Recensione: Assedio
Titolo: Assedio
Autore: Vincent Spasaro
Casa
editrice: Edizioni
Anordest
Collana: Criminal Brain
Pagine: 316
Prezzo: 12.90 €
Descrizione:
Nella
Sarajevo stretta nella morsa dell'assedio più spaventoso che l'Europa abbia
visto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'agente Stefan Weiss sta per
vivere una notte davvero speciale.
Perché a
Sarajevo, di notte, il tiro di un cecchino non è la sorte peggiore cui si può
andare incontro. Fra le ombre, tra le macerie, negli oscuri palazzi della città
vecchia e nei nuovi quartieri già disintegrati si agitano presenze inquiete e
malevole che prosperano nel dolore e nella violenza.
Ma,
soprattutto, perché stanotte a Sarajevo si apre la porta della stanza 41, il
luogo che ingoia le anime e che gli stessi demoni temono più di ogni altra
cosa. Il luogo più oscuro che esista e dal quale non si esce vivi.
Definito da
Alan D. Altieri “un dark thriller che infrange ogni regola”, Assedio è un
romanzo cinematografico, cupissimo e visionario che vi farà attraversare la
notte a rotta di collo inseguiti da fantasmi, proiettili ed entità arcane in un
crescendo di colpi di scena e rivelazioni.
Il romanzo
horror che rivoluziona la narrativa di genere e che non ha paura di misurarsi
col fantastico, l'hard boiled, il thriller e la fantascienza.
Una storia
per cuori saldi e amanti delle emozioni forti.
Buio in
sala. La notte sta per cominciare.
L'autore:
Vincent Spasaro è nato a
Roma nel 1972. Ha pubblicato l'horror paranormale Assedio(Mondadori 2011,
ripubblicato nella versione originale da Anordest nel 2014) e il dark fantasy
Il demone sterminatore (Anordest 2013).
È stato tre
volte di seguito finalista al Premio Urania e una al Solaria.
Ha curato
per anni la collana di letteratura weird Fantastico e Altri Orrori delle
Edizioni Il Foglio.
La recensione di Miriam:
Provate a chiudere gli occhi per qualche attimo e a
visualizzare una città in guerra: esplosioni, feriti, cecchini appostati
nell’ombra, uomini in fuga, fotoreporter pronti a carpire immagini di morte e,
dietro le quinte, agenti segreti, politici corrotti, burattinai di un massacro
autorizzato.
Riuscite a immaginare un orrore più grande di questo, che possa sorprendervi in uno scenario del genere?
Riuscite a immaginare un orrore più grande di questo, che possa sorprendervi in uno scenario del genere?
Nella Sarajevo sotto assedio,
tratteggiata da Vincent Spasaro, un orrore di tal fatta c’è, si cela dietro una
comune porta e si presenta come qualcosa di indefinibile.
Tutto ha inizio con una telefonata
anonima nel cuore della notte che conduce l’agente segreto Stefan Weiss
all’interno di un vecchio palazzo di Novi Grad. Traffico illecito di armi: è
questo che dovrebbe scovare nella stanza 41, stando al suo informatore. A
sorprenderlo tuttavia, non sarà tanto ciò che vi troverà dentro quanto la
stanza stessa.
Sì, perché varcare la sua soglia è
come entrare nelle fauci di una mostruosa creatura viva, intenta a fagocitare
cose e persone e a sputarne altre, quasi si divertisse a esercitare una macabra
forma di baratto.
Una squadra speciale accorrerà dunque
sul posto per far luce sul mistero: un bizzarro manipolo di investigatori ed esperti
del paranormale intenzionati a risolvere l’enigma prima dell’alba. Fra tutti
spiccherà il Cieco, un personaggio sfuggente e inquietante che sembra saltato
fuori da un horror in piena regola, e che a dispetto del suo handicap si rivelerà
il solo a saper vedere ciò che agli altri sfugge.
Dopo aver osservato la desolazione di
una città ridotta in macerie e respirato l’atmosfera pregna di morte e paura
che ci accoglie nelle prime pagine, veniamo come spiazzati dal paradosso insito
nell’enigma della stanza 41. Appare infatti paradossale l’idea che, mentre
fuori esplodono le bombe, in un vecchio edificio ci sia un gruppo di
persone più preoccupate da una camera
che somiglia alla scatola di un prestigiatore. Nello scenario di guerra assume
una connotazione quasi grottesca l’apparecchiatura da ghostbuster portata sulla
scena del crimine, eppure è proprio
questo contrasto, all’apparenza assurdo e disorientante, a far moltiplicare i
brividi in corsa lungo la schiena. D’altra parte, a dirigere le indagini sono
gli stessi agenti dell’ONU che, ufficialmente, impegnati in una missione di
pace, sono disposti a soprassedere quando
sono i nemici a farsi fuori tra loro. In quest’ottica, di certo, il
decesso di un collega è considerato ben più grave delle centinaia di morti che
si consumano a cielo aperto.
Più si procede nella lettura e più le
immagini belliche, reali, cruente, spietate, si alternano fino a confondersi
con quelle allucinanti che si scatenano dietro la misteriosa porta. Sono due vere e proprie
dimensioni parallele ‒ ma destinate a incrociarsi ‒ quelle attraverso cui si
sviluppa la storia: un dark thriller in cui la più cruda realtà si colora di
cupe tinte fantastiche, riuscendo a sorprendere e a destabilizzare.
Inferno che si apre nell’inferno, la
stanza 41 svelerà la sua vera natura e il suo significato solo nel finale,
strada facendo tuttavia, ci mostrerà una serie di possibilità destinate, non
solo a farci tremare, ma a farci riflettere, poiché il luogo/non luogo dipinto
dall’autore non è che una metafora delle contraddizioni di cui si macchia la
nostra storia e la nostra umanità. A fronteggiarsi su uno sfondo dalle
sfumature apocalittiche sono i mostri reali e quelli immaginari, i demoni e
Dio. A essere in discussione è il concetto stesso di Male. Cosa è Male per chi?
C’è davvero differenza fra un anfratto infernale affollato di demoni e una
città sotto assedio, massacrata dalle bombe? E soprattutto, quale Dio può
permettere tutto ciò?
Chiaramente ciascuno sarà libero di
scegliere le proprie risposte, ma tracciare una vera e propria linea di confine
risulterà pressoché impossibile.
Se vi piacciono i romanzi in grado di
coniugare intrattenimento e speculazioni filosofiche, Assedio è pane per i vostri denti.
Anonimo ha detto...
RispondiEliminaGrazie per la bella recensione e complimenti per la profondità dei ragionamenti. Una lettrice appassionata.
Vincent