Recensione: Noos. Il canto del mondo
Titolo: Noos. Il canto del mondo
Autore: Graziano Versace
Editore: Ciesse
Collana: Silver
Pagine: 240
Prezzo: 16,00 euro
Descrizione:
Renzo è un fotografo trentanovenne
insoddisfatto della propria vita. Durante uno dei suoi viaggi,
intrapreso più per desiderio di fuga che per lavoro, incontra Roberto,
un amico di vecchia data, e si trova coinvolto in una straordinaria
avventura. Roberto infatti, insieme alla sorella Frediana e ad altri
amici, sta inseguendo una balena e una misteriosa sfera di luce,
connesse in qualche modo al misterioso Ulisse. Il gruppo, navigando tra
le isole siciliane alla ricerca della sfera e della megattera, rivivrà,
in una serie di imprevedibili colpi di scena, i momenti salienti
dell’Odissea.
Fino al finale sconvolgente, che svelerà il mistero di Noos e cambierà per sempre le vite dei protagonisti di questa rutilante avventura.
L'autore:
Graziano Versace è nato a Belmore (Australia) il 16/02/64.
Laureato in Lettere Moderne, ha svolto
per qualche tempo l’attività di psicoterapeuta umanistico-esistenziale.
Attualmente insegna Materie Letterarie a Sant’Agata di Militello (ME).
Ha pubblicato un libro di narrativa per la scuola dal titolo Biglie colorate. Per San Paolo Edizioni ha pubblicato i romanzi Ladri di locandine e Tutto il mondo dentro. Il suo primo romanzo di fantascienza Raimondo Mirabile, futurista è uscito per Edizioni XII.La recensione di Miriam:
Il viaggio inteso nell’accezione più ampia del termine è il
tema principale intorno a cui ruota Noos,
un romanzo che si impone all’attenzione del lettore soprattutto per la sua
originalità.
Si comincia con il viaggio di Renzo, un fotografo in crisi
che, per sfuggire alla noia quotidiana, parte alla volta delle isole Egadi.
Lungi dall’essere un punto di arrivo, la sua meta si rivela un nuovo punto di
partenza. Giunto lì infatti incontra, per caso, un amico di vecchia data,
Roberto, che insieme alla sorella Frediana e a un gruppo di amici sta seguendo
una megattera nelle acque del Mediterraneo. La presenza di quel particolare
cetaceo in quel mare non è l’unica stranezza a connotare la gita di Roberto e
compagni. Il primo avvistamento della balena è coinciso con una tempesta che ha
portato uno sconosciuto a bordo. L’uomo comparso dal nulla parla greco antico,
sembra appartenere a un’epoca remota, è in stato confusionale, ha perso la
memoria ma vaneggia di visioni che rimandano all’Odissea.
Che si tratti proprio di Ulisse? È difficile stabilirlo ma
Roberto e i suoi amici sono determinati ad aiutarlo a tornare nel suo tempo.
Renzo, pur essendo molto scettico, non ha nulla da perdere così decide di
seguire la combriccola nella folle avventura.
Ecco dunque inserirsi nella trama il tema del viaggio
temporale che ci introduce in un campo in cui epica e fantascienza si
incontrano generando un connubio insolito.
In effetti è un’opera difficilmente etichettabile questa di
Graziano Versace perché se è vero che la componente fantascientifica è presente,
non mancano elementi fantasy e mitologici a completare un quadro ricchissimo di
simbolismi e che, nell’insieme, ingloba anche leggere pennellate in odore di
new age.
Il percorso tracciato si lega, a filo doppio, con l’Odissea riproponendone
quasi una rivisitazione in chiave moderna. Il passato irrompe nel presente
fornendo ai protagonisti quanto ai lettori, l’impressione – o l’illusione – che
gli episodi salienti del poema epico si replichino nel nostro spazio e nel
nostro tempo. Scorrendo le pagine è possibile riconoscere la maga Circe,
Polifemo, Calypso ma anche rivivere la discesa di Ulisse nel regno dei morti o
la tempesta scatenata da Eolo. Si tratta di un parallelismo affascinante,
comprensibile anche per chi non ha una profonda conoscenza dell’opera omerica
giacché l’autore si premura di inserire nel testo tutte le informazioni
necessarie. Operazione questa che facilita ma al tempo stesso rallenta un po’
la lettura interrompendo il filo
narrativo e sfiorando in più di un’occasione il rischio dell’infodump.
D’altro canto, lo stesso percorso si connota come percorso
dell’anima giacché il viaggio descritto acquisisce una forte valenza simbolica.
Se Ulisse vuole tornare fisicamente a casa, i personaggi che lo assistono
nell’impresa sono persone che, in qualche modo, hanno smarrito se stesse e sono
alla ricerca di un nuovo senso. Renzo è insoddisfatto della sua vita ma anche
Roberto e Frediana sono giunti a un punto di svolta e sembrano agognare nuovi
stimoli. Guglielmo e sua moglie Paola, gli altri due membri dell’equipaggio,
stanno invece cercando di elaborare un terribile lutto.
La particolare condizione psicologica in cui tutti si
trovano, spiega in parte, l’apparente facilità con cui si lasciano coinvolgere
in un’impresa assurda. Che lo sconosciuto sia davvero Ulisse oppure no, in
fondo, per loro, non ha molta
importanza, non quanta ne ha il bisogno di credere di nuovo in qualcosa,
l’avere uno scopo da raggiungere o, se preferite, un sogno da inseguire.
La stessa megattera con la sfera che l’accompagna è
un’immagine densa di simbolismi riconducibile per esempio al concetto junghiano
di inconscio collettivo.
Uno degli aspetti più intriganti del romanzo, a mio parere,
consiste proprio nel fatto che si presti a molteplici interpretazioni. Noos pone molte domande che vanno ben al
di là della trama ma non fornisce alcuna risposta univoca. Graziano Versace
mette sul piatto una storia con i suoi numerosi interrogativi e suggerisce una
serie di possibili risposte astenendosi però dall’indicare quella giusta.
Quanto narrato è accaduto veramente o è solo il frutto di
un’allucinazione collettiva? Lo straniero senza memoria è davvero Ulisse? Come
e da dove è giunta la megattera e qual è il suo legame con la sfera che
l’accompagna? Cos’è Noos? Sta a chi legge scegliere le soluzioni che preferisce
tra quelle proposte o decidere di elaborarne altre in autonomia. Se siete
lettori tendenzialmente passivi o alla ricerca di finali risolutivi potreste
rimanere delusi da una chiusa che ha il sapore di un nuovo inizio, diversamente
non potrete che sentirvi stimolati e incuriosisti dall’aprirsi di infinite possibilità.
Ne consiglio la lettura a chi ama l’avventura ma non
disdegna la riflessione, a chi è curioso di approcciarsi al tema dei viaggi nel
tempo a partire da una prospettiva audace quanto innovativa.
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