Recensione: Il guerriero dell'eternità
Titolo: Il guerriero dell'eternità
Autrice: Clea Benedetti
Editore: Fabbri
Pagine: 316
Prezzo: 14,90
Descrizione:
Nella terra di Layenna, una vasta isola circondata dal mare in un mondo
che sembra privo di orizzonti, il Caos sta tornando: le città sono
infestate da presenze demoniache e la Guardia del Re Cremisi non riesce
da sola a far fronte all'invasione. Dunter è un Vegliante, uno dei
cinque scelti come custodi della religione che venera il misterioso
"plasma sacro", ma è del tutto privo di fede nel dio che dovrebbe
difendere. La sua unica gioia è nel combattimento: addestrato alle arti
magiche come a quelle della lotta, Dunter è in grado di sconfiggere ogni
avversario. E proprio a seguito di un combattimento che viene a
scoprire un dettaglio sulla sua origine che l'uomo che l'ha adottato
quando era neonato non gli ha mai rivelato. La spiegazione del perché ha
occhi color del sangue, capelli bianchi e doti superiori a quelle di un
essere umano. Insieme al fratello adottivo Laurent, suo compagno
inseparabile, Dunter inizierà così un viaggio alla ricerca di se stesso e
della verità sul mondo che lo circonda, a partire da un enigma
irrisolto: che fine hanno fatto i leggendari Nephilim, i mezzangeli che
un tempo dividevano Layenna con gli uomini?
L'autrice:
Clea Benedetti, ha diciotto anni e questo è il suo primo romanzo.
Appassionata di fantasy fin da bambina, ama la musica, il disegno e la cultura
orientale.
La recensione di Miriam:
Un
misterioso messaggio affidato a un’aquila da un altrettanto misterioso Re
Cremisi. Si apre così Il Guerriero dell’Eternità,
aguzzando subito la nostra curiosità e trascinandoci in un’ambientazione che sembra richiamare il fantasy classico.
In
realtà il romanzo in questione, andando avanti, si rivelerà distante dalla
tradizione e innovativo soprattutto per quel che riguarda il contesto in cui si
colloca la trama. Ci riscopriremo, infatti, in un universo immaginario molto
diverso da quello che conosciamo, retto da regole e credenze con le quali pian
piano ci ritroveremo a familiarizzare. Un mondo galleggiante, illuminato da due
lune, in cui impera la magia e la natura quasi incontaminata, caratterizzata da
foreste rigogliose, convive con la tecnologia delle carrozze a motore. È l’isola
di Leyenna, il cui popolo vive onorando
il culto del dio Plasyum.
L’equilibrio
conquistato negli anni, e garantito anche dai custodi della religione, rischia
però di essere sbaragliato dal Caos a causa del diffondersi di nuove religioni
e di cellule ribelli che remano contro il potere costituito.
Oggetto
dell’oscura missiva sarà un giovane il cui microcosmo sta per essere
letteralmente scompaginato da una serie di scoperte sconvolgenti, destinate a
mettere in discussione tutto ciò che ha sempre creduto di sapere.
Addestrato
come Vegliante, ovvero come custode della religione, sebbene intimamente non
creda in alcun dio, Dunter non è un ragazzo come tutti gli altri. I capelli bianchi
e gli occhi rossi che lo caratterizzano lo hanno sempre fatto sentire un
diverso, ma il suo aspetto insolito non è casuale ed è proprio a partire da qui
che la sua avventura avrà inizio.
Il
plot ruota, per l’appunto, intorno alla figura di Duner Steel, sui numerosi
misteri che si annidano nella sua infanzia e sul futuro che lo attende. Primo
capitolo di una serie, Il Guerriero dell’eternità,
è incentrato sull’iniziazione, sul momento in cui il prescelto scopre chi è e
scende a patti con la sua vera identità.
Nel
caso di Dunter, sarà una scoperta che passerà attraverso la visione di una
ragazza sconosciuta che lo richiamerà a sé chiedendo il suo aiuto e che lo
indurrà a intraprendere un viaggio avventuroso insieme al fratello Lauerent.
Lo
schema narrativo che sottende l’opera è quello tipico dello sword and socery che
Clea Benedetti però reinterpreta in maniera del tutto originale, non solo
attraverso l’elaborazione di una cosmogonia nuova quanto affascinante, ma anche
grazie a una rivisitazione in chiave personale del mito legato alla figura dei nephilim.
Accompagnando
Dunter nel suo periglioso viaggio, apprenderemo così di mezz’angeli, di
divinità sconosciute, di un’intera razza falcidiata ma non del tutto estinta e
di una grande guerra che nell’ombra si prepara a scoppiare mettendo a
repentaglio l’intero mondo.
Leggendo
non si può non rimanere piacevolmente stupiti dalla dirompente fantasia di
questa giovane autrice e dalla raffinatezza stilistica che sorprende, tanto più
se si pensa di avere a che fare con un’opera d’esordio.
Distante
dai cliché, ben scritta e straripante di suggestioni, sono rimasta ammaliata da
questa storia e dalle capacità narrative della sua creatrice. L’unica vera
pecca consiste nel fatto che si interrompe decisamente prima di quanto si
vorrebbe. Dopo un inizio inevitabilmente lento, perché serve a introdurci al nuovo mondo e alle sue regole,
entriamo nel vivo dell’azione, cominciamo a conquistare una serie di tasselli
atti ad acuire il nostro interesse e ad acquisire confidenza con i personaggi.
Quando però iniziamo davvero a comprendere e a provare empatia, scopriamo di
essere giunti all’epilogo, ritrovandoci con tanti quesiti irrisolti e un
pizzico di delusione per essere stati abbandonati quasi sul più bello. La
soddisfazione si mescola così con un retrogusto amaro, ma si sa, è un’amarezza
che fa parte del gioco quando si parla di saghe e, come tale, è perdonabile.
Quanta magia in questo libro!!! Comunque è vero, le saghe hanno sempre questo retrogusto un po' amaro! :)
RispondiEliminaUn bacione