venerdì 14 febbraio 2014

Recensione: La croce sulle labbra

Titolo: La croce sulle labbra
Autori: Edoardo Rosati – Danilo Arona
Casa editrice: Edizioni Anordest
Collana: Criminal Brain
Pagine: 256
Prezzo: 12.90 € 

Descrizione:
Guana, un remoto angolo di paradiso nel mare delle Antille. Ma in una sola notte il paradiso sprofonda all’inferno e la morte dilaga, mentre centinaia di nativi abbandonano l’isola in fretta e furia.
Mesi e mesi dopo a Milano uno strisciante orrore invisibile inizia a diffondersi come un inarrestabile morbo letale. Qualcuno ne conosce l’origine: quella piccola scheggia di terra nel Caribe. Misteriosi emissari tribali, sanguinarie eruzioni di furia omicida, devastanti mutazioni dei corpi e delle anime, un enigmatico e antico culto che celebra le sue nozze immonde con la medicina oscura e deviata.
Il più inaspettato degli incubi per tre coraggiosi medici impegnati in una corsa disperata contro il dilagare di un flagello capace di annientare la metropoli. E tutti i suoi abitanti.

Gli autori:
Danilo Arona, scrittore, giornalista e critico cinematografico. Tra le sue pubblicazioni: L’ombra del dio alato e Possessione mediatica (Marco Tropea), Palo Mayombe e Cronache di Bassavilla (Flaccovio), L’estate di Montebuio (Gargoyle Books), Ritorno a Bassavilla e Malapunta (Edizioni XII), Finis Terrae e Bad Visions (Mondadori), Io sono le voci (Edizioni Anordest).


 
Edoardo Rosati, giornalista specializzato nella comunicazione medico-scientifica ha dato vita al Corriere Salute, il supplemento di Medicina del Corriere della Sera. Dal 2003 è responsabile delle pagine dedicate alla Medicina del settimanale Oggi.
Ha partecipato, come autore e consulente, alla realizzazione delle due Enciclopedie Salute (nel 2005) e Prevenzione (nel 2009), promosse dalla Fondazione Umberto Veronesi (e allegate al Corriere della Sera). Ha scritto numerosi libri di saggistica medica (per Sonzogno, Rizzoli, Fabbri e Sperling&Kupfer). È anche autore di narrativa medical horror-thriller per Oscar Mondadori e Giallo Mondadori. Per Sperling&Kupfer ha scritto Kuru - Il morbo del nuovo millennio, ricostruzione drammatizzata dell’allarme “mucca pazza”.

La recensione di Miriam:

