Giano Editore: in libreria a luglio 2013
In libreria a luglio 2013
Titolo: El sicario
Autori: C.Bowden e M. Molloy
Traduzione dall’inglese di Daniela Middioni
Editore: Giano
Collana: I libri della civetta
Pagine: 208
Prezzo: 12,00 euro
Un true crime scioccante sulla storia di uno dei sicari più feroci del Sudamerica.
Da questo libro è stato tratto il film documentario El Sicario. Room 164
con la regia di Gianfranco Rosi, premiato alla Mostra Internazionale
del cinema di Venezia e al festival Internazionale del cinema di Roma
come miglior documentario.
Descrizione:
È
stato addestrato dall’FBI negli Stati Uniti, è un esperto in rapimenti e
torture, ha ucciso centinaia di persone e per vent’anni ha mantenuto la
carica di comandante della polizia dello stato del Chihuahua, lavorando
allo stesso tempo al soldo di un cartello messicano della droga. Nel
suo mondo di corruzione, mantenere l’ordine significava operare
contemporaneamente nell’interesse di entrambi, della polizia e dei
narcotrafficanti: quando dirigeva la squadra speciale anti sequestro a
Juàrez organizzava rapimenti nella stessa città; quando uccideva sotto
ricompensa testava i fucili di precisione che facevano parte
dell’equipaggiamento dei federali.
Non era un fuorilegge. Non era un ribelle. Era lo Stato.
Sembra una storia inventata, la paradossale sceneggiatura di un film d’azione, ma quello che Charles Bowden e Molly Molloy hanno trascritto in questo libro è la nuda verità, le parole ascoltate direttamente dalla bocca di un assassino. Frutto di giorni di colloqui proseguiti per un intero anno, El Sicario è il ritratto di una persona reale, un killer professionista che dopo aver commesso un’impressionante sequela di violenze ed essersi macchiato di terribili atrocità, ha deciso di smettere, uscendone vivo. Ora trascorre un’esistenza da fuggitivo perché sulla sua testa pende una taglia da 250.000 dollari. Questa è la sua autobiografia: un drammatico racconto di innocenza, peccato e redenzione in Cristo; lo sbalorditivo monologo di quello che siamo soliti definire “un mostro”, ma che saremo costretti, in modo altrettanto sorprendente, a riconoscere come una persona apparentemente non diversa dalle altre, un uomo normale cresciuto in un luogo assurdo. Una voce solitaria che per prima ha deciso di parlare – di u mini come El Sicario ce ne sono centinaia in Messico – e di raccontare il volto segreto della guerra alla droga, la verità che nessuno vuole sentire.
Non era un fuorilegge. Non era un ribelle. Era lo Stato.
Sembra una storia inventata, la paradossale sceneggiatura di un film d’azione, ma quello che Charles Bowden e Molly Molloy hanno trascritto in questo libro è la nuda verità, le parole ascoltate direttamente dalla bocca di un assassino. Frutto di giorni di colloqui proseguiti per un intero anno, El Sicario è il ritratto di una persona reale, un killer professionista che dopo aver commesso un’impressionante sequela di violenze ed essersi macchiato di terribili atrocità, ha deciso di smettere, uscendone vivo. Ora trascorre un’esistenza da fuggitivo perché sulla sua testa pende una taglia da 250.000 dollari. Questa è la sua autobiografia: un drammatico racconto di innocenza, peccato e redenzione in Cristo; lo sbalorditivo monologo di quello che siamo soliti definire “un mostro”, ma che saremo costretti, in modo altrettanto sorprendente, a riconoscere come una persona apparentemente non diversa dalle altre, un uomo normale cresciuto in un luogo assurdo. Una voce solitaria che per prima ha deciso di parlare – di u mini come El Sicario ce ne sono centinaia in Messico – e di raccontare il volto segreto della guerra alla droga, la verità che nessuno vuole sentire.
Gli autori:
Charles Bowden, nato nel 1945, è giornalista
e autore di saggi e romanzi. Ha scritto per il Tucson Citizen, GQ,
Harper’s Magazine, la New York Times Book Review e Esquire. Ha ricevuto
il Lannan Literary Award for Nonfiction ed è stato premiato
dall’organizzazione United States Artists.
Molly Molloy è una bibliotecaria della New Mexico State University di Las Cruces, New Mexico. Si è specializzata sul tema dell’immigrazione latinoamericana nei territori di confine.
