domenica 14 dicembre 2014

Recensione: Il graffio della regina

Titolo: Il graffio della regina
Autore: Enzo Natta
Editore: Iris 4 Edizioni
Collana: Arcanum
Dati: 2009, 148 p., brossura
Prezzo di copertina: 15, 50 euro

Descrizione:
Un introverso commissario, un estroverso giornalista, un affidabile cartomante, un avvenente sostituto procuratore in crisi matrimoniale, una coppia di sposi in apparenza felice e unita... il ritrovamento di un cadavere in una ridente e tranquilla cittadina ai confini con la Francia. Ma anche un labirinto di menzogne. Omicidio o suicidio? Sarà l'intuito femminile a fornire la soluzione? Un caleidoscopio di personaggi a caccia dell'artiglio che accompagna il lettore sino all'ultima pagina. Un noir in cui nulla è davvero come sembra. 

L'autore:

Enzo Natta è critico cinematografico di «Famiglia Cristiana». Fondatore e direttore responsabile della rivista «Filmcronache», dirige la collana «Studi e ricerche» edita dall’ANCCI (Associazione Nazionale Circoli Cinematografici Italiani), che ha presieduto dal 1980 al 2000. Autore di libri e di programmi radiofonici e televisivi, già critico cinematografico della Radio Vaticana e per oltre vent’anni fra i curatori della pagina sullo spettacolo de «L’Osservatore Romano», collaboratore di quotidiani, enciclopedie e riviste, italiani e stranieri, è stato capo ufficio stampa dell’Ente dello Spettacolo, dell’Italnoleggio Cinematografico, di Cinecittà e dell’Ente Cinema.

La recensione di Sara:
La morte della ricca signora Adele Paolucci, sembra null’altro che un suicidio.
Il corpo impiccato sembra esserne la prova e per il commissario Pollini non ci sono dubbi, il caso può essere chiuso.
È proprio mentre sta per accantonare l’accaduto che le carte in tavola cambiano.
Pollini si reca da un cartomante, il Mago, accusato di truffa da una sua cliente. L’uomo nega di aver truffato, sostiene di rilasciare regolari fatture e di aver frequentato l’Accademia di Lovaio che gli ha rilasciato un diploma in cartomanzia. I due discutono, il commissario non crede a queste cose, il Mago allora propone una lettura veloce. Solo tre carte per dimostrare di non essere un ciarlatano.
Sono proprio quelle le tre carte che rivelano un inquietante dettaglio sulla mote di Adele Paolucci.
Non un suicidio ma un omicidio.
Quello che sconvolge il commissario è che la notizia della morte della donna non è ancora stata divulgata, come può il Mago sapere del caso?
Il dubbio si insinua in lui e, con non poche difficoltà, prosegue le indagini alla ricerca di un qualche elemento che possa far sospettare un omicidio.
Per il commissario sarebbe troppo imbarazzante ammettere di credere che un cartomante possa aver ragione.
Comincia così l’avventura tra le pieghe nascoste della vita di Adele Paolucci, una donna apparentemente benvoluta da tutti ma, in realtà, circondata di nemici pronta a pugnalarle le spalle.
Tra misteri, esoterismi e profezie la trama si infittisce fino a una sconvolgente verità.
Il graffio della regina è un romanzo giallo dai sapori classici.
I richiami ai maestri del mistero sono innumerevoli, da Poirot a Nero Wolf, il libro è pregno di citazioni e riferimenti che, per gli appassionati del genere non passano per nulla inosservati.
Tanti sono gli elementi ricorrenti del giallo più tradizionale, un commissario accompagnato da un fedele amico, relazioni d’amore segrete, problemi familiari nascosti dietro la maschera dell’investigatore.
Per chi ama il genere potrebbe essere senz’altro confortante ritrovare una situazione così “familiare” ma, tuttavia, bisogna ammettere poco originale.
Interessanti sono i riferimenti alla letteratura e alla filosofia. Spesso tra le pagine vengono inseriti stralci di romanzi, poesie e riflessioni filosofiche che ricordano un po’ i romanzi di Borges.
Le citazioni sembrano tracciare una mappa verso la soluzione del caso ma, in alcuni momenti sembrano non seguire un reale filo logico, piuttosto i pensieri estemporanei dei protagonisti.
Punto di forza è senz’altro la parte del romanzo dedicata all’esoterismo e alla cartomanzia.
Enzo Natta, attraverso le parole del Mago riesce a dare una visione nuova e spoglia di pregiudizi della magia.
Il vero problema della cartomanzia non sta nella sua fallibilità quanto, piuttosto, nella veste che la società l’ha costretta a indossare.
La gente si lascia abbindolare da ciarlatani e imbroglioni ma, non considera che, nel mucchio c’è chi, come il Mago non si è improvvisato tale da un giorno all’altro.
Il graffio della regina è sicuramente un romanzo pieno di potenziale ma che non decolla abbastanza.
La suspence si perde tra le digressioni letterarie e le avventure personali dei protagonisti, un vero peccato considerato che si tratta di un romanzo giallo.
Più tensione sarebbe stata sicuramente gradita.

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