto e privo di orpelli, l’autore ci fa vedere con chiarezza le piste innevate, ci fa sentire lo stormire delle fronde e il profumo degli alberi, e fra quegli alberi riesce anche a farci percepire strane presenze… presenze che rimandano alle leggende popolari, a credenze e superstizioni che hanno radici nella nostra terra.
Realistico è anche il modo in cui tratteggia gli abitanti di Valdiluce, mettendo in evidenza l’omertà che può caratterizzare le comunità ristrette e i segreti che si possono nascondere dietro una facciata di irreprensibilità. A conti fatti, sarà proprio questo il maggiore ostacolo con cui Santoni dovrà confrontarsi per giungere alla scoperta della verità.
Un giallo tutto italiano originalissimo e ben congegnato: si legge tutto d’un fiato e riempie i polmoni come una bella boccata di aria fresca.
Bruna è un’orsa. Il libro si apre proprio con una scena narrata dal suo punto di vista. È riversa al suolo, è sofferente, è sanguinante, a breve distanza da lei i tre cuccioli che ha dato alla luce ma che, sa, non potranno sopravvivere. Consapevole di essere in procinto di esalare l’ultimo respiro, allunga una zampa e incide la corteccia di un albero, come volesse rivelare al mondo il nome del suo assassino.
Un incipit che è un grido di dolore, proveniente da un animale ma carico di un’umanità sconvolgente.
Bruna, in realtà, non è un’orsa qualsiasi, è considerata una mascotte a Valdiluce, tutti la conoscono, tutti la amano. Il suo brutale assassinio perciò viene subito recepito come un gesto particolarmente grave e che colpisce al cuore l’intera comunità.
Non a caso, le indagini vengono affidate al migliore ispettore sulla piazza: Marzio Santoni, detto Lupo Bianco. A onor del vero, nonostante il soprannome, egli stesso ha qualcosa, nei tratti caratteriali, che lo assimila a un orso: è un solitario, ama la montagna quanto detesta i centri commerciali, non pare molto avvezzo alla tecnologia e ai legami stretti, e a una pizza in compagnia preferisce una tazza di latte sorbita fra le mura domestiche. Oltre a essere abilissimo nel suo mestiere, Lupo a Valdiluce è di casa, conosce i luoghi in cui si è consumato il delitto, perché ci vive, e conosce ogni singolo abitante del posto. Non che sia difficilissimo, giacché parliamo di un paesino arroccato fra le Alpi, popolato da un gruppetto sparuto di anime, insomma il classico microcosmo in cui tutti conoscono tutti e nessuno si fa i fatti suoi.
Gli indizi a disposizione di Santoni sono davvero pochi, soprattutto perché la neve ha cancellato qualsiasi traccia nel bosco, l’unico elemento da cui partire è uno stranissimo graffito rinvenuto sulla corteccia di un albero: un cuore che racchiude il nome della vittima, affiancato dalla lettera omega.
Ma chi può aver avuto interesse a uccidere un animale innocuo che era motivo di orgoglio per l’intero paese?
Un bracconiere, un turista venuto da lontano… i primi pensieri corrono agli estranei, forse perché si tratta di un’ipotesi più tollerabile, ma la verità è che nessuno è escluso dalla rosa dei sospetti, anzi, alcuni elementi lasciano supporre che l’assassino conosca bene il territorio su cui si sta muovendo.
Potrebbe essere la guardia forestale, Spartaco Tassi, che pure sembrava essere in simbiosi con Bruna; l’ambiguo benzinaio Dogana, misteriosamente sparito; Silverio il boscaiolo, il farmacista o il falegname…
Lupo comincia a investigare, affiancato dall’agente Kristal Beretta e da una simpaticissima veterinaria di origini napoletane: Katia Guardì.
Il caso tuttavia, anziché giungere a conclusione, sembra ingarbugliarsi sempre di più, perché al primo delitto ne seguono altri. Le vittime spaziano dal regno animale a quello vegetale – fra gli assassinati figurerà pure un abete secolare, anch’esso simbolo di Valdiluce – fino a coinvolgere gli esseri umani. La firma è sempre la stessa: un’incisione sul legno recante il nome della vittima designata e l’omega.
Difficile stabilire quale sia il movente dello stravagante serial killer, ma più si va avanti più matura la sensazione che il suo vero bersaglio sia Valdiluce stessa. Che il suo sia un tentativo di boicottare il turismo in loco? Di trasformare un tranquillo polmone verde in un posto da incubo?