Hanno detto di questo libro:
«El Sicario offre la sorprendente occasione
di poter ascoltare una simile storia direttamente dalla bocca del leone,
un racconto che offre un raro punto di vista all’interno dei meccanismi
di reclutamento dei cartelli della droga e la loro precisa suddivisione
del lavoro».
El Paso Times
«El Sicario illustra nitidamente la violenza che si è impadronita del Messico. Il libro dovrebbe servire per risvegliare le coscienze dei nostri legiferatori, portandoli a ripensare i tax dollars spediti ogni anno a sud, oltre i confini della nazione. Mr Bowden si è seduto faccia a faccia con un mostro – ancora vivo per raccontare la sua storia».
New York Journal of Books
«Quello che El Sicario dice è così disturbante, così barbarico che si sarebbe tentati di crederlo frutto della fantasia – che simili cose non accadano nel nostro mondo. Questo libro sbalorditivo è diverso da qualsiasi altra cosa abbiate letto».
Tucson Weekly
El Paso Times
«El Sicario illustra nitidamente la violenza che si è impadronita del Messico. Il libro dovrebbe servire per risvegliare le coscienze dei nostri legiferatori, portandoli a ripensare i tax dollars spediti ogni anno a sud, oltre i confini della nazione. Mr Bowden si è seduto faccia a faccia con un mostro – ancora vivo per raccontare la sua storia».
New York Journal of Books
«Quello che El Sicario dice è così disturbante, così barbarico che si sarebbe tentati di crederlo frutto della fantasia – che simili cose non accadano nel nostro mondo. Questo libro sbalorditivo è diverso da qualsiasi altra cosa abbiate letto».
Tucson Weekly
Titolo: I morti lo sanno
Autrice: Laura Lippman
Traduzione dall’inglese di Luisa Piussi
Editore: Giano
Collana: I libri della civetta
Pagine: 384
Prezzo: 12,00 euro
Vincitrice dell’Edgar Award (già vinto da Jo Nesbø e Ian Rankin), del
premio Nero Wolfe (già vinto da Lee Child, Tess Gerritsen), Laura
Lippman è oggi una delle più grandi gialliste americane.
Descrizione:
Il
detective Kevin Infante della squadra Omicidi di Baltimora non si
aspettava certo di passare una mattinata intera al St. Agnes Hospital in
compagnia di Gloria Bustamante, l’avvocato difensore più rompiscatole
della Contea di Baltimora. Rossetto sbavato, tailleur senza un bottone,
scarpe, un tempo di lusso, sformate e consunte in punta, la Bustamante
assiste una donna coi capelli biondi, di età indecifrabile, tra i
trentacinque e i quaranta forse, ricoverata in evidente stato di
confusione in un reparto dell’ospedale.
Qualche giorno prima, per un velo d’olio sulla strada, la berlina della donna è scivolata a sinistra come l’ago di un tachimetro impazzito, si è girata su se stessa e si è adagiata sulla fiancata di un SUV bianco.
La donna ha visto il SUV rotolare con lente capriole giù per la scarpata, ma non si è fermata. Spaventata dal frastuono dei clacson e dallo stridore dei freni, è scappata via per abbandonare la macchina sul ciglio di una strada lontana.
Infante e la Bustamante sono, però, al St. Agnes Hospital non per il reato di mancato soccorso, ma per una stupefacente dichiarazione della donna, che mette e a soqquadro le redazioni delle gazzette e delle tv dell’intera Contea di Baltimora.
La donna, che secondo il libretto dell’auto dovrebbe essere Penelope Jackson, di Asheville, North Carolina, ha detto di chiamarsi in realtà Heather Bethany e di essere una delle due sorelline scomparse una trentina d’anni fa in un centro commerciale di Baltimora.
L’opinione di Infante e degli inquirenti è che la donna ora ricoverata al St. Agnes Hospital finga e spari cose campate in aria per la disperazione. Certo, un esame del DNA potrebbe sciogliere l’enigma e appurare l’identità della sedicente Heather, se solo i coniugi Bethany fossero i genitori naturali e non adottivi delle sorelle e, soprattutto, se fossero rintracciabili. Trent’anni dopo tutti i testimoni possibili appaiono o passati a miglior vita o impossibilitati a parlare.
Solo i morti, dunque, sanno?
