Recensione: Il Manipolatore
Titolo: Il Manipolatore
Autore: Michael Robotham
Editore:Time Crime
Collana: Narrativa
Dati: 2013, 587 p., brossura
Prezzo di copertina: 5, 90 euro
Descrizione:
Nuda sotto una pioggia torrenziale, una donna è
aggrappata al parapetto di un ponte, sospesa sul vuoto, in bilico sui
tacchi delle sue scarpe rosse. Sulla pancia ha una scritta fatta col
rossetto "Puttana", e all'orecchio un cellulare. Piange e supplica. Ma
quando il noto psicologo Joseph O'Loughlin le si avvicina per parlarle e
salvarla, la donna gli sussurra solo una cosa: "Lei non capisce." Poi,
si lascia cadere. Un drammatico suicidio, una brutta storia finita male.
Ma a poche ore di distanza, la figlia della donna si presenta alla
porta del professor O'Loughlin sostenendo che non si è trattato di
suicidio. A dispetto delle apparenze, lo psicologo le crede e inizia a
chiedersi chi ci fosse all'altro capo del telefono mentre la donna
sceglieva di gettarsi nel vuoto. Chi è penetrato nella mente della
donna, manipolandola e plagiandola fino a spezzarne la vita per sempre?
L'autore:
Michael Robotham è nato in Australia nel novembre 1960, prima di dedicarsi alla
scrittura, ha lavorato per diversi giornali e riviste in Australia, Gran
Bretagna e Stati Uniti. Come ghostwriter, ha collaborato con politici, pop
star, psicologi, avventurieri e personaggi dello spettacolo alla stesura delle
loro autobiografie. Il suo primo romanzo, The
Suspect, è stato tradotto in ventidue lingue, mentre il secondo romanzo, Lost, ha vinto in Australia il premio Ned
Kelly come miglior thriller del 2005. Nel 2008 Il manipolatore si è aggiudicato sempre il Ned Kelly Award come
miglior thriller dell’anno. Per Timecrime è uscito anche Ogni goccia di sangue nel 2012 .
La recensione di Sara:
Joe O’Loughlin è uno psicologo affetto dal morbo di
Parkinson. Ha una splendida famiglia e, nonostante la sua carriera non sia più
quella di una volta, può comunque ritenersi fortunato e orgoglioso della sua
vita.
Il suo lavoro l’ha costretto a diventare spettatore di non
pochi drammi, persino a essere accusato d’omicidio ma, nulla può essere
paragonato a quello che l’aspetta.
Joe assiste per caso al suicidio di una donna, è nuda su un
ponte, solo le scarpe ai piedi, un rossetto le ha vergato sul petto la parola
“Puttana”.
Christine Wheeler era, a detta di chi la conosceva, una
donna tranquilla che mai avrebbe pensato al suicidio, eppure Joe l’ha vista
buttarsi giù dal ponte dedicando le sue ultime parole a uno sconosciuto
interlocutore al di là del telefono che stringeva tra le mani.
Il caso viene archiviato, l’ispettore Veronica Cray non ha
tempo da perdere con i suicidi, lei ha criminali veri da stanare.
La figlia di Chrisitine, Darcy bussa però alla porta di Joe,
convincendolo che sua madre non si è suicidata ma qualcuno l’ha costretta a
farlo.
Joe crede a Darcy e decide di aiutarla ma, la polizia darà
ascolto ai due solo quando un’altra donna verrà ritrovata morta, appesa a un
albero per un polso, con solo le scarpe ai piedi. Anche lei un cellulare in mano.
C’è qualcuno nascosto in città che riesce a manipolare le
donne, le umilia, le denigra, le convince a fare gesti osceni e le spinge alla
morte. Si nasconde, striscia tra i muri delle case, si insinua nelle paure più
profonde delle sue vittime e le distrugge senza sfiorarle neppure con un dito Non
resta che scavare nella mente umana e trovare il mostro.
Il Manipolatore è
uno dei più bei thriller psicologici che mi siano capitati tra le mani.
Intrigante, inquietante e coinvolgente, questo romanzo riesce a tenere
incollati alla pagine e a lasciare senza fiato.
Cinematografico è forse l’aggettivo che meglio si addice a
questo libro. Lo stile immediato e diretto aiuta a immaginare scene di un film
accattivante e agghiacciante.
Quello che rende questo romanzo unico rispetto a tutti gli
altri è la caratterizzazione dei personaggi. La presenza dello psicologo
permette di analizzare i protagonisti della storia partendo da piccoli dettagli
apparentemente insignificanti. Joe O’Loughlin ha le chiavi per aprire la personalità
di chiunque gli si pari davanti, da impercettibili gesti saprebbe dire se hanno
subito traumi, qual è la loro professione e quali le loro fobie.
I capitoli si alternano, in alcuni è lo psicologo a parlare,
in altri è l’assassino. Sono forse questi quelli più affascinanti e
inquietanti. Il manipolatore è un sadico sessuale e non ha nessun tipo di
inibizione nel parlare delle sue torture che infastidiscono e stridono sulla
coscienza del lettore come un gesso sulla lavagna.
Nonostante le importanti dimensioni, il libro si lascia
leggere tutto d’un fiato e non annoia mai, nemmeno per un secondo. L’entusiasmo è
in crescendo a ogni pagina che avanza. La storia cambia, si ribalta, svolta e
riprende, non c’è piattezza, non ci sono eventi scontati. Del tutto
imprevedibile e sconvolgente Il manipolatore stupisce fino all’ultima riga.
Un’ottima lettura estiva, sul divano di casa, sotto
l’ombrellone, sotto un albero in campagna, vi terrà occupati per un po’ e vi
farà godere un caso poliziesco senza precedenti.
Guardatevi bene le spalle però, il manipolatore potrebbe
essere ovunque.
Lo lessi un pò di tempo fa, sicuramente interessante...bella la sfida tra protagonista e antagonista :)
RispondiEliminaSì, è un romanzo molto particolare, mi piace molto l'idea del doppio punto di vista!
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