Quello orchestrato da Matteucci, in effetti, è un thriller dalla forte impronta ambientalista che, nel mettere alla prova le nostre capacità di analisi sfidandoci a risolvere l’enigma, ci porta a riflettere sul rapporto fra uomo e natura. Non aspettatevi slogan da animalisti sfegatati o invettive, uno degli aspetti che più ho apprezzato di questo romanzo è proprio l’equilibrio con cui vengono affrontati argomenti scottanti. A trasparire da queste pagine è il rispetto a trecentosessanta gradi per le creature viventi, un rispetto che tende all’armonia e non alla contrapposizione di fazioni avverse.
Il plot assolutamente intrigante si combina con un’ambientazione ricca di fascino e resa con abilità quasi pittoriche. Pur attraverso uno stile molto diretto e privo di orpelli, l’autore ci fa vedere con chiarezza le piste innevate, ci fa sentire lo stormire delle fronde e il profumo degli alberi, e fra quegli alberi riesce anche a farci percepire strane presenze… presenze che rimandano alle leggende popolari, a credenze e superstizioni che hanno radici nella nostra terra.
Realistico è anche il modo in cui tratteggia gli abitanti di Valdiluce, mettendo in evidenza l’omertà che può caratterizzare le comunità ristrette e i segreti che si possono nascondere dietro una facciata di irreprensibilità. A conti fatti, sarà proprio questo il maggiore ostacolo con cui Santoni dovrà confrontarsi per giungere alla scoperta della verità.
Un giallo tutto italiano originalissimo e ben congegnato: si legge tutto d’un fiato e riempie i polmoni come una bella boccata di aria fresca.
Giveaway
Ecco le semplici regole da seguire per partecipare all'estrazione di due copie cartacee del romanzo:
– Commentate tutte le tappe del tour.
– Diventate follower dei blog partecipanti.
– Mettete “mi piace” alla pagina FB di NewtonCompton.
– Inserire il vostro indirizzo email nel commento a questo post in modo da poter essere contatti in caso di vittoria.
– Diventate follower dei blog partecipanti.
– Mettete “mi piace” alla pagina FB di NewtonCompton.
– Inserire il vostro indirizzo email nel commento a questo post in modo da poter essere contatti in caso di vittoria.
Avete tempo fino alla mezzanotte di domani (16 aprile 2016).
I vincitori verranno estratti su questo blog il 17 aprile 2016 con il sistema random org.
Buona fortuna!I link alle tappe:
Prima tappa: Blog Expres
Seconda tappa: Liberi di scrivere
Terza tappa: Thriller Magazine
Quarta tappa: Thriller Pages
Quinta tappa: Il Flauto di Pan
N.B. Poiché sono stati riscontrati problemi tecnici con i commenti su Thriller Magazine, si comunica che saranno ammessi all'estrazione finale anche coloro che non saranno riusciti a commentare la terza tappa.
Un thriller davvero insolito, curioso e originale. Ero già molto curioso prima, figuriamoci adesso che ho letto questa recensione. E poi queste storie ambientate in qualche piccolo comune hanno sempre qualcosa di magico ;)
RispondiEliminaBhe sicuramente è un libro diverso dagli Thriller, e un genere che amo molto e questo sembra fare al caso mio.
RispondiEliminaper un'amante di thriller curioso questo libro
RispondiEliminagrazie per questa opportunità
dilorenzomarianna07@gmail.com
L'originalità sta proprio nel fatto che la vittima questa volta non è un essere umano,ma un'orsa e poi l'incipit dal suo punto di vista fa un certo effetto...
RispondiEliminascottodicarloanna@hotmail.it
Mi ispira proprio perché è un thriller diverso da quelli che normalmente si vedono - anche se ho sofferto immensamente nel leggere il primo capitolo su Thriller Magazine e credo che soffrirò anche durante la lettura per intero.
RispondiEliminaSu blogspot sono NotLoved, su Liberi di Scrivere ho commentato come Alice Biolcati e sono iscritta con la mia email: lonely_dreamer@hotmail.it
Siamo arrivati alla fine del tour..e ho conosciuto a fondo questo libro..non mi resta che leggerlo :-) la mia email è bebatag@gmail.com
RispondiEliminaeccomi fam.cuore@hotmail.it
RispondiEliminaun bacio da chi ama horror
https://www.facebook.com/fam.cuore/posts/10208650414276318