Giallo in cui Laura Lippman dimostra davvero di saper esplorare «il cuore umano» (Tess Gerritsen), I morti lo sanno rapisce e trascina letteralmente il lettore fino all’attesa rivelazione finale, rimasta magicamente nascosta pur essendo del tutto evidente nello svolgimento stesso del romanzo.
Qualche giorno prima, per un velo d’olio sulla strada, la berlina della donna è scivolata a sinistra come l’ago di un tachimetro impazzito, si è girata su se stessa e si è adagiata sulla fiancata di un SUV bianco.
La donna ha visto il SUV rotolare con lente capriole giù per la scarpata, ma non si è fermata. Spaventata dal frastuono dei clacson e dallo stridore dei freni, è scappata via per abbandonare la macchina sul ciglio di una strada lontana.
Infante e la Bustamante sono, però, al St. Agnes Hospital non per il reato di mancato soccorso, ma per una stupefacente dichiarazione della donna, che mette e a soqquadro le redazioni delle gazzette e delle tv dell’intera Contea di Baltimora.
La donna, che secondo il libretto dell’auto dovrebbe essere Penelope Jackson, di Asheville, North Carolina, ha detto di chiamarsi in realtà Heather Bethany e di essere una delle due sorelline scomparse una trentina d’anni fa in un centro commerciale di Baltimora.
L’opinione di Infante e degli inquirenti è che la donna ora ricoverata al St. Agnes Hospital finga e spari cose campate in aria per la disperazione. Certo, un esame del DNA potrebbe sciogliere l’enigma e appurare l’identità della sedicente Heather, se solo i coniugi Bethany fossero i genitori naturali e non adottivi delle sorelle e, soprattutto, se fossero rintracciabili. Trent’anni dopo tutti i testimoni possibili appaiono o passati a miglior vita o impossibilitati a parlare.
Solo i morti, dunque, sanno?
Giallo in cui Laura Lippman dimostra davvero di saper esplorare «il cuore umano» (Tess Gerritsen), I morti lo sanno rapisce e trascina letteralmente il lettore fino all’attesa rivelazione finale, rimasta magicamente nascosta pur essendo del tutto evidente nello svolgimento stesso del romanzo.
L'autrice:
Laura Lippman è nata ad Atlanta e cresciuta a Baltimora, una
delle città piú violente d’America. Nel 1997, quando apparvero i suoi
due primi romanzi, Baltimora Blues e Charm City, Laura
Lippman mise da parte una ventennale carriera giornalistica per
dedicarsi pienamente alla scrittura. Da allora ha pubblicato numerosi
romanzi, otto dei quali fanno parte della serie di Tess Monaghan
divenuta presto uno dei personaggi piú amati e popolari nel mondo del
poliziesco americano contemporaneo. Giano ha pubblicato anche Baltimora blues (2008) e Charm City (2009).
Hanno detto di questo libro:
«I romanzi di Laura Lippman non sono soltanto
gialli; sono toccanti esplorazioni del cuore umano. Laura Lippman è
semplicemente una delle migliori scrittrici in circolazione».
Tess Gerritsen
«Come i migliori libri del suo genere, I morti lo sanno appaga due volte: lo si può leggere, infatti, tutto d’un fiato per arrivare velocemente alla fine, e poi rileggerlo per apprezzare l’abilità della Lippman nello sviare il lettore dall’esito finale».
New York Times
«Scrittrice di grande intensità espressiva, una delle migliori in circolazione nel mondo del noir».
Il Mattino
«Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, che tocca le corde sensibili... ».
Mauro Castelli, Il Sole 24 Ore
Tess Gerritsen
«Come i migliori libri del suo genere, I morti lo sanno appaga due volte: lo si può leggere, infatti, tutto d’un fiato per arrivare velocemente alla fine, e poi rileggerlo per apprezzare l’abilità della Lippman nello sviare il lettore dall’esito finale».
New York Times
«Scrittrice di grande intensità espressiva, una delle migliori in circolazione nel mondo del noir».
Il Mattino
«Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, che tocca le corde sensibili... ».
