Recensione: La luce del sole
Titolo: La luce del sole
Autrice: Octavia E. Butler
Traduzione di Marco Raspa
Editore: Fanucci
Collana: Tif Extra
Pagine: 352
Prezzo: 12,90 euro
Autrice: Octavia E. Butler
Traduzione di Marco Raspa
Editore: Fanucci
Collana: Tif Extra
Pagine: 352
Prezzo: 12,90 euro
Descrizione:
Shori è una ragazzina colpita da una forma di amnesia selettiva, condotta dalle sue stesse abilità a una scoperta sensazionale: sopravvissuta alla strage della propria comunità, è in realtà una vampira di cinquantatré anni geneticamente modificata per essere immune alla luce del sole, la figlia perduta di un’antica razza di creature semi-immortali, gli Ina, che vivono in misteriosa simbiosi con il genere umano. Dopo il risveglio traumatico in una caverna, dimentica del proprio passato e protetta dalla pelle scura, dovrà lottare per difendersi da chi vuole annientarla definitivamente. L’ultimo capolavoro di Octavia Butler contribuisce alla creazione di un nuovo modello di storie sovrannaturali, che si discosta dal classico romance gotico per approdare a una più attuale declinazione di fantascienza sociale.
Shori è una ragazzina colpita da una forma di amnesia selettiva, condotta dalle sue stesse abilità a una scoperta sensazionale: sopravvissuta alla strage della propria comunità, è in realtà una vampira di cinquantatré anni geneticamente modificata per essere immune alla luce del sole, la figlia perduta di un’antica razza di creature semi-immortali, gli Ina, che vivono in misteriosa simbiosi con il genere umano. Dopo il risveglio traumatico in una caverna, dimentica del proprio passato e protetta dalla pelle scura, dovrà lottare per difendersi da chi vuole annientarla definitivamente. L’ultimo capolavoro di Octavia Butler contribuisce alla creazione di un nuovo modello di storie sovrannaturali, che si discosta dal classico romance gotico per approdare a una più attuale declinazione di fantascienza sociale.
L'autrice:
Octavia Estelle Butler è la più nota scrittrice afroamericana di
fantascienza. Nata il 22 giugno 1947
a Pasadena, in California, si definisce
“confortevolmente asociale, una eremita nel centro di Los Angeles, pessimista,
femminista, uno strano miscuglio di pigrizia e ambizione, di perplessità e
sicurezza”. Nei suoi romanzi si raccontano i conflitti razziali e tra i sessi,
le difficoltà delle minoranze, la segregazione dei ‘diversi’, alieni e
terrestri. Butler ha ricevuto molti riconoscimenti (anche al di fuori del genere):
ha ottenuto il premio Hugo nel 1984 con il racconto Speech Sounds e di nuovo
nel 1985 con Bloodchild (che ha vinto anche il Nebula). Tra le sue opere più
importanti ricordiamo il ciclo dei telepati di Patternmaster e la trilogia
della Xenogenesi. La parabola dei talenti, seguito de La parabola del
seminatore (Solaria 4, aprile 2000) si è aggiudicato nel 2000 il premio Nebula.
La recensione di Miriam:
Disturbate come un sole a mezzanotte, come una nota stonata
in un melodia che, nonostante ciò, ti ipnotizza.
Non saprei definire meglio questo romanzo. Mi ha provocato un profondo senso di disagio eppure non riuscivo a smettere di leggere. Un po’ come quando ci si ritrova a guardare un’immagine raccapricciante dalla quale non si è capaci di distogliere gli occhi.
Non saprei definire meglio questo romanzo. Mi ha provocato un profondo senso di disagio eppure non riuscivo a smettere di leggere. Un po’ come quando ci si ritrova a guardare un’immagine raccapricciante dalla quale non si è capaci di distogliere gli occhi.
Il sipario si alza su una scena da incubo, destabilizzante
perché immersa nel buio. Una creatura lotta per riacquistare i sensi nella
fitta oscurità. Dolore e fame, è questo ciò che prova con chiarezza. Toccandosi
comprende di avere il corpo martoriato da ferite, il cranio privo di capelli
rivela delle ammaccature preoccupanti. La sua mente è una tabula rasa. Chi è?
Perché si trova lì? Cosa le hanno fatto? Non c’è risposta.
D’improvviso sopraggiunge qualcuno, impossibile sapere chi o
cosa sia, ma l’istinto di sopravvivenza prevale e la preda si trasforma in
carnefice; assale l’essere vivente appena percepito, lo sbrana per placare i
morsi della fame… comprenderà più tardi di aver banchettato con un uomo.
