Anteprima: L'autunno di Montebuio
In libreria a ottobre
Titolo: L'autunno di Montebuio
Autori: Danilo Arona e Micol Des Gouges
Editore: Nero Press
Pagine: 250 c.a
Prezzo: 13 euro (prezzo lancio valido fino al 31 ottobre)
Descrizione:
Tornano i misteri di Montebuio. Sullo
sfondo, gli anni in cui Cuba minacciava il mondo coi suoi missili. La
storia di tre bambini che si trovano ad affrontare l’incubo della guerra
attraverso le paure – anzi no, il terrore – negli occhi degli adulti.
“Perché la paura, al suo picco, è in
grado di materializzare i terrori del mondo. E i missili voleranno in
direzione di Montebuio. E con loro altre cose che nessuno mai dovrebbe vedere” (cit. D. Arona)
Perciò siate pronti. L’Autunno sta arrivando.
Danilo Arona:
Danilo Arona, scrittore e critico cinematografico. Dal 1978 a oggi ha firmato oltre venti titoli tra saggi di
cinema, inchieste sul lato oscuro del sociale e romanzi horror. Nella sua
produzione più recente spiccano L'ombra del dio alato, La stazione
del Dio del Suono, Palo Mayombe, Cronache di Bassavilla,
Black Magic Woman, Finis Terrae, Melissa Parker e
l'incendio perfetto, Santanta, Pazuzu e La croce
sulle labbra. Suona la chitarra con il gruppo rock dei Western Comfort.
Per tutto il mese di ottobre, fino alla mezzanotte di
Halloween, il libro è acquistabile in prevendita a soli 13 euro senza
spese di spedizione (prezzo di copertina 15 euro).
Per acquistare il libro in prevendita cliccate qui
Nell'attesa di poterci tuffare nell'autunno, vi riproponiamo la recensione di Miriam de L'estate di Montebuio
L'estate di Montebuio
Danilo Arona
Gargoyle Books
“Che
ne direste se per farvi paura qualcuno vi proponesse una macchina da
scrivere costruita negli anni Venti, la statua di una santa venerata da
pochi eletti, o una vecchia colonia abbandonata? Bastano di per sé a far
tremare i polsi e vacillare le menti?
No. Di per sé no. Ma c’è il valore aggiunto che ci mette lo scrittore”.
Se
lo scrittore in questione è Danilo Arona su quel valore aggiunto potete
scommetterci e star pur certi che tre elementi apparentemente innocui
come questi possono dare vita a un incubo senza pari ma anche molto di
più: possono trasformarsi in vere e proprie “porte” dalle quali
accedere a multiversi di terrore.
Al
principio c’è l’estate, quella del ’62. Il dodicenne Morgan Perdinka,
futuro scrittore horror di successo, si reca con la famiglia a
Montebuio. Sarà proprio in questo villaggio di sole trentadue anime,
sperduto nell’Appennino Ligure, che trascorrerà una vacanza
indimenticabile, la più importante della sua vita. Una vecchia
Continental scovata nello studio del prozio Don Guido, una colonia
abbandonata, luogo ideale per i “riti di passaggio” e Miriam, il primo
amore, quello che non si scorda mai, si configurano subito come emblemi
di un periodo carico di belle promesse. Ben altre però, saranno le
immagini a imprimersi indelebilmente nella memoria di Morgan e a
perseguitarlo negli anni a venire: fogli dattiloscritti da una mano
sconosciuta, il primo e ultimo bacio assaporato in un giardino e poi
lacrime… lacrime nere a infestare la colonia e a riaffiorare dagli occhi
dell’inquietante pupazzo di un ventriloquo.
Ricordi
autentici o falsificati dalla memoria, a più riprese tornano a galla,
divenendo il fil rouge di una trama assai complessa. Quasi un gioco di
scatole cinesi che colloca l’affascinante biografia di Perdinka al
centro di una macro-storia che ci racconta di spazi quantici, oscuri
presagi e antiche maledizioni risalendo molto indietro nel tempo, fino
al martirio di Santa Mariana D’Antiochia, la vergine crocefissa nel
lontano 290 d.c.
Se
l’orrore rimane al centro della scena è impossibile non restare
affascinati anche dalla sottile vena romantica che pervade le pagine di
quest’opera, dalla delicatissima quanto intensa storia d’amore sbocciata
tra due bambini alle immagini fortemente evocative che rimandano
all’universo infantile (di certo non scevro da incubi e misteri). La
stessa estate, lungi dall’essere semplicemente una stagione dell’anno,
viene qui scandagliata nel suo valore simbolico divenendo "il tempo dei
transiti, dei riti d’iniziazione, della fugacità. Il tempo del
passaggio − traumatico o rettilineo − da un punto della vita a un altro”.
Ancora
una volta Danilo Arona ci regala un romanzo avvincente, in grado di
inchiodarci alla pagina e di incutere autentico terrore soprattutto
perché, come sempre accade nelle sue opere, verità e immaginazione si
confondono tanto da non consentirci più di capire dove finisce lo
scrittore e inizia la realtà. La “finzione” che qui ci viene proposta
ha piuttosto il sapore di una visione alternativa del reale la cui forza
risiede nel suo essere assolutamente plausibile al punto che, ci si
creda o no, finisce per insinuarsi nella mente con la stessa efficacia
di un insistente buzz.
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