Mauro Castelli, Il Sole 24 Ore
Titolo: La mosca dorata
Autore: Edmund Crispin
Traduzione dall'inglese di Mariapaola Déttore
Editore: Giano
Collana: I libri della civetta
Pagine: 240
Prezzo: 12,90 euro
Descrizione:
Inghilterra, 1940. Alcuni attori e attrici della scena teatrale londinese
vengono convocati a Oxford per mettere in scena una pièce importante
che punta al grande successo. Le prove però si rivelano presto difficili
perché ad animare il gruppo non è solo l’amore per la recitazione ma
anche una certa rivalità interna e un variegato intreccio di relazioni
sentimentali, presenti e passate, con relative ruggini e melasse. In
particolare, Yseut Haskell, procace attricetta dal talento assai
modesto, sembra possedere il gusto perverso del seminar zizzania, cosa
che la rende invisa agli altri in modo pressoché uniforme.
Così tanto che, quando il secondo giorno si scopre che si è suicidata, nessuno riesce a nascondere il proprio intimo sollievo. Ma a ben guardare, che bizzarro suicidio! Quasi «impossibile». A formulare dubbi è il mentalmente ipercinetico Gervase Fen, quarantenne professore di letteratura inglese del St. Christofer College, eccentrico e franco spesso al limite della maleducazione. Appassionato di trame poliziesche, il suo sogno era giusto quello di avere a che fare, un giorno, con un bel delitto vero da risolvere.
Come perdere dunque un’occasione simile? Così, facendo dispetto al suo caro amico Sir Richard Freeman, capo della polizia di Oxford con un debole per la letteratura, orientato a chiudere il caso come suicidio e tornare presto a immergersi tra i suoi amati classici, Gervase a sua volta abbandona di buon grado i libri e, ficcando il naso qui e là, mette insieme i primi dettagli di un quadro delittuoso che si annuncia tanto certo quanto vario e sibillino. Come trovare chi ha sparato quando chiunque ammette che avrebbe volentieri premuto il grilletto? Muovendosi tra l’ambiente del teatro e quello universitario come in un faceto rimbalzo tra messinscena e realtà provata, l’indagine procede tanto per il nostro improvvisato e brillante segugio quanto per il lettore stesso che si ritrova, man mano, con elementi chiari ed altrettanti depistamenti. Fino allo svelamento finale, degno della migliore tradizione del romanzo giallo.
Così tanto che, quando il secondo giorno si scopre che si è suicidata, nessuno riesce a nascondere il proprio intimo sollievo. Ma a ben guardare, che bizzarro suicidio! Quasi «impossibile». A formulare dubbi è il mentalmente ipercinetico Gervase Fen, quarantenne professore di letteratura inglese del St. Christofer College, eccentrico e franco spesso al limite della maleducazione. Appassionato di trame poliziesche, il suo sogno era giusto quello di avere a che fare, un giorno, con un bel delitto vero da risolvere.
Come perdere dunque un’occasione simile? Così, facendo dispetto al suo caro amico Sir Richard Freeman, capo della polizia di Oxford con un debole per la letteratura, orientato a chiudere il caso come suicidio e tornare presto a immergersi tra i suoi amati classici, Gervase a sua volta abbandona di buon grado i libri e, ficcando il naso qui e là, mette insieme i primi dettagli di un quadro delittuoso che si annuncia tanto certo quanto vario e sibillino. Come trovare chi ha sparato quando chiunque ammette che avrebbe volentieri premuto il grilletto? Muovendosi tra l’ambiente del teatro e quello universitario come in un faceto rimbalzo tra messinscena e realtà provata, l’indagine procede tanto per il nostro improvvisato e brillante segugio quanto per il lettore stesso che si ritrova, man mano, con elementi chiari ed altrettanti depistamenti. Fino allo svelamento finale, degno della migliore tradizione del romanzo giallo.
L'autore:
Edmund Crispin, il cui vero nome è Robert Bruce Montgomery, oltre
che autore di romanzi gialli è stato anche sceneggiatore
cinematografico e radiofonico, critico letterario e compositore di
musica religiosa e di colonne sonore. Nato a Chesterham Bois nel 1921,
si è laureato a Oxford nel 1943 in lettere moderne, dove ha anche
insegnato, e ha scritto nove romanzi gialli che hanno quale protagonista
l’ineffabile Gervase Fen. Trasferitosi a Londra, ha scritto a lungo per
le pagine culturali del Sunday Times, fino al 1978, anno della sua
prematura scomparsa per motivi legati a un eccessivo consumo di alcol. È
autore di 11 romanzi.
