Recensione: Nero Elfico
Titolo: Nero Elfico
Autore: Daniele Picciuti
Editore: Watson
Pagine: 278
Prezzo: 10 euro
Descrizione:
Ponte
Spaccato è un villaggio sperduto di quattrocentocinquanta abitanti, un paese di
fabbri, muratori, contadini, falegnami e artigiani, gente semplice che conduce
una vita tranquilla. Finché non fa la sua apparizione Lacero, un mezz’elfo
feroce e astuto, che nel giro di poco tempo riesce a diventare sceriffo. Lui e
Violata, la sua donna, una spietata assassina, si trovano presto al centro di
una serie di macabri e sanguinosi avvenimenti che sconvolgono la cittadina. Il
Male stesso, nelle vesti di alcuni personaggi diabolici e perversi – il demone
Scribacchio, la contessa Bianca, il mago Grimorio, il nano Toro-Dai, il
Negromante – si abbatte su quella povera gente che, suo malgrado, dovrà fare
affidamento, per la propria sopravvivenza, al “male minore” costituito dalla
scanzonata coppia di criminali. Della partita saranno le terribili gemelle
Coro, il Castigatore muto, il grosso Melmone e sua madre Poiana, e numerosi
altri personaggi uno più improbabile dell’altro, fino a scomodare nientemeno
che dei viaggiatori stellari. Presto, tutti comprenderanno che l’ago della
bilancia in questo scontro è il Trono d’ossa, un antico artefatto che dà, a chi
vi siede, il dominio sui morti.
L'autore:
Nato a Roma nel gennaio del 1974, Daniele Picciuti si appassiona all'horror
grazie ai romanzi di Stephen King prima, Peter Straub e Dean R. Koontz poi,
fino a scoprire uno dei fondatori del genere: H.P. Lovecraft. Finalista a molti
concorsi letterari di genere, tra cui Il Sentiero dei Draghi e Short Kipple,
vincitore del Premio NASF 6 (2010), terzo classificato al Premio Algernon
Blackwood (2011).
È
Presidente dell’Associazione Culturale Nero Cafè, co-responsabile del magazine Knife
e del marchio editoriale Nero Press. È ideatore di diversi premi
letterari, come Minuti Contati, Nero Lab e il Premio John
W. Polidori di Letteratura Horror (per Nero Cafè).
È
autore de I Racconti del Sangue e dell’Acqua con Bel-Ami Edizioni; Ritorno
alla Mary Celeste, con Dunwich Edizioni; Terraluna, con Runa
Editrice; La polvere del tempo con Nero Press; R’Lyeh – Dal
profondo sempre per Dunwich; Clowns Vs Zombies per Nero Press.
La recensione di Miriam:
Un
villaggio di appena quattrocentocinquanta anime popolato da gente semplice:
questo è Ponte Spaccato, un luogo
apparentemente privo di sorprese, al punto che persino i nomi dei suoi
abitanti sembrano anticiparne le
caratteristiche principali o la professione: Inchiodato è il fabbro, Bonomo
l’unico medico disponibile, Cordoro il
sindaco che tutti amano, Pelledicuoio il calzolaio…
Insomma
uno scenario che suggerisce pace e letizia fino a che due loschi individui non
fanno il loro ingresso nella taverna “Dal nano monco”. L’arrivo in paese del
mezz’orco e il mezz’elfo – questa la natura dei due brutti ceffi –, infatti, coincide con l’avvicendarsi di una
serie di efferati delitti che sconvolgono la comunità.
Il
mezz’orco rimane al di sopra di ogni sospetto, giacché viene messo subito fuori
gioco, ma il mezz’elfo, che scopriremo chiamarsi Lacero, non sembra raccontarla
giusta.
Che
sia lui il misterioso assassino? Di certo il suo aspetto e i suoi modi non
lasciano presagire nulla di buono.
La
situazione si complica quando a cadere per mano del serial killer è proprio il
sindaco di Ponte Spaccato. Come da
regolamento, viene indetto un torneo all’ultimo sangue per eleggere il suo
successore e Lacero non solo si candida, ma sbaraglia tutti, diventando così
primo cittadino.
Aver
conquistato il titolo, tuttavia, non significa avere la certezza di mantenerlo.
Molti saranno gli ostacoli con cui il neo eletto dovrà fare i conti, ostacoli
che odorano di pericolo, di inganno e finanche di magia.
Per
conquistare e conservare definitivamente il comando, il mezz’elfo dovrà combattere
contro una fitta schiera di nemici (umani
e non) e partire alla ricerca del Trono
d’Ossa, un antico artefatto che può garantire a chi lo possiede l’assoluto
dominio sui vivi e sui morti. In quest’impresa non sarà solo: a parte ambigui
aiutanti come il mago Grimorio, al suo fianco avrà Violata, una femme fatale
dall’animo nero quanto il suo, che saprà rivelarsi un’ottima alleata, nonché
perfetta compagna di letto.
L’insaziabile
sete di potere è il perno intorno al quale si articola Nero Elfico, un’opera dal plot abbastanza semplice ma straripante
di personaggi stravaganti, situazioni surreali, dettagli grotteschi, tanto che
leggendola si ha l’impressione di essere nel bel mezzo di uno spettacolo
pirotecnico. A rendere unica la storia è proprio il particolarissimo
contenitore confezionato dall’autore: sui generis non solo perché – in accordo
con i parametri della bizzarro fiction – ci propone un crossover fra generi letterari che spazia
dal fantasy all’horror, non trascurando la fantascienza, ma perché adotta una
struttura che sfugge ai paletti classici del romanzo. Pur raccontandoci un’unica
storia, l’autore tratteggia una fitta carrellata di sequenze, che potrebbero
essere paragonate alle strisce di un fumetto, suggerendoci quasi l’idea di
tante microstorie che si incastrano a formare il quadro d’insieme.
Lo
stesso stile narrativo, particolarmente asciutto, a tratti lapidario, sembra
assecondare questa suggestione, privilegiando l’azione e le descrizioni
dall’immediato impatto visivo.
I
personaggi sono tutti connotati in maniera precisa e singolare, persino la
scelta dei loro nomi, come accennavo prima, non ha nulla di casuale, tuttavia
dalla loro caratterizzazione è esclusa qualsiasi forma di introspezione.
Possiamo intuire, dal loro modo di agire e di presentarsi, la loro personalità,
ma non entriamo mai nello sfera emotiva.
Questo dal mio personale punto di vista è un piccolo limite perché non consente
di immedesimarsi in loro, di comprenderli o di affezionarsi come fossero
persone reali, ma li fa apparire privi di sentimenti, come fossero le pedine
di un videogame. Ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto penetrare nella mente
di Lacero, scoprirne i conflitti e le motivazioni, o conoscere il background di
Violata, i meccanismi che l’hanno resa cinica e spietata. Vista anche la natura
ambigua dei personaggi, un approfondimento
di questo tipo mi è mancato un po’.
In
compenso non mancano le soprese e i colpi di scena che anzi, si rincorrono a
ritmo vertiginoso fra le pagine, regalandoci una lettura all’insegna dello
stupore e del divertimento.
Surreale,
grottesco, fantasioso, Nero Elfico si
propone quasi come una favola dark postmoderna, in grado di intrattenere e
spiazzare allo stesso tempo, proponendoci qualcosa di diverso dalla solita minestra.
Anche io lo leggerò a breve è nella mia TBR il libro quindi non ho letto la tua recensione per non farmi condizionare ma appena lo finisco corro a leggerla :-)
RispondiEliminaAvvisami quando è online, sono curiosa di conoscere il tuo parere :)
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