La follia omicida può insinuarsi nella realtà che ci circonda attraverso mille strade e può annunciarsi,  a chi abbia orecchie per intendere o occhi per guardare, in altrettanti modi.
Quando l’infettivologo Alejandro Vegas, da anni in servizio a Guana, nota uno strano graffito proprio sull’uscio di casa sua, non pensa alla morte. La sua mente registra l’accaduto come uno dei numerosi atti di vandalismo perpetrati dai ragazzini del luogo. Difficile, d’altra parte, interpretare una rudimentale forma ellittica sormontata da una croce come un cattivo presagio, né la scritta vergata in caribico “Exù vive” suscita particolare curiosità nel medico. Alejandro è un cacciatore di virus e poco gli importa delle religioni in voga nell’America Latina.
Ben presto, tuttavia, dovrà ricredersi perché la bellissima isola in cui ha scelto di esercitare la sua professione diverrà teatro di reiterati orrori. Morti violente, repentine, sospette accompagnate sempre dalla comparsa di un graffito sul muro, questo sarà lo spettacolo a cui il dottor Vegas si ritroverà ad assistere e a partecipare. Il disegno si evolve, quasi fosse una creatura viva capace di crescere e di mutare. La frase è sempre la stessa, ma l’immagine, di volta in volta, diviene più complessa; si arricchisce di  nuovi dettagli sino ad assumere una forma più riconoscibile. È un volto umano a essere abbozzato sui muri, un viso con la croce sulle labbra.
Il riferimento a Exù, divinità caraibica, fa pensare subito ad antichi riti tribali, a esecuzioni riconducibili a una forma di fanatismo religioso ma la soluzione del mistero non sarà così semplice.
A distanza di mesi, gli stessi graffiti e le stesse morti sospette si verificheranno a Milano, lì dove vive il fratello di Alejandro, il frate Pellegrino Vegas. Sarà il legame di sangue tra i due uomini a far sì che venga gettato un ponte tra due scampoli di mondo tanto distanti e far affiorare in superficie il vero disegno che si cela dietro i graffiti.
Emergerà allora una verità terrificante che ha il sapore del complotto internazionale e ci parla di guerra batteriologica. Una svolta questa che caratterizza il vero punto di forza del diabolico  medical thriller orchestrato da Danilo Arona ed Edoardo Rosati. L’idea magistralmente elaborata dagli autori irretisce, infatti, per la su plausibilità; inquieta e fa riflettere in quanto ci pone  a confronto con un’ipotesi di terrorismo fin troppo realistica. L’esoterismo dei riti tribali, l’aura terrorizzante del dio Exù incombe su tutto il romanzo tingendolo di sfumature horror e, a tratti, soprannaturali (in questo aspetto del libro mi è sembrato di scorgere in special modo il marchio di fabbrica di Arona), ma il fil rouge che produce un forte effetto perturbante è rappresentato dal dilagare di un nuovo morbo che minaccia di distruggere l’umanità.
Se vi soffermate  a rifletterci, vi renderete conto di quanto un'idea del genere possa rivelarsi shockante. Una guerra che si combatte a suon di bombe di certo fa paura, ma provate  a pensare di essere esposti a un pericolo altrettanto letale che però è invisibile. Non vi sembra un'eventualità ancor più allarmante?
Non c'è bunker, non c'è via di fuga che possa salvarvi dall'attacco di un virus. Il contagio è un nemico invasivo, striscinate, penetrante, da cui è impossibile scappare perché non si vede. Ci si accorge di essere stati attaccati solo quando ormai è troppo tardi per contrattaccare.  
Un inferno che non si fatica a immaginare alle porte perché se mai dovesse scoppiare un nuovo conflitto mondiale, probabilmente si svolgerebbe proprio così, e non è da escludersi che attacchi simili siano già in atto ai nostri stessi danni.
Arona e Rosati sembrano prevedere il futuro, anticipare i tempi, lanciarci un monito attraverso le pieghe di un romanzo che sa intrattenere ma non si limita all’intrattenimento.  Il ritmo narrativo è hardrock, è un crescendo armonico in cui non si scorgono i passaggi di staffetta, che incolla alla pagina e, non meno di un virus, contagia.  Quel che trasmette è essenzialmente paura mista  a un senso di allarme per ciò che potrebbe essere. Dopo averlo letto, per esempio,  potrà capitarvi di osservare con particolare sospetto una banale escoriazione sulla pelle o di scrutare con occhi nuovi i disegni sui muri della vostra città, perché La croce sulle labbra vi mostrerà  che le pareti, a volte parlano e val la pena ascoltare ciò che hanno da dire.
Se poi a veicolare il messaggio sono due penne del calibro di Arona e Rosati, vi è una ragione in più per mettersi comodi a aguzzare l’udito.

2 commenti:

  1. Arona mi aveva colpito tantissimo con Io sono le voci, ma la trama di questo suo nuovo romanzo non mi aveva colpito. Grazie a te - o a causa tua? :P - lo metto in wl. :)

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    1. Io ho letto quasi tutti i suoi romanzi, Arona è uno scrittore che amo molto. Questo è un po' diverso dagli altri, anche per genere. Penso fosse inevitabile trattandosi di un progetto a quattro mani, comunque è un bellissimo romanzo anche perché la coppia formatasi per l'occasione è una gran coppia!

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