Hanno detto di questo libro:
«Trama impeccabile, dialoghi brillanti, spiccato
senso dell’umorismo. Tra i maestri del giallo, Crispin è senza dubbio il
più spiritoso».
New York Times
New York Times
«Edmund Crispin mi piace moltissimo».
P.D. James
«Uno dei migliori giallisti del XX secolo».
Boston Globe
«Romanzi gialli costruiti con intelligenza e humour».
Daily Mail
«Colto e malizioso».
Independent
«I romanzi di Crispin possiedono una vivacità rara nel genere poliziesco».
Julian Symons
«I romanzi di Crispin sono così british che potrebbero venderli con un cartoccio di fish and chips».
New York Sun
Titolo: Ritratto di una spia
Autore: Daniel Silva
Traduzione dall’inglese di Raffaella Vitangeli
Editore: Giano
Collana: I libri della civetta
Pagine: 528
Prezzo: 14,90 euro
Al primo posto della classifica del New York Times, del Boston Globe e del Los Angeles Times.
Descrizione:
Il week end di piacere a Londra di Gabriel Allon e di Chiara, la sua incantevole moglie di origini veneziane, è appena cominciato.
Dopo una visita presso una galleria d’arte in St. James, dove si recano per autenticare un quadro di Tiziano recentemente venuto alla luce, i due decidono di pranzare in un quieto ristorante italiano dello Strand, non lontano da Westminster. Sono due diverse esplosioni dinamitarde, a Parigi e ad Amburgo, a fare improvvisamente calare il sipario sulla loro incantevole giornata autunnale: poco dopo, infatti, lungo Wellington Street, agli occhi esperti di Gabriel non sfuggono i gesti di un individuo che sembra intenzionato a portare a termine un terzo attentato.
L’uomo sembra avere il tipico atteggiamento degli attentatori kamikaze, quelle caratteristiche che Gabriel, uno dei massimi esperti mondiali di strategie antiterrorismo, conosce fin troppo bene.
La Beretta ben nascosta, Gabriel decide così di seguire l’individuo sospetto tra la folla che popola il mercato di Covent Garden; ma prima ancora di poter estrarre la pistola viene atterrato da due poliziotti londinesi in borghese. Un istante dopo accade il peggio – corpi e sangue ovunque.
Perseguitato dal fantasma del proprio fallimento, Gabriel si trincera nel suo cottage sulla costa della Cornovaglia, nell’illusione che il suo ruolo all’interno della vicenda sia ormai terminato. Ma quando una convocazione della CIA lo raggiunge si ritrova precipitato all’interno di un’operazione contro una tremenda organizzazione criminale, capeggiata da uno yemenita di origini americane: un religioso a cui Allah ha donato “una lingua seducente”. La posta in gioco non può essere più alta.
Il week end di piacere a Londra di Gabriel Allon e di Chiara, la sua incantevole moglie di origini veneziane, è appena cominciato.
Dopo una visita presso una galleria d’arte in St. James, dove si recano per autenticare un quadro di Tiziano recentemente venuto alla luce, i due decidono di pranzare in un quieto ristorante italiano dello Strand, non lontano da Westminster. Sono due diverse esplosioni dinamitarde, a Parigi e ad Amburgo, a fare improvvisamente calare il sipario sulla loro incantevole giornata autunnale: poco dopo, infatti, lungo Wellington Street, agli occhi esperti di Gabriel non sfuggono i gesti di un individuo che sembra intenzionato a portare a termine un terzo attentato.
L’uomo sembra avere il tipico atteggiamento degli attentatori kamikaze, quelle caratteristiche che Gabriel, uno dei massimi esperti mondiali di strategie antiterrorismo, conosce fin troppo bene.
La Beretta ben nascosta, Gabriel decide così di seguire l’individuo sospetto tra la folla che popola il mercato di Covent Garden; ma prima ancora di poter estrarre la pistola viene atterrato da due poliziotti londinesi in borghese. Un istante dopo accade il peggio – corpi e sangue ovunque.
Perseguitato dal fantasma del proprio fallimento, Gabriel si trincera nel suo cottage sulla costa della Cornovaglia, nell’illusione che il suo ruolo all’interno della vicenda sia ormai terminato. Ma quando una convocazione della CIA lo raggiunge si ritrova precipitato all’interno di un’operazione contro una tremenda organizzazione criminale, capeggiata da uno yemenita di origini americane: un religioso a cui Allah ha donato “una lingua seducente”. La posta in gioco non può essere più alta.
L'autore:
Daniel Silva è nato in Michigan nel 1960. Nel 1984 ha iniziato la
carriera giornalistica lavorando per United Press International, per
poi diventare produttore televisivo della CNN. Tutte le sue opere, Le regole di Mosca (Giano 2010), Il disertore (Giano 2011), The Killer Artist, The English Assassin, The Confessor, A Death in Vienna, Prince of Fire, The Messenger, The Secret Servant, sono entrate nelle classifiche dei libri più venduti. Vive con la moglie e i due figli a Washington.
Hanno detto di questo libro:
«Un’intensa rappresentazione del vero sacrificio
personale. Contro la folle convinzione che offrire la propria vita per
stroncare quella degli altri possa essere considerata una forma di
martirio».
American Thinker
«Intelligente, mozzafiato, preciso e veloce come un proiettile. L’ultimo capitolo della saga di Allon è un clamoroso successo».
Bookreporter
«Silva non ha scritto semplicemente un thriller avvincente, inconfondibile e ricco di dettagli sullo spionaggio post 11 settembre; ci ha regalato uno strumento eccezionale per comprendere la portata di eventi che travalicano il nostro tempo».
Washington Examiner
American Thinker
«Intelligente, mozzafiato, preciso e veloce come un proiettile. L’ultimo capitolo della saga di Allon è un clamoroso successo».
Bookreporter
«Silva non ha scritto semplicemente un thriller avvincente, inconfondibile e ricco di dettagli sullo spionaggio post 11 settembre; ci ha regalato uno strumento eccezionale per comprendere la portata di eventi che travalicano il nostro tempo».
Washington Examiner
Titolo: Nell'angolo più buio
Autore: Elisabeth Haynes
Traduzione dall’inglese di Chiara Brovelli
Editore: Giano
Collana: I libri della civetta
Pagine: 448
Prezzo: 12,00 euro
L’opera che ha svelato il talento di Elizabeth Haynes, vincitrice
dell’Amazon Rising Stars 2011, il concorso indetto da amazon.co.uk per
celebrare le nuove star emergenti della narrativa britannica.
Descrizione:
Catherine
è una ragazza che ha sempre vissuto irresponsabilmente la sua
giovinezza, tra party, alcol e partner occasionali, quando incontra Lee.
Sguardo rude ma diretto, prestante d’aspetto e risoluto nei modi, Lee
infrange subito il suo cuore.
Il tempo necessario per un romantico corteggiamento e Catherine accetta, senza alcuna esitazione, di andare a vivere con lui.
La scelta si rivela impeccabile nei primi mesi di convivenza: Lee è affettuoso, pieno di premure e attenzioni. Appare stranamente sfuggente soltanto quando viene interrogato sul suo lavoro, ma Catherine, innamorata com’è, non fa attenzione a questa trascurabile reticenza. Poi, gradualmente, attraverso segni appena percettibili, piccole scenate di gelosia, critiche per un’acconciatura o per un abito troppo eccentrico, il clima muta. Lee diventa ombroso, cupo, si assenta misteriosamente per giorni e, infine, in un’escalation drammatica, svela il suo vero volto. Schiaffi, torture psicologiche, botte, insopportabili umiliazioni fisiche, Catherine viene violata nell’intimo, rinchiusa a chiave in una stanza, ridotta a vittima inerme di un carnefice senza pietà.
Probabilmente morirebbe se, in circostanze accidentali, non fosse scoperta nella sua agonia da una vicina di casa, che denuncia Lee e ne determina l’arresto, il processo e la condanna. La violenza psichica è penetrata, però, a fondo nella mente e nell’anima di Catherine. La ragazza cambia ogni giorno strada per tornare a casa, azzera le sue relazioni col mondo esterno, ispeziona ogni ora meticolosamente la sua abitazione, assume comportamenti compulsivi estremi dettati dal fantasma incancellabile del suo carnefice.
Un fantasma che diventa di carne e ossa il giorno in cui una telefonata annuncia che Lee è uscito di galera.
Il tempo necessario per un romantico corteggiamento e Catherine accetta, senza alcuna esitazione, di andare a vivere con lui.
