venerdì 20 giugno 2014

Recensione: Mosaico a tessere di sangue

Titolo: Mosaico a tessere di sangue 
Autore: Stefano Di Marino 
Editore: Cordero 
Collana: Crimen 
Pagine: 153 
Prezzo: 15 euro
Descrizione: 
Fine estate, litorale pontino. All'hotel "Lungomare" del lido di Latina una direttrice d'albergo con l'hobby della pittura fa gli onori di casa ai suoi ospiti di bassa stagione: uno sbirro ferito nel corpo e nello spirito, un criminologo di successo, un presentatore televisivo con la fama di playboy e la sua ultima fiamma, una modella sexy e sregolata, un’infermiera nervosa e la sua remissiva compagna. A marcare la strana réunion la comune e inquietante conoscenza di Moira Rachelli, conosciuta come la Mantide della Brianza, un curriculum di 23 omicidi confessati, serial killer, predatrice di uomini adescati nei club privé, uccisa in un conflitto a fuoco con la polizia...
Ma è davvero morta Moira la pazza? Come in un mosaico, prende forma un piano di vendetta efferato, un rituale del massacro progressivo cui è necessario porre fine al più presto per evitare una totale carneficina... 

L'autore:

Stefano Di Marino (Milano 1961), scrittore, traduttore, sceneggiatore di fumetti. È autore di polizieschi, gialli, thriller e fantasy – che firma sia col suo nome, sia con quello di Steve De Marino, sia ricorrendo a vari pseudonimi –, nonché di saggi sulle arti marziali di cui è grande appassionato. Tra i suoi romanzi, Il Cavaliere del Vento, Quarto Reich, Ora Zero, la trilogia di Montecristo, Pietrafredda.


La recensione di Miriam:
Alcuni incubi possono restare sopiti per anni e poi tornare a farti correre i brividi lungo la schiena quando meno te lo aspetti. Il mosaico composto in questo libro comincia proprio con un incubo che ha il volto affascinante di una donna: la mantide della Brianza o Moira la Pazza, se preferite. All’anagrafe è semplicemente Moira Rachelli, una serial killer efferata, con all’attivo ben ventitré omicidi. Le sue vittime uomini dediti a frequentare prostitute e club privati in cui si pratica sesso estremo, il suo disegno una sorta di vendetta nei confronti del genere maschile. Il caso si chiude nel migliore dei modi auspicabili quando Moira viene arrestata e confinata entro le mura di un ospedale psichiatrico ma, a distanza di anni, la donna torna a colpire. L’ennesimo omicidio le spiana la via per la libertà ma è questione di attimi poiché la sua evasione si conclude rapidamente con un colpo di pistola. Questa volta la vittima è proprio lei, la mantide definitivamente sconfitta… o forse no?
Il vero incubo, in realtà, ha inizio quando tutto sembra essere finito. A brevissima distanza dalla morte della Rachelli, un piccolo gruppo di villeggianti di bassa stagione si ritrova nell’hotel Lungomare di Latina. Nulla di strano fino a che non emerge una curiosa coincidenza: i vacanzieri in questione, così come la direttrice stessa dell’albergo, sono tutti accomunati, in qualche modo, dal fantasma di Moira.
Franco Belli è il poliziotto che, a suo tempo, l’ha arrestata; Corrado Larcher è un noto showman che alla mantide ha dedicato diverse puntate del suo programma ma è anche l’unica vittima designata dall’assassina che sia riuscita a sopravvivere; Giovanni Marter è il criminologo che ha seguito il caso; Roberta un’infermiera che l’ha avuta in cura quando era ricoverata nell’istituto psichiatrico; Rossana, la direttrice dell’hotel, coltiva l’hobby della pittura e ha avuto occasione di ritrarre Moira in manicomio.
È solo un caso che si siano ritrovati insieme nello stesso luogo? È frutto del caso anche l’incidente che ha provocato l’isolamento dell’albergo impedendo agli ospiti di allontanarsi? Oppure sono topi finiti in una trappola congegnata ad arte da qualcuno?
Prendendo le mosse da una situazione che riecheggia i migliori gialli della Christie, Stefano Di Marino incastra le sue tessere di sangue costruendo un giallo, dalle ambientazioni e dal sapore tutto italiano, che corre lungo il filo della suspense riuscendo a conquistare l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina.  
Far luce sulla vicenda è questione di vita o di morte per gli attori coinvolti poiché sono potenziali vittime, ignare pedine di un gioco destinate a cadere tutte, senza esclusioni. Le indagini, tutt’altro che ufficiali, si svolgono dunque in una situazione di estremo pericolo trasformandosi così in un’avvincente partita a carte coperte
Da abile burattinaio, l’autore manovra i fili della sua trama riservandoci svolte inattese e intrecci studiati ad arte per instradarci verso la soluzione del mistero o depistarci, fino a coglierci del tutto di sorpresa con un finale spiazzante. 
Una detective story ottimamente orchestrata in cui gli elementi tipici del giallo tradizionale si sposano con le atmosfere nostrane generando un valido esempio di “thriller all’italiana”. 
Lettura decisamente consigliata agli appassionati del genere.






 
 

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