Se tutto ciò vi sembra sconvolgente, quel che vedrete
quando la luce arriverà a dissipare le tenebre avrà il potere di disorientarvi
del tutto.
Gradualmente conoscerete un personaggio tanto ambiguo da
mandarvi in confusione: Shori. È lei la voce narrante di questa folle storia,
la protagonista nei cui panni la
Butler vi calerà con forza catapultandovi in un romanzo che
si presenta come fosse l’ennesimo urban fantasy per rivelarsi, invece, un
innovativo quanto shockante esempio di fantascienza sociale.
Ha l’aspetto di una bambina di circa undici anni Shori
eppure di anni ne ha cinquantatre. È una donna ma, a un primo sguardo, potrebbe
essere facilmente scambiata per un ragazzino. Si nutre di sangue come un
vampiro però ha la pelle scura ed è resistente ai raggi del sole. Gli umani non
la evitano, anzi ne sono attratti come fosse una calamita, bramano i suoi morsi
e non resistono alla tentazione di fare sesso con lei − non fa differenza che
siano uomini o donne e neanche che siano, almeno all’apparenza, molto più
adulti.
Ma chi o cosa è Shori veramente? Lei è la prima ad avere il
bisogno impellente di scoprirlo giacché non ricorda niente della sua vita
passata. Sa solo di essere braccata e, per potersi difendere, non ha altra
scelta che imparare a ri-conoscersi da zero.
Il mistero comincerà a dipanarsi solo quando un uomo che
sostiene di essere suo padre la ritroverà e la condurrà tra i suoi simili.
Shori apprenderà allora di essere una Ina ma scoprirà anche
di essere una “diversa” in quanto risultato di un esperimento genetico. Nessuno
sa chi e perché le stia dando la caccia
ma è qualcuno che sta massacrando la sua gente e che ha già sterminato quasi
del tutto la sua famiglia.
L’intero romanzo ruota dunque intorno a due nuclei
fondamentali: da un lato si sviluppano le ricerche tese alla soluzione
dell’enigma, dall’altro si snoda il personale percorso di Shori finalizzato, se
non al recupero della memoria, almeno alla riconquista di una propria identità.
L’autrice tesse così una trama che, per alcuni versi, ha il
sapore di un legal thriller dalle pennellate soprannaturali e, nel contempo,
descrive con inquietante credibilità il complesso sistema sociale che regola la
vita di una stranissima razza di vampiri.
Conoscere e provare a comprendere gli Ina è un’esperienza
straniante perché si tratta di una comunità fondata su un’etica e su delle
regole che sfuggono ai nostri schemi.
La Butler
sembra scavare nel nostro inconscio e rivoltarlo come un calzino costringendoci
a fronteggiare diversi tabù. Atti di cannibalismo, poligamia, incesto sono solo
alcuni degli aspetti con cui bisogna fare i conti, mai dimenticando però che
non tutto ciò che si vede è come sembra.
L’aspetto più disturbante, dal mio punto di vista, è da
rintracciarsi nella particolare convivenza tra Ina ed esseri umani, una
convivenza che sembra essere pacifica e regolata da uno scambio equo di
privilegi ma che ricorda in maniera terribile l’abominio della schiavitù. Gli
umani del cui sangue gli Ina si nutrono vengono chiamati simbionti, maturano
una forte forma di dipendenza dai loro padroni, fisica e psicologica.
Guadagnano un’incredibile longevità e la facoltà di non ammalarsi come i comuni
mortali ma a quale prezzo? Esiste davvero un qualsiasi privilegio che valga la
pena di essere barattato con la libertà?
Fanno paura gli Ina però, fanno paura in un modo differente
dai vampiri che di solito ci propone la letteratura. Non sono tanto le loro
zanne o la loro sete di sangue a terrorizzare quanto il loro essere così
“alieni” rispetto ai nostri schemi di pensiero.
Non si riesce ad affezionarsi a loro, non si riesce ad
affezionarsi neanche alla piccola Shori, eppure ci si sente incapaci di
giudicarli perché l’orrore che più di tutti irretisce e serpeggia silente tra
le pagine di questo libro nasce proprio dalla paura del diverso: il razzismo.
La luce del sole è
infatti una graffiante parabola che ci parla di odio razziale, una storia “vestita”
di fantascienza dalle dinamiche straordinariamente reali.
Un’opera difficile da metabolizzare ma che merita
assolutamente di essere letta. Di sicuro lascia un segno ben più profondo del morso
di un vampiro.
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