La scelta si rivela impeccabile nei primi mesi di convivenza: Lee è affettuoso, pieno di premure e attenzioni. Appare stranamente sfuggente soltanto quando viene interrogato sul suo lavoro, ma Catherine, innamorata com’è, non fa attenzione a questa trascurabile reticenza. Poi, gradualmente, attraverso segni appena percettibili, piccole scenate di gelosia, critiche per un’acconciatura o per un abito troppo eccentrico, il clima muta. Lee diventa ombroso, cupo, si assenta misteriosamente per giorni e, infine, in un’escalation drammatica, svela il suo vero volto. Schiaffi, torture psicologiche, botte, insopportabili umiliazioni fisiche, Catherine viene violata nell’intimo, rinchiusa a chiave in una stanza, ridotta a vittima inerme di un carnefice senza pietà.
Probabilmente morirebbe se, in circostanze accidentali, non fosse scoperta nella sua agonia da una vicina di casa, che denuncia Lee e ne determina l’arresto, il processo e la condanna. La violenza psichica è penetrata, però, a fondo nella mente e nell’anima di Catherine. La ragazza cambia ogni giorno strada per tornare a casa, azzera le sue relazioni col mondo esterno, ispeziona ogni ora meticolosamente la sua abitazione, assume comportamenti compulsivi estremi dettati dal fantasma incancellabile del suo carnefice.
Un fantasma che diventa di carne e ossa il giorno in cui una telefonata annuncia che Lee è uscito di galera.
L'autrice:
Elizabeth Haynes è analista di intelligence per la polizia. È
nata e vive nel Kent con il marito e un figlio. Ha iniziato a dedicarsi
alla narrativa nel 2006, grazie al concorso annuale National Novel
Writing Month (Nanowrimo) e al corso di scrittura al West Dean College. Nell’angolo più buio è il suo primo romanzo.
Hanno detto di questo libro:
«Il vortice che ha travolto Cathy è quello che
spezza l’esistenza di migliaia di donne e il romanzo di Elizabeth Haynes
ha la potenza suggestiva di una fotografia perfettamente riuscita».
Silvana Mazzocchi, La Repubblica
«...Ha la capacità di rappresentare l’amore nella sua duplicità che ne fa al tempo stesso malattia e guarigione».
Tiziana Lo Porto, D - la Repubblica
«Un debutto narrativo da leggere col fiato sospeso».
Class
«È un libro sconvolgente e indimenticabile».
Rossella Martina, Il Giorno
«Fin dall’inquietante prologo – una giovane donna ammazzata a randellate in un fosso – il potente romanzo della Haynes sul tema della violenza domestica è fonte di angoscia, anche se privo di sensazionalismo. Un libro avvincente su un argomento che non sarà mai evidenziato a sufficienza».
The Guardian
«Un esordio davvero impressionante. Il dolore e la frustrazione portati dal disturbo ossessivo-compulsivo sono narrati in maniera brillante, e ogni volta che Cathy dà inizio a un nuovo rituale il lettore ha un sussulto».
Newbooks Magazine
Silvana Mazzocchi, La Repubblica
«...Ha la capacità di rappresentare l’amore nella sua duplicità che ne fa al tempo stesso malattia e guarigione».
Tiziana Lo Porto, D - la Repubblica
«Un debutto narrativo da leggere col fiato sospeso».
Class
«È un libro sconvolgente e indimenticabile».
Rossella Martina, Il Giorno
«Fin dall’inquietante prologo – una giovane donna ammazzata a randellate in un fosso – il potente romanzo della Haynes sul tema della violenza domestica è fonte di angoscia, anche se privo di sensazionalismo. Un libro avvincente su un argomento che non sarà mai evidenziato a sufficienza».
The Guardian
«Un esordio davvero impressionante. Il dolore e la frustrazione portati dal disturbo ossessivo-compulsivo sono narrati in maniera brillante, e ogni volta che Cathy dà inizio a un nuovo rituale il lettore ha un sussulto».
Newbooks Magazine
Ho a casa l'ultimo, ma nella vecchia edizione. Lo DEVO leggere :)
RispondiEliminaQuesti titoli sono tutti intriganti ma l'ultimo è proprio quello che mi incuriosisce di più. Spero di poterlo leggere anch''io.
EliminaHello from France
RispondiEliminaI am very happy to welcome you!
Your blog has been accepted in Europe Italia_____N°1056 a minute!
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This is not a personal blog, I created it for all to enjoy.
SO, you also have to make it known to your contacts and friends in your blog domain: the success of this blog depends on